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Autore: LaniePaciock    20/05/2012    14 recensioni
Rick e Kate finalmente c’è l’hanno fatta, ma a che prezzo? Le dimissioni, la rottura tra Esposito e Ryan… Kate pensava di smettere, di essere in salvo, ma se venisse assassinato Smith? Se fosse di nuovo in pericolo? Ma soprattutto, cosa succederebbe se l’uomo misterioso di nome Smith non fosse stato l’unico a ricevere i fascicoli sul caso Beckett da Montgomery?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nel futuro
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- Questa storia fa parte della serie 'Rick's dad'
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Cap.1 Il risveglio

La luce proveniente dalla finestra lo colpì negli occhi sotto le palpebre chiuse. Li strinse leggermente senza aprirli e mosse appena la testa, ma dopo un attimo si bloccò. Immagini della sera prima iniziavano ad accavallarsi nella sua mente, ma credeva possibili solo poche di queste. Era sicuro di essere andato alla cerimonia per il diploma di sua figlia Alexis. Ricordava ogni parola di quel fantastico discorso che nei giorni precedenti l’aveva fatta tanto penare. Quando era scesa dal palco l’aveva abbracciata forte con le lacrime agli occhi. La sua bambina era cresciuta davvero e stava per iniziare il college. Lui e sua madre l’avevano accompagnata alla sua festa per il diploma, poi Martha aveva preso i bagagli ed era partita per gli Hamptons. Loro l’avrebbero raggiunta dopo qualche giorno, o almeno l’idea era quella.
Ricordava anche ogni singola parola al distretto e a casa di Beckett… Le aveva detto che l’amava, che temeva per la sua vita, ma lei ancora una volta non aveva ascoltato. Come ogni volta che aprivano il caso di Johanna Beckett. Solo che questa volta era stato lui a decidere di chiuderla lì. Non voleva vederla affogare ancora. Non aveva intenzione di vederla morire di nuovo davanti a lui. Non ci sarebbe riuscito. Così se ne era andato.
Le immagini a cui non credeva risalivano alla sera prima. Aveva cestinato tutto il fascicolo sul caso di Johanna Beckett, di questo ne era certo. Ma se aveva chiuso con Kate, com’era possibile che si ricordasse di lei, bagnata fradicia, davanti al suo appartamento? Com’era possibile che ricordasse ogni singolo istante di ciò che non poteva essere davvero accaduto? Eppure sapeva di aver chiesto “Beckett, what do you want?”, pure in malo modo, e la risposta era stata la più scioccante: “You”. Non poteva essere altro che un sogno quello in cui Kate entrava e lo baciava. Non poteva essere che immaginazione la sua detective che gli chiedeva scusa e gli diceva che voleva solo lui. Non poteva essere che una fantasia la notte che aveva passato in sua compagnia. Semplicemente non lo credeva possibile.
