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Autore: Serpentina    20/05/2012    2 recensioni
Faith Irving è una giovane londinese non tanto normale dalla vita monotona con una grande passione per la musica e amici stravaganti. Tutto cambia quando conosce i fratelli Cartridge ed entra a far parte di una scalmanata band che movimenterà la sua vita più di quanto avrebbe potuto mai immaginare.
Dal capitolo 4:
"- Come sempre la tua sfiducia è commovente!- sospirò Brian, più divertito che offeso o preoccupato- E se invece portassi buone nuove?
- Tsk! Impossibile!- soffiò Faith, con le palpebre quasi completamente chiuse che davano al suo volto un che di serpentesco- Da quando ti ho conosciuto hai sempre fatto parte di eventi della mia vita che vanno dall’imbarazzante al deprimente, quindi…
- Dovresti essere meno diffidente, sai? Avere fiducia nel prossimo allunga la vita- asserì Brian inzuppando un biscotto nella cioccolata di Faith, che lo lasciò fare, limitandosi a fissarlo accigliata, per poi ribattere, perfida - Non se il prossimo sei tu!"
dal capitolo 7:
"Bramosa di vendetta ringhiò tra i denti e sibilò – Quale parte di “non toccare Puffy” non ti è chiara?
Brian, per niente intimidito dall'atteggiamento aggressivo della ragazza, sorrise e rispose tranquillamente – Ci annoiavamo! Tu eri di là con Abigail, ci avevi abbandonati ed... E' successo! Mi è praticamente saltato addosso, F, non ho potuto resistere! Mica è colpa mia se hai pupazzi maniaci omosessuali!
Faith, rossa dalla rabbia, gonfiò le guance e sbraitò – Puffy non è... E' una femmina, idiota!
Oh- esclamò Brian, palesemente divertito dall'ira della brunetta – Questo spiega molte cose- dopodichè, vedendo che Faith non smetteva di fissarlo con espressione truce prese il peluche e lo posò sul comodino, infine asserì serio – Puffy, sono stato bene con te, ma tra noi non può funzionare. Conserva il ricordo dei nostri momenti felici e... Addio-"
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'United Kingdom of Faith'
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Aloha! No, non sono tornata da un viaggio alle Hawaii (magari!), anzi, il mare fino ad agosto lo vedrò solo in sogno, purtroppo, sono vittima della “depressione da mare”: vedere ragazzini e famigliole già abbronzati in bermuda, mentre io sono costretta a pantaloni e camice, mi deprime... Non posso farci niente, è così.

Ma non divaghiamo: nonostante un esame in avvicinamento mi sono dedicata alla mia storia, che, a giudicare dalle visite, piace ( il che mi fa molto piacere, anche se l'unica che me lo dice , o meglio, scrive, apertamente è AryYuna, alla quale vanno i miei ringraziamenti), e ho sfornato questo capitolo. Spero piaccia. Buona lettura!

 

Capitolo 6: My antidote to boredom, my air to breathe

 

Cyril non dormì molto quella notte, il frenetico lavorio del suo cervello iperattivo lo tenne sveglio fino a tardi, e non se la sentì di abbandonarsi ad un sonno senza sogni reprimendo i propri pensieri, per spiacevoli che fossero.

Più volte aveva inconsciamente accarezzato la guancia resa violacea e dolente dalle sberle tirategli da Faith, la cui espressione carica di disprezzo era impressa a fuoco nella sua mente.

Si chiese spesso, durante quegli interminabili minuti di insonnia, perchè non si fosse difeso, e l’unica conclusione plausibile alla quale era giunto era che, in cuor suo, sapeva di essere colpevole, di meritare il livore di quella ragazza, e un Wollestonecraft espia sempre le proprie colpe, anche se dubitava che Faith avrebbe concordato con lui nel ritenere qualche schiaffo e un pugno una degna espiazione.

“ E poi“, pensò, “ Se non tengo conto dello smacco alla mia virilità devo ammettere che è stato divertente essere pestato da una ragazza, un interessante diversivo… Che non si ripeterà mai più, eh, sia chiaro!“.

Per quanto gli risultasse repellente ammetterlo, Faith era stata, ed era tuttora, una presenza importante nella sua vita, anche durante il periodo nel quale non si erano visti: adorava infastidirla, prenderla in giro, osservarne le reazioni, mai banali e prevedibili, replicare salacemente ed ascoltare la sagace risposta di colei che, nonostante non si vedessero da cinque anni, considerava la sua degna nemesi. Gli era mancata, Faith, sebbene non l'avrebbe confessato neanche sotto tortura: prendere in giro la povera Prudence Dobson non gli dava la stessa sadica soddisfazione, perchè quella ragazza era fin troppo remissiva; quando la offendeva si limitava ad abbassare il capo e andarsene, e Cyril non poteva soffrire i mollaccioni... Si, Faith gli era decisamente mancata in quei cinque anni, e rischiare che lo facesse diventare una 'voce bianca' era un prezzo ragionevole per riottenere il suo personale antidoto alla noia.

Quello della noia era per Cyril un problema serio: era certo di aver trovato la vita poco interessante nell’istante stesso in cui era nato. Dal padre aveva ereditato il sarcasmo pungente e il contegno flemmatico, nonchè quell’atteggiamento di disillusione verso il mondo che lo rendeva preda facile della noia; Cyril soffriva del cosiddetto ‚mal di vivere‘: sebbene non fosse ricco come Ben, o bello come Brian, o estroverso come Kyle, non gli mancava nulla, era di bell’aspetto, andava bene a scuola, suonava in una band, aveva molti conoscenti, qualche vero amico e una famiglia tutto sommato nella norma, eppure provava un costante senso di vuoto interiore, nè lo abbandonava, neanche per un secondo, l’angosciosa sensazione che qualcosa gli mancasse, qualcosa di importante, cui anelava, sebbene non avesse ancora idea di cosa potesse essere.

Emesso un gemito di disappunto quando uno spiraglio di luce mattutina, filtrato dalla tapparella, lo aveva colpito dritto in faccia, Cyril si girò, dando le spalle alla finestra, pronto a ronfare fino a mattino inoltrato, finalmente, sennonché in quel preciso istante la porta si spalancò, facendo entrare nella stanza fin troppa luce per i suoi gusti e, soprattutto, sua madre, l’uragano Katrina, ehm, Catherine; la forza della natura in forma umana si avvicinò al letto del figlio e lo scrollò trillando entusiasta, tutto d'un fiato - Buongiorno, piccolo sole, alzati e risplendi! Persino tuo fratello è già in piedi e mi ha raccontato nei minimi dettagli della festa della sua fidanzatina.... La sua prima fidanzatina, ci pensi? Come passa in fretta il tempo, sembra ieri che era un tenero fagottino azzurro... Ora però è il tuo turno, non puoi essere tanto crudele da tenere la tua povera mamma sulle spine in questo modo- sollevò le coperte con un gesto secco- Voglio sapere tutto di ieri: com’è andat… AH! CHE HAI FATTO ALLA FACCIA?-

- Mamma, ti prego, non strillare come un’aquila di prima mattina- mugolò Cyril tappandosi le orecchie

- Io strillo quanto mi pare e piace, e a quanti decibel voglio, capito? E poi che reazione ti aspettavi? Hai metà viso color melanzana, e il naso sporco di sangue!- ribattè Catherine con voce acutissima, prossima alla soglia del dolore

Cyril, conscio che non sarebbe riuscito a resistere ad un interrogatorio di Catherine Bates in Wollestonecraft senza prima aver ingerito della caffeina borbottò, ancora stordito – Possiamo rimandare a dopo colazione? Sto morendo di fame!

Catherine annuì a malincuore e Cyril, felice di essersela cavata, anche se solo momentaneamente, corse a tavola, dove si sedette alla destra di suo padre, come ogni mattina. Henry Wollestonecraft rivolse al proprio primogenito un sorriso sardonico, commentò perfidamente che il viola era il suo colore, infine ridacchiò finchè i suoi occhi non incrociarono quelli della consorte, che lo stava fissando a braccia conserte sbuffando furiosa, fulminandolo con gli occhi, che mandavano inquietanti lampi capaci di terrorizzare anche il più coraggioso degli uomini (quando Catherine non era a portata d’orecchi Cyril soleva dire che, secondo lui, la Rowling si era ispirata a lei per il personaggio di Bellatrix Lestrange).

- Henry Wollestonecraft- esordì in un sussurro minaccioso – Nostro figlio è tornato da un appuntamento in questo stato E TU FAI BATTUTINE IDIOTE? CHE RAZZA DI PADRE SEI?

