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Autore: LaCla    20/05/2012    3 recensioni
Isabella Swan è reduce da una delusione amorosa, ma sulla sua strada incontra una compagnia di spensierati amici, che riusciranno a farla rinascere! Tra questi nuovi incontri, però, c'è un ragazzo che rapisce l'attenzione di Bella, Edward! cosa succederà, visto che questo Edward non è propriamente come l'originale? storia OOC, dove tutti sono umani. sul Raiting sono incerta, mi riserbo di cambiarlo, sia in verde che in arancione a seconda degli sviluppi della storia.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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quinto aggiornamento rapido, sto aggiornando velocemente, quindi potreste esservi persi i capitoli precedente! (meglio avvisare in vano che farvi spuntare un punto interrogativo in testa iniziando il capitolo ^_^)

Non ero andata a scuola, non avevo risposto a nessuna delle mille telefonate ricevute, avevo ignorato i missaggi di Edward, Alice e persino di Seth. Non volevo sentire nessuno. Non li avevo nemmeno letti, solo mi ero limitata ad aprire e richiudere il cellulare, per evitare che continuasse ad avvisarmi di quella sgradevole presenza non letta.
La mia vita si era ridotta a tre gesti: stare sdraiata, mangiare e farmi la doccia. Non facevo altro. Ed ero pienamente consapevole di quanto fosse deleterio come comportamento, non facendo nulla infatti, la mia mente rivangava gli eventi appena avvenuti, ricordandomi il bruciore del tradimento, l’umiliazione di essermi innamorata di un ragazzo al quale non frega un bel niente di me, il male di essermi anche sentita in colpa! Se non avessi chiesto scusa quella volta, forse ora non sarei qui a crogiolarmi nei miei dispiaceri. Charlie era preoccupato, aveva mandato avanti più volte Sue per parlarmi. Ma aveva ottenuto solo scene mute e vaghi cenni del capo. Nessuno dei due capiva cosa mi fosse capitato, avevo solo espressamente vietato loro di passarmi telefonate o visite. Dovevano semplicemente dire che non c’ero, e gentilmente lo stavano facendo. Una volta avevo sentito suonare il campanello, ed Alice che gridava con mio padre. Voleva che la lasciasse entrare. Mi ero alzata dal letto, mi ero avvicinata al legno lucido della porta, appoggiandovi il capo. Ma non avevo abbassato la maniglia, nonostante la mia mano vi fosse posata.
Avevo solo atteso che Alice si arrendesse. Che se ne andasse, facendo stridere le gomme sull’asfalto nella partenza.
Avevo ignorato i sassolini che Seth mi lanciava alla finestra, ogni sera da una settimana.
Avrei dovuto ritornare a scuola l’indomani, non potevo continuare a fare assenze. Charlie era permissivo, ma non fino al punto da farmi mandare all’aria la scuola.
Avevo telefonato a scuola, chiedendo una variazione delle lezioni. Grazie al cielo era possibile farlo, in modo da non incontrare mai Alice ed Edward. Fortunatamente conoscevo i loro orari, ed incastrai i miei in modo da essere irraggiungibile.
L’unica cosa che non avevo potuto evitare era stata trigonometria, che andava a coincidere con l’orario di Seth. Ma non sarebbe stato un grosso problema.
Avevo mandato Sue a fare scorta di panini ed affettati. Mai più sarei entrata nella mensa scolastica. Chissà con quante si era vantato di avermi fatta innamorare. Non avrei mai potuto reggere quagli sguardi carichi di pietà e sdegno.
Mi facevo schifo da sola, non serviva accentuare questo malessere sopportando anche il riso della gente.
Il campanello suonò, ma in casa non c’era nessuno, quindi potevo limitarmi ad ignorarlo. Se fosse stato qualcuno di importante, sarebbe ripassato oppure avrebbe lasciato un messaggio. La lavagnetta posta accanto al campanello era fatta apposta.
Il campanello suonò nuovamente, accompagnato da forti tonfi sul legno. Qualcuno bussava rabbiosamente. Seth forse? Oppure Alice arrabbiata? Ma cosa aveva da arrabbiarsi? Ero io quella che doveva essere furente con  lei. Invece non lo ero.
Ero delusa, amareggiata, ferita, ma non riuscivo a provare rabbia.
I rumori cessarono, facendo tornare la casa nel silenzio totale.
Chiusi gli occhi, sdraiandomi a pancia in su sul materasso.
Come avrei affrontato la scuola? Ce l’avrei davvero fatta? E se avessi incontrato qualcuno nei corridoi? O nel parcheggio? Forse potevo provare a fare percorsi diversi dai soliti, per limitarne le possibilità…
Mi sentivo una sciocca, non era giusto che fossi io a dovermi nascondere! Io non avevo fatto nulla di sbagliato alla fine, perché toccava a me comportarmi come una fuggiasca?
Aprii gli occhi, fissando un punto non definito del soffitto, e d’un tratto la luce della stanza diminuì. Mi voltai verso il lampadario, ma non l’avevo mai acceso, era pomeriggio inoltrato, era la luce diurna ad inondare la stanza. Mi voltai verso la finestra, e per poco non gridai. Una figura nera mi guardava, tenendo le mani a coppa vicino al vetro per vedere meglio. Era Seth, solo lui poteva occupare l’intera visuale.