Aveva ancora gli occhi chiusi. A quei pensieri aggrottò le sopracciglia e fece un sospiro profondo. Fu allora che Rick lo sentì. Fu in quel momento che capì che non era stata un’illusione, ma la realtà. Fu in quel momento che il suo cuore cominciò a battere veloce e minacciò di sopraffarlo. Odore di ciliegie. Odore di lei. Si accorse solo in quel momento del peso che aveva su una spalla e su parte del petto. Solo iIn quell’attimo percepì il calore del corpo di lei, praticamente attaccato al suo. Deglutì e finalmente si decise ad aprire gli occhi, lentamente. Prima li socchiuse, poi li aprì del tutto. Era vero, era reale. Un sorriso gli si aprì spontaneo sul volto. La dura detective Kate Beckett era tranquillamente addormentata nuda accanto a lui con la testa sulla sua spalla e una mano abbandonata sul suo petto. Era la cosa più bella e dolce che avesse mai visto. Alzò il braccio libero e con la mano le accarezzò lievemente la guancia e i capelli. Non voleva svegliarla, voleva solo sfiorarla. Non importava che fosse incollata al suo fianco. Aveva bisogno di sentirla sulle sue mani. Ripensò a come si era baciati la sera prima, affamati, passionali. Lentamente scostò la mano e aggrottò le sopracciglia. Gli era venuta in mente una frase che aveva detto Kate la sera prima. “I almost died and all I could think about was you”. ‘Sono quasi morta’ mi hai detto… Girò piano la testa per guardarla in viso. Che diavolo hai combinato ancora? Perché devo sempre rischiare di perderti per avvicinarti a me? Ma soprattutto cosa è successo questa volta che ti ha fatto tornare da me? Emise un piccolo sospiro e continuò a guardarla. Le faceva piacere e la irritava allo stesso tempo e lui lo sapeva. Però finché dormiva non avrebbe potuto rimproverarlo e lui non voleva perdersi neanche un secondo della meraviglia accanto a lui. La luce che iniziava a farsi strada sul viso della donna portò Rick a chiedersi che ore fossero. Voltò la testa verso il comodino e allungò leggermente il collo per guardare la sveglia. Trattenne per un momento il respiro. Erano le dieci passate. Kate l’avrebbe ucciso. Doveva svegliarla oppure sarebbe arrivata tardi al distretto e avrebbe dato la colpa a lui. Non dovette però sforzarsi di trovare un modo carino, dolce e indolore per lui per destarla, perché il suo movimento ci aveva già pensato. La sentì prendere un respiro profondo sulla sua spalla e sul suo collo. Represse a stento un brivido di piacere. Alzò di nuovo il braccio libero e ricominciò al accarezzarle piano la guancia finché non la vide aprire e chiudere gli occhi, assonnata, e alzare la testa verso di lui. Appena mise a fuoco chi aveva di fronte, un enorme sorriso si aprì sul viso della donna, contagiando anche lo scrittore.
“Buongiorno…” mormorò dolcemente Kate senza smettere di sorridere.
“Buongiorno” replicò Rick con lo stesso tono. Si alzò leggermente su un braccio per baciarla. Doveva essere un tranquillo e casto bacio, ma ci mise ben poco a diventare altro. Quasi un’eco della sera prima. Rick stava già percorrendo il corpo della donna con le mani e Kate aveva intrecciato le sue dietro il collo dell’uomo, quando lo scrittore si staccò con un sospiro e appoggiò la sua fronte a quella della donna.
“Kate…” In risposta ebbe solo un mugugno scocciato per l’interruzione da parte della sua musa. A quel versetto, Rick non poté fare a meno di ridacchiare. “Kate sono le dieci passate” riprovò lo scrittore.
“E allora?” sussurrò la donna iniziando a dargli dei piccoli baci sul collo. Lo sentì rabbrividire di piacere sopra di sé.
“Sai, anch’io non vorrei più spostarmi da qui, ma devi andare al distretto. Hai un lavoro, ricordi?” domandò l’uomo. Aveva un tono strano, a metà tra il divertito e il triste. Avrebbe voluto metterla sul ridere, ma sapeva a cosa andava incontro la sua donna tornando al distretto. La vide però abbassare lo sguardo e scuotere la testa, quindi si scostò leggermente per guardarla negli occhi.
“Non devo andare da nessuna parte…” sussurrò Kate, sperando che capisse. Lui aggrottò le sopracciglia confuso. La donna sospirò. “Devo raccontarti cosa è successo quando te ne sei andato” continuò. Lui annuì serio. La vide mordersi il labbro inferiore e percepì il suo disagio. Prima che la donna potesse parlare la frenò posando una mano sulla sua guancia e carezzandole le labbra con il pollice.