- U-un padre normale?- azzardò lui, sfoderando uno dei suoi più accattivanti sorrisi, con il solo risultato di far infuriare maggiormente sua moglie, che gli scoccò un’occhiata più letale di un Avada Kedavra, prima di esclamare – Degenere, altro che normale! Normale sarebbe stato chiederti perché nostro figlio sente la necessità di comportarsi da adolescente ribelle facendo a pugni e mentendoci!... Perché non sei uscito con nessuna ragazza ieri, o sbaglio? Dove sei andato, sentiamo: in un locale a luci rosse? Ad un incontro di wrestling? Ad una corsa automobilistica clandestina? DOVE?

- S- Sono andato in un locale, normale, e... Ehm… E-ecco…- balbettò Cyril, avvampando – E’… Ehm… Stata la, ehm, ragazza con cui sono uscito a… Ridurmi così

Vyvyan emise un risolino strozzato, ma si placò quasi subito di fronte all’occhiataccia della madre, mentre Mr. Wollestonecraft, esterrefatto, aprì e chiuse la bocca come un pesce prima di esalare, in un tono che tradiva la fatica che gli costava reprimere le risate – Ti sei fatto picchiare da una femmina?

- Tecnicamente mi ha schiaffeggiato, il pugno è stato il colpo di grazia- replicò Cyril con sussiego servendosi del pane tostato con la marmellata, ignorando le malcelate risatine di suo padre e suo fratello e i 'toni soavi' di sua madre che sbraitava in un vano tentativo di farli smettere e, contemporaneamente, carpire altre informazioni.

Terminato il pasto, approfittò della bella giornata per fare un giretto con Kyle, Drew e Ben, i quali, per fortuna, ebbero il buon senso di, rispettivamente, non fare domande su, o accennare minimamente a, come si era procurato i lividi.

Faith, invece, si era alzata di malavoglia e si era sgranchita davanti allo specchio, ridacchiando divertita all’idea di cosa avrebbe detto Cyril se l’avesse vista in quel momento: i capelli erano una matassa informe di spaghetti al nero di seppia, lisci e sottili, le occhiaie necessitavano di una massiccia dose di correttore e il pigiama, scivolato di lato, scoprendole una spalla, era stropicciato; fu proprio quest’ultimo particolare a provocare la maggior parte delle risate di Faith: quella sottospecie di sacco a pelo a forma di pigiama, sottratto dalle grinfie di un’antipatica alla svendita dei grandi magazzini John Lewis esclusivamente per la soddisfazione di accaparrarsi l’ultimo pezzo, era di due taglie più grande, di pile ‘color Grinch’ e con sopra stampati improbabili pinguini che pattinavano… Praticamente stava al sex appeal come l’aglio a Dracula!

Aveva da poco deciso di concedersi una giornata all’insegna della comodità nel suo comodissimo pigiamone, e finito di abbuffarsi di brownies con la scusa che il suo cervello aveva bisogno di zuccheri per reggere all’intensa sessione di studio che l’attendeva, quando un sms mandò all’aria tutti i buoni propositi. Era di Abigail e recitava: “Ho bisogno di parlarti. Posso fare un salto da te? Fammi sapere se posso invadere casa tua.”. Faith rispose che poteva tranquillamente invaderle casa, se non la scandalizzava vederla in pigiama, quindi corse a pettinarsi… Va bene il pigiama, ma almeno i capelli doveva sistemarli, aspettava ospiti, dopotutto!

Stava rimirandosi allo specchio quando suonò il campanello; convinta fosse Abigail aprì senza indugi la porta, esclamando – Abby! Accidenti, che velocit… AH! ODDIO!- aggiunse, sconvolta, non appena constatò che a bussare non era stata la sua amica, bensì Brian, il quale la stava esaminando da capo a piedi sorridendo divertito. Senza pensarci Faith chiuse la porta in faccia a Brian, che, allibito, le chiese – Faith? F, tutto ok?

- SI! VA TUTTO A MERAVIGLIA!- rispose lei, cercando di non rimuginare sulla figuraccia appena fatta – ASPETTA LI’, EH, NON TI MUOVERE, TORNO SUBITO!- e, detto questo, si fiondò in camera sua alla ricerca di qualcosa di decente da indossare. Sfiga volle che non trovasse nulla di meglio di un dolcevita color panna e un paio di jeans, ma non aveva tempo di rovistare a fondo, non poteva certo lasciare Brian sul pianerottolo a mettere radici!

Andò ad aprire la porta a Brian, il quale, nel momento stesso in cui la vide, disse ironico – Preferivo i pinguini di prima

- Vaffanculo- sbottò Faith, delusa

- Ti sei offesa perché ti aspettavi un complimento per esserti fatta bella per me?- rispose Brian, affatto impressionato dall’improvvisa vanità di Faith - Spiacente, il massimo che posso dirti è che sprechi il tuo tempo, tanto, se siamo soli in casa, presto non avrai più niente addoss.. OH! CAZZO!- aggiunse poi, quando lei gli tirò un pugno allo stomaco – Questa tua mania di pestarmi è un problema serio!

- Come la tua mania di fare il coglione- ribattè Faith arricciando il naso – Che ci fai qui, comunque?

- Tsk, tsk! Non stai dimenticando qualcosa, Faithie?- cantilenò Brian facendo oscillare l’indice in un gesto di finta disapprovazione – Ad esempio… Le buone maniere? Se ti vedesse tua madre… Tsk, tsk!

- Oh, taci!- ringhiò Faith, per poi aggiungere, terrorizzata dall’incubo di sua madre che la sorprendeva a maltrattare un ospite – Vado a prenderti qualcosa da bere. Nel frattempo aspetta qui.

Brian la seguì nel salottino, che, a differenza del resto della casa, piuttosto moderna, era arredato con mobili vittoriani, si accomodò su una poltrona e sorrise sornione a Faith, che gli voltò le spalle sbuffando e, sempre sbuffando, andò in cucina, dove riempì un bicchiere del, per lei, orrido frullato di kiwi che Mrs. Irving si ostinava a preparare nonostante il parere negativo di figlia e marito.

Tornò in salotto per scoprire che Brian era sparito; lo cercò per tutta la casa, non molto grande, e stava cominciando a pensare che fosse scappato per non subire la tortura del succo di kiwi (comprensibile) quando udì la sua voce commentare – Tanto di cappello per la scelta della tinta delle pareti e dei mobili, però… Faithie, Faithie… Non sei un tantinello cresciuta per giocare con i peluche?

“Oh, cazzo di Buddha, è in camera mia!… Perdono, Buddhino, facevo per dire!” pensò Faith mentre si precipitava alla velocità della luce nella sua stanza, dove trovò Brian comodamente steso sul SUO letto, intento a giocare con il SUO adorato paperotto di peluche. Accecata dalla rabbia Faith marciò verso di lui, gli strappò di mano il peluche, che gettò con poca grazia sul comodino accanto al letto mentre sibilava – Non mi hai ancora detto perché sei qui

- Semplice- rispose Brian, per poi attirarla su di lui con un secco strattone – Il bacetto di ieri mi è molto piaciuto, e desidererei ripetere l’esperienza… Sempre che non abbia bevuto del sakè, non sopporto il sapore!

- Umpf!- protestò Faith, il cui cervello inferiore stava già iniziando a domandarsi quale vestito togliere per primo a Brian – Non bevo di prima mattina, lo sai… E non ho voglia di ripetere l’esperienza! Credevo fossi una persona decente, sotto gli strati esterni di stronzaggine, invece ti sei dimostrato... Così… Spoetizzante! Non meriti una seconda possibilità, non ti permetterò di ficcarmi la lingua in bocca ancora una vol…- non riuscì a completare la frase che Brian le aveva tappato la bocca con la propria e, per sicurezza, aveva ribaltato le posizioni con un deciso colpo di reni, per cui Faith si ritrovò schiacciata da quel, secondo il suo cervello inferiore piacevole, peso.

Dopo un po’ cedette alle suppliche del proprio cervello inferiore e rispose al bacio con entusiasmo, entusiasmo prontamente raffreddato da Brian, che non perse tempo e infilò una mano sotto il dolcevita di Faith fino a raggiungere un seno, che strinse con forza; la ragazza, allora, reagì allontanandolo da sé sbraitando – Ecco, vedi che sei spoetizzante? C’era proprio bisogno di fare il maniaco?

- Scusa- mormorò lui, per poi aggiungere con un ghigno malizioso – Impossibile resistere!- strappandole un mezzo sorriso.

