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Autore: Jane41258    19/05/2012    7 recensioni
Questa storia partecipa al SasuNaru/NaruSasu contest di MadyChan, Ruin e Niebo.
Seconda classificata
E' una Naruto/Sasuke reverse.
Naruto è gay e innamorato del suo migliore amico Sasuke e, stanco di fingere, rivela tutto platealmente, attirandosi il disprezzo omofobo di compagni e professori.
Sasuke reagisce rompendo l'amicizia con Naruto e sopprimendo i propri sentimenti, terrorizzato dall'aspettativa di diventare come Itachi, un malato terminale di AIDS che ha perso tutto in nome della propria libertà di scelta. Intanto tra la pressione del padre che lo vuole perfetto come era suo fratello al meglio della sua vita, l'attrazione repressa per Naruto e i sentimenti dolorosi e contrastanti per suo fratello che sta morendo, Sasuke sta impazzendo.di dolore.
Avvertimenti: AU, OOC, LIME, YAOI, DEATH!FIC, LONGFIC , LINGUAGGIO FORTE (come suggerito da babyro, cito "cosi da prevenire degli shock")
Coppie: Naruto/Sasuke, Sorpresa, secondo mia sorella che ha appena letto la storia ci sono atmosfere Itachi x Sasuke.
Genere: Drammatico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Itachi, Kushina Uzumaki, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Nessun contesto
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Allora le inevitabili due parole dell’autore prima della lettura:

Questa storia partecipa al SasuNaru/NaruSasu contest di MadyChan, Ruin e Niebo.


Non ho indicato la posizione perché i giudizi non sono pronti, ma ho scritto la storia all’ultimo momento (come al solito) , sotto gli effetti allucinogeni della privazione da sonno, con il touchpad inspiegabilmente non funzionante e la tastiera, come potrei dire, mezza scassata(?)

First of all devo dire che risale a marzo xd

Ovviamente era piena zeppa di errori, quindi prevedibilmente prenderò 0/10 alla grammatica e allo stile e guadagnerò l’ultimo posto XD

Secondo posto, evvai!!!! *_________* Devo dire che NON me l'aspettavo XD  Immagino che devo ringraziare Santo Itachi per la grazia ricevuta 0:-3

Non preoccupatevi voi, non vi sanguineranno gli occhi, perché prima di pubblicare gli ho dato una bella ripulita e ora si può leggere. La trama è una sorta di esperimento, direi che volevo trattare il tema dell’omofobia interiorizzata in maniera più approfondita e seria di come ho fatto rispetto ad Homophobic (tranquille, quella long è ancora in corso, sono sotto esami ma non l’ho abbandonata), però non sono riuscita a non inserire altri temi.

I temi sono l’omofobia interiorizzata ed esteriorizzata, l’imparzialità dei professori (sì è un AU scolastica), i vantaggi della cosiddetta “raccomandazione”, l’autodeterminazione come libertà di scelta, la pressione che la famiglia applica sull’individuo e soprattutto, lo metto in grassetto perché credo sia il tema principale, le reazioni dell’uomo alla malattia e alla morte, quindi il lutto.

La differenza principale con Homophobic è che in Homophobic c’erano diversi temi  funzionali alla storia d’amore, qui è la storia l’amore che è funzionale a ciò che voglio dire.

Non fatevi abbagliare dalla varietà di temi, è una long perciò la parte tematica è molto diluita, implicita e mescolata; come ho già detto ero sballata quando ho scritto quindi è tutto piuttosto strano e allucinato, soprattutto verso gli ultimi capitoli. Il primo capitolo è piuttosto tranquillo invece XD

Beh vi chiedo di leggere lo stesso, proprio perché così strana, ci tengo molto a questa storia, a livello affettivo .