“Senti non so tu, ma io ho una certa fame” disse sorridendo. “Facciamo così. Io ora vado un momento in bagno a darmi una rinfrescata, poi vado in cucina e preparo la colazione. Tu resta qui quanto vuoi. Se non ti vedo arrivare quando è tutto pronto vorrà dire che ti porterò la colazione a letto.” Non sapeva se avesse fatto bene, ma ancora una volta le stava dando il suo tempo. Kate era rimasta stupita dalle sue parole, aveva la bocca semiaperta. Si riprese, gli sorrise con gratitudine e annuì. Poi, prima che Rick potesse alzarsi, Kate portò una mano sulla sua guancia e lo avvicinò a sé per dargli un altro bacio. Quando si staccarono Rick la guardò un momento negli occhi, poi sorrise e si alzò. Prese il primo paio di boxer che trovò e se li infilò insieme a una vecchia maglia a maniche corte. Diede a malapena un’occhiata alla camera in disordine. I loro vestiti erano sparpagliati su tutto il pavimento, ma li notò appena. Si diresse in bagno e si sciacquò la faccia con acqua fredda. Alzò per un momento gli occhi sullo specchio davanti a lui e vide che i sentimenti contrastanti che sentiva erano ben visibili anche sul suo volto e nei suoi occhi. Era andato a letto con Kate, la sua musa, la donna che amava… Avrebbe potuto dirsi l’uomo più felice del mondo. Ma avevano fatto bene? Soprattutto dopo quello che si erano detti poco tempo prima. Fece un sospiro e uscì dal bagno. Kate era ancora nel letto, in attesa che lui finisse. La vide pensierosa, lo sguardo rivolto alla finestra illuminata.
“Ehi, io ho finito” le disse dolcemente accarezzandole lievemente una gamba per farsi notare. La osservò alzare gli occhi su di lui e sorridergli. Rimase per un momento incantato dalla visione di Kate nel suo letto con solo un leggero lenzuolo addosso e con un sorriso stupendo rivolto solo a lui. Si riscosse dopo qualche secondo scuotendo appena la testa. “Ehm… Beh, io vado… vado di là allora, ok?” balbettò lo scrittore indicando la cucina che si intravedeva dalla porta della camera aperta. “Se ti serve qualunque cosa, chiamami” riuscì a concludere senza incespicare e uscì diretto in cucina. Sapeva cosa preparare: pancakes. Il piatto che secondo Esposito diceva ‘grazie della bella nottata’. E per lui quella era stata davvero una notte fantastica in cui, per una volta, c’erano solo lui e la sua musa, senza alcun problema al mondo. Prese gli ingredienti e li squadrò per un momento, grattandosi il mento. Mm… se i pancakes fossero un’unità di misura della notte passata, non basterebbe un camion… pensò sorridendo internamente. Poi sospirò. Pazienza, dovrò accontentarmi. E iniziò a preparare.
Kate si alzò piano dal letto. Avrebbe voluto stare tutto il giorno là sopra con Rick, anche solo respirando il suo odore. Ma c’erano delle cose da spiegare e questa volta non sarebbe scappata. Ritrovò gli slip e se li infilò. Poi prese la camicia bordeaux che il suo scrittore aveva indosso la sera prima e si mise su anche quella. Amava il suo odore. Si spostò quindi nel bagno per rinfrescarsi anche lei. E anche lei, come il suo uomo poco prima, alzò la testa verso lo specchio. Quasi non riconobbe la figura davanti a sé. Aveva delle leggere occhiaie e i suoi capelli erano completamente in disordine, non solo per la notte, ma anche perché erano bagnati quando era arrivata a casa di Rick. Ma era davvero la dura e chiusa detective Kate Beckett quella donna che sembrava sprizzare felicità da tutti i pori? Non riusciva a smettere di sorridere. Aveva superato le sue paure. Aveva capito cosa era veramente importante. Il pensiero del caso di sua madre e di quello che era successo il giorno prima, e avrebbe dovuto affrontare di lì a poco, le attraversò la mente. Il sorriso si scalfì appena. Per la prima volta era felice. Per la prima volta si sentiva libera. Appena finito, tornò nella camera. Era tentata dal rimettersi nel letto e aspettare Rick con la colazione, ma ripensandoci non le sembrò il luogo più adatto per la conversazione che ne sarebbe seguita. Sospirò e il profumo di pancakes le invase le narici. Sorrise divertita, scuotendo appena la testa. Ricordava anche lei le parole di Esposito sui pancakes. Il pensiero del collega la turbò per un momento, visto che era stato sospeso a causa sua. Doveva assolutamente raccontare tutto a Rick. Non voleva più niente fra di loro. Non l’avrebbe lasciato andare via ancora. Prese un altro respiro e uscì dalla stanza diretta anche lei verso la cucina. Da dietro il piano bar, poteva vedere Rick indaffarato ai fornelli. Rimase per un secondo ad ammirare l’uomo dietro le padelle. Forse aveva un filo di pancetta sotto la maglia e non aveva pettorali scolpiti, ma per lei era fantastico. E il ciuffo di capelli che in quel momento gli cadeva davanti al viso lo rendeva adorabile. Poi vide la sua espressione concentrata mentre girava i pancakes e rise.