Riacquistato il minimo sindacale di autocontrollo Faith scosse la testa e disse, seria – Brian, chiariamolo una volta per tutte: baci, si- annuì per dare maggior forza alle sue parole – Sesso, no- scosse la testa in segno di disapprovazione – Chiaro?

- Uffa- fu la laconica risposta di Brian

Faith ridacchiò e riprese a baciarlo, esalando, tra un bacio e l’altro – Uffa uffa?

Brian curvò le labbra in una smorfia contrariata, quindi sospirò e rispose – E va bene, mi accontenterò… Per il momento… Tanto più che mi ero ripromesso di sforzarmi di fare il bravo, almeno con te

- Cosa intende un tombeur de femme del calibro di Brian Cartridge con ‘fare il bravo’?- gli chiese Faith con fare ironico

- Seguire l’iter canonico .. Niente scorciatoie, insomma- rispose lui senza imbarazzo alcuno

- Che iter?- domandò Faith, perplessa

- Faithie, qualunque cosa tu abbia mangiato a colazione era neurotossica- replicò Brian - L’iter, santo cielo, l’iter… Sai, di solito vado immediatamente al dunque, o ci va la preda di turno, con te, però, credo sarebbe…- “Controproducente” – Inutile, perciò… Vuoi uscire con me?.. Si comincia così, no?

“Ecco a quale iter si riferiva!”- Non è detto- asserì Faith dandosi arie da esperta di relazioni sentimentali – A differenza tua credo non esistano limiti ai modi in cui una storia può cominciare… Però, nel mio caso, si, uscire insieme è il modo giusto per iniziare, così potrò conoscerti meglio… Tu sai quasi più cose di me di quante non ne sappia io, mentre io di te so poco o niente…

- Beh, a dire il vero c’è una cosa di te che ancora non ho scoperto… Che taglia porti di reggiseno?- chiese Brian, per poi strillare, colpito dall’ennesimo diretto di Faith - OUCH! CAZZO, F, MODERATI, NON SONO IL TIPO CHE SI ECCITA SE GLI FAI MALE!

- Stento a crederlo- replicò lei con sussiego

Brian era in procinto di replicare quando qualcuno bussò alla porta; Faith scattò in piedi come se avesse preso la scossa, risistemò il dolcevita e i capelli, quindi disse ad un perplesso Brian, prima di andare ad aprire – E’ Abby, mi aveva avvertito che sarebbe passata. Dammi due minuti, poi usciamo, ok? Aspetta qui finchè non se ne va, e, per l’amor del cielo, non toccare Puffy!

- Puffy? Quel coso… Ha un nome?- chiese Brian indicando il peluche, esterrefatto, guadagnandosi così un’occhiata fulminante di Faith, che non si degnò di rispondere, si voltò e corse ad accogliere la sua migliore amica, che le si presentò con un’espressione di profonda infelicità dipinta sul volto.

- Posso entrare?- domandò, depressa

Faith rispose - Certo, entra pure!- la fece accomodare in salotto - Chi sei tu, e che ne hai fatto della mia solare e incline al riso Abby?- aggiunse, dopo qualche minuto di silenzio tombale, nella speranza di tirarla su di morale, ma non ebbe successo.

Abby non rispose, rimase seduta a fissare un vaso da fiori finchè Faith non si schiarì rumorosamente la voce per rammentarle la propria presenza, solo a quel punto Abigail si accorse veramente di lei, si mise a sedere e pigolò - Ommioddio! Non avevo notato che non sei in pigiama! Mi dispiace! Sono piombata a casa tua così, e magari stavi per uscire!

- A dire il vero si, ma non era niente di importante… Vuoi un caffè?

- Sai che non ne bevo

- Devi accettare qualcosa- disse Faith fissandola con gentilezza minacciosa

- Magari un succo… Oppure, se tua madre ha fatto quell’ottimo frullato al kiwi..

- Ahimè, l’ha fatto… Crede lo adori, quando in realtà l’unica che riesce a trangugiarlo sei tu!- esclamò Faith storcendo le labbra

- A me piace!- ribattè Abigail, alla quale piaceva sul serio il sapore amarognolo del frullato di kiwi di Mrs. Irving

- Serviti pure, allora!- replicò Faith, indicando la brocca di frullato che aveva lasciato sul tavolino e il bicchiere intonso.

Abigail bevve il frullato tutto d’un fiato, poi disse, guardando il pavimento - Io e Ben ci siamo lasciati

- Oh…- “Mitico!” – Mi dispiace un sacco, davvero... Quando?- domandò Faith, esterrefatta

- Ieri

- Cooosa? Cazzo! Mollarsi a San Valentino, che tristezza!- esclamò Faith - Perché?

- Perché è uno stronzo!- rispose Abigail strigendo la presa intorno al bicchiere

- Lo so, ma credevo ti piacesse per questo!- replicò Faith

- Ha esagerato, ecco!- soffiò Abigail

- Complesso di Edipo, eh? Hai fatto qualche battuta infelice sulla sua mammina e ha dato in escandescenze?- asserì con aria saputa Faith

- Cosa? Oh, no, no, non abbiamo proprio parlato di... Insomma... Dello spiacevole episodio avvenuto a casa sua- rispose Abigail - No, è successo che, mentre eravamo seduti, poco prima che saliste sul palco... Ah, per inciso, Liz ha fatto un commento poco carino sui tuoi pantaloni di pelle, che io invece trovo ti stiano da Dio, ma l'ho sistemata, non preoccuparti-

- Grazie, ma adesso dimmi del fattaccio- la esortò Faith, tutta orecchi

- Niente… Stavamo seguendo il concerto, quando non so come mi è uscito che odio San Valentino, allora Ben ha detto ”Potevi dirlo prima, almeno mi sarei risparmiato la fatica di organizzare la serata!”… Cioè, ti rendi conto?- abbaiò Abigail, furiosa

- Si, mi rendo conto che sei una deficiente! Ora lo chiami e fate pace!- ringhiò Faith, sconvolta dalla permalosità dell'amica

- No! Mi chiama lui, tanto è sfondato di soldi!- ribattè Abigail atteggiandosi a bimba capricciosa

- Che c’entra? E’ per fare pace! Tu gli hai dato il benservito, tu devi fare il primo passo per rimediare- asserì saggiamente Faith

- Tu non stai bene- rispose Abigail rivolgendole un'occhiata preoccupata

- Vero… Quasi quasi chiedo ad Axel se mi dà un controllatina…- buttò lì Faith con tanto di allusiva strizzata d'occhio

- Faith!- la redarguì Abigail, indignata

- Mica in quel senso! Perché qualunque cosa esca dalla mia bocca ti fa pensare a occulte metafore sessuali?- si lamentò Faith

- Mica qualunque cosa… Non sei Bridget!

- Ok, non divaghiamo… Chiama Ben, subito!- ordinò Faith puntando un indice imperioso contro Abigail

- No! Dovrà tornare da me strisciando!- ribattè l'altra con fermezza

- Certo che sei di coccio! Vabbè… Che posso dirti? Se vuoi il mio parere spassionato, stavolta ha ragione lui- replicò Faith

- Faith! Lo detesti, speri che ci lasciamo, non negare, so che lo pensi, finalmente ci lasciamo e lo difendi?- ululò Abigail, sull'orlo di una crisi di nervi

- Non lo sto difendendo, sto semplicemente dicendo che secondo me ha ragione lui- si difese l'altra

- E’ la stessa cosa- ribattè Abigail

- No che non lo è!- replicò Faith

- Saresti un avvocato coi fiocchi, lo sai?- soffiò Abigail

- Non svincolare. Mi dispiace che ti abbia trattata male, ma lasciarsi per una cazzata del genere…- asserì Faith, ma non riuscì a completare la frase che Abigail intervenne con voce molto più acuta del normale - Non è una cazzata, in pratica ha affermato che è inutile organizzare qualcosa di carino per me!

- So che non mi crederai, ma sono convinta che Ben intendesse dire che quello che ha concentrato a San Valentino per renderlo speciale avrebbe potuto riservarselo per rendere speciali altri giorni, visto che non sei una che ci tiene!- rispose placidamente Faith

- Ma non farmi ridere!- ribattè Abigail, per poi sbuffare con fare derisorio - Voleva dire ”che palle ‘sta stronza che mi fa buttare il cervello a pensare a come passare la giornata per senza niente!”

- Rimango del mio parere- disse l'altra

- E io del mio, siamo in un Paese libero- replicò la Venter, per poi chiedere – Senti, ti andrebbe di fare un giro? Così ci riempiamo i polmoni di salubre smog londinese e io mi distraggo dalla recente rottura... Potremmo pranzare fuori. Eh?

