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Autore: Julian di Borbone    21/05/2012    1 recensioni
Nereo è un valoroso ragazzo di famiglia massonica, che si troverà a muovere i primi passi nel mondo adulto, scontrandosi con la politica, opinioni divergenti e prove da superare.
Genere: Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Il mondo della massoneria è sempre stato visto dall'esterno come unito e compatto, una organizzazione segreta volta ad acquisire potere per controllare meglio le persone. Ma come ben sappiamo, tutto ciò non è niente di più falso. Infatti le logge massoniche perseguono il fine ultimo della conoscienza, attraverso l'esoterismo e la scienza. Noi, le logge, nei secoli siamo stati sfruttati dai vari stati e, pur essendo osteggiati da tutti, grazie alle nostre conoscienze abbiamo sempre dato un apporto sostanziale alla crescita dell'umanità.”

Così scriveva il libro per le reclute e per i primi gradi delle logge massoniche, un libro che Nereo aveva letto molti anni prima, quando il padre lo aveva avvicinato a quel mondo sconosciuto. A distanza di anni, pur avendo conseguito gradi sempre maggiori, si chiedeva, come fosse possibile dall'esterno credere che una associazione così frammentata, come quella massonica, potesse apparire così unita.

Il ragazzo, ormai guardava con attenzione la nuova situazione greca. Aveva da sempre amato la cultura ellenica e credeva che se il popolo greco fosse governato dalla massoneria teutonica, sarebbe potuto tornare allo splendore di un tempo. Nereo amava il quieto vivere dei monti della Macedonia, però quel mare limpido della Grecia lo aveva sempre affascinato. Amante della tattica e delle strategie militari, si era da sempre paragonato all'eroe Macedone per eccellenza: Alessandro il Grande. Come lui, era biondo, con gli occhi marroni e un fisico snello, ma questa non era la sola cosa che lo accumunava all'eroe macedone.

Nereo, infatti, era un ragazzo che viveva in due mondi, uno cosmopolita, quello greco e uno rurale, quello macedone. La maggior parte della sua vita si svolgeva nella vibrante Atene, tuttavia era originario della Macedonia, dove viveva assieme alla sua famiglia, in una delle aree più povere, per quanto appartenesse al ceto medio-alto. Rimanendo attratto da entrambi. Proprio per questo motivo, quando Julian, uno dei suoi confratelli massonici, gli aveva affidato la missione di infiltarsi nei movimenti anarchici di Atene, lui aveva accettato subito. Era stato scelto proprio perché, per quanto Macedone, somigliava alla madre, una greca del Peloponneso con i lineamenti dolci e longilinei tipici dei greci di Patrasso. Ciò lo renderva il candidato adatto, oltre al fatto che fosse un amico di Julian, sopratutto perché questa missione non arrivava direttamente dalle direttrici del mondo massonico, ma era una sorta di operazione segreta e privata del suo confratello.

Nereo sapeva che quella era una missione di fatto suicida. Se fosse stato scoperto, infatti, gli anarchici avrebbero temuto un complotto globale contro di loro, come loro uso fare, esagerando in modo catastrofico l'avvenimento e vanificando ogni tentativo di Julian di fare un colpo di stato. Tuttavia quest'ultimo sembrava fiducioso:

"Un giorno persino gli anarchici capiranno che solo noi possiamo salvare la Grecia."

Nereo aveva sempre ammirato lo spirito sognatore di Julian, sopratutto perché fomentava quella voglia di azione e quell'impeto violento ed irruento che proveniva dalla sua anima più profonda.

Iniziò a frequentare collettivi vicini agli anarchici durante l'estate del 2011, ma con ben pochi risultati. Purtroppo lui era stato abbandonato a se stesso e alla sua missione, a causa della crisi in europa, e dei problemi tra Julian e una parte del mondo teutonico.

Per conoscere e venire in contatto con il mondo anarchico doveva inanzitutto presentarsi ad una riunione che parlasse di un tema a loro molto caro. Il ragazzò trovò utile iniziare il suo viaggio in quel mondo presentandosi ad un seminario sul capitalismo neoliberista che aveva, a detta del volantino, piano piano esautorato la democrazia greca rendendola lo zimbello degli stati europei. Non era una novità che gli anarchici fossero convinti di un complotto tra massoneria e lobby potentissime per il controllo del mondo, ma Nereo sapeva che il quadro era molto, molto più complicato. La Grecia, da sempre sotto l'orbita della massoneria templare inglese, non era riuscita, dopo la cacciata dell'ultimo re Costantino XIII, ad avere una politica nazionale forte tale da stabilizzare l'economia, e la corruzione dilagante aveva favorito la dissoluzione dell'intero patrimonio greco. Il risultato era sotto gli occhi di tutti: il primo ministro Papandreou era di fatto privato di ogni potere, poichè, anch'esso, invischiato nella corruzione. In questo modo le banche se ne erano approfittate, a spesa dei poveri greci.

