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Autore: Cara_Sconosciuta    20/05/2012    1 recensioni
Dove vanno i personaggi delle fiabe quando muoiono?
Cosa porta i destini di Amedeo ed Evangeline, fidanzati in crisi, ad incrociarsi con quello, sfortunato, di Graham, il Cacciatore?
Possono due mondi incontrarsi ed aiutarsi reciprocamente a non affondare?
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Errore di stampa-


Per la seconda volta in... beh, in poco tempo, Graham si ritrovò ad aprire gli occhi in un luogo totalmente bianco. Questo era diverso dal primo, però.

Si trattava di un bianco meno puro, ma nell'insieme aveva un che si asettico.

Di sicuro, quantomeno, non faceva così freddo.

Si sentiva strano, in testa aveva una calma irreale, come se sapesse che niente, quel giorno avrebbe potuto andare male.

E, siccome nulla di nulla avrebbe potuto nuocergli, decise che anche provare a muoversi non sarebbe stato eccessivamente pericoloso.

La prima volta, la mano destra non rispose al suo comando.

Il panico che avrebbe dovuto coglierlo non provò nemmeno a farsi sentire: era tutto talmente bello quel giorno....

Riprovò e, questa, volta, riuscì ad alzare il braccio fin sopra la propria testa e ad affondare la mano in una morbida massa di capelli mossi.

Strano... non gli sembrava di essere rimasto addormentato così tanto...

Improvvisamente il tocco di un'altra mano sulla sua interruppe il corso dei suoi pensieri. Dalla sorpresa mosse di scatto il braccio in avanti, colpendo quello che sembrava in tutto e per tutto un altro essere umano. Riaprì, poi, gli occhi.

Questa volta in mezzo al bianco galleggiava un viso dall'aria stanca e dal colorito pallido. Gli occhi verdi erano incastonati in una cornice non propriamente bella, ma nel complesso piacevole, anche se con un naso un po'troppo importante. I capelli, neri, lunghi più o meno fino alla base del collo, ricadevano in ricci larghi, dall'aspetto vagamente unto.

“Evangeline...” Mormorò il giovane sconosciuto, gli occhi lucidi. Quando la sua mano gli accarezzò il viso, il tremore era ben più che un semplice accenno. “Sei sveglia...”


Quando l'Autore, sbirciando nel Mondo Reale, si rese conto di ciò che era successo, andò a dir poco su tutte le furie.

Febbrilmente, imprecando, prese a frugare tra gli appunti finché non gli riuscì di trovare il plico che parlava di Storybrook.

Era stato corretto da Madame Memoris.

Piuttosto seccato, l'Autore si massaggiò la fronte, stroppicciandosi leggermente gli occhi.

Intimò, poi, al suo segretario di andare a chiamare l'anziana correttrice di bozze e, nell'attesa, prese a sfogliare il tomo, più sottile di tutti gli altri.

Non l'aveva iniziato da molto, dopotutto.

La pagina che parlava della morte di Graham era proprio lì dove doveva essere.

Era davvero fiero di quella pagina; riteneva che fosse una delle sue migliori.

La scorse velocemente, senza bisogno di leggere ogni parola: aveva fatto così tanta fatica a trovare i termini giusti che li conosceva tutti a memoria.

L'errore gli saltò agli occhi proprio mentre Madame Memoris entrava nella stanza.

Graam.

Mancava un'acca.

“Madame” Soffiò. “Pensavo di essere stato chiaro circa gli effetti che un errore di stampa può produrre.”

La microscopica donnina strabuzzò gli occhi dietro alle spesse lenti.

“Ho... ho sbagliato qualcosa, signore?” Domandò, togliendosi gli occhiali ed iniziando a pulirli nervosamente con l'orlo inferiore della maglia azzurra. La dimensione dei suoi occhi diminuì notevolmente.

“Venga, guardi qui.”

Timorosa, si avvicinò al suo capo, sedendosi sul bracciolo della grossa poltrona.

Non ebbe bisogno di cercare a lungo.

“Oh...” Mormorò, sommessamente. “Non... non riesco a capire come sia potuto succedere...”

“Non starò a spiegarle, Madame Memoris, come sia assolutamente imperdonabile ciò che lei ha appena fatto, perché ritengo che lavori con me da abbastanza tempo per capire.”

La donnina annuì mestamente.

“In quale romanzo è finito?”

“Nel Mondo Reale, Madame.”