- Noto con piacere che non hai perso l'appetito... Meno male, devi tenerti in forze!- commentò Faith con un'aria seria definita dalle sue amiche 'doctor mode'

- Perché?- domandò perplessa Abigail

- Perchè avrai bisogno di energie per superare la rottura con Ben- rispose Faith

- Capirai!… Però mangio lo stesso… Ho fame!- disse Abigail

- Mio padre dice che quando si ha fame si sta sempre bene- asserì Faith

- E le bulimiche?- obiettò l'altra

- Che c’entra? Mica lo digeriscono il cibo, quelle!- replicò Faith in un tono che fece capire all'altra che la questione era chiusa – Ok, dammi un minuto per prepararmi e usciamo

- Prepararti? Ma non sei già vestita?- osservò Abigail

Faith sbuffò e rispose – Non penserai che metta il naso fuori casa conciata così! Ho un'immagine da mantenere! Ok, aspetta qui, faccio in un lampo!- e, detto questo, si precipitò in camera sua per cambiarsi e informare Brian del cambio di programma.

Non appena ebbe aperto la porta dovette trattenersi dall'urlare, perchè lo spettacolo che le si parò davanti agli occhi la fece infuriare: Brian, ancora steso sul suo letto, teneva Puffy, il suo adorato Puffy, il suo paperotto morbido e cuccioloso... Sul cavallo dei jeans!

Bramosa di vendetta ringhiò tra i denti e sibilò – Quale parte di “non toccare Puffy” non ti è chiara?

Brian, per niente intimidito dall'atteggiamento aggressivo della ragazza, sorrise e rispose tranquillamente – Ci annoiavamo! Tu eri di là con Abigail, ci avevi abbandonati ed... E' successo! Mi è praticamente saltato addosso, F, non ho potuto resistere! Mica è colpa mia se hai pupazzi maniaci omosessuali!

Faith, rossa dalla rabbia, gonfiò le guance e sbraitò – Puffy non è... E' una femmina, idiota!

Oh- esclamò Brian, palesemente divertito dall'ira della brunetta – Questo spiega molte cose- dopodichè, vedendo che Faith non smetteva di fissarlo con espressione truce prese il peluche e lo posò sul comodino, infine asserì serio – Puffy, sono stato bene con te, ma tra noi non può funzionare. Conserva il ricordo dei nostri momenti felici e... Addio-

- E' la frase standard con la quale scarichi le tue amichette?- chiese Faith mentre sostituiva il dolcevita con una felpa dei Guns 'n Roses e le pantofole con un paio di anfibi

- Si... Ad essere sincero di solito improvviso sul momento, ma è sempre bene tenere una frase standard per le emergenze- rispose lui, quindi le domandò – Non per fare il rompiscatole, eh, anzi, sono contento di essere riuscito a vederti in reggiseno... Tra parentesi, mi piace il pizzo nero su di te, baby.. Comunque... Perchè ti sei cambiata?

- Ehm... Ecco... Abby mi ha chiesto di fare un giretto, e non me la sono sentita di dirle di no, era così abbattuta... Ti dispiace proprio tanto rimandare il nostro appuntamento a domani?

- A dire il vero si- rispose Brian con sincerità – Ma non fa niente, vorrà dire che mi divertirò un altro po' con Puffy... Chissà se l'intimo di pizzo le sta bene come a te... Sto scherzando, F, non ti scaldare!- aggiunse alla vista dello sguardo omicida di Faith – Stavolta la passi liscia, ma domani non accetterò scuse, dai lavori in casa all’invasione aliena, al pluriomicida che ti tiene in ostaggio.. Me ne fregherò altamente di tutto, usciremo insieme, voglio portarti in un posto carino!.

Faith trascorse una piacevole giornata in compagnia di Abigail e dormì benissimo, quella notte, sognando cosa avrebbe combinato con Brian il mattino seguente; si svegliò felice come una Pasqua, e canticchiando prese i vestiti dall’armadio: la gonna nera con la catena dietro e una delle maglie che aveva comprato nella folle mattinata di spese con Liz, bordeaux con inserti di pizzo al collo e alle maniche.

In effetti Brian non aveva detto dove l’avrebbe portata, ma aveva detto che sarebbe stato un posto carino, e Faith aveva immaginato che intendesse qualche posto di lusso, quindi si diede una parvenza femminile per non sfigurare.. Dopotutto sarebbe uscita con Brian Cartridge! Si rese conto di stare iniziando a pensare come Claude, per cui smise di farsi simili seghe mentali e si sedette sul divano in salotto aspettando lo squillo di Brian per scendere. Nel momento in cui udì la suoneria del cellulare esclamò - Deve essere lui!- precipitandosi giù per le scale cercando contemporaneamente di darsi un’ultima sistemata. Purtroppo per lei quello non era un semplice squillo, bensì una chiamata, con la quale Brian annullò l'appuntamento perchè costretto a letto con la febbre. Faith riuscì a non far trapelare la delusione mentre gli augurava pronta guarigione e rimandava il fatidico primo appuntamento alla settimana successiva: dopo aver suonato al 'Michiko' sarebbero andati, da soli o in gruppo, ad assistere ad uno spettacolo di luci e musica.

Per tutta la settimana Ben tartassò quella santa ragazza di Faith con sos-sms del tipo: ”Ti prego ho bisogno del tuo aiuto!”, “Se credi nella ricompensa karmica aiutami a riconquistare Abby” e altri troppo svenevoli per essere riportati.

Per stare un po’ in santa pace, quel venerdì Faith arrivò al locale tenendo il cellulare spento; non voleva essere crudele, ma Ben la stava veramente stressando a morte, e ogni pazienza ha un limite.

All’entrata vide Brandon abbracciato a una ragazza di colore, di altezza media, con lunghi capelli neri acconciati in treccine, che aveva intravisto la settimana precedente (quando era troppo occupata ad essere terrorizzata da Cyril per mostrarsi socievole), ma che non conosceva ufficialmente.

Si avvicinò e, assestata al povero Brandon una possente pacca sulla spalla, che gli fece andare di traverso il cocktail, ordinò imperiosa - Presentami la tua ragazza, Brand Sparrow!

Brandon tossicchiò, le sorrise e rispose – Sicuro! Capitan F, lei è Daisy, Daisy lei è Faith… Capitan F per la band!- le due si diedero la mano e Brandon esclamò, battendo le mani - Mentre vado a prendere il basso voi diventate amiche per la pelle come nei film, eh?

- Come no.. Contaci!- risposero all’unisono le due ridacchiando, quindi si fissarono senza spiccicare una parola, in preda all'imbarazzo.

All’improvviso si propagò nell'aria un profumo dolciastro forte al punto da nauseare, seguito dalla fonte: look total pink composto da top con Hello Kitty sul (nel suo caso inesistente) seno, minigonna in simil raso e trampoli tacco 12, Claude Sheridan, apparve sculettando in tutto il suo splendore, scorse Faith, alla quale sorrise, agitando vistosamente un braccio, per poi strillare - Faith, tesoro!- fiondandosi su di lei per salutarla (alias: impiastricciarle le guance con blush e rossetto rosa) - Che bello vederti!

- Ma se ci siamo viste anche a scuola!- sbottò Faith

- Si, ma a scuola sei un’anonima secchiona so-tutto-io, non la star assoluta, no?!- replicò la bionda

Faith si mordicchiò nervosamente le labbra per impedirsi di farle notare che dare dell’anonima secchiona alla star della serata non era una mossa saggia, specialmente se la star in questione si chiama Faith Irving, ma non vi riuscì, perché in quel momento Claude si accorse della presenza di Daisy, che la stava fissando incuriosita; si coprì teatralmente la bocca con le mani, ed esclamò – Ommiddio, tesoro!- le afferrò un braccio, lo accostò al suo, fresco di lampada, quindi aggiunse, rapita - Devi assolutamente dirmi dove ti fai le lampade, la tua abbronzatura è assolutamente fa-vo-lo-sa!- prese un pezzetto di carta, l'onnipresente penna frou frou di Hello Kitty, scrisse il suo numero di cellulare e lo diede a Daisy asserendo, seria – La prossima volta che vai a farti la lampada chiamami, ok? Ah, e magari anche la prossima volta che vai a fare shopping... Hai assolutamente bisogno di qualche lezione di stile, quel vestito fa tremendamente 'South Beach della passata stagione', è assolutamente out! Baci baci!- e se ne andò, lasciando Faith, scossa da

irrefrenabili risatine isteriche, e Daisy, sconvolta all’idea che qualcuno potesse essere così… Così.

