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Autore: _Deader_    19/05/2012    0 recensioni
Ci terrei a raccontare la storia di un ragazzo pieno di speranze, di pochi sogni e con tanta allegria; per voi che leggete, spero vi piaccia :)
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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CAPITOLO 2: Un duro colpo
 

Venne la volta di svegliarsi da quel magnifico sogno e di iniziare a confrontarsi con la vita, venne la volta di iniziare la vera sofferenza, la vera tristezza e di combattere per un sorriso, venne la volta del trasloco. Un duro colpo per Emme che non smetteva di piangere. Non voleva credere a quella realtà di cui si è sempre fidato, non riusciva ad immaginare una vita senza i soliti amici e senza vedere quella bellissima ragazza che tanto l'aveva fatto uscire fuori di testa. Erano solo loro, Emme e la madre, contro un nuovo futuro incerto ma forse ricco di belle cose. Presa la casa e finiti i compiti ulteriori, dopo passata l'estate, non restava che iniziare per Emme quella vita, la vita delle medie, cominciandole senza conoscere nessuno. I primi pianti, le prime mancanze davano al cuore del protagonista una forza tale da farlo smettere dopo un po' ma anche la debolezza e il non voler continuare. L'ultimo banco per lui era traguardo da raggiungere cosi messo piede per ultimo nella classe, vedendo gente che allegramente si spingeva e allontanandosi da questo gruppetto andò nell'unico posto disponibile il secondo della fila centrale, accanto ad una ripetente affascinante, si credeva una farfalla cioè libera da tutto quel mondo di mer** in cui viveva, bionda dai sexy vestiti e solita usare braccialetti scuri, innamorata del suo ragazzo che però le aveva messo le corna e lei sempre giù di morale per questa storia. Emme ne approfittava sempre per farle tornare il sorriso e per abbracciarla, lo faceva sognare quella ragazza e dimenticare quella tristezza monotona. Un giorno Emme uscii di casa per andare a scuola vestito bene per fare colpo sulla ragazza che gli piaceva, ma la ragazza l'anticipò prendendolo per andarci insieme a scuola. Lui al settimo cielo, lei pure, erano l'accoppiata giusta. Lei disse <"sarai contento, il mio ragazzo mi ha lasciata.."> <"Perché dovrei esserlo?? è una brutta cosa"> disse lui, e lei senza dire niente cominciò a piangere. Emme l'abbracciò chiedendogli di marinare la scuola per andare a spensierarsi e lei accettò, quel giorno stesso si fidanzarono. Cosi si affidò alla vita passando 3 anni sul presente, non riusciva più a costruire nè a ricordare. Le forze lo abbandonavano quando qualcuno gli mostrava affetto perché non voleva più dar fiducia a qualcosa che sapeva poteva essere allontanata in qualsiasi momento, ma a furia di ripetuti gesti Emme si dovette abituare all'idea di nuovi personaggi nel suo cuore e nei suoi ricordi; ci fu inoltre un periodo di "sospensione", cioè non capiva più se quello che ricordava e definiva "paradiso" fosse migliore del presente che si andava creando. Nuovi amici, nuove persone che lo potevano aiutare a superare i suoi momenti, lo fecero stare in guardia, ma non per male intenzioni, solo perché come detto in precedenza aveva paura. Si formò dunque un diverso Emme, un altro, un secondo, un Emme più forte, in grado di cavarsela da solo e di sconfiggere chi lo calpestava, ma non era niente senza il vecchio. Dentro Emme il caos. Il nuovo rideva alla faccia dei presenti, studiandoli, capendoli, ragionando e furbescamente rispondendoli; il vecchio invece, se ne stava li per le sue, cercando di capire come poteva rispondere ad una qualsiasi domanda che gli si poteva fare. "La maschera in me, la maschera in me" questo si ripeteva scoprendola. All'inizio era anche contento di questa, ma in seguito non la sopportava più, ormai la maschera si era impossessata della mente di Emme. Continuò comunque se pure sbattendo su mille ostacoli sperante che finissero ma invano quando ancora una volta gli passò di fronte quella persona che non aveva mai sopportato avvisandola di guardarsi le spalle e spingendolo con un dito sulla spalla sinistra. La sua arroganza era evidente, ma il nostro Emme capii che quella persona meglio conosciuta come Enne, non era un problema se era stabile. Enne è un ragazzo arrogante, credulone, stile vestiario Hip Hop e per giunta Rapper, cosa che dava sui nervi a Emme perché sempre stato dalla parte del fratello, una vita Rocker; infastidiva di continuo Emme nei seguenti giorni così la settimana seguente Emme s'iscrive a pugilato per iniziare un po' a rinforzare quella debole muscolatura, lui che preferiva meditare rinforzando anima e mente. Si allenò duramente per mesi ed anche a casa per accellerare i tempi.