Gli occhi grigi tornarono ad allargarsi, terrorizzati.

“Mio Dio...”

“Già... a quanto pare una ragazza che avrebbe dovuto morire non lo ha fatto. La sua anima è stata sostituita da quella del Cacciatore. Aspetto da un momento all'altro una lettera di lamentele dall'Autore del Mondo Reale. Intanto, lei deve cercare di sistemare il suo disastro.”

“Io?” A questo punto, la donna sembrava davvero, davvero sul punto di crollare svenuta sul pavimento.

“Lei, Madame Memoris. Trovi quelle due anime e sistemi il guaio che ha fatto entro sette giorni, altrimenti giuro quant'è vero il sacro Inchiostro che la mando a pulire i calamai di Monsieur Bic.”


Bene, quello era un errore.

Lui non si chiamava Evangeline, ne era piuttosto certo, quanto era certo di non conoscere quel giovane.

“Come ti senti, tesoro?” Domandò lui, con uno strano accento. Chissà da dove veniva...

“Allegro...” Rispose Graham, ma subito si zittì.

Che diamine era quella voce?

Il ragazzo dai capelli ricci ridacchiò e i suoi occhi si riempirono di sollievo.

“Forse ti hanno dato un po'troppa morfina... ma ti agitavi in un modo... sembrava davvero soffrissi molto...”

In quel momento, una seconda persona entrò nel suo campo visivo.

Era una ragazza più o meno dell'età di lui. Aveva un aspetto piuttosto buffo, tutta avvolta in quella brutta tuta da sci e con un paio di occhiali da montagna a tenerle ferma l'esagerata massa di boccoli castani.

Graham la guardò.

Lei guardò Graham.

“Vuoi mangiare qualcosa?” A parlare, fu solo il giovane. “Insomma... non sono sicuro che tu possa dopo una settimana di coma... ma posso chiedere...”

“Una settimana?” Domandò Graham, spalancando gli occhi e tornando a guardare lui.

Che annuì, lo sguardo di chi non dorme da giorni, ma è felice di essere lì.

“Hai idea della paura che ho avuto?” Mormorò, roco, stringendogli la mano.

Eh sì. Però a lasciarmi non ne hai avuta di paura.

La voce che gli risuonò in testa era la stessa con cui aveva parlato lui stesso poco prima, anche se un poco meno intubata.

Di scatto, voltò il capo verso la ragazza.

Che levitava a una ventina di centimetri dal pavimento, guardando con astio verso di lui. O forse verso l'altro.

Quella situazione stava diventando davvero troppo complessa.

Decisa per il momento di ignorare la fanciulla volante.

“Ascolta... io non mi ricordo...” Decise che la frase così non poteva funzionare. “Scusami, ma chi sei?”

“Oh...” Lo sguardo del giovane si intristì per un istante, ma fu molto bravo a dissimulare. Era evidente che non volesse farsi vedere da lui in quello stato. “Sì, i dottori hanno detto che se ti fossi svegliata ci sarebbero state possibilità di amnesia... Sono Amedeo, il tuo fidanzato.”

Ex fidanzato.

Precisò la voce nella sua testa.

Era piuttosto acida.

“Certo... ovviamente...” Tentennò Graham. “A...Amedeo potresti... posso bere qualcosa?”

Come una molla, il ragazzo scattò in piedi.

“Certo! Vado a chiedere al dottore che cosa posso darti. Tu aspettami qui...”

E in un attimo fu fuori dalla porta.

Graham non ebbe nemmeno il tempo di finire di ridacchiare per la battuta involontaria di Amedeo, che la ragazza gli fu addosso, urlando come una pazza dentro al suo cervello.

Adesso tu mi dici, stronzo, che cazzo ci fai nel mio corpo.


Continua...




-Unknown's Corner-


Allora, prima di tutto... Marito ti amo infinitamente.

Detto ciò, ed esauritesi così le cagate, vi invito con solerzia a commentare questo capitolino che spero non sia troppo incasinato.

Quando l'ho iniziata a pensare giuro che questa storia non era così intricata. Poi, però, ci ha messo mano il Regista, che non è un parente dell'Autore, ma il mio ex fidanzato/migliore amico e mi ha dato tante tante tante idee che spero di riuscire a gestire!!!

Voi fatemi sapere cosa ne pensate, mi raccomando!!

:D ci sentiamo al prossimo capitolo!!!

   
 
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