- E' ubriaca?- chiese poi, senza distogliere lo sguardo dal punto in cui fino a qualche secondo prima si trovava Claude.

- No... Ubriaca è peggio- rispose Faith, per poi sorriderle e aggiungere prontamente - Non preoccuparti, le mie amiche sono normali, o quantomeno, lo sono più di Claude!- vide Axel che le faceva segno con la mano che toccava a loro suonare, annuì per fargli capire che aveva capito, si girò nuovamente verso Daisy e disse - Stiamo per iniziare, ci vediamo dopo- la lasciò e scappò a cantare, muovendosi non con la consueta disinvoltura perchè la profondità dello spacco della sua gonna di pelle la metteva a disagio (chissà perché, invece, Brian lo aveva molto apprezzato).

Finito di suonare Faith aveva programmato di andare con band e amiche a vedere il famigerato spettacolo di luci e musica di cui parlava da settimane, ma gli altri dissero che l'avevano già visto, mandando all’aria i suoi piani.

Stava prendendo il cappotto dal guardaroba, delusa, quando sentì che c’era qualcuno alle sue spalle; si girò, e rimase di stucco nello scoprirne l'identità.

- Ben, cosa...?- tentò di domandargli, ma lui le tappò la bocca con la mano e sibilò - Zitta, stronza insensibile che non risponde alle richieste di aiuto di un cuore infranto!- non avendo udito risposta, aggiunse - Beh, non dici niente?- Faith alzò gli occhi al cielo, scuotendo stancamente la testa, esasperata da tale stupidità, quindi indicò la mano di Ben, ancora premuta sulla sua bocca - Oh, giusto, scusa!- la liberò e Faith sputò - Non ti ho mai potuto soffrire, perché dovrei aiutarti?

- Faith, so che c’è un cuore che ti batte nel petto… Sepolto dalla tua doppia E di tette, ma c'è!- rispose Ben, Faith si accigliò, però decise di non chiedergli come facesse a sapere la sua misura di reggiseno, visto che neanche Brian era riuscito a scoprirla, nonostante la sua insistenza, si limitò a lanciargli un’occhiata glaciale e replicare - Devo ridere?

- Come puoi ridere quando ho il cuore a pezzi?- piagnucolò Ben, affranto

- Abby mi ha riferito per filo e per segno cosa è successo, e, per quanto ti detesti, penso che non avessi tutti i torti, ma la tua ragazza è lei, e non vuole sentire ragioni, quindi non vedo come potrei esserti d’aiuto- rispose freddamente Faith

- Invece lo sai benissimo, non vuoi aiutarmi perchè sei una stronza insensibile!- ribattè Ben

- Può darsi…- replicò Faith con una smorfia perfida

A quel punto Ben prese la mano di Faith tra le sue, e, guardandola dritto negli occhi, la implorò - Faith, ti prego…

- Oh, e va bene!- cedette lei, sopraffatta dal potere dell'espressione supplicante di Ben - Farò il possibile per farvi tornare insieme... Ne discutiamo lunedì, ok?

- Potrebbe essere troppo tardi! Domani!

- Domani? Ma…- Ben la guardò di nuovo con quell'irresistibile espressione e Faith cedette per la seconda volta - Ok, domani… Vediamoci sotto casa mia, per le.. Uhm.. 9 a.m., ok?

- Aggiudicato- rispose Ben, i due si salutarono e Faith andò da Brian a comunicargli la brutta notizia; siccome la imbarazzava dirgli: ”scusa ma domani non possiamo uscire perchè mi vedo con tuo fratello” optò per – Brian… Scusa, ma domani non posso uscire, vado a casa di Abby a studiare, lunedì ho un compito importante, sai per il college e tutto.. Mi capisci, vero?

“No che non capisco, accidenti! Se ci metto settimane soltanto per uscire con te, quanto ci metterò a portarti a letto? Non ho tutta la vita davanti, cazzo!”- Ma si, certo che lo capisco… Mantieni la tua eccellente media, sarà per un’altra volta- rispose Brian con un sorriso forzato

- Sei un tesoro- pigolò allegramente Faith, quindi lo baciò con entusiasmo, immediatamente raffreddato da Brian, che rispose con freddezza, la salutò e se ne andò.

Il mattino seguente Faith si svegliò depressa: invece di andare in qualche posto carino con Brian avrebbe dovuto sorbirsi Ben col cuore infranto… Vomitevole! Di conseguenza si vestì a lutto, vale a dire di nero dalla testa ai piedi.

Quando scese, in perfetto orario, trovò Ben ad aspettarla appoggiato ad un lampione.

Faith gli sorrise, sforzandosi di essere gentile, e gli chiese - Ciao! Hai già fatto colazione? C'è un posto qui vicino dove fanno delle crepes fenomenali, potremmo andare lì.. O, se preferisci la colazione salata, di fronte a quello delle crepes...

- Secondo te sono dell’umore di mangiare?- sbraitò Ben, offeso

- Ti prego non fare l’innamorato romantico che non mangia perchè pensa alla sua amata, sarebbe troppo patetico persino per te!- sbottò Faith, il cui stomaco prese a brontolare, quasi volesse accertarsi che lo riempisse nonostante l'influsso anoressizzante di Ben.

- Quando Keats fu respinto dalla “Belle Dame sans merci” non mangiò per settimane!- ribattè Ben

- Infatti è morto a 22 anni… Se vuoi fare la stessa fine...- replicò Faith, vincendo la partita: Ben sbuffò e disse – Vada per le crepes. E, per piacere, non essere ipocrita: so benissimo che se morissi non ti dispiacerebbe, anzi, forse ne saresti addirittura felice!

- Hai ragione- rispose Faith con noncuranza – Se dovessi morire non piangerei calde lacrime, ma, sei libero di non crederci, non traggo piacere dalla morte delle persone, neanche se si trattasse di te!

- Immagino sia il massimo della tua gentilezza… Grazie, sono commosso!- esclamò Ben sarcastico

- Muoviti, adesso, entriamo, non ho fatto colazione!- lo esortò Faith spingendolo nella saletta.

- Possibile che pensi solo a mangiare?- commentò Ben

- Placato lo stomaco il cervello pensa meglio! Andiamo!- lo prese per un braccio e lo trascinò nel caldo tepore.

Alla fine, dopo numerosi sforzi, Faith convinse Ben a prendere un cappuccino, mentre lei, che era a dieta, prese un cioccappuccino e una cialda maxi con panna, cioccolato e fragole.

Mangiarono in silenzio, poi Ben riprese la discussione da dove l'avevano interrotta – Adesso che ti sei rimpinzata a dovere ti sei fatta venire in mente qualche idea?

- Per cosa?- domandò Faith mentre finiva il cioccappuccino

- Per far andare gli uomini su Marte- rispose Ben con sarcasmo - Per farmi tornare con Abby, deficiente!

- Ah.. Beh, tanto per cominciare non dare della deficiente a colei che vuoi persuadere ad aiutarti- replicò Faith con sussiego: adorava avere il coltello dalla parte del manico, la faceva sentire potente - Secondo... Potresti chiamarla per chiederle scusa, semplice ed efficace. Ti sembra ok?

- No, visto che a quanto mi hai detto è talmente incazzata con me che o non risponderebbe al telefono o mi manderebbe a quel paese!- obiettò Ben

- Vero… Idea: mandale dei fiori!- suggerì allora Faith

- Fiori? Per chi mi hai preso, Humphrey Bogart?- sputò Ben storcendo il naso disgustato (era un tipo melenso, non romantico)

- Credevo che queste parole non sarebbero mai uscite dalla mia bocca- asserì Faith scuotendo il capo sconsolata - Ben, sei più spoetizzante di tuo fratello, il che, fidati, è tutto dire!

- Non è colpa mia se non ti vengono idee decenti!- abbaiò lui in risposta

- E di chi sarebbe? Mia?- chiese Faith, risentita

- L’hai detto tu, mica io!- replicò Ben, Faith lo fulminò collo sguardo, e lui, temendo se ne andasse, corse ai ripari – Scusa. Comportiamoci da adulti. Io non ti piaccio e tu non piaci a me, ma dobbiamo collaborare, così potremo tornare ad odiarci in pace! Puoi farcela?

- Credo di si… Uhm, senti, ehm, Brian... Gli hai detto che ci saremmo incontrati?

- Ovviamente no, l'avrebbe spifferato ad Abby, peggiorando la situazione: ci siamo appena lasciati e mi faccio pescare a uscire con la sua migliore amica? Non sono stupido! Gli ho detto che andavo a studiare da Nolan, un nerd assurdo che mi fa i compiti in cambio di hentai!

