Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: dubious3    22/05/2012    2 recensioni
Un tributo a Telesette e ai suoi cross-over.
Nella lontana terra di Konohamere, un malvagio stregone risorto dal passato esercita il suo terribile e nefasto potere.
L'unico che che può fermarlo è Ser Sasuke Uchiha, il più leggendario eroe della storia del regno, risorto per la stessa magia del negromante.
Peccato che le leggende, spessissimo, esagerino...
Note dell'autore: cambiamento di rating da giallo ad arancione per linguaggio più "forte".
Genere: Avventura, Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Orochimaru, Sasuke Uchiha
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

La Sala del Trono (in questo capitolo scoprirete finalmente perché questo posto è chiamato Rovine Infestate, dato che non si è ancora presentato un fantasma nemmeno a pagarlo a cottimo...)

 

Era da più di un secolo che Sasuke non metteva piedi negli antichi saloni della dimora di Re Sarutobi; tuttavia, sembrava riconoscere il posto come se fosse ieri. L'ampia anticamera, un corridoio ottagonale che delimitava l'intero perimetro della fortezza, era rimasta inalterata dal calore e dall'inferno che stava scoppiando la fuori. Purtroppo, era stato il tempo -Sasuke lo riconobbe- che, al posto suo, aveva compiuto un lavoro nient'affatto male di distruzione dell'antica magione: i marmi del castello, un tempo limpidi e bianchi come albume d'uovo, erano anneriti dal fumo e coperti da piante rampicanti rinsecchite, scheletri di edere prive d'acqua da troppo tempo. Anche del gigantesco ciclo di affreschi raffigurante le varie famiglie reali, che un tempo cingeva l'intera muratura, non ne rimase che qualche rimasuglio di vernice disseccata.

Tuttavia, forse la cosa che più di tutti a Sasuke sembrò innaturale era la luce: pallida e macilenta come quella di un cadavere lasciato sotto la pioggia MOLTOO a lungo, proveniente da alcune torce appese ai muri, che brillavano di fiamme verdi; accanto ad esse c'era le finestre, totalmente opache per la fuliggine, e incapaci di combattere questa luminosità spettrale trasmettendo la luce del sole.

"Che posto triste... e squallido..." Sussurrò, girando il capo per osservare ancora tutto quello sfacelo. "E' degradato tutto in fretta, troppo in fretta".

"E degraderà in un mucchio di cenere, e noi con lui, se non ci sbrighiamo".  Gli fece eco Gozu. "Ormai il calore che sento è sempre più insopportabile: il vulcano potrebbe eruttare da un momento all'altro. Al Kyubi, quanto sono distanti i nemici e re Sarutobi da noi?"

Il genietto chiuse gli occhi, per concentrarsi meglio e estendere al massimo delle potenzialità la propria vista interiore, e mappò tutte le presenze della zona.

"Io percepisce forze malefiche vicine... molto vicine... ma non attacca noi: sembra quasi aspettare presenza di qualcuno..."

"La nostra?" Chiese sempre Gozu, anche se la risposta, considerata la loro fortuna, gli sembrava ovvia.

"Purtroppo sì... ma no è solo mostri: io avverte anche altra presenza più radicata in questo luogo. Anima in pena, avvelenata da oscuro dolore, che cerca disperatamente di portare a termine compito molto importante".

"Re Sarutobi". Terminò Sasuke. Il racconto di Morte era dunque veritiero, e il glorioso monarca che al suo tempo governava Kohonamere si aggirava ancora per le antiche sale, probabilmente cercando di difendere disperatamente la propria dimora e il pezzo della sua Pietra. Quanto più pensava al proprio monarca, quanto più la sua ansia di vederlo si faceva impellente, al punto da farlo tremare.

"Mio sovrano.. dove siete? Dove siete?!?" Domandò, voltando il capo da tutte le parti per scorgere qualche attività spettrale.

"Tu sta' calmo, Sasuke. Io sente energia strana dappertutto... noi no ha idea di cosa aspetta a noi. Persino con nostro re. Io crede che, se vogliamo incontrarlo, noi deve attenerci a piano..."

"Il piano...?" Domandò Sagiri. "Per tutte le sirene stonate, credi davvero che la situazione sia così grave?"

Al Kyubi si sedette sulle gambe e incrociò le braccia, meditando.