In quel momento lui alzò la testa e si trovò davanti la musa, sorridente e praticamente solo vestita con la sua camicia. La bocca gli si aprì, mentre la osservava rapito. Quasi non si accorse della colazione che stava per bruciarsi. Alla sua espressione, Kate sorrise imbarazzata e si avvicinò al piano bar.
“Guarda che stai per bruciare tutto il tuo duro lavoro grande chef!” disse ridacchiando. Lui sembrò riscuotersi solo in quel momento. Riportò gli occhi sulla colazione. I pancake erano pronti, quindi li mise su due piatti. Poi posò la padella, fece il giro del tavolo e si posizionò davanti a Kate. Lei lo guardò confusa, non sapendo cosa avesse in mente lo scrittore. Non dovette attendere molto per saperlo. Rick le sorrise, avvicinò il viso di lei al suo e la baciò. Lo fece solo perché poteva farlo e perché non avrebbe mai voluto smettere di farlo. Kate aveva intrecciato le mani dietro la testa dello scrittore, mentre lui ora era aggrappato ai fianchi della donna.
“E… e questo… per cos’era?” chiese Kate cercando di riprendere un poco di fiato e autocontrollo. Lui sorrise furbo.
“Per aver evitato di far bruciare i pancakes, ovvio!” rispose ridacchiando. Kate alzò gli occhi al cielo, ma non riuscì a trattenersi dal ridere. Si staccarono e mangiarono. Rick utilizzò mezza bottiglietta di sciroppo d’acero sui suoi pancakes, usando come scusa il fatto che aveva fatto un sacco di ‘ginnastica’ quella notte. Parlarono e scherzarono durante tutta la colazione. Se non fosse stato per qualche provocazione più esplicita e qualche bacio rubato, sarebbe potuto sembrare un normale pasto.
Finito di mangiare, Rick sparecchiò obbligando la donna, che voleva aiutarlo, a mettersi comoda in salone. Siccome Kate era testarda però, lo scrittore aveva finito per prenderla in braccio e portarla di peso sul divano, tra proteste miste a risate.
Rick tornò dopo pochi minuti e trovò Kate pensierosa che si mordeva il labbro inferiore, lo sguardo perso nel vuoto. La donna si accorse di lui solo quando le sollevo le gambe dal divano e si sedette, appoggiandole poi sulle sue.
“Tutto bene?” chiese. Lei annuì piano e gli sorrise. La vide mordersi ancora il labbro inferiore.
“Com’è stata la cerimonia del diploma?” domandò alla fine. Voleva parlare del giorno prima, ma prendendolo alla larga. Ovviamente lui l’aveva capito, ma anche questa volta la assecondò.
“Dipende dal momento… Intendi quando ha parlato Alexis o quando i genitori sono impazziti?” rispose sogghignando. Kate alzò un sopracciglio.
“Impazziti?” chiese divertita.