 

-              Nickname: MENTE LIBERA
-              Titolo della storia VIVI PER I VIVI
-              Personaggi principali UCHIHA SASUKE, UCHIHA FUGAKU, UCHIHA MIKOTO, UCHIHA ITACHI (NON COMPARE MA è SEMPRE PRESENTE), UZUMAKI NARUTO, UZUMAKI KUSHINA,  HYUUGA NEJI, UN PO’ TUTTI, ALTRI

-              Pairing: Ovviamente Naruto/Sasuke , ma mia sorella che ha appena finito di leggere la storia mi ha detto che ci sono atmosfere Uchihacest
-              Genere/i della storia;: GENERALE, DRAMMATICO, ROMANTICO, (SOPRANNATURALE?)
-              Rating ARANCIONE
-              Avvertimenti: AU, OOC, LIME, YAOI, DEATH!FIC, LONGFIC
-              Introduzione alla storia: Quando Naruto fa pubblico COMING OUT e confessa di amare il suo migliore amico, Sasuke taglia ogni rapporto perché non vuole fare la stessa fine che ha      fatto suo fratello, gay e malato terminale di AIDS.
-              Eventuali personaggi inventati : L’OFFICIANTE DEL FUNERALE
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                                                         Capitolo 1: Coming Out

Naruto Uzumaki si svegliò di soprassalto, sudato e ansante.
Aveva dormito malissimo, assalito per tutta la notte da incubi terrificanti di cui non conservava alcun ricordo. Si passò una mano tra i capelli, nervoso, si alzò e andò in bagno a sciacquarsi la faccia.
Era il diciannove ottobre 1994, un mercoledì qualsiasi per la cittadina di Konoha, per ogni suo abitante, tranne che per Naruto.
Mercoledì diciannove ottobre 1994 era il giorno in cui la vita di Naruto sarebbe potuta finire in una fogna, in cui avrebbe potuto perdere tutto, e Naruto lo sapeva, perché aveva scelto lui quella data.
Quel giorno avrebbe fatto coming out, avrebbe detto a tutti – famiglia, compagni di classe, amici, lui- di essere omosessuale. Ci aveva messo un anno a capire chi era e cosa voleva, uno straziante lunghissimo anno, e, ora che lo sapeva, voleva che tutti lo conoscessero per quello che era veramente. Non era stupido, tutti lo credevano un idiota ma si sbagliavano, sapeva che quello che stava per fare avrebbe potuto rovinargli la vita, ma non gli importava o meglio: avrebbe preferito vivere una vita da emarginato che una vita dietro una maschera.
Andò in cucina e si sorprese di non trovare sua madre già alzata, poi guardò l’orologio e si accorse che erano appena le sei e un quarto.
Aprì il frigorifero in cerca di una qualsiasi cosa commestibile e afferrò una scatola di ramen precotto – bene, non sperava in niente di meglio- e squarciò la plastica metallizzata con un coltello.
“Tesoro, non credi di esagerare con la tua passione per il ramen? Sono appena le sei e mezzo del mattino”
Il ragazzo si girò e incontrò gli occhi scuri di Kushina Uzumaki, sua madre.
“Mamma”
Lei era la prima persona a cui Naruto avrebbe dovuto dire di essere gay, ma l’agitazione gli aveva legato la lingua. Era sicuro che non avrebbe reagito eccessivamente male, era una donna forte, aveva cresciuto suo figlio da sola, sempre col sorriso sulle labbra, ma il ragazzo aveva paura di deluderla.
“Qualcosa non va, tesoro?”
“Sono gay”
Ecco, l’aveva detto, senza preamboli, era stato duro e diretto, non aveva nemmeno sorriso per addolcire la pillola. Alzò timoroso, verso la madre per controllare la sua reazione e la vide pallida e sconvolta, che stringeva le mani sui pomelli della sedia.
“Mi disp…”
La donna non lasciò nemmeno che finisse di scusarsi, si slanciò verso di lui e lo abbracciò in una stretta soffocante ma piacevole.
