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Autore: PiccolaEl    20/05/2012    3 recensioni
"Ci sono un giorno quattro ragazze che alla modica età di sei anni e mezzo si incontrano, senza lasciarsi più. Poi crescono. E il loro rapporto cambia, diventano forti, insieme. C’è Abigail Hill, Abbie, non molto alta, piccola di statura, magrolina, capelli molto lunghi e marrone, - una montagna di pelo, li definisce scherzosamente Eleonor –, occhi ghiaccio e tre tonalità più scure di fondotinta. Dopo c’è Ashley White, diciassette anni racchiusi in un mostro di ragazza. Alta, magra, capelli abbastanza lunghi ricci e biondo cenere, occhi color miele. Uno schianto, si definirebbe lei. E dopo questa si può anche definire modesta. E poi c’è Sam. Samantha Bolton, Sam per il mondo. Non è slanciata, ma asciutta. E’ giusta, bella. Capelli lisci e di un biondo platino, occhi verde muschio, un cuore grande. A volte è troppo saggia, parla di cose che non conosce, giudica. Ma Samantha rimarrà per sempre la vita per Eleonor, dopo Matt. Sempre. E alla fine del gruppo, c’è Eleonor. Eleonor Wood, fisico perfetto e formoso, quattro sport diversi, occhi marroni troppo scuri, capelli lunghi e ricci, anch’essi troppo scuri, labbra perfette e mani piccole. Queste sono le Girls. Quindi immaginatevi un giorno che ci sono queste quattro ragazze che affrontano tutto con il sorriso e con Matt. E poi immaginatevi che una piccola Foglia un giorno parte e le lascia li, senza più niente. E ancora, immaginatevi che le buffe Girls partono e vanno a riprendersi la loro Foglia, per un’estate intera. Ecco. Agli occhi esterni sono solo quattro scappate di casa, ma viste da vicino sono le migliori amiche del mondo."
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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 “Zayn.” lo richiama Harry seduto a bordo piscina che attende Ashley. Zayn è comodamente sistemato su una sedia sdraio, le cuffie nelle orecchie e le canzoni che scorrono troppo veloci.
“Zayn!” ripete Harry, spazientito.
ZAYN!” grida ancora, e il ragazzo finalmente salta su aprendo a fatica gli occhi.
“O ma che ti urli? Stavo riposando, sono stanco e sono solo. Lasciami stare.” sbuffa poi Zayn. Ragazzo Cocker lo scruta per un attimo: sguardo assente, occhi più chiari del solito, andatura sommessa e stanca.
“Hey, che ti prende?” esclama Harry sorpreso.
“Niente, scusa. Sono solo… stanco. Sono stanco di troppe cose, in verità.” confessa Ragazzo Gel, risistemandosi sulla sdraio, mettendo da parte l’Ipod.
“Cosa? Amico, in questi giorni non ti stai godendo proprio le poche vacanze. Okay, torneremo il mese prossimo ma… abbiamo altre due settimane. Cerca di capire che non c’è tutto questo tempo. Goditela un po’, ce la siamo meritata.” replica Harry, chiudendo gli occhi, piegando la testa all’indietro e abbandonandosi al sole caldo di Malibù.
“Mi manca Matt, Harry. Mi manca tanto. Io… non lo so. Mi fa stare bene. Mi manca. Immensamente. Io non so… sarà che io una persona come lui non l’ho mai incontrata, sarà che mi sono rotto il cazzo di fare scenette patetiche davanti a tutti con biondine cotonate e incipriate fino al culo. Mi manca… continuamente. Io non so… forse dovrei andare… credo, non so…” Zayn parla sommessamente e Harry apre gli occhi di scatto. Mai, mai si sarebbe aspettato queste parole.
“Zayn” lo chiama Harry, con tono dolce e premuroso “se devi andare, vai. Vai dove vuoi, ma vai. Io ti capirò, capirò qualunque cosa tu faccia. Io e i ragazzi ti amiamo tanto, ricordatelo.” lo guarda negli occhi e poi torna a prendere il sole. Eccolo li, Zayn, spiazzato. Si alza di scatto, lo sguardo che inizia a scurirsi e a prendere una propria forma.
“Anche io, tantissimo.” ed entra in casa di corsa proprio mentre esce Ashley.
“Hey, dove va Zayn di tutta fretta?” chiede sorpresa rivolta a Ragazzo Cocker, sistemandosi accanto a lui con i piedi a mollo nell’acqua della piscina. Harry sorride e apre ancora una volta gli occhi, incontrando quelli di Ashley.
“Io credo che stia andando a riprendersi qualcosa che è suo e che finalmente ha ammesso di possedere.” sorride ancora, di più.
 