"Mmmm... io crede che noi ha molti problemi in vista, e che situazione è sempre più difficile d'ora in poi... e che, con forze negative più forti di odore di dromedario dopo maratona, noi deve procedere con piedi di piombo".

"Giustissimo... corpo di mille paccheri..."

Con il proprio occhio mistico scoperto, Sagiri poteva ottenere una visione della zona precisa quasi quanto quella di Al. Non gli sfuggì, certamente, un largo numero di ombre nerastre strisciare sul soffitto, buio in modo talmente innaturale che persino i loro occhi sfolgoranti faticavano ad illuminare qualcosa. Dalla sua giubba piratesca, estrasse due pistole flintstock e le puntò verso l'alto.

"Cosa ne dite, allora... di incominciare con una bella pesca di vampiri?"

Sparò nell'oscurità un colpo per arma, al cui scoppio seguirono strani stridii, deboli ma evidentemente minacciosi. Sasuke e Gozu, armi in pugni, piegarono le gambe leggermente e alzarono lo sguardo, pronti a ricevere ogni attacco.

I nemici non tardarono a fiondarsi. Erano almeno quattro esseri strani, simili ad uomini incredibilmente alti, ma dal pelo nero come quello di ogni Demone delle Ombre e dalla testa di giganteschi pipistrelli vampiro. A renderli più simili a tali animali vi erano anche le ampie ali membranose e i piedi prensili, muniti di artigli un po' più lunghi di quelli che sputavano dalle mani umane.

I mostri svolazzarono un poco attorno al gruppo, gracchiando e stridendo in maniera sempre più cacofonica e insopportabile. Uno di loro in particolare, con un taglio sanguinante che gli smussava la punta orecchio destro, urlava contro Sagiri, con gli occhi ancora più bramosi di morte e assassinio.

"Che c'è, draculino, non ti piace il buco che ti ho fatto?" Lo schernì il corsaro, puntando con la bocca spalancata la propria pistola. "Ah... giusto: ti ho preso un po' troppo in alto. Se davvero se così impaziente di un orecchino nuovo, lascia che miri in modo più preciso".

Il mostro, comprendendo bene lo schernimento del nemico, grugnì qualcosa di incomprensibile e si lanciò avanti, tentando di affondare le proprie zanne nel collo di Sagiri. Questi però si era già abbassato e sgattaiolò via con una capriola, per poi fare fuoco nell'occhio luminoso del mostro. La creatura voltò il capo quel tanto che bastava per non rimanere orbo; tuttavia, il proiettile centrò in pieno il sopracciglio, spaccandolo a metà e conficcandosi nell'osso della bestia.

Il demone-pipistrello incominciò a portarsi le mani sul volto e ululare spasmodicamente dal dolore, ma Sagiri non ebbe tempo di approfittarne: un' altra creatura si era fiondata alla destra del pirata, sferrando un pugno diretto verso il basso. L'attacco mancò il pirata, che era riuscito ad effettuare uno scarto a destra un attimo prima che il mostro gli spaccasse una gamba; il pugno del nemico, così, si infranse sul pavimento, sfondandolo in parte e rivelando degli inquietanti sprazzi di luce rossastra.

La bestia, tuttavia, non demorse, e spalancò la bocca ancora di più. Da essa proruppe una vera e propria onda sonica, che si propagò lungo tutta la stanza, facendola tremare, ma la cui maggior parte di aria andò a mirare Sagiri.

"Maledizione...!" Imprecò il pirata, girandosi di lato repentinamente. Non fu però abbastanza veloce, e il l'onda sonica lo colpì sul fianco destro con tanta forza da sbatterlo contro il muro alle sue spalle.

Osservando il nemico impotente, il grottesco pipistrello, tentò un altro attacco sonico contro il nemico, ma una minaccia più impellente lo costrinse a cambiare bersaglio: Gozu aveva mirato il suo collo e lo stava raggiungendo con le dite ungulate unite a mo' di coltello. Il mostro si girò repentinamente e saltò in alto per sferrargli un calcio con le proprie secche, ma letali gambe; intanto, l'uomo-pipistrello ferito, seppur dolorante, attaccava il guerriero da dietro, spalancando le braccia per afferrarlo.

Il guerriero di Porto Scorbuto evitò il calcio spostandosi leggermente a destra, per poi, contemporaneamente, troncare la caviglia ossuta del mostro davanti e sferrare un calcio contro la creatura dietro di lui. L'artiglio trinciò l'arto del mostro come se fosse fatto di burro, mentre la pianta del proprio piede affondò nella guancia dell'altra creatura per poi scagliarla vari metri indietro.