- Heche?- domandò Faith, allibita, sporgendosi in avanti per essere sicura di sentirci bene

- Umpf! Cosa mi tocca sentire! Sei veramente una profana della peggior specie!- sbottò Ben sprezzante: non poteva soffrire chiunque non fosse un otaku (otaqualchecosa per i profani) - Gli hentai sono manga e anime vietati ai minori!

- Ah... Perché la cosa non mi sconvolge e/o scandalizza?- esclamò divertita Faith

- Perché non sei normale- rispose Ben - Non capisco come tu e Abby possiate essere amiche, siete praticamente agli antipodi!

- Non è vero, è Bridget l’esatto opposto di Abby… Io possiedo una moralità, solamente più.. Di manica larga rispetto a quella di quella di Abby- si difese Faith, avvampando

- Illuminami- chiese Ben - Bridget è quella sempre ubriaca o fatta che fa coppia aperta con l’anello di congiunzione tra uomo e scimmia?

Faith annuì ridendo di gusto, quindi rispose - Bella questa! Ho definito il buzzurro in tanti modi, ma questo è azzeccatissimo!

- Grandioso! Abbiamo qualcosa in comune: l’odio per il buzzurro!- esclamò vivacemente Ben

- E dire che non l’hai ancora conosciuto a fondo… Ti traumatizzerà!

- Se parla come mangia… Sicuro! Non credevo potesse entrare tanto cibo in bocca tutto in una volta! Poi parlando a bocca piena fa volare pezzetti di cibo ovunque!

- Raccapricciante! Ad ogni modo, tornando alle cose importanti, ti consiglio di provare lo stesso a chiamare Abby, giusto per farle capire quanto ci tieni a lei- asserì saggiamente Faith

- Ok, la chiamerò- acconsentì Ben - Ma niente fiori, li detesto!

- Ripeto: sei spoetizzante!

- Si, si, quello che vuoi.. Poi?

- Poi niente, dovrò escogitare un sistema per farvi parlare che non sia attirarvi con l’inganno in uno sgabuzzino e chiudervici a chiave, 'fa così American Pie della passata stagione, assolutamente out'!- squittì Faith in una crudele quanto fedele imitazione di Claude che fece sbellicare dalle risate Ben.

Poco dopo i due uscirono dalla creperia e passeggiarono parlando di Abigail (Faith si chiese se Ben avesse altri argomenti di conversazione oltre Abigail e manga) finchè Faith non ritenne fosse giunto il momento di salutarsi.

- Ci sentiamo in questi giorni, ok? Nel frattempo, mi raccomando, sta attaccato ad Abby come una cozza allo scoglio, deve entrarle in quella testa dura che la rivuoi a qualsiasi costo!

- Eccome se la rivoglio! Ho bisogno di Abby, come dell'aria per respirare!

- Ben, no, cazzo, ho appena mangiato!- gnaulò Faith fingendo un conato di vomito

- E dai a ME dello spoetizzante? Tsk!- ribattè Ben, facendo ridacchiare Faith, che, senza pensarci, lo abbracciò

- Non disperare, Benny, ce la farai- disse sorridendo incoraggiante a Ben, che ricambiò con una smorfia titubante e un incerto – Ne sei sicura?

- Sicurissima- rispose Faith – Abby è testarda, ma noi di più... E poi... Ho fiducia in te, soprattutto dopo averti conosciuto meglio... Non sei male, sai?- mormorò

- Anche tu non sei male, Faith- rispose Ben, e, spinti da una forza oscura cui era impossibile opporsi, si diedero un bacio, non uno vero, un semplice, delicato, sfioramento di labbra, che, però, bastò a far ribollire il sangue a qualcuno armato di cellulare con fotocamera... Guai in vista per ' l'otacoso' e la sua nuova socia profana!

Ignari di tutto Faith e Ben ridacchiarono abbracciati, dopodichè lei lo invitò a salire da lei... Per sottoporlo alla tortura del succo di kiwi: sarebbe ricorsa a qualsiasi mezzo purchè quell'intruglio verdastro finisse prima possibile, non ne poteva più!

Il lunedì chiunque fosse passato davanti al liceo frequentato da Faith&co avrebbe visto Abigail Venter correre a perdifiato, in ritardo: la sua peluchosa sveglia rosa aveva deciso di abbandonarla durante la notte, impedendole quindi di alzarsi in orario, poi, tanto per mettere in chiaro che quella giornata partita col piede sbagliato era destinata a peggiorare, suo fratello le aveva versato del succo d'arancia sulla divisa, e, poiché quella di riserva era ancora nella cesta dei panni da stirare, aveva dovuto aspettare che sua madre la stirasse prima di poterla infilare alla velocità della luce e precipitarsi precipitevolissimevolmente a scuola.

Ignorò bellamente una voce femminile che aveva chiamato il suo nome ripetutamente finchè la fonte non la afferrò per un braccio costringendola a voltarsi; Abigail rimase a bocca aperta: che voleva da lei quella sconosciuta dall'aspetto impeccabile con addosso la divisa della Elizabeth I School?

- Ciao, Abigail- squittì la sconosciuta passandosi una mano tra i lunghi capelli castani freschi di parrucchiere

- Ci conosciamo?- domandò Abigail, palesemente perplessa

- In un certo senso... So tutto di te- rispose la sconosciuta sbattendo le lunghe ciglia ricoperte di mascara

- Ah, si? E chi saresti per conoscermi così bene?- replicò la Venter, occhieggiandola con un misto di ostilità e diffidenza

- La tua migliore amica- disse l'altra poggiandosi al corrimano con una sensuale naturalezza che Abigail le invidiò, perchè non l'avrebbe posseduta neanche tra un milione di anni

- Sei disinformata, cara, la mia migliore amica è Faith Irving- rispose Abigail in tono sprezzante, facendo ridacchiare la sua interlocutrice, che, con un ghigno sadico, le chiese – Ne sei proprio sicura?

Abigail, di fronte allo sguardo sicuro dell'altra, abbassò il proprio, e chiese – Che vorresti dire?

- Sarebbe più corretto chiedermi cosa voglio farti vedere- rispose la sconosciuta, tirò fuori dalla borsa il cellulare e mostrò le foto incriminanti ad una esterrefatta Abigail, che boccheggiò – N- Non p-posso... Non posso crederci... Devono essere fotomontaggi!

- Magari lo fossero- sospirò l'altra – Purtroppo, però, non lo sono, è tutto vero... Mi spiace essere la latrice di una così spiacevole notizia, ma... Credevo dovessi saperlo!- e, detto ciò, sparì, ma non prima che Abigail, scioccata e ferita, potesse chiederle il suo nome. La sconosciuta sbuffò una risata e rispose, voltandole le spalle – Il mio nome? Samantha... Ma puoi chiamarmi Sam.

Abigail entrò nell'aula senza scusarsi per il ritardo o quantomeno giustificarlo, si sedette al suo posto e finse di seguire, ignorando completamente Faith, la quale, oltraggiata, la bloccò al termine della lezione e le ringhiò contro – Si può sapere che ti prende?

- Mi prende che non voglio avere a che fare con una stronza che non ha rispetto dei sentimenti altrui!- rispose Abigail, sull'orlo delle lacrime: lei e Ben si erano lasciati, è vero, ma ci stava ripensando, e, soprattutto, non avrebbe mai pensato che Faith avrebbe approfittato della situazione per portarglielo via

- Immagino di essere io la stronza in questione... Bene, fa piacere sapere che la tua migliore amica ha una così alta opinione di te, davvero- ribattè Faith – E' chiedere troppo o posso sapere come me la sono meritata?

- Portandomi via Ben- replicò tranquillamente Abigail

- CHE COSA?- ruggì Faith, tra il colpevole e lo sconvolto – Hai fumato roba pesante, per caso?

- Hai pure la faccia tosta di fare dello spirito?- sibilò Abigail stringendo i pugni, tentata dall'idea di graffiare a sangue quella traditrice, pestarla per bene ed infine farla a pezzi che avrebbe con tutta calma bruciato o sciolto nell'acido (in momenti come questo si capiva cosa avessero in comune lei e Faith)

- Ab, smettila di comportarti da bambina insicura e paranoica, non potrei mai portarti via Ben, primo, perchè mi sta antipatico, secondo, perchè non fa per me, e terzo, perchè è pazzo di te. Ti basta?- rispose Faith sforzandosi di rimanere calma

- Ma.. Lui... Tu... Le foto...- balbettò Abigail

- Quali foto?