 
“Pronto? Sono le tre di notte, santo Dio” sbotta scocciato Matt sottovoce, il BlackBerry appoggiato all’orecchio e gli occhi chiusi.
“Matt.” E’ Samantha Bolton. La stessa Samantha Bolton che le è mancata da morire. La stessa Sam che gli tende la mano anche quando è seccata, anche quando è stanca, anche quando lui stesso per lei non c’è. Solo lui, solo lei.
“Sam.” esclama Matt sottovoce. Si passa una mano tra i capelli e sospira pesantemente. Una lacrima silenziosa e amara che era dentro di lui adesso è al di fuori, vaga nel mondo esterno, sul suo viso. La asciuga frettolosamente “Sam, mi manchi. Mi manchi tanto, troppo. E’ notte fonda, mi hai svegliato nella maniera più di merda che possa esistere però… mi manchi.” continua Matt sincero.
“Tesoro, anche tu mi sei mancato, tanto. Qua sono le sette di sera, mi dispiace di averti svegliato. Ti amo tanto. E volevo sentire la tua voce. Avete chiarito con Eleonor?”
“No.” risponde atono.
“E Zayn?” domanda ancora Sam. Zayn. Zayn. Troppi pensieri a quel nome, troppi misteri, troppi segreti, troppo tutto.
“Zayn cosa?” chiede Matt facendo finta di niente, alzandosi e dirigendosi nel cucina della sua casa, deserta.
“Come va? E’ da te adesso?” Matt sbatte gli occhi, incredulo.
“Sam ma che stai dicendo? Che blateri?” domanda sorpreso e perplesso Matt. “Zitta!” sente Matt dalla cornetta.
“Ahia Louis, sei un idiota patentato, ecco cosa sei.” sussurra Sam cercando di non farsi sentire ma con deludenti risultati.
“Sam, che sta succedendo? Cosa sai che io non so?” domanda ancora Matt, adesso sveglio e cosciente del fatto che non sia un sogno tutto quello.
“Niente Matt, niente! Scherzavo! Intendevo dire… Sta bene? Cioè, state bene insieme? Vi sentite spesso? Immagino che sia come avercelo accanto tutto il tempo.” aggiusta Sam e Matt sospira, sollevato. E deluso, nel profondo di sé stesso.
“Qualche volta messaggiamo con il cellulare, niente di grande. Però… mi manca tanto anche lui.”
“Capisco. Va bene, io ti lascio dormire, starei ore e ore a parlare con te al telefono. Ma mi rendo conto che non è il momento adatto per parlare, perciò… ciao piccolo mio, ci vediamo presto.” sussurra Sam dolce.
“Ciao miele, ti amo tanto.” e con il mimo di uno schiocco di un bacio interrompe la comunicazione. E’ ancora un po’ teso, non sa perché. Forse perché pensa che dovrebbe partire e andare a spiegare tutto, forse perché il vero motivo per cui se n’è andato non sono i soldi o la mancanza di essi, ma Eleonor. E Zayn. E Patrick. Scaccia via tutto e si appoggia con i gomiti al bancone della cucina. Sembra tutto molto lontano, ma non lo è, e fa male in ogni caso. Pensa che tutto quello che avrebbe voluto lo ha lasciato poco tempo prima e si sente sbagliato. Come se amasse stare male. Perché lui sta male. Inspira, espira. Troppi problemi. Inspira. Troppa confusione. Espira. Troppi errori. Inspira. Troppe menzogne. Espira. Inspira, espira.
 