 Immediatamente dopo, Gozu afferrò l'altro essere per la gamba mutila e gli sferrò un calcio all'altro stinco, facendogli perdere l'equilibrio. Mentre il mostro traballava, lo scagliò con forza contro il proprio alleato, schiantando entrambi.

"Craaggh... DISTRUGGERE!!!" Ruggirono i due mostri, imprecando. Provarono a rialzarsi in piedi, stridendo talmente forte che il pavimento e i muri portanti vibravano leggermente.

"Non credo proprio, brutte cornacchie!"

Il rumore era talmente forte che difficilmente era possibile concentrarsi; tuttavia, Sasuke riuscì a focalizzare abbastanza la sua attenzione sui suoi avversari per mirarli e scagliargli contro la folgore mistica da poco acquisita. Il dardo luminoso, mentre centrava il demone dalla gamba mutila in volto, sfrigolò ancora più luminoso, incendiando il bersaglio come un torcia.

"Crarrggh!!!"

Con un ultimo rantolo disperato, l'uomo-pipistrello crollò sul terreno con il capo ridotto ormai a poco più di uno scheletro. L'altra bestia, comprendendo bene il pericolo imminente, scalciò furiosamente il cadavere del compagno per tornare in piedi. Gettata lontano la carcassa del compagno, spiccò un balzo per poi agitare le ali, planando così in alto. Gli altri due mostri, che ancora svolazzavano in circolo, seguirono l'esempio del loro compagno e si ritirarono nell'oscurità sovrastante.

"Si stanno ritirando...?" Chiese Sasuke, osservando la propria mano con evidente meraviglia. "Cavoli... beh, anche io sarei terrorizzato se dovessi affrontare il terribile pugno di Sasuke made in Luce..."

"Guarda che altri eroi offende se tu no da nomignoli a loro armi". Lo redarguì Al. "Comunque... nemici no scappa: loro ritira".

"Sì... e se tutto quel rhum non mi ha fatto crescere le mitili nel cervello..." incominciò Sagiri.  Il suo occhio mistico schizzava nell'orbita, cercando di localizzare chissà quali movimenti con crescente eccitazione.

"... ho davvero paura che stanno tentando un attacco in massa!! Porco Dracula, via tutti!!!"

Senza aspettare nemmeno un secondo, il gruppo iniziò a correre a perdifiato nella rotonda, cercando il portone d'accesso alla sala del trono. Dal buio sovrastante partì una gigantesca colonna sonica mirata al gruppo sottostante, prodotta dagli stridi di innumerabili pipistrelli demoniaci.

Approfittando sempre della magia in slow-motion di cui abbiamo già parlato vari capitoli e anche un po' della forza delle onde soniche "in esubero", i nostri effettuarono un fighissimo scatto in avanti, evitando il grosso della colonna sonora mentre i muri portanti attorno a loro si incrinavano , e, cosa più importante, il pavimento sotto di loro si sbriciolava come tante tessere di domino.

"Porco Dracula?!? Porco vulcano, invece!" Esclamò Sasuke, inviperito. Girando il proprio cranio snodato, gli saltò quasi l'unico occhio rimasto nel vedere un profondo corso di lava scorrere proprio sotto di loro.

"Pensa a guardare davanti a te, invece:" lo avvertì Gozu "il Dracula in questione è di fronte a noi!"

Lo stormo dei pipistrelli, accresciuto notevolmente di numero, infatti li aveva preceduti nella loro corsa disperata, circondandoli in ogni direzione. Gozu osservò bene dove i suoi nemici svolazzava e si preparavano a colpire. Concentrato sino all'inverosimile, saltò sul muro alla propria destra e corse su di esso per un breve tratto.

"Benissimo... è arrivata l'ora della fase 2! Geronimooo!!"

Il demone a lui più vicino si avventò su di lui con le fauci spalancate, provando ad azzannargli il collo. Gozu saltò in alto all'ultimo istante, quindi sferrò colpo secco con la punta degli artigli, squarciandogli la nuca di traverso. Altri tre demoni, quattro, quasi un plotone di mostri si avventò su di lui come un solo demone feroce ed affamato, mordendo e graffiando ossessivamente. Il guerriero ungulato, a mezz'aria, si difese tirando calci e affondi con i propri artigli ad ogni creatura a portata di tiro, cercando al contempo di non atterrare mai a terra..