“Sì, sì! Avresti dovuto vederne qualcuno. C’era un papà che a metà del discorso della figlia è salito sul palco e l’ha abbracciata, continuando a dire che la sua era solo una bimba e non era ancora abbastanza grande per il college! Non riuscivano a staccarlo da lei! Una mamma invece ha iniziato a piangere come una fontana non appena sua figlia ha messo piede sul palco e non ha smesso finché non è scesa. Credo non abbia sentito neanche un quarto del discorso della ragazza…” Rick le fece il resoconto della cerimonia, comprendente anche un padre con evidentemente qualche bicchiere di troppo in corpo e problemi tecnici mai mancanti. Kate rise per tutto il racconto, quasi con le lacrime agli occhi. Non pensava che le cerimonie di diploma potessero essere così animate! Quando finalmente la sfilza di momenti comici fu terminata, Kate riuscì a riprendersi e a chiedere un po’ più seriamente e dolcemente.
“Dai davvero, Rick… Com’è stato il discorso di Alexis?” Lo vide fare un mezzo sorriso.
“Emozionante” rispose sinceramente. Kate notò che aveva gli occhi leggermente lucidi. “Alexis ha fatto un discorso fantastico… Dovrò fartelo leggere, purtroppo non era possibile fare video. Era davvero molto… istruttivo”
“Di cosa parlava?” chiese curiosa. Lui la guardò per qualche secondo come se volesse leggerle dentro e allo stesso tempo farle capire un concetto importante. Fece un sospiro.
“Parlava… parlava di finali. Di come siano inevitabili. Di come bisogna andare avanti arrivati a quel punto, nonostante faccia male, perché… perché tanto non importa quello che accadrà. Perché avremo sempre qualcuno vicino. Qualcuno che starà accanto a noi in ogni caso. Che sarà la nostra terraferma, la nostra stella polare, la piccola voce nel nostro cuore… Sempre” concluse. Kate abbassò lo sguardo.
“Avrei voluto esserci… deve essere stato davvero bello” sussurrò tristemente.
“Lo è stato infatti” replicò Rick.
“Ora capisco perché hai detto che è stato istruttivo” mormorò ancora con un mezzo sorriso. Rick annuì.
“Pensavo che ci sarebbe stato un finale anche per me questa volta…” disse atono lo scrittore con lo sguardo fisso al pavimento. Aveva la mascella serrata, Kate lo poteva vedere bene.
“Alexis ha ragione… Ogni cosa ha una fine” disse alla fine la donna con un sospiro. Rick rialzò lo sguardo su di lei, confuso, le sopracciglia aggrottate. “E ha ragione anche a dire che ci sarà sempre qualcuno che starà accanto a noi in ogni caso.” Fissò lo sguardo nei suoi occhi blu. “Tu per me in questi quattro anni sei stato tutto quello che hai detto. Che Alexis ha detto. Sei stato la piccola voce nel mio cuore, perché mi hai soccorso nei momenti in cui ne avevo bisogno. Sei stato la mia stella polare, perché alla fine sapevo che ogni strada mi avrebbe sempre guidato a te. Sei stato la mia terra ferma, perché mi hai sempre sostenuto e aiutato a rimanere a galla quando tutto sprofondava. Quando io sprofondavo. Come è successo ancora una volta in questi giorni. E quando tu te ne sei andato… Tutto è crollato e… sembrava davvero la fine…” Ora Kate aveva gli occhi lucidi e Rick la guardava sbalordito per quelle parole. La donna riaprì la bocca per parlare ancora, ma ne uscì solo un piccolo singhiozzo. Riprovò a parlare, ma questa volta fu lo scrittore a bloccarla posandole di nuovo una mano sulla guancia e un pollice sulla bocca. Lei vi si appoggiò con la testa. Alcune lacrime le scendevano lente sulle guance. Rick le asciugò e avvicinò a sé la donna per baciarla. Kate gli si accoccolò più vicino, nonostante gli fosse già praticamente sopra, e lui passò un braccio dietro la schiena della donna e la strinse a sé. Dopo qualche momento, lo scrittore fece un profondo respiro e la staccò leggermente per poterla guardare negli occhi.
