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Autore: Draetia Raeconis    21/05/2012    1 recensioni
Siamo destinati all’eternità. (1751)
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Dal Diario Di Charles

13 Gennaio 2151

In ritardo ad un appuntamento da almeno cento anni, uscire da questa situazione pare impossibile.
Ho passato i primi cinquant’anni senza di lei ad uccidere come se fossi un neonato.
I duecento anni in sua assenza si sono fatti sentire sulle mie spalle come se fossero mille.
Lentamente in me si è insinuato il terrore che Lei possa essersi innamorata di qualcun altro,
Trevorian, il mio Creatore, l’altro giorno mi ha cercato.

<< Charles! C’è una vampira che ti sta cercando, ha grigi occhi, marroni capelli e profuma di pesco. La conosci? >>
Il suo tono era un misto tra il preoccupato e il severo al tempo stesso, se gli avessi detto di si l’avrebbe cercata per ucciderla.
<< No, Niente, qualcosa vi turba mio signore?>> Per quanto mi parve impossibile riuscii a mantenere un tono distaccato .
<< Sicuro? Risponde al nome di Isaàn.>> Mi scrutò con quegli occhi verde ghiaccio mentre io cercavo di rimanere il più calmo
possibile cercava di carpire ogni mio minimo movimento anormale, ogni vibrazione stonata del mio corpo.
<< Voglio sperare che tu non mi stia mentendo, sai sembrava alquanto sicura quando, dopo averti descritto nei minimi dettagli,
si è raccomandata di dirti che ti avrebbe aspettato nei pressi della vecchia villa, se mai ti avessi visto. >>
Deglutii silenziosamente, le gambe fremevano dalla voglia di correre da lei, vederla, stringerla a me ancora una volta.
Se era arrivata fino a Trevorian doveva aver sparso la voce in lungo e in largo, forse ancora non l’avevo persa.
Quando sei immortale il tempo è tutto quello che hai, e non sono propriamente certo che lei ne voglia spendere del’altro attendendomi.
<< Avrà sbagliato persona >> Favellai con un tono irritato, lui lo lesse come sdegno perché qualcuno minava la mia credibilità nei suoi confronti.

Trevorian era un uomo, un vampiro, dai lineamenti spigolosi seppur avessero la strana capacità di evocare le sensazioni più dolci.
Aveva occhi verdi, d’un verde ghiaccio, freddo. Labbra fini, sottili e di un pallido rosa, i capelli li portava lunghi, bianchi,
donatogli dai secoli che aveva passato sulla Terra. Trevorian, in un certo senso, era il mio re ed il mio amante.
Lo amavo per avermi salvato, ma amavo Isaàn più di lui. Lei mi aveva insegnato cosa voleva dire amare, amare per davvero.
Con la sua passione per il dipinto, per la lettura, la Musica! La musica era la sua diletta, ed io avrei potuto sentirla suonare per ore.
Amavo il suo continuo, ammirevole quanto affascinante, volontariato, tanto che non potendo evitare di bere sangue,
decisi di cibarmi solo dei criminali. Insomma forse era il tipo di volontariato che solo un vampiro può fare.

Sospirai a quei pensieri di lei, ricordando amaramente l’ultimo nostro incontro, quando la lasciai dicendole “tra secoli saremo di nuovo assieme” ,
dovevo darle modo di abituarsi a sopravvivere da sola, a pensare a se stessa, e io sarei dovuto stare duecento anni con Trevorian, peccato solo
che sia un uomo pretenzioso e i duecento anni si siano trasformati in trecento in pochissimo tempo. Devo escogitare un modo per andarmene
da qui, da questo castello pieno di fronzoli, andare via da lui e tornare da lei, parlare e parlare, sentire la sua pelle sotto le mie mani, baciarla,
assaporarla, amarla. Non posso Restare.

Non voglio perderla.
Non voglio perderla.


   
 
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