Sasuke si girò proprio mentre stava per svoltare: il pavimento sotto di Gozu era già crollato, e presto sarebbe toccato a loro. Mancava poco alla fine della loro corsa- il portone d'ingresso, se non ricordava male, era proprio al lato del pentagono verso cui stavano per svoltare- ma avevano ormai il fiume di lava bollente alle calcagna, e non sapevano quanto sarebbero durati. Oltretutto, uno degli uomini-pipistrello aveva smesso di dedicarsi alla preda che il suo gruppo tentava disperatamente di catturare e decise di fiondarsi su prede meno combattute.

"Aahahahah... f-forno... FORNO!!" Strillò con tutte le forze.

"Cosa avrà voluto dire? Cos...?"

Il demone pipistrello aveva emesso, rapidamente, un ennesimo stridio sonico. Urlando NOOOO in rallenty, Sasuke aveva evocato un fulmine e glielo aveva scagliato nel volto. Il colpo aveva centrato l'inseguitore, bruciandogli il collo fino a che il suo corpo non fosse divampato nelle fiamme; tuttavia, fu troppo tardi per fermare l'onda sonica.

Voltandosi, il nobile vide il muro di fronte a lui frantumarsi un mare di detriti, molti dei quali andarono ad ostruire il passaggio verso il prossimo lato dell'ottagono.

"Qui nemmeno il potere della slow-motion può fare qualcosa..." mormorò, pregando silenziosamente di scamparla anche questa volta. "Qualcuno ci aiutiii!! Specialmente se re!"

Non sentì più la terra sotto i piedi, letteralmente: il pavimento sotto di lui era totalmente precipitato, e avanzare verso l'ingresso successivo pareva impossibile. Ormai, nulla poteva scampare Sagiri e Sasuke da un incontro ravvicinato con un bel bagnetto di lava bollente.

Sennonché, le loro preghiere parvero venire esaudite: mentre i  tentavano disperatamente di mantenersi a galla nuotando a farfalla nell'aria, una mano li afferrò per i polsi con dolcezza. Poi li sollevò dalla loro posizione, facendoli levitare lungo il corridoio ottagonale.

"Per tutti i sargassi basaltici, cosa sta accadendo?" Si meravigliò il pirata, sbattendo le palpebre più volte dallo stupore e ringraziando per lo scampato pericolo.

In un attimo, i due videro il fiume di lava allontanarsi sempre di più, per poi venire sostituito da un pavimento di pietra regolare e levigata, seppure impoverita; anche la luce rovente della lava venne sostituita da un'altra ben meno luminosa e spenta, che pareva ingrigire ogni cosa.

La mano salvatrice pose entrambi su tale pavimento, dove si poggiarono i piedi. Tornati ad una posizione di equilibrio accettabile, i due poterono finalmente vedere il loro salvatore: era lo spirito di un vecchio, regale per portamento e saggezza, ma ingobbito per i lunghi anni. Questi svolazzava paludato in una lunga tunica luminescente di azzurro che terminava con un piatto copricapo spiovente al lati, sorridendo ai due visitatori in maniera benevola e amichevole.

"Benvenuti, amici cari e compagni di lotta; e benvenuto più di tutti a voi, Sir Fortesque! Dovervi incontrare in una simile ora buia è propizio al di là dei miei sogni!"

Il cavaliere rimase per un attimo basito dalla gioia, ma subito si inchinò davanti allo spettro portandosi la mano sul cuore.

"Vivo o morto, io sarò sempre il vostro servitore più fedele, mio sire".

"Re.. re Sarutobi...?" Sagiri squadrò rapidamente prima il suo amico, poi il fantasma regale; infine, si rivolse a quest'ultimo, imbarazzato.

"Emmm... potente re di questo regno... vorrei tanto inchinarmi, ma sono pur sempre un pirata, e il codice dei pirati articolo 19, sottosezione 2 recita chiaramente che: "un vero bucaniere non può mai flettere la propria schiena di un angolo superiore ai dieci gradi, salvo in caso di problemi alla colonna di sorta o di pena capitale". Capite quindi..."

Lo sguardo, penetrante e carico di sdegno per un rifiuto del genere, dell'Uchiha, amplificato da un bagliore rossastra alquanto sinistro, fece accapponare la pelle al pirata.