“Va tutto bene” gli sussurrò nell’orecchio “Va tutto bene, piccolo mio. E’ naturale, è tutto naturale, non preoccuparti. Ci sarò io accanto a te, qualsiasi cosa succeda”
Naruto notò che la madre aveva le guance rigate di lacrime e si mise a piangere anche lui, come un bambino piccolo.
Rimasero abbracciati per qualche minuto, poi Kushina si riprese e preparò al figlio una colazione all’inglese con tanta pancetta, come piaceva a Naruto.
“Oggi pomeriggio andremo a dirlo a tuo padre” annunciò con voce decisa ma ancora vibrante di pianto.
Il ragazzo sapeva che “andremo a dirlo a tuo padre” significava andare al cimitero a parlare da soli davanti a una lapide, perché suo padre Minato era morto prima che Naruto compisse un anno, per proteggere la moglie e il figlio da un balordo mascherato.
Sapeva anche che andare a parlare con una lapide inanimata non aveva razionalmente senso, ma acconsentì accontentare la madre.
“Va bene, mamma, quando vuoi tu”
“Oggi pomeriggio” ripeté Kushina “Senti… comunque, hai intenzione di dirlo anche ai tuoi amici?”
Lui, semplicemente, annuì, fingendo di essere concentrato sulla ricerca dei libri per le lezioni del giorno.
“Bene, è una scelta coraggiosa la tua, sii consapevole che alcune teste di legno potrebbero non accettarti” lo avvisò la madre.
“Lo so” rispose il ragazzo, indossando il giaccone arancione “Ciao mamma vado”
“Vuoi che ti accompagni?” gli chiese lei gentilmente.
“No, non è necessario, grazie mille”
                                                                                                     ***
“Forse sarebbe stato meglio se mi fossi fatto accompagnare” pensò Naruto davanti al minaccioso e imponente edificio scolastico.
Aveva corso fino alla fermata Metro per scoprire che quel giorno la società dei trasporti aveva organizzato uno sciopero e che la Metro era chiusa; aveva cercato invano un bus, per ben mezz’ora, fin quando non aveva incontrato il suo maestro delle elementari, Iruka Umino, che gli aveva dato un passaggio.
Ovviamente, sembrava l’unico della scuola a non aver guardato i telegiornali dei giorni precedenti e a non sapere dello sciopero, siccome in classe c’erano tutti i suoi compagni, tranquilli e perfettamente in ordine. Si erano fatti tutti accompagnare tranne lui, il solito sciocco.
“Ti ho già segnato assente, siediti, scriverò che hai ritardato per motivi di trasporto, ma non fare più ritardi del genere” lo rimproverò il professor Sarutobi.
“S-si grazie” ansimò Naruto, lasciandosi cadere sulla sedia accanto a Sasuke Uchiha, suo migliore amico e compagno di banco.
“Usuratonkachi” commentò Sasuke con sdegno.
“Sta’ zitto, teme” borbottò Naruto, appoggiando la testa sulle braccia.
Naruto e Sasuke si conoscevano fin dai tempi dell’asilo ma il loro rapporto era tutt’altro che semplice.
Erano semplicemente troppo diversi per andare d’accordo: Naruto era figlio di una donna sola, di condizioni economiche modeste, sempre allegro, generoso e solare, nonostante lo prendessero continuamente per il culo a causa della sua rinomata stupidità, sempre pronto ad aiutare e a perdonare; Sasuke apparteneva al nobile clan Uchiha, era benestante e orgoglioso del proprio cognome, bellissimo e popolarissimo tra ragazze e ragazzi, eccezionale in tutto ciò che faceva, ma trattava freddamente chiunque non fosse alla sua altezza, praticamente tutti, pensava solo a sé stesso e ai propri obiettivi.