“Sai, avrei tante domande da farti… tanti perché da porti… ma al momento mi interessa una sola risposta a una sola domanda... Cos’è successo ieri, Kate?” Ecco, quel tempo tanto atteso e temuto era giunto. Kate resse il suo sguardo per qualche secondo, poi non riuscì più e abbassò il capo. Deglutì e si morse il labbro inferiore, mentre Rick attendeva ansioso, anche se cercava di non darlo a vedere. Le parole della sera prima lo avevano spaventato. “I almost died…” Aveva solo quello in mente. Dopo quasi un minuto, finalmente Kate parlò. Lentamente gli raccontò quello che lui aveva temuto. Avevano trovato dove stava l’assassino. Lei ed Esposito avevano raggiunto il palazzo, lasciando un inquieto Ryan al distretto, e senza avvertire la Gates. Erano entrati e lei aveva inseguito l’assassino fino al tetto, dove avevano combattuto. Ma lui era più forte e l’aveva battuta. L’aveva lasciata quindi a penzoloni dal palazzo ed era scappato. Lei aveva urlato, ma nessuno veniva. Stava per cedere finché non aveva sentito una voce che le aveva ridato speranza. O almeno aveva creduto di sentire, perché quando la recuperarono, appena in tempo, la voce non era quella che pensava. Era di Ryan e aveva una squadra al completo e il capitano Gates dietro. Esposito, quando l’aveva scoperto, era diventato furioso con il suo partner, accusandolo di averli traditi.
I almost died and all I can think about is you…” sussurrò Kate, come già aveva fatto la sera prima. Rick la guardava con la bocca semiaperta. La donna però non aveva finito. “Quando poi siamo tornati al distretto, la Gates ovviamente ha convocato me e Javier nel suo ufficio e ci ha comunicato che eravamo sospesi. Ma guardando il mio distintivo, mi sono accorta che non mi importava più nulla. Né della polizia, né dell’inseguire quell’assassino. Mi importava di una sola cosa. Di una sola persona. Tu. Così ho dato le dimissioni…” Rick, che era già in parte sconvolto dal racconto, spalancò completamente la bocca all’ultima notizia. A quella faccia Kate fece un mezzo sorriso divertito. “Sì, mi sono dimessa. Ho raccolto la mia roba sulla scrivania e sono uscita. Nonostante il temporale, sono andata nel parco con le altalene…” disse guardandolo e mordendosi il labbro inferiore, sperando che capisse quale luogo intendesse. Il luogo in cui un anno prima avevano ricominciato la loro collaborazione. Lo vide sgranare gli occhi e annuire. Aveva capito. “Beh, mi sono seduta su una di esse e ho iniziato a pensare. Mi ero finalmente resa conto di una cosa. I just want you. Quindi sono venuta qui” mormorò abbassando gli occhi, un po’ rossa in viso. Rick non sapeva cosa pensare. Si passò una mano tra i capelli e non disse niente per parecchi minuti, cercando di assimilare tutte le notizie che gli aveva dato. “I love you Rick” disse alla fine in un sussurro che lo scrittore non avrebbe udito se non fosse stato per quel silenzio teso che si era creato. Si girò a guardarla. Glielo si leggeva in faccia che era ancora parecchio turbato. Dopo qualche secondo però, lo scrittore attirò di nuovo a sé la donna e l’abbracciò stretta.
“Sei stata un’incosciente” mormorò l’uomo con le labbra appoggiate alla testa di lei. “Una pazza incosciente. Tu e il tuo collega.”
“Lo so. Mi dispiace” sussurrò di rimando Kate. “Ma non accadrà più ormai.” Rick rimase in silenzio qualche secondo.