 "Tu non farai cosa davanti al mio sovrano, Sagiri?!?" Lo minacciò. Per fortuna del pirata, intervenne il defunto monarca a placargli l'animo.

"Non vi irritate, Sir Uchiha. Mi basta che siate voi ad inchinarmi. Dopotutto, con voi non ho bisogno di altri uomini. Siete o non siete il prode erede degli Uchiha, il più nobile dei miei cortigiani, il più audace dei miei capitani, e il più spassosamente goffo giocatore di crocket che io abbia mai visto?"

"Emmm... certamente... signore..." Sasuke esitava a parlare: sapeva che era giusto e onorevole rivelare ogni cosa riguardante la sua vera indole al proprio sovrano, ma anche che farlo ora sarebbe potuto essere compromettente per la missione.

"Certamente sì, mio buon Sasuke. Avrei voluto rincontravi in tempi più felici e in condizioni meno legate al mondo dei morti; tuttavia, il nostro regno ha più che mai adesso bisogno di voi adesso per difenderlo dalla più tremenda minaccia che abbia dovuto affrontare sin dalla sua fondazione. Come bene avuto potuto constatare, la mia buona vecchia fortezza pullula di mostruosità infernali di ogni genere e forma".

"E' per tale ragione che mi sono recato al vostro cospetto, sire, proprio per vincere tale orda malefica: la Pietra di Anubi mi è necessaria a tale scopo, e le voci mi hanno condotto sino a voi e alla vostra dimora".

"Certamente, Sir Sasuke, il frammento di manufatto da me custodito è a vostra disposizione. Vi conduco immediatamente da esso. Seguitemi".

Lo spirito volteggiò e volò verso la parte più interna della stanza. Mentre Sasuke lo seguiva, Sagiri prestò particolare attenzione alle antiche sale.

L'intera struttura che si mostrava ai suoi occhi era quella di una grande sala rettangolare a tre navate, la cui somiglianza con una chiesa era resa più evidente dalla presenza di un alto matroneo. Queste erano delimitate da quattro massicci e squadrati pilastri di roccia, anch'essi, come i muri del vestibolo, ormai usurati e corrosi da rampicanti. Dirimpetto scorgeva, alla fine della sala, un imponente trono dorato i cui bracciali terminavano entrambi con il vortice di Konoha, e verso il quale i due ex-defunti si stavano avvicinando.

Lo spirito del sovrano, raggiunti i due bracciali, toccò con i medi il centro di entrambi vortici ed applicò una leggera pressione. Con uno stridio ed un boato, simili a quello di un macchinario in attivazione, la base del trono indietreggiò di vari metri, mentre un qualcosa al di sotto del pavimento si alzava e faceva pressione mano a mano che si allontanava.

Sasuke osservò un cubo dai lati costruiti in oro, all'apparenza cavo, dentro cui giaceva l'ultimo, agognato pezzo della Pietra di Anubi, che aveva forma di torace di scarabeo in zaffiro e oro.

"Ecco a voi il vostro dono sir Uchiha, avanti, prendetelo". Incitò il sovrano, benevolo.

Sasuke avvicinò le dita della mano fino a quasi sfiorare la sorta di teca; tuttavia, non avanzò oltre e girò il proprio capo rivolgendosi al suo signore. Il suo sguardo, serio, prese di sorpresa il sovrano, che balbettò una domanda:

"C-cosa state aspettando, messere? Avanti... su, prendete la pietra".

Sasuke rimase immobile a fissare il proprio sovrano in maniera sempre più accigliata. Questi sembrava sempre più agitato, a tal punto da tremare e sbattere le palpebre in maniera convulsa.

"Cosa state aspettando messere... COSA STATE ASPETTANDO?!?" Sbraitò all'improvviso, con il volto contratto in una maschera di ansia e collera.

Sagiri trovò il repentino cambiamento della personalità del vecchio scioccante sino a disturbarlo, ma non era nulla rispetto allo sguardo di Sasuke: dardeggiando dallo Sharingan, l'occhio dell'Uchiha pareva convogliare un puro istinto omicida, tale che il re spettro arretrò, spaventato.

"Dove siete..." Si alzò, sussurrando lentamente. "Dove siete bastardi... DOVE DIAVOLO SIETE?!?"