Ma, come si sa, la teoria del complotto persiste di epoca in epoca.” citava, ancora una volta, il libro di iniziazione massonica.

Nereo si presentò al seminario privo di voglia, sopratutto perché non era capace di ascoltare attentamente qualcosa che non gli interessava particolarmente, come la finanza. La stanza adibita al seminario era molto grande rispetto a quello che credeva, ben cento metri quadrati, riccamente adornata di bandiere, striscioni e slogan contro il capitalismo spregiudicato delle multinazionali.

La sala era ricca di sedie ed affollata. Il giovane massone sembrava aver trovato il luogo giusto. Coloro che avrebbero dovuto parlare avrebbero offerto la possibilità di un dibattito aperto sull'argomento, che Nereo avrebbe potuto usare per darsi quella visibilità necessaria.

Uno degli organizzatore del seminario iniziò:

“Il neoliberismo porta come unico valore il trarre profitto da ogni cosa, senza curarsi di niente e di nessuno. Sanità? Pensioni? Stipendi? Questo non interessa al neoliberismo, tantomeno i diritti. Ai neoliberisti interessa solo il profitto, che deve essere fatto a spesa delle vite di interi popoli” e continuò “quindi solo la rivoluzione può ridare al popolo il diritto di autoregolarsi, impedendo che loschi uomini senza scrupoli contaminino la società e la distruggano al loro interno!"

Nereo ascoltava davvero poco. La sua mente vagava quando si parlava di finanza e tornava in sé quando sentiva parole come “rivoluzione” o “politica”. Per il resto non c'era molto spazio.

Dopo un'ora di seminario venne il momento del dibattito, così gli organizzatori si misero in cerchio, assieme a tutto l'auditorio.

“Il tema su cui discuteremo oggi è: “come affrontare il neoliberismo delle banche ed uscire dalla crisi” Sentenziò l'organizzatore.

“Beh, secondo me”, iniziò uno dei partecipanti “l'unico modo è risvegliare le conoscienze delle persone attraverso internet e tutti i media non controllati dai vari regimi e, il popolo, una volta pronto, potrebbe riprendere in mano il proprio ruolo democraticamente.”

Tutto ciò è indubbio, però dovremo farlo con un partito molto più radicale. Dovremo ritrovare lo spirito di un tempo. Qui ci vuole il marxismo! Guarda come siamo finiti con i socialisti di Papandreou, che della sinistra avevano poco o nulla.” Aggiunse un'altro.

Nereo era così interessato al dibattito politico che decise di fare la mossa azzardata di intervenire:

“Scusatemi, ma quello che ho sentito fino ad ora mi sembra una ricetta vecchia ed obsoleta. Non possiamo riesumare ideologie vecchie di anni oppure pensare di informare tutto il popolo, prima di agire. Chi si vuole informare già lo fa. Ora dobbiamo farci sentire, solo così chi non è interessato si interesserà.” Nereo era rosso in volto dall'emozione, ma fiero, nonostante ciò che aveva detto. Il concetto di popolo che non si interessa e di un'élite che, invece, per amore della conoscienza si informa da solo era più un concetto massonico che uno social-democratico. E questo fatto lo poteva riscontrare negli sguardi attoniti e malcelatamente critici del proprio auditorio.

Molti iniziarono a definirlo avventato, altri si sentirono insultati, poiché aveva criticato tutto ciò che era stato il marxismo e il comunismo sino ad allora. “Qual'è allora la soluzione, secondo te? La rivoluzione con quale fine? Dato che non ti interessa se il popolo si informa?” Ironizzava uno.

“Dossiamo cambiare proprio per renderlo più democratico, e tu credi che si possa fare senza informare il popolo?” Sottolineò un'altro.

“Beh, ascoltate.” Si levò una voce fuori dal coro. Era un ragazzo un po' più grande di Nereo, di carnagione olivastra e che aveva un accento tipico dei greco-turchi. “Io ho sentito solo quel ragazzo proporre qualcosa di più rispetto a tutti voi. Certo, non ha dato una soluzione netta, ma nelle sue parole si evince l'idea di una rivoluzione o quanto meno un'azione popolare che faccia risollevare le sorti del popolo greco, rendendoci un nemico tangibile per i nostri governanti che non agirebbero più per i loro interessi, ma per i nostri.”