Corsi ad aprire, ok che volevo ignorare tutti, ma farli morire fuori dalla mia finestra era un comportamento esagerato, e se fosse scivolato?
Quel pazzo entrò, permettendomi di vedere la scala a pioli che si era portato, per potersi arrampicare.
«Allora, mi spieghi cosa cavolo ti passa per la testa? Dove hai il cellulare? Cosa fai a casa da una settimana? Sei forse impazzita?» mi gridò contro il mio amico, andando avanti ed indietro nella mia stanza, come una fiera in gabbia. Quando vide il telefonino sul comodino lo afferrò senza tanti complimenti ed iniziò a scorrere i messaggi non letti.
«Non ti sei nemmeno disturbata di leggerli?? Alice era preoccupatissima, non sapev-»
«Non me ne frega niente di Alice!» ringhiai rabbiosa.
Come osava quella preoccuparsi per me? Dopo quello che aveva fatto? Come osava?
Seth indietreggiò, stupito dalla mia reazione, ma non meno determinato di prima.
«Ora ragazzina siediti e ascoltami bene! Non so cosa sia passato per la tua testa bacata in questi giorni, ma sicuramente non è la verità! Ti sei fatta un film mentale idiota, prima ancora che potessimo spiegarti come stavano veramente le cose! Quindi ora SIEDITI, ed ascoltami!»  esclamò furente, spintonandomi verso il letto e facendomi sedere a forza. Ero pietrificata, mai avevo visto tanta rabbia sul suo viso. Ma perché ce l’aveva con me? Era lui che non sapeva le cose! Era lui che ignorava i fatti! Feci per dirglielo, aprendo la bocca, ma il suo sguardo mi bloccò le parole in gola.
«Zitta! Sei stata zitta per una settimana, puoi startene in silenzio ancora per un po’! ora mi ascolti! Alice non ha spifferato tutto ad Edward per sport! E se tu fossi stata seduta su quella cazzo di sedia per cinque secondi di più, le avresti dato il tempo di spiegare! Edward le aveva chiesto come poteva fare per conquistarti, perché non glie ne frega niente di tutte le ragazzine che gli corrono dietro, lui vuole te! Per questo voleva parlarti nel parcheggio! Sei l'unica che gli ha tenuto testa, l’unica che l’ha preso a ceffoni senza poi pentirsene, l’unica che non è tornata da lui strisciando ed implorando di essere amata, l’unica che non gli corre dietro come un fedele cagnolino! Lui vuole una ragazza al suo fianco, non una pecora che lo segue!! Quando gli hai sbattuto in faccia la verità su Tanya, non so come, tu l’hai fatto ragionare, gli hai fatto capire che lui si comportava esattamente come lei, e che stava facendo soffrire al tre persone! Gli hai fatto capire con una sola frase quanto la sua vita fosse stata vuota fino a quel momento! Perché credi che facesse il tuo stesso corridoio, tutte le mattine, anche se aveva lezione dall’altro lato della scuola? Solo per vederti! Ma tu non notavi niente, eri chiusa nel tuo guscio rinnegando la verità, auto-convincendoti che di lui non te ne fregava niente, e convincendo anche lui alla fine, che ormai ti aveva persa, che con quel bacio rubato ti aveva allontanata per sempre, che con il suo comportamento da cafone ormai non aveva più speranze! E con questa tua stupida bravata da depressa della malora, hai solo fatto star male Alice, che si è sentita una stronza per non averti spiegato subito come stavano le cose, hai fatto stare in pensiero me da morire, per non parlare dell’inferno che avranno passato Charlie e Sue a vederti così!!! Non voglio nemmeno stare a sottolineare come si è sentito Edward! Maledizione piuttosto che parlargli sei sparita dal mondo, come pensi che si senta??? Devi lasciare parlare le persone! Non puoi carpire la tua verità da poche parole, devi far finire i discorsi!!!! Ed ora mia cara, piantala di frignare, non me ne frega niente di vedere le tue lacrime ora, sono troppo incazzato! Scendi ed apri la porta che Alice è sul portico ad aspettarti! Quando mi calmerò ti chiederò scusa per questo tono brusco, ma fino ad allora muovi il culo e sistema quello che hai combinato con la tua cocciutaggine e il tuo essere precipitosa nei giudizi. Muoviti!» mi gridò, mi ringhiò, mi sbraitò contro.
Le lacrime scendevano silenziose dai miei occhi. Ero stata una cretina, un’idiota di prima categoria!
Avevo odiato la mia migliore amica, incolpandola di un crimine orribile, che nona aveva fatto! Avevo fatto soffrire le persone a cui tenevo di più, avevo persino mandato all’aria una possibile storia d’amore con Edward probabilmente, ed ora anche il mio migliore amico era furente con me.
Ascoltai quello che mi aveva detto, mi alzai tremante dal divano, aprii la porta della camera e scesi verso l’ingresso. Avrei affrontato Alice, ma come? Implorare il suo perdono in lacrime sarebbe bastato? Pregai che fosse sufficiente, perché oltre alle mie lacrime non avevo nulla da offrirle.

eccomi qui! grazie a tutti!!
   
 
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