Chiuse la mano in un pugno, presto circonfusa dalla folgore della Luce, e l'alzò sopra la testa, ruggendo:

"Maledetti, fatevi vedere! Voglio vedere in faccia il bastardo che ha osato plagiare il mio sovrano! FATEVI VEDERE!!!"

In risposta ad una sfida simile, si udì all'improvviso un rumore di passi avvicinarsi alla sala del trono. Sia Sagiri che Sasuke girarono lo sguardo dove il matroneo continuava sopra la sala del trono, similmente ad un balconcino coperto. Da una stanza del piano superiore, uscirono dalle ombre due figure. La prima era quella di un essere umano dal nasone parecchio pronunciato e i capelli arancione acceso, racchiusi in una preziosissima corona gemmata, che avanzava sdegnoso trascinandosi un lungo mantello di ermellino.

Vicino a lui camminava un demone non molto dissimile dai mostruosi pipistrelli incontrati poco fa, sebbene le sue fattezze fossero più simili ad un uomo dal viso allungato che ad un pipistrello, anche perché sulla testa si potevano scorgere veri capelli, sebbene scuri e arruffati, e non solo pelame. Poi, indossava un indumento, una lunga sciarpa color lilla che gli cingeva il collo fino a scendergli sul torace.

"Bene, bene, bene". Affermo questo compiaciuto, rivolgendosi al possessore dello Sharingan. "Sei riuscito a scorgere il mio inganno in tempo. Deve essere per il genio che ti porti appresso che hai notato la trappola magica attorno alla Pietra. In quanto a te, Re Sarutobi, "si rivolse al sovrano defunto, che gli rispose con un rispettoso inchino "puoi andare, per il momento".

Lo spirito come un automa rispose di sì e si volatilizzò in un istante. L'ira di Sasuke ebbe ora come bersaglio il demone, che puntò mentre la luce mistica attorno alla mano si intensificava sempre di più.

"Dunque sei tu che hai osato porre quell'incantesimo sul mio amato sovrano!"

"Non è totalmente esatto. Per la fattura devi ringraziare principalmente Orochimaru: noi gli abbiamo dato una mano sollo nella cattura". Spiegò quello, totalmente indifferente alla furia del suo interlocutore. "Ad ogni modo, vedo che ciò che abbiamo fatto al tuo sovrano ti ha fatto un bel po' su di giri, vero? Beh, scaldati quanto ti pare: quello a bruciare sarai tu..."

"Parole molto grosse, per chi ha dell'artiglieria pesante puntata sul cranio!" Si aggiunse Sagiri. Questi aveva estratto una manciata di coltelli dalle sacche appese alla cintura, e le teneva strette fra i palmi, pronto a colpire.

"Mph, abbiamo anche uno scarto di taverna, fra noi..." Commentò il mostruoso pipistrello, sarcastico. "E chi altro adesso potrebbe venire, un hippie squinternato assieme ad un drago rincitrullito?"

"Tu no tenta sorte, demone:" lo ammonì Al "considerata situazione, potrebbe davvero giungere in nostro aiuto".

"Allora, intanto che li aspettiamo... diamo il via alle danze, vi va?"

Irato, Sasuke pose in avanti il braccio per scagliare il proprio dardo energetico, gridando. Il demone piroettò su se stesso e spalancò le fauci, quindi emise un'altra zaffata sonica simile a quelle della sua razza, solo colorata di un sinistro luccichio verde acido.

I due attacchi collisero a mezz'aria, bloccandosi vicendevolmente per un poco, sino a che la sfera assorbì l'energia dell'onda, striandosi ed espandendosi, per poi esplodere in un rombo assordante.

L'Uchiha aveva fatto in tempo ad evocare lo scudo, per difendersi dal contraccolpo; però non riuscì a proteggersi dal fortissimo lampo seguente, che lo accecò.

"Eehehehe..." sogghignò il demone pipistrello. Rapido in modo innaturale, si avventò sull'Uchiha ancora stordito, provando a sferrare un pugno. Purtroppo per lui, ad aspettarlo vi erano due coltelli da lancia che volarono dirette ai proprio volto. Istantaneamente, protese le ali in avanti e si girò di scatto. L'aria emessa dalle ali da chirottero fu abbastanza forte da fermare i coltelli, che volarono via infilzandosi in due pilastri.

"Bene, ora è davvero il mio turno!"