“Secondo me siete tutti fuori strada.” Aggiunse una ragazza visibilmente rodese, non molto alta con degli occhi da falco che ne auspicavano il forte carattere battagliero “Io faccio parte del partito socialista greco, so che per per voi sembro quasi un'eretica, però non mi riconosco nella leadership di quel corrotto di Papandreou. Ritengo che una rivoluzione o qualsiasi cosa paventaste possa portare solo al fallimento dei vostri ideali. ” La ragazza rimase in silenzio alcuni secondi, si discostò la lunga frangia rossa dagli occhi e continuò “Non sto a citarvi quello che ha portato la rivoluzione russa, ma più semplicemente la rivoluzione francese. Una volta fatta quella rivoluzione, tutto ciò che ne era rimasto era una dittatura opressiva, che successivamente portò alla presa del potere da parte di Napoleone. Volete che accada una cosa simile?” L'auditorio rimase per un momento attonito. Solo Nereo riuscì a ribatterle:

“Questa democrazia è troppo corrotta ed influenzata dall'esterno. La democrazia o, almeno, il concetto che ne hai tu ha fallito miseramente.”

Il ragazzo turco-greco sorrise tra sé al sentire quelle parole: “Non puoi salvare questo paese dall'interno del partito socialista”, aggiunse il ragazzo “anche se ora hai delle buone idee verrai corrotta pure tu!”

“Voi anarchici di Exarchia credete che la vostra società idilliaca ed utopica possa realizzarsi in tutta la Grecia vero?” La ragazza scese su tutte le furie, il suo tono aveva un che di sprezzante e le sue mani si stavano agitando vorticosamente come ad enfatizzare ancora di più le sue parole. “ E' impensabile applicare un modello così circoscritto come quello di Exarchia all'intera Grecia. L'unica soluzione è un ritorno alla politica.” A questo punto la ragazza si volse all'intero auditorio, finora rimasto ad assistere lo spettacolo offerto dai tre ragazzi “ Noi tutti dobbiamo far parte della politica del nostro paese, non discostandoci da essa. La politica non è il male, il male è l'antipolitica.”

“Bene” Intervenne l'organizzatore.“Vedo che è un dibattito molto attivo e dinamico, però, purtroppo, il tempo a nostra disposizione è finito. Vi sollecito a tornare ad uno dei prossimi incontri dalle tematiche più o meno simili. Sono contento che ci sia ancora una così ampia e attiva parecipazione.”

Nereo rimase profondamente deluso dall'esito del dibattito. Sentiva crescere dentro di sé un senso di rivincita nei confronti della ragazza che di fatto lo aveva “sconfitto” dinnanzi a tutte le persone presenti. Il massone non sapeva se l'avrebbe rivista, però si rendeva conto che oltre alla sua sconfitta doveva pensare che lei rappresentava anche un nemico politico; dato che difendeva l'ordine costituito, fedele alla massoneria templare inglese. Lui e Julian, infatti appartenevano alla massoneria teutonica di stampo francese, secolare nemica di quella inglese.

Uscito dalla stanza Nereo si stava avviando verso l'uscita quando il ragazzo che lo aveva aiutato nella discussione gli si avvicinò “ Piacere, mi chiamo Iskandar Venizelos.”- Si presentò il ragazzo. Sorrise, e con modo pacato strinse la mano a Nereo “ Vedo nei tuoi occhi che non vedi l'ora dire quattro parole a Syprenia.” “ La socialista?” Chiese Nereo. “Sì, lei. E' una delle maggiori osteggiatrici del movimento anarchico qua ad Atene. Comunque non sono venuto per parlarti di lei.” Con la mano indicò il palazzo del parlamento greco che distava non più di un chilometro da dove erano loro. “ Nei prossimi giorni c'è un'assemblea per discutere della prossima manifestazione che si svolgerà nel centro di Atene, davanti il parlamento.” Poi si volse verso Nereo “ Mi piacerebbe che venissi. Se ti interessa è tra tre giorni. Ti vengo a prendere qua, dato che l'assemblea si svolgerà ad Exarchia.” Iskandar se ne andò senza dare il tempo a Nereo di rispondere. Era confuso, nella sua testa si intrecciavano mille e mille pensieri. Exarchia era il quartiere anarchico di Atene. Erano stati gli anarchici più radicali a ribellarsi alle autorità e ad occupare quel quartiere che era diventata, di fatto, una comunità indipendente nella periferia di Atene. Il ragazzo sapeva che quella era un'occasione irripetibile, ma rappresentava anche una seria minaccia per la sua incolumità.

Il gioco vale la candela pensò. E con un sorriso raggiante si allontanò verso il suo appartamento, vedendo estinguersi anche l'ultimo raggio di luce del giorno. Se i piani di Julian si fossero realizzati, questo sarebbe stato il crepuscolo del dominio templare in Grecia.

  
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