Naruto era dolorosamente consapevole di quanto Sasuke lo considerasse uno sfigato, come tutti, e di quanto fosse stanco di lui. Erano anni che Sasuke non parlava seriamente con Naruto, si limitava a sgridarlo e ad insultarlo per la sua idiozia, Naruto non sapeva più nulla di lui, non sapeva se i suoi gusti erano cambiati rispetto agli anni precedenti, non sapeva se era fidanzato, non sapeva perché Sasuke avesse iniziato a odiare tanto il fratello che da piccolo adorava come un Dio.
Sasuke non l’aveva mandato mai esplicitamente a quel paese, si era limitato a mostrare insofferenza verso ogni tentativo di Naruto di farlo sorridere – Sasuke non sorrideva mai- e di coinvolgerlo in una qualsiasi attività.
In passato la loro amicizia era stata intensa e sentita da entrambi e Naruto non sapeva cos’era successo. Ogni volta che glielo chiedeva, Sasuke liquidava la questione con un “Non dire stronzate, usuratonkachi” o “I legami troppo stretti mi soffocano”, ma il ragazzo non si sarebbe arreso, avrebbe continuato a provare a scavare dentro Sasuke fino a trovare ciò che non andava, ciò che lo stava facendo spegnere pian piano.
Ultimamente era diventato molto più difficile: fino a qualche mese prima l’Uzumaki era convinto che fosse Sasuke ad avere un problema e lui avrebbe dovuto solo scoprirlo e risolverlo, da qualche tempo invece era consapevole che anche lui aveva un problema ingente con Sasuke ed era un problema che non poteva superare facilmente: Naruto aveva varcato il confine che mai sarebbe dovuto essere superato: si era innamorato di Sasuke.
Inizialmente aveva cercato di reprimere questo sentimento nuovo e letale, che poteva distruggere tutto e l’avrebbe fatto, si era sforzato di dedicare a Sasuke solo pensieri e attenzioni assolutamente non ambigui, ma ben presto aveva iniziato a confondere le attenzioni da amico con quelle da innamorato, anzi si era chiesto se le sue emozioni e i suoi atteggiamenti verso Sasuke non fossero stati sempre dettati dall’amore, se non fosse stato sempre inconsciamente innamorato di Sasuke, fin da bambino.
Comunque, quel fatidico giorno sarebbe cambiato tutto.
Sarebbe finito tutto.
Naruto, non appena fosse arrivata la ricreazione, avrebbe urlato davanti all’intera classe di essere omosessuale, poi avrebbe preso da parte Sasuke e avrebbe vomitato tutti i suoi sentimenti.
Probabilmente sarebbe stata la fine per lui e Sasuke ma era stanco di fingere, non desiderava che l’amico ricambiasse i suoi sentimenti, né se l’aspettava, voleva solo che sapesse chi era e cosa provava.
Naruto guardò l’orologio, erano le undici meno cinque, quindi mancavano dieci minuti.
Dieci minuti.
Dieci minuti dopo sarebbe stato lo zimbello della classe, avrebbe perso Sasuke e tutti gli altri.
Ma chi lo stava obbligando? Poteva farlo un altro giorno.
No, non poteva, aveva preso una decisione e l’avrebbe rispettata.
Al suono della campanella scattò rigidamente in piedi.
Nessuno sembrò farvi caso, qualcuno fece per uscire, qualcuno prese la merenda, qualcuno andò presso la cattedra a svolgere la sessione quotidiana di “lecchinaggio” al professore di turno.
“Ragazzi!” urlò l’Uzumaki senza attirare l’attenzione di nessuno.
Solo Sasuke, che era rimasto seduto, alzò lo sguardo annoiato su di lui.
“Ascoltatemi, devo dirvi una cosa importante!”
Sakura, Ino e Gaara si girarono verso di lui, il resto della classe continuò a pascolare, pensando ai fatti propri.
“Sono omosessuale!”
Ora aveva l’attenzione di tutti.
Lo guardavano come se non avessero capito cosa avesse appena detto.
“Mi piacciono gli uomini” specificò.