“Alla tivù passano solo porcherie alle tre di notte.” messaggio da fonte sconosciuta. Sbuffa. E’ comodamente adagiato sul divano dell’immenso soggiorno di casa Thompson, telecomando e cellulare alla mano e vecchie puntate di assurde serie televisive in onda. Scocciato, elimina il messaggio e decide che magari chiudendo un po’ gli occhi riuscirà ad addormentarsi nuovamente, con la speranza di non essere svegliato da nessun’altra palla al piede.
“Driiiiiiiiiiiiiiiin. Driiiiiiiiiiiiin. Driiiiiiiiiiiiiin.” suonano al campanello. Alle tre di notte. Matt, assopitosi momentaneamente sbatte gli occhi. Sarà questa cavolo di pioggia probabilmente o questa cavolo di tv, pensa sbuffando osservando alla finestra la pioggia battente e rigirandosi nel grande divano nere in pelle.
“Driiiiiiiiiiiiiiiiin. Driiiiiiiiiiiiiiiin. Driiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiin. Driiiiiiiiiiiiiiiiiiin.” ancora il campanello, e stavolta non è solo la sua immaginazione o la tv, non è solo quel picchiettio della grandine sui vetri delle finestre. Scuote la testa e ancora sonnolento si dirige a passo svelto verso la porta d’ingresso. Prende un respiro e la apre.
E tutti i suoi sogni, le sue aspettative, i suoi viaggi mentali, le sue preoccupazioni sono li, davanti a lui, e hanno ancora del residuo di gel nei capelli, la pelle ambrata, un sorriso bianco, e sono interamente bagnati.
“Tu” - comincia Matt, ma viene interrotto da un abbraccio - “non” - riesce a dire ancora, tentando di ricambiare nonostante si sia irrigidito - “dovresti” – sputa a fatica una volta staccatosi - “essere” - e stavolta a interromperlo è un bacio, corto, discreto, che apre a Zayn il suo cuore e la sua porta di casa “qui” conclude, ripresosi.
“Lo so. Ma vedi, Matt, certe volte il buon senso va a puttane e si lotta, continuamente, per quello che si vuole, che si desidera. E stavolta è colpa tua. Solo tua.” - si interrompe, sorride euforico -“Mi emozioni, mi innervosisci, mi irriti, mi… mi fai uscire pazzo” – parla Zayn, inumidendosi di tanto in tanto le labbra con la lingua e sorridendo di sorrisi intimi, sconnessi, onesti – “Ecco, Matt, tu mi fai letteralmente uscire pazzo. In tutti i sensi. Sei come il tutto e sei come il niente. Non hai idea di che cosa succede in me ogni volta che ci sei, che ti vedo, che stiamo assieme. Rovesci tutto, sballi le regole. Anche solo con un cenno, anche solo con la tua presenza.” e parla ancora e tutto quello che si sente è la sua voce calda in mezzo alla bufera, tutto quello che si vede è un idiota bagnato dalla testa ai piedi fuori casa di una delle famiglie più rispettabili di Bath, tutto quello che si tasta è solo tensione, emozione, ansia e paure.
“Tu sei pazzo, del tutto. Entra o ti verrà un polmonite.” borbotta Matt sorridendo e facendosi da parte per farlo passare, nascondendo tutta l’emozione negli occhi. Ragazzo Gel entra in casa, poggia i due borsoni all’ingresso e si scuote i capelli, gettando acqua ovunque. Matt chiude la porta dietro di sé.
“Entra pure, fatti una doccia calda se vuoi. Sembra che tu te la sia fatta a nuoto da Malibù a qua.” dice ancora Matt, ridendo.
“Sempre simpatico tu, eh?” chiede retorico Zayn, ridendo anche lui in risposta. Quando smette di ridere, è rimasto solo un sorriso, bagnato e decisamente sincero. Si avvicina a Matt, il quale al contrario retrocede, fin quando non arriva con le spalle al muro. Spera con tutto sé stesso che non si innamori più di quanto già non lo sia. Ma è tardi, e presto se ne renderà conto. Eccolo li, Matt, messo all’angolo da un paio d’occhi marroni come i suoi ma decisamente meno sicuri. Eppure, in quel mare di insicurezza c’è un barlume di coraggio, e quella luce porta il suo nome. Sono gli occhi di Zayn, quelli di Matt, sono iride contro iride, marrone contro marrone, insicurezza contro sicurezza, onestà contro disonestà. E sono uguali e sono diversi, e sono definiti e sono indefiniti. E a perdersi è per primo Zayn, che lascia un altro bacio a Ragazzo Fossetta, come a voler sancire quel patto silenzioso, quel momento, quell’incrocio di pensieri oltre che di sguardi. Si staccano, sorridono ancora.
“Matt, io non riuscirò mai a capirti. Sei sempre così… sfuggente. Ogni volta che sento che sto per fare un passo avanti con te mi ritrovo sempre al punto di partenza. E fa schifo, perché è come se all’inizio tu mi appartenessi e dopo fossi di qualcun altro. Basta scappare Matt, resta. Ti prego, resta, con me, con Eleonor, con Sam e con tutti gli altri. Resta e fai di me ciò che vuoi. Ma basta fuggire, nascondersi. Io voglio te, tu vuoi me. E’ semplice. Ed è sbagliato che a dirlo sia io, dato che ho troppo da perdere, a partire dalla fama. Ma non mi interessa, sono qui adesso, con te, e non mi interessa il resto.” e un altro bacio, diverso dal precedente, si sfoga con le lingue di ognuno, le rende agili, svelte, desiderose, passionali.
“Si, beh, è tutto molto bello, Zayn” sussurra Matt sorridendo “ma camera mia è da questa parte.” e scoppiando in una risata cristallina si scosta e ripercorre correndo tutto il corridoio.
 
“Matt.” gli sussurra all’orecchio Zayn, abbracciato a lui sotto candide lenzuola.
“Mmmm.” mugugna Matt svogliato, ancora gli occhi chiusi.
“Ti amo.” afferma Zayn con sicurezza. Il sole sta sorgendo a Bath, la finestra in camera di Ragazzo Fossetta mostra un cielo colorato solo dal sole che sta nascendo, ma non è ancora cresciuto del tutto. Come se fosse ancora incompleto, come se aspettasse ancora qualcosa per sorgere totalmente.
“Anche io, davvero.” conclude Matt, e con lui il sole. Ecco, finalmente, è mattina.

 

 

 


Bene, devo ammettere che è corto ma che è anche tanto puccioso. Riguardo alla pucciosità, merito in parte di _lietome. Riguardo alla lunghezza, mi dispiace, ma siete calati di nuovo come recensioni e come visualizzazioni. Si, vi amerò lo stesso, però non è molto motivante, capitemi.  #sorry
Detto questo, FATEMI SAPERE ASSOLUTAMENTE che ne pensate! E per chi avesse twitter il mio nick è @Sam597, per un commento, un chiarimento, un dubbio o che so io. Vi amo tanto dolcezze a preeesto. xx
  
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