[...]

Un giorno d'aprile Enne lo vide andando a fare la spesa e lo pedinò. All'uscita tornando a casa Enne lo assalì da dietro facendogli mosse di sottomissioni spezza-braccia e tanto perché il danno non gli bastava, fece anche la beffa, gli rovesciò la busta della spesa sopra il corpo dolorante del compagno di scuola. Un pugile non può combattere con le braccia rotte ma l'animo di Emme non voleva darsi per vinto continuando comunque ad allenarsi col sacco dando semplici gomitate, anche se ovviamente poche e sofferte. Si può dunque dire che Emme non è un coraggioso e non è nemmeno un forte ragazzino, si può dire solo che non si arrende di fronte a nulla e che se c'è il dolore da sopportare, non si fa enormi problemi. Fasciato di garze e di fettuccine si divertì a sfogare la sua rabbia contro un mondo pieno d'ingiustizie e male reciproco. Tutta questa emotività lo portava però alla conclusione che esser buono non serve a nulla, ma finché anche il cuore non lo capiva, la mente poco poteva. Enne con la sua ragazza, prendevano continuamente in giro Emme facendogli anche scherzi quando iniziò Emme a fare i primi passi vittoriosi di vendetta, silenzio. La vendetta era per lui la miglior cosa ed alimentato dall'odio diede sfogo a quell'Emme detto maschera; questa non lasciava feriti, non lasciava in pace nessuna persona che gli si metteva contro, era un'anima ribelle che portò presto Emme a diventare un Punk-Rocker, lo fece iniziare a Skateare, lo fece iniziare a farsi e a smetterla di farsi da parte, si sentiva potente, amato, accettato, rispettato, perché era finalmente diventato uno di loro, la saliva sul naso non era più accettata e le persone lo guardavano con diversa ottica. La scuola lo richiamò particolari volte con ripetute annotazioni e mettendo in mezzo anche assistenti sociali visto che la madre non sapeva più che fare. Non era più solo un problema mentale, era anche fisico. Emme amante delle sfide preferiva ragionare con l'impulso che essere riflessivo ed aiutare il prossimo, mise le mani addosso a vari compagni di classe ed entrato alle superiori conobbe altre nuove persone ma una, sempre quella, "ENNE!!!" disse con rabbia e piacere contemporaneamente. Finalmente si rincontravano i due nemici ormai. Emme era molto felice perché finalmente quegl'anni di pugilato erano serviti a dargli la forza per combattere in modo libero, così lo chiamò e lo spinse per delle stupide idiozie che sparava Enne. Si scatenò cosi una rissa dai primi giorni che la scuola aveva messo a disposizione. Una spinta, dei pugni, dei calci ed Emme si ritrovava al di sotto delle sue potenzialità perché non lottava per il bene, ma solo per il fatto di vendicarsi. Si dice che il bene vince il male, ma anche che si viene allenati meglio dal male. Emme quindi cercò di allontanarsi da questi colpi che riceveva, Enne non lo lasciava, dei professori gli separarono, ma improvvisamente Enne ed Emme si guardarono e con certezza di sguardi assalirono in due un professore poi l'altro fino a finire il terzo. Panico per le ragazze della scuola, mentre euforia per i ragazzi. L'odio dei due non era più fra di essi, ma ben si erano tutte le attenzioni rivolte verso un conto aperto da chiudersi, la ragazza di Enne però lo fermò dicendogli di smetterla perché c'era il rischio di finire in prigione. Enne accecato dalla rabbia ma con dei sorrisi sfottenti diede uno spintone alla ragazza facendola cadere, tutta la scuola contro per questo gesto, tanto da farlo traferire via per la salvezza dopo riempito di botte. Il problema più grande però stava nel fatto che la situazione non era ancora cambiata, la rabbia accecava Emme non facendolo più ragionare e sapeva che siccome nessuno lo poteva capire si trovava aria di casa nei più incomprensibili luoghi come: angoli di muri, pavimento e spalle al muro, scale e bagni, invece a casa la sua unica disconessione stava nel computer, la casa.. 4 mura e di fronte tante barre di freddo ferro gelido.


 

[[[ Commenti Deader  ]]]

 

 Enne, un personaggio importantissimo di questi primi capitoli è diciamo il principale del prossimo capitolo, spero comunque faccia la sua bella figura anche già dal secondo, non immaginate cosa può succedere ora che è avvenuto il secondo incontro!! Chissà magari i prossimi avranno qualcosa di diverso ma stò dicendo troppo ;) Comunque sia commentate che voglio sapere che ne pensate 

 
  
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