Dalla classe si levò un coro di risa, come se avesse appena fatto una battuta, poi Kiba sovrastò le risa urlando “Si vedeva, Uzumaki!”, qualche ragazza urlò un banale “Noooooooo! Non ci credooooooooo!”, Shikamaru sbuffò e uscì dalla classe, Hinata arrossì violentemente e perse l’equilibrio e la maggior parte smise di ridere borbottando tra sé “Ma che schifo” .
Sakura e Ino si avvicinarono.
“Mi dispiace Naruto” mormorò l’Haruno con tono malinconico “Ti starò vicino”
“Non è mica morto nessuno” la rimproverò la Yamanaka “Sai Naruto? Ho sempre voluto un migliore amico gay. Sakura è licenziata, da oggi sei il mio migliore amico, Nacchan... posso chiamarti Nacchan?”
“No, non puoi chiamarmi Nacchan e non diventerò il tuo amichetto gay” rispose categorico Naruto.
In effetti potrei aver bisogno di un nuovo migliore amico, pensò amaramente Naruto, girandosi in rallenty verso Sasuke.
Sasuke sembrava arrabbiato, era pallido, aveva le labbra serrate e gli occhi più affilati che mai. Il suo respiro era pesante.
“Potrei parlarti, Sasuke?” chiese cautamente l’Uzumaki.
“Sì, credo sia necessario” rispose rigidamente l’altro, alzandosi di scatto.
“Andiamo nell’aula delle scope”
L’aula delle scope era uno stanzino, ricavato sotto una scala, in cui venivano tenuti scope, spazzoloni, stracci e detersivi a disposizione di tutti.
Sasuke vi spinse bruscamente Naruto dentro e si richiuse la porta alle spalle.
L’aria era appesantita dall’odore dei prodotti chimici ed era buio, perché non c’era illuminazione elettrica, né finestre.
“Cos’è questa storia dell’essere gay?”
La sua voce era forte e venata di rabbia e disgusto.
“E’ la mia. Sono omosessuale” rispose Naruto con un alto tono di sfida, senza lasciarsi intimidire.
“Non è vero” rispose Sasuke con una fredda furia che fece rabbrividire altro ragazzo.
Non sembrava una costatazione, sembrava un ordine.
“Scusa, ma che problema hai?” sbottò Naruto leggermente alterato.
Non era quella la reazione che si aspettava.
“A te piacciono le donne, a te piace Sakura, sei innamorato di lei, no?” ragionò l’Uchiha “Se vuoi la faccio fidanzare con te, ma smettila di dire stronzate”
“Smettila tu di dire stronzate” rimbeccò l’altro.
“Lo sai che ti rovinerai la vita vero? Verrai risucchiato in un mondo promiscuo, perverso e ridicolo, un mondo di perdizione, sarai costretto a prenderlo in culo, verrai schifato da tutta le gente normale e ti prenderai l’AIDS. E’ questo che vuoi? Vuoi morire in un letto d’ospedale dopo atroci sofferenze?”
Naruto avrebbe preferito essere picchiato, perché quelle parole facevano molto più male di un pugno nello stomaco o un calcio nei testicoli, facevano più male di una coltellata in pieno petto.
Era come se qualcuno gli avesse infilato una mano in gola e gli stesse strizzando la trachea, non riusciva a respirare, aveva un così urgente desiderio di piangere che nemmeno riusciva a lacrimare.
Non solo Sasuke non l’aveva accettato, ma era disgustato dalla sua natura, lo schifava, lo considerava una futura schifosa puttana marcia nel corpo e nell’anima.
Era doloroso.
Naruto stava perdendo, stava perdendo tutto e, come tutti coloro che stanno per perdere tutto, decise di giocarsela fino in fondo, di berlo tutto il suo bicchiere di veleno, di lanciarsi come un kamikaze con il suo piccolo aereo contro l’immensa nave da guerra che era Sasuke, perché è quando si sta perdendo una guerra che si ricorre ai kamikaze.
“Mi sono innamorato di te”

   
 
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