- Stamattina una ragazza mi ha mostrato delle foto di te e Ben che...- non riuscì a finire la frase, le faceva troppo male

- Ma porco Henry VIII, adesso non ci si può nemmeno abbracciare senza dare scandalo? Che tempi del cazzo!- sbottò Faith, sentendosi, però, leggermente in colpa, ma scacciò in fretta quella sensazione

- Ah, allora lo ammetti che sei uscita con lui a mia insaputa!- abbaiò Abigail

- E' la verità, ma ci siamo solamente abbracciati: poverino, era così triste, mi ha fatto pena e l'ho abbracciato, è ancora legale in questo Paese, mi pare- sibilò Faith

- F, ho 10/10, ci vedo benissimo, in quelle foto vi baciavate!- obiettò Abigail e Faith, messa all'angolo, tentò di uscirne nel modo forse più infelice possibile – Ah... Beh... Ok, lo confesso: ci siamo dati un bacetto, non so neanche bene perchè, è stata una cosa spontanea, ci andava e l'abbiamo fatto, tanto per suggellare la nostra alleanza, nata al puro scopo di farvi tornare insieme, tanto perchè tu lo sappia... Ma era un bacetto-etto, a stampo che più a stampo non si può, non significa niente!

Abigail ascoltò quella sottospecie di 'mea culpa' con gli occhi sbarrati e la bocca spalancata, quindi, recuperato l'uso della parola, esclamò, fuori di sé dalla rabbia – Hai dato un 'bacetto-etto' perchè ti andava al MIO RAGAZZO?

- Tecnicamente è il tuo EX ragazzo, l'hai mollato- osservò Faith, che non si faceva mettere i piedi in testa nemmeno quando aveva torto, facendo montare la collera dell'amica, che rispose, prima di girare sui tacchi e andarsene sbuffando – Sai che ti dico? Vaffanculo.. EX amica!.

Abigail, incurante dei tentativi di Faith di farsi perdonare, prese ad evitarla: non le parlava, a mensa sedeva vicino a Claude, lontano da lei, e, ogniqualvolta si incrociavano in bagno, le rivolgeva un'occhiata sprezzante e si allontanava.

A Ben, se possibile, andò peggio: sparsa la voce che era tornato single, voce confermata dalle foto da lei scattate, Samantha Weston, animata da nuove speranze, era tornata all'attacco, provando con ogni arma del suo arsenale a far uscire Abigail dalla mente di Ben, che invece era ben determinato a farcela restare; non gli piaceva Samantha, non gli era mai piaciuta, non aveva nulla che potesse interessargli a parte il suo bel fisico, al quale Ben preferiva quello più 'umano' di Abigail, con la quale condivideva la passione per manga, anime e compagnia bella... E poi Abigail aveva quel certo non so che di rassicurante che Ben adorava, Sam, invece, lo faceva sentire come un maschio di mantide puntato da una femmina, il che faceva precipitare a zero le possibilità che ci andasse a letto... Non voleva finire decapitato!

Naturalmente anche Brian venne a sapere del quadrilatero Ben-Abigail-Faith-Sam, ma non osò lamentarsi, innanzitutto perchè non voleva che Ben lo prendesse in giro perchè aveva chiesto a Faith di uscire con lui, poi perchè non riteneva possibile che suo fratello avesse perso il senno al punto da trovare attraente Faith, e per... Altri motivi che gli legavano le mani, costringendolo a restare sullo sfondo in attesa che la faccenda facesse il suo corso. Nell'attesa, ovviamente, non rimase con le mani in mano, si fece 'consolare' da varie, volenterose 'crocerossine dell'amore', delle quali Faith non venne mai a conoscenza.

Erano passati dieci giorni dalla lite, e ancora Abigail si ostinava ad ignorarla. Faith sospirò mesta mentre camminava verso casa, e, assorta nei suoi pensieri, non si accorse di Ben, che l'aveva affiancata, se non quando esclamò, divertito – BUH!- facendole rischiare un infarto; tenendosi una mano sul cuore Faith esalò – Sei impazzito? Come ti è venuto di farmi prendere un simile colpo? Stronzo! Volevi forse accopparmi?

- Adesso che ci penso se morissi risolverei in parte i miei problemi... Uhm... No, a conti fatti non mi conviene, mi servi viva... Almeno per il momento- rispose lui con un ghigno perfido

- Ti conviene sparire, farci vedere insieme non aiuta, e non sopporto di venire odiata dalla mia migliore amica per una cazzatina frutto di un attimo di eccessiva leggerezza!- gli fece notare Faith

- F... Posso chiamarti F, no? Tanto ormai siamo in confidenza- replicò Ben, Faith sbuffò ma non osò ribattere – Ti credevo il genere di persona che se ne frega dell'opinione altrui. Te lo dice uno i cui familiari finiscono sui giornali almeno una volta alla settimana: la gente vuole sparlare, e lo farà comunque, sia che tu faccia l'angioletto sia che ti scavi la fossa per l'inferno, perciò.. Perchè non spassarsela facendo il proprio porco comodo?

- Questa delirante massima filosofica alla Cartridge ha un suo perchè?- chiese Faith in tono altezzoso

- Certo che ce l'ha!- sbottò Ben, seccato - Dimmi... Ti piacciono i Corn Flakes?

- I cereali del mattino? Non mi dispiacciono, anche se, data l'ora...- rispose Faith, bloccandosi di fronte all'espressione esasperata di Ben, che si battè una mano sulla fronte esclamando – Cosa mi tocca sentire! I Corn Flakes sono un gruppo, suonano stasera ad un garage party

- E vorresti che ti accompagnassi?- esalò Faith fissandolo con tanto d'occhi

“ Tanto non hai di meglio da fare, lo so” disse Ben con un'eloquente alzata di sopracciglia, per poi asserire – Non vedo perchè non dovresti. Siamo amici, no? E, anche se tutti pensano il contrario, non abbiamo fatto niente di male- Faith balbettò qualcosa di incomprensibile sulle azioni inappropriate, ma, alla fine, cedette, sbuffò e domandò – Ci sarà anche Abby?

- Puoi giurarci- rispose Ben

- Sai che appena ci vedrà insieme vorrà farci fuori in modo lento e doloroso?- osservò la ragazza, che non comprendeva cosa l'altro avesse in mente

- Ed è a quel punto che la arpionerò costringendola ad un confronto più o meno civile dal quale uscirò vincitore!- chiarì Ben, Faith annuì e, nonostante lo considerasse folle, acconsentì ad assecondare la sua follia accompagnandolo al garage party.

Come previsto, il loro arrivo fece esplodere un vespaio di commenti: Cyril Wollestonecraft chiese a Kyle cosa, secondo lui, Ben avesse fumato per portarsi dietro quella palla di lardo della Irving (Kyle rispose: “Andiamo, Cy, non essere così severo nei tuoi giudizi... Non è malaccio... Dal collo in giù!”), Samantha, per la frustrazione di essere stata rifiutata non per Abigail, che quantomeno era carina, bensì per Faith, che, secondo lei, non lo era affatto, strusciò i piedi per terra come un toro che carica, sbuffando furibonda, Abigail commentò malevola che la vista di Ben doveva essere peggiorata di parecchio, se si era ridotto a uscire con Faith, Claude rincarò la dose mettendo l'accento su come i jeans a vita bassa ponessero in risalto i rotolini che Faith aveva sui fianchi torniti, Elizabeth si limitò a ridere sprezzante alle loro battute e Bridget... Non fece niente, se non ammiccare in direzione del vocalist della band, Andrew Dixon sotto al naso all'Amore suo, che stava scolandosi una birra.

Come previsto, a pochi minuti dalla fine della festa, mentre la band faceva scatenare il pubblico, Ben venne avvicinato da Abigail, che commentò sprezzante – Complimenti per la scelta, siete davvero una bella coppia

- Dici?- rispose lui, ostentando indifferenza – Grazie per avermelo fatto notare, stavo giusto pensando a come convincerti a tornare insieme, ma visto che pensi che stia meglio con lei posso risparmiarmi la fatica

Abigail, colpita da quelle parole dure, rimase a fissarlo a bocca aperta, Ben si godette la sua espressione allibita per un po', poi disse – Abby... Scherzavo. Cioè, sul serio credi che potrei mai preferire Faith a te?

- Perchè non potresti?- domandò Abigail lanciando un'occhiata all'amica, intenta a ballare una sorta di folle can-can sulle note di un pezzo dei Green Day insieme ad Ashley e Bridget.