“Kate io ti amo. Ti amo e lo sai. Farei qualunque cosa per vederti felice. Quindi devo chiedertelo… Sei sicura di quello che hai fatto?” La donna si alzò leggermente da lui per guardarlo negli occhi, confusa. “Sto parlando del licenziamento” spiegò l’uomo. “Il distretto, la polizia, sono la tua vita. Non fraintendermi, sono felice come nessun uomo è mai stato che ora tu sia qui, ma… è questo che vuoi veramente? Perché ti conosco Kate, e so che non solo sei testarda e orgogliosa, ma a volte agisci anche d’impulso…” Kate aprì la bocca per rispondere, ma, inaspettatamente, si ritrovò a corto di parole.
“Io… io non lo so…” Rick le sorrise dolcemente e le accarezzò una guancia. “L’unica cosa che volevo era venire da te e non perderti più…” Lo scrittore rise.
“Kate dopo questa notte l’ultimo dei tuoi problemi sarà perdermi, perché io non ho intenzione di staccarmi da te per molto e molto tempo!” A quel punto anche Kate sorrise. “Io ti amo Kate. Non mi stancherò mai di ripeterlo. Voglio solo che tu sia felice. E se questo implica il tuo rientro nella polizia allora lo accetterò senza fare la minima obiezione. Sarà sempre pericoloso, ma non posso farci niente. L’unica cosa in cui spero e che ora non sbatterai più la testa sul caso di tua madre. Non perché non voglio che tu lo risolva, ma perché ho paura per la tua vita. Ma in ogni caso è appunto la tua vita e se è quello che vuoi, allora permettimi solo di aiutarti, di rimanerti vicino. Forse non al distretto, perché non so se riuscirò a tornare, ma almeno, diciamo, in tutto il resto, in casa, nella vita. Io sarò qui con te e per te. Always.” A quel punto, Kate lo prese le la maglia e lo tirò a sé per baciarlo. Un grazie non sarebbe mai bastato a esprimere ciò che provava in quel momento.
“Non so se voglio tornare al momento…” mormorò Kate a occhi bassi quando si staccarono.
“Ehi, tranquilla. Adesso non devi decidere niente. Pensaci con calma. Quando avrai preso la tua decisione, spero solo di essere il primo a saperlo” disse con un sorriso. Lei annuì riconoscente. Dopo qualche secondo però fece un verso triste.
“Dovrò parlare con Esposito e Ryan…” iniziò angosciata, ma ancora una volta Rick la bloccò.
“Sono come fratelli. Vedrai che non servirà molto per riunirli.” Lo scrittore non sapeva se fosse vero, ma lo sperava ardentemente. Rimasero diversi minuti semplicemente abbracciati lì sul divano, a godere della presenza dell’altro, finché Rick non buttò un’occhiata distratta all’orologio dello stereo. “Ehm… Kate?” un mugugno fu la risposta della donna. “Sono le undici e mezza passate e per ora di pranzo dovrebbe tornare Alexis…” A quelle parole, Kate si alzò di scattò.
“E quando persavi di dirmelo??” domandò con un sopracciglio alzato. Lo scrittore deglutì senza riuscire a replicare. Calmati Richard, in ogni caso non può spararti perché non ha una pistola addosso… credo.

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Xiao! :)
Ehilà sono tornata a rompervi! XD
Allora questa è la mia nuova long... Spero abbia attirato un minimo del vostro interesse! :) Lo so che qui ancora non c'è molto, però il risveglio era assolutamente una cosa che volevo fare... X) (ma quanto ho amato la 4x23????) Spero di aver reso l'idea dei sentimenti contrastanti che secondo me sentiranno... :)
Detto questo, purtroppo ho avuto poco tempo per rivederla, quindi scusate gli eventuali errori... Ah e credo riuscirò a pubblicare una volta a settimana, causa studio esami... -.-
Boh, dovrei aver detto tutto! :)
Una recensione (piccola, media, lunga, positiva, negativa) sarà sempre ben accetta! :)
A presto! :)
Lanie
  
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