Il demone pipistrello compì un giro completo su se stesso ruotandosi attorno ad un piede, quindi prese un lungo respiro, inalando aria ed energia malefica. Sparò un ulteriore sonicboom magico, ma entrambi i suoi avversari lo evitarono con salto. Sasuke, intanto, sfoderò Pinnadisqualo, con gli aculei drizzati per l'eccitazione, e sferrò un fendente proprio di fronte al nemico. Con il potere della spada l'onda di energia sparì, sbranata, e il pipistrello antropomorfo fece appena in tempo a balzare all'indietro per non venire morso dalla terribile bestia.

"Brutto cagnaccio rognoso!" Strepitò il compagno del demone. "Non devi assolutamente mordere Rinji: mi deve cinquecento denari per non avermi permesso di razziare questa fortezza come si deve!"

"Emerito bastardo..." Sibilò l'uomo-pipistrello fra le fauci. D'un tratto, sentì sul proprio braccio destro un rivolo di calore e senso di appiccicume. Guardando meglio, notò che una delle spine del nemico gli aveva ferito il braccio.

Dentro di se sorrise, stranamente: gli avversari si stavano rivelando ben più forti e tenaci del previsto, una vera e propria sfida. Sicuramente quello era un modo perfetto per rompere la monotonia quotidiana, anche se, ovviamente, ora sapeva che prolungare troppo il gioco sarebbe stato rischioso.

"Senti, Yahiko, se proprio "rivuoi" quel maledetto denaro, perché non vieni giù a darmi una mano con questi qua? Potrei faticare ad eliminarli da solo..."

Udendo il nome Yahiko, Sasuke si ricordò bene del temuto e famigerato capo dell'A.L.B.A, l'organizzazione criminale che aveva costretto Isaribi e Gozu ad una vita di criminalità. Il trovare davanti una feccia del genere, resa ancora più irritante dal suo atteggiamento del tipo "Mr. Scrooge pre-visita degli spiriti", fece ribollire il sangue nell'unica parte vitale del suo corpo, ovvero l'occhio.

"Dunque sei tu il famigerato capo dell'A.L.B.A... " si rivolse all'uomo, mentre la propria bocca si contorceva in un ghigno. "Sai, ho sentito parlare di te varie volte".

"Ah davvero?" Chiese quello, incuriosito. Sfilò dunque il prezioso mantello con estrema delicatezza, come una madre depone il proprio bambino sulla culla, e balzò vestito con l'uniforme dell'A.L.B.A. alla sinistra di Rinji, davanti ai suoi nuovi avversari.

"Sentiamo un po': quali voci ti sono giunte sul mio conto, per caso? Magari dovrei farla pagare ad un po' di spioni..."

"Direi che le voci sul tuo conto non sono affatto buone, per usare un gigantesco eufemismo; anzi, per dirla tutta gira la notizia che tu sia una carogna di proporzioni ciclopiche, una sottospecie di piattola abbietta che persino agli insetti giganti faresti schifo. Insomma, meriteresti davvero che qualcuno te la faccia pagare più salato di quanto i tuoi soldi potrebbero mai permetterti..."

"Fhhh... qualcuno ha davvero un demonio per capello, sempre che di capelli uno ne possa parlare..." commentò Rinji, intromettendosi con un lungo fischio. "E, sentiamo, in quali e quante maniere intenderesti fare la pelle a questo braccino inesistente che ho qui davanti?"

"Ehi!!" L'uomo dal pel di carota si incollerì con il compagno a tal punto da sbuffare aria dalle narici come una locomotiva. "Io, avaro?!? Solo perché amo talmente tanto il denaro che truciderei la mia intera famiglia e farei esplodere il pianeta Terra alla sola possibilità di perdere dei soldi, questo non mi rende avaro!"

"Appunto... tua frase si commenta da sé..." Al sospirò, scuotendo il piccolo capo. Nemmeno lui poteva trovare qualcosa di più assurdo e grottesco della realtà stessa, in quel frangente.

Sasuke, però, non trovava tutto ciò affatto divertente: rabbiosamente generò un altro lampo luminoso nella mano e lo scagliò contro il demone pipistrello. Subitaneamente, Yahiko si frappose fra Rinji e il proiettile, assorbendo interamente l'assalto.

Una nuvola di fumo venne generata istantaneamente dall'impatto, coprendo leggermente entrambi i contendenti. I due guerrieri compresero immediatamente che questa breve pausa era ormai terminata e che l'offensiva avversaria non avrebbe tardato a rispondere, perciò ritornarono in posizione di guardia con i coltelli l'uno e la Tagliateste l'altro.

