Sette drabble scritte stanotte e riunite qui tutte insieme, ispirate a diversi personaggi/coppie (canon e fanon) della saga. Puoi fare di me ciò che vuoi. Ho steso sotto di noi i miei sogni, ma cammina piano, sono fragili.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
1)
Malocchio Moody, Ho osservato
una lumaca strisciare
lungo il filo di un rasoio, questo è il mio sogno,
è il mio incubo: strisciare,
scivolare lungo il filo di un rasoio e sopravvivere.
- Voi-Sapete-Chi li ha trovati.
Non serve dire altro, Peter lo sa:
le ombre sul volto di Malocchio svelano la sorte dei suoi compagni.
Rabbrividisce, dalle labbra secche esce un suono simile a uno squittio;
ha
paura, sa che presto toccherà anche a lui.
- Di vendermi,
Minus? – ringhia l’Auror. – Il mio incubo
peggiore
sarebbe strisciare come una lumaca per evitare la morte. Ma anche se
vivere da
ribelle significa salutare ogni giorno come se fosse l’ultimo
non abbandonerò
mai, mai il campo! E nemmeno
Fabian e
Gideon lo hanno fatto.
2)
Lavanda/Susan, D'improvviso, mi disse, le
parve assurdo continuare a nascondersi.
Susan aveva osservato per sei anni
Lavanda Brown senza osare rivolgerle parola.
All’inizio era rimasta
estasiata dai
suoi capelli biondi, continua a fissarli giustificandosi con se stessa
per la
loro bellezza – così diversi dai suoi, rossi,
inguardabili.
Si era poi scoperta irascibile ogni
volta che Lavanda si isolava per ore a chiacchierare con
Calì, ma fu solo
quando la vide avvinghiata a Ron che Susan capì cosa
provasse realmente nei
suoi confronti.
Allora si avvicinò e, con un
sorriso, le disse: - Mi sembra assurdo continuare a nascondermi.
Lavanda aggrottò la fronte,
confusa
– e Susan la trovò così bella,
così diversa da lei.
3)
Arthur/Molly, Furono... i suoi polsi. Erano
bellissimi.
- Hai
finito il tema di Babbanologia?
Molly si
strofinò gli occhi e sbadigliò, facendo cenno di
no con la testa. – Mi mancano
ancora dieci centimetri e non ho idea di come continuare.
- Posso
aiutarti io! – esclamò Arthur sedendosi accanto a
lei, entusiasta.
Osservò
l’amico scrivere le ultime righe, imitando perfettamente la
sua grafia, finché
i suoi occhi non si soffermarono sui polsi. Erano…
bellissimi.
Come fanno dei
polsi ad essere belli?
Mentre
Molly stringeva il polso del marito steso nel letto del San Mungo,
capì dopo
anni perché lo avesse trovato tanto bello: batteva.
Come
quando, per la prima volta, l’aveva sfiorato con il suo
braccio.
Quando
Draco vedeva Ginny, si sentiva pervaso da un
desiderio inspiegabile di afferrarle la mano.
L’avrebbe
trasportata via, in altri mondi, nel mezzo di una
festa medievale o accanto a una giostra rosa e dorata, di quelle con le
carrozze e i cavalli bianchi. In un tripudio di stelle filanti
l’avrebbe
abbracciata, baciandole il collo, sospirando sui suoi seni; e non
avrebbe
importato essere soli, l’avrebbe amata davanti a tutti,
strappandole i vestiti,
sospirando sui suoi seni.
Quando
Draco vedeva Ginny la realtà perdeva contorni,
affioravano i suoi fianchi, la pelle perfetta cosparsa di lentiggini e
il
sorriso – oh, il sorriso.
Il
titolo è una citazione da Amleto (ma va?); ho
unito in questo capitolo 3 + 1 drabble, scritte in due giorni diversi,
perché la raccolta da tre drabble di ieri sera... beh, ne
voglio fare una storia a parte!
Non
credo che stavolta ci sia bisogno di fare delle note, per cui lascio
tutto così!