Io
credo non spunterebbe una foglia
In
primavera, non fosse per le labbra degli amanti
Che
baciano. Non fosse per le labbra dei poeti
Che
cantano.
(OSCAR
WILDE)
http://www.youtube.com/watch?v=oa3RvB1fg7o
Il
bambino, smarrito, vorrebbe tanto scappare
via. Sembra ancora più piccolo mentre si muove in quei
saloni immensi; non ne ha
mai visti prima e nemmeno immaginava
potessero esistere. Gli pare di essere nella casa
più grande del mondo,
fredda, vuota e triste…proprio come il suo animo in quel
momento. I suoi miti
occhi verdi stanno per riempirsi di lacrime quando nota
un’esile figura che,
scendendo l’imponente scalinata, lo fissa incuriosita
attraverso uno sguardo
dolcemente azzurro.
“Tu
sei André?”.
“Sì…”.
“Sei
arrivato, finalmente!”.
“Già…”.
“Credevo
non venissi più, ormai”.
Il
bimbo abbassa il viso per qualche istante.
Il giorno precedente ha pianto e supplicato sua nonna di non portarlo
lì, non voleva
saperne di diventare il compagno di giochi di una bambina che si chiama
e si
veste come un maschio… Sarà matta,
pensava… Ma la donna, non sentendo ragioni,
gli aveva più e più volte ripetuto che era per il
suo bene, una vera fortuna
per lui. Il bambino alza di nuovo la testa per guardare la gracile
bimba; ora
che se la ritrova vicina non le appare più così
terribile però, e riesce a farsi
un po’ coraggio.
“La
nonna è venuta a prendermi, mi ha detto
che devo giocare con te… Non mi farai vestire da femmina,
vero?”.
La
bambina spalanca gli occhi stupita e
prorompe in una vivace risata che fa sorridere anche il bimbo, per la
prima
volta da quando ha messo piede in quel palazzo.
“Che
c’è, cos’ho detto di strano? Siccome tu
ti vesti da maschio, non vorrei dover portare io gli abiti da femmina
che non
vuoi indossare tu!”.
La
bimba ride ancora divertita, finché la sua
ilarità non si acquieta.
“Sei
buffo, lo sai? Sta’ tranquillo, nessuno
ti metterà addosso delle gonne…
Vieni…”, gli dice afferrandolo per un braccio e
iniziando a correre, ”Andiamo nelle scuderie, ti faccio
vedere il bel cavallino
bianco che è nato stanotte, mio padre ha detto che quando
sarà cresciuto mi insegnerà
a cavalcarlo e sarà solo mio! Ma se vuoi farò
montare in sella anche te…”.
Il
bambino la segue correndo, rasserenato da quei limpidi occhi celesti,
sentendo dissolversi i suoi timori. Forse, lei non è quella
bambina tanto antipatica
che si aspettava.
Non
avrei mai immaginato di potermi sentire così,
come
se non avessi mai visto il cielo prima d’ora.
Voglio
scomparire in un tuo bacio,
ogni
giorno ti amo sempre di più.
Ascolta
il mio cuore,
puoi
sentirlo cantare
dicendomi
di donarti ogni cosa.
Le
stagioni possono cambiare
dall’inverno
alla primavera,
ma
io ti amerò fino alla fine dei tempi.
Qualunque
cosa accada… Qualunque cosa accada,
io
ti amerò fino al mio ultimo giorno.
Improvvisamente
il mondo sembra un luogo perfetto,
improvvisamente
si muove con una così assoluta grazia,
improvvisamente
la mia vita non appare così sprecata…
Tutto
ruota attorno a te.
E
non ci sono montagne troppo alte,
non
ci sono fiumi troppo selvaggi;
canta
questa canzone e sarò lì al tuo fianco.
Le
nuvole in tempesta possono coprire il cielo
e
le stelle possono collidere,
ma
io ti amerò, io
ti amerò fino
alla fine dei tempi.
Qualunque
cosa accada… Qualunque cosa accada,
io
ti amerò fino al mio ultimo giorno.
Oh,
qualunque cosa accada, qualunque cosa accada
io
ti amerò…
Io
ti amerò… Improvvisamente, il mondo sembra un
luogo così
perfetto…
Qualunque
cosa accada… Qualunque cosa accada,
io
ti amerò fino al mio ultimo giorno.
“Fuoco!”.
Il
rombo dei cannoni è seguito dal fragoroso crollo di una
parte della
torre, che apre una breccia nella Bastiglia.
“Fuoco!”.
La
donna, furente di rabbia e di dolore, impartisce
l’ordine di sparare non arretrando di un passo dalla prima
linea, incurante di
mostrarsi un facile bersaglio per l’esercito opposto. Quanto
aveva di più caro
le è stato strappato al tramonto della precedente sera,
mentre il sole si
spegneva nell’ombra, quando una lacrima, scendendo brillante
dall’occhio di lui,
ha trascinato via la luce dallo sguardo del suo uomo, ferito da uno
sparo
durante la lotta nella quale ha scelto di affiancarlo per affrancare
dall’oppressione
il popolo francese, inseguendo entrambi il sogno di poter vivere
liberamente il
loro amore in una società egualitaria e fraterna.
Quante
volte lei ha chiamato il suo nome,
vagando nella notte in balia della disperazione e della solitudine,
implorandolo
di tornare per portarla con sé, senza udire nel vento alcuna
risposta… Ma ora il
cielo del mattino le appare così terso, sembra placare un
poco la sua indicibile
sofferenza. Lo osserva di nuovo, seguendo il volo di una candida
colomba, ammirandolo
sovrastare quieto le tumultuose polveri delle miserie umane; non si
accorge dei
fucili che i soldati nemici, dall’alto della roccaforte
assediata, puntano
verso di lei. I colpi la raggiungono violentemente al petto, smorzando
il suo
respiro già incerto e facendola cadere inerme al suolo.
Sente
immersa la sua anima in una silenziosa oscurità che si va
lievemente rischiarando, similmente alla tenebra irradiata
dall’aurora. Avverte
la vicinanza di una presenza amorevole, come l’ha sempre
percepita nella vita.
“Sei
tu, André?”.
“Sì,
Oscar”.
“Sei
arrivato, finalmente…”.