- Abby, stai scherzando? Ti sei vista allo specchio? E hai visto Faith?- Abigail gli rivolse un'occhiata perplessa – Beh, io si, e ti assicuro che non c'è paragone, senza contare che mi piacciono le ragazze, non i maschiacci con le tette, e, cosa più importante, con te.... Sto bene. Non saprei in quale altro modo descriverlo. Non avevo mai provato nulla di simile, è... Inebriante... E dà assuefazione, quando non sono con te mi sento come se mi mancasse l'aria per respirare!

- Se stai tanto bene con me perchè hai baciato Faith?- obiettò Abigail cercando di non lasciar trapelare il suo risentimento

“Cavolo, certo che è permalosa forte!... Oh, beh, fa niente, non resisto a quelle dolci fossette!”- Baciato, che parolona! Era soltanto un bacetto dato per sfizio, so di aver sbagliato e farei qualunque cosa per farmi perdonare, te lo giuro, se servisse a farti tornare da me ti prometterei di non avvicinarmi mai più a Faith- replicò Ben

Abigail riflettè attentamente su quell'affermazione e rispose – Mi basta che mi prometta che d'ora in poi conterai fino a venti prima di dire che non vale la pena di organizzare qualcosa di speciale per me e che non bacerai mai più, neanche sulle guance, nessuno che non sia io... O tua madre... O tua nonna... O tua zia... O tua cugina... No, rettifico, la cugina no, meglio non correre rischi!

- Mi pare ragionevole- asserì Ben, ma, prima che potesse aggiungere altro, Faith, terminata la musica, si avventò su di lui, sudata, con in mano un bicchiere di sangria e stampata in faccia l'espressione di chi stava trascorrendo la serata della sua vita; ingoiato un sorso di alcolico esclamò, spostando lo sguardo da Ben ad Abigail – Allora, piccioncini, come procede? Posso lasciarvi da soli a tubare o c'è il rischio che vi ritrovi a scannarvi a vicenda?

- Faith... Eclissati- ringhiò Abigail, che non tollerava la ridotta distanza tra Faith e il suo non più ex ragazzo

- Oh. My. God!- pigolò la ragazza, con gli occhi lucidi, abbracciando prima lui, poi Abigail – Benny, ce l'hai fatta! Oh, che bello, sono veramente felice per voi! Vi lascio sbaciucchiarvi in pace, torno dal mio nuovo amore... La sangria! Hasta la vista, amigos!

Venne il momento di tornare a casa, e Faith, che aveva concepito un piano assurdo per non fare da terzo incomodo alla coppietta nuovamente felice e divertirsi alle loro spalle, finse di buttar giù in un sol sorso dell'inesistente sangria , quindi tornò da Ben e Abigail con passo volutamente traballante e, cinte le loro spalle con le braccia, esalò – E' giunta l'ora, amici, dobbiamo fare ritorno alle nostre dimore... Siete pronti o volete altri cinque minuti per pomiciare in pace? No, perchè in tal caso ti capirei, Ab, voglio dire... Guardalo! Chi non ne approfitterebbe?

- Siamo pron.. COSA HAI DETTO? Faith, ti prego, dimmi che non hai bevuto!- abbaiò Abigail, sconcertata

- Non ho bevuto

- Faith, seriamente... Quanto hai bevuto?- domandò Abigail, scioccata: quella non poteva essere Faith... Che Bridget si fosse sottoposta a una plastica facciale?

- Poco- rispose la Irving facendo l'occhiolino a Ben per rendere più realistica la sua interpretazione, dopodichè aggiunse, in un'ottima imitazione della parlata di un ubriaco – Ok, abbastanza da chiarirmi con Riccioli d'oro e dirgli che ha un bel culo... Gli ho anche dato una pacca, ci pensi? Non ho potuto resistere, ha un didietro da statua greca!

“Decisamente è Bridget che si è rifatta la faccia!” pensò Abigail, la quale, occhieggiando Faith con diffidenza, fece cenno a Cyril di raggiungerla, quindi gli chiese a bassa voce – Faith dice che avete fatto pace... E>' vero?

- Non la definirei pace, piuttosto una tregua... Abbiamo deciso di detestarci civilmente- rispose lui volgendo lo sguardo su Faith, che gli rivolse una muta richiesta di collaborazione, cui Cyril rispose con una discreta strizzata d'occhio

- Ha anche detto di averti toccato il sedere- aggiunse Abigail, sperando non fosse vero

- Mi avesse toccato solo il culo! E' una porcellina prosperosa e assatanata la cara Irving!- esclamò Cyril, il quale approfittò di quella ghiotta occasione per prendersi gioco di Faith, che, a quelle parole, era diventata rosso pomodoro – Altro che brava ragazza acqua e sapone: quando è sbronza la tua amica si trasforma in una belva affamata di c..

- Non. Osare. Finire. La. Frase. Ti ricordo che è della mia amica che stai parlando- lo interruppe bruscamente Abigail, che, allontanata Faith da Ben, aveva recuperato lo spirito da migliore amica iperprotettiva – Senti, non voglio essere cattiva ma in macchina con me e Ben in queste condizioni non ce la voglio, ci manca solo che, ubriaca fradicia, ci provi con lui davanti a me, credo che non risponderei delle mie azioni. Sai se qualcuno potrebbe riportarla a casa?

- Ci penso io- borbottò Cyril, Abigail lo ringraziò e andò via insieme a Ben borbottando qualcosa sull'insensatezza di ubriacarsi alle feste.

Spariti nell'oscurità Abigail e Ben Cyril e Faith si concessero una grassa risata, al termine della quale lui le chiese – Ti ho aiutato, mi devi una spiegazione: perchè ti sei finta ubriaca?

- Hai visto che sono andati via insieme abbracciati? Pensa come sarebbe stato carino il quadretto se fossi stata inclusa anche io!- rispose Faith

- Capisco...- sospirò Cyril – Non volevi il ruolo di terzo incomodo... Ma perchè inscenare quel teatrino? Perchè non dirglielo apertamente?

- Perchè era divertente! E perchè sapevo che avrebbero insistito affinchè tornassi con loro, non mi avrebbero mai e poi mai mollata qui soltanto perchè sono tornati insieme, sono troppo gentili ed educati, e meritamno un pò di intimità. Tu, al posto mio, non avresti fatto lo stesso?

- Ehm... Ecco... Forse... Si, direi di si- rispose Cyril, per poi aggiungere – Ok, come QUASI sempre hai ragione tu

Faith strabuzzò gli occhi ed esclamò – Cyril Wollestonecraft mi ha appena dato ragione? Wow!... Non è che sei sbronzo?

- Vaffanculo, Irving, cercavo di essere gentile, dato che abbiamo appena stabilito una tregua- ribattè lui, risentito

- Lo so, cercavo solo di fare dell'ironia... Non sei il genere di persona di cui si può ridere impunemente, eh?- replicò tranquillamente Faith mettendosi le mani nelle tasche dei jeans

- Decisamente no. Sono sarcastico, spesso ironico, ma mai autoironico- rispose Cyril abbassando gli occhi

- Non preoccuparti, in qualità di tua nemesi ti insegnerò io, a cominciare da stanotte- asserì Faith

- Potremmo cominciare con una bevuta al “Bug Bar”, Kyle mi ha detto che stasera ci suonano live musica scozzese... Se ben ricordo ti piace molto, una delle poche cose che abbiamo in comune- propose Cyril, scoccando a Faith un'occhiata di sfida - O la notte non è abbastanza giovane per te, e preferisci tornartene a casa? Scegli: in ogni caso sarò il tuo chauffeur

- Primo insegnamento, Riccioli d'oro- rispose la Irving – La notte è giovane finchè si vuole che lo sia. E adesso muoviamoci, devo escogitare un modo per fartela pagare per aver osato tentare di darmi della “belva affamata di cazzo”!- e, detto questo, montò in macchina, seguita da un sorridente Cyril: aveva di nuovo il suo personale antidoto alla noia, e senza aver rischiato i “gioielli di famiglia”, che poteva volere di più dalla vita?

 

Un altro capitolo andato, tanti altri di là da venire. Abigail e Ben sono tornati ad essere una coppietta felice da diabete, mentre Faith ha fatto pace con la sua inseparabile amica, ma non è riuscita ad uscire con Brian... Ce la farà? Per scoprirlo non vi resta che aspettare i prossimi capitoli! Alla prossima! Besos

Ps: non sarà uscita con Brian, ma si è consolata bene la cara Faithie: Riccioli d'oro è Riccioli d'oro, mica un ricciolino qualsiasi!

Pps: non illudetevi, Samantha non si è arresa... Abigail se ne renderà conto molto presto!*risata perfida*

Ppps: nel prossimo capitolo ci sarà una dolce new entry... Spiacente, niente spoilers (lo so, sono cattiva u_u) 

   
 
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