Nondimeno, non poterono mai essere preparati a ciò che videro successivamente: diradata la nube, comparve davanti a loro il corpo di Yahiko, la cui pelle, totalmente illesa, si era colorata di una marrone così scuro da tendere al nero.

"Eheheheheh...." sogghignò quello, con la voce che gli rimbombava nel naso "non avete capito? Il tipo dietro di me mi deve dei soldi perché mi ha impedito di prendere il bottino accordato subito, e la colpa è tutta vostra. Perciò le soluzioni sono due: 1) mi pagate cinquecento denari con gli interessi del 200% al minuto; 2) prenderò come bottino..."

Il signore del crimine inspirò forte, quindi tirò un diretto micidiale contro Sasuke.

"... i vostri corpi!"

Il nobile, grazie allo Sharingan, effettuò in tempo una schivata laterale per poi estrarre la propria arma magica. Prima, però, che potesse compiere un affondo, Yahiko aveva sferrata una tallonata al terreno tanto forte da aprire crepe nel marmo e far saltare metri di pavimentazione; così quello venne sbalzato via dall'onda d'urto ed atterrò in piedi pochi metri più indietro.

Ad aspettarlo c'era Rinji, che, alzatosi, in volto, generò contro di lui un 'altra sonicboom. Non potendo evitarla, lo scheletro evocò lo scudo magico appena un istante prima di venire colpito.

"Arrgghhh!!... Dannazione!" Imprecò l'Uchiha, sentendo sempre di più la forza del colpo fare breccia nella sua difesa e rompere l'incanto.  L'istante dopo, però, la tremenda pressione che stava subendo si affievolì di colpo.

Osservando il suo aggressore ed udendo un tintinnio metallico, comprese perfettamente la causa: Sagiri era intervenuto da dietro nel lancio di due coltelli, costringendo Rinji ha voltarsi e dedicare le sue attenzioni su di lui.

Benedicendo nella mente il proprio amico, che sorrideva sebbene il mostro gli stesse vomitando addosso una letale scarica di energia sonica, decise di non rendere vano il suo sforzo di esca e si lanciò in avanti, tentando di affondare la propria lancia nella schiena del pipistrello.

"Eheheheheh.... NO!"

Con una rapidità incredibile, Yahiko si frappose a fra Sasuke e Rinji, sferrando una manata per deviare l'arma. Il nobile fu più veloce, ritraendo l'impugnatura della lancia prima che fosse tardi; tuttavia non aveva fatto i conti con Rinji, che planò dietro di lui e gli si avvicinò all'orecchio destro.

"Considerati i tuoi natali sì nobili, Uchiha..." gli sussurrò appena "assisti ad un concerto transilvanico in pieno stile".

Il grottesco uomo-pipistrello aprì leggermente la bocca, poco più che in un bacio, e da essa emise un torrente di un onde. Per quanto ad un orecchio normale fossero su frequenze inaudibili, Sasuke provò un senso di stordimento che mai aveva sperimentato sino ad allora, se non con il potere mesmerizzante del flauto di Tayuya. Il capogiro fu talmente forte che Al sobbalzò nel cranio, ululando come se lo stessero squartando, e lì tutto il mondo attorno a lui pareva girare sempre più vorticosamente.

"Cosa sta accadendo...?" Biasciò, non avendo nemmeno la forza di sussurrare. Si accasciò quindi a terra, in qualche modo ancora cosciente, ma totalmente incapace di muovere un muscolo.

"S-Sasuke!" Esclamò Sagiri tra l'attonito e l'inferocito. "Cani della Compagnia delle Indiee!!"

Non aspettò un istante per estrarre la sua pistola flintstock e sparare due colpi per arma da fuoco, che subito si infransero nell'innaturalmente resistente pelle del signore del crimine.

"Pirata dei miei stivali! Qui nessuno può pirateggiare in questo regno senza avermi pagato autorizzazione e tassa! E per tutto il casino che mi stai causando, dovrà essere di almeno ottocento denari pagati con il tuo sangue, piratucolo bucanierastro di un predoncino incapace di saccheggiare una culla indifesa!" Inveì contro quest'ultimo.

Rinji abbassò lo sguardo, borbottando fra sé: Yahiko aveva già ripetuto una battuta del genere, e la sua leggendaria taccagneria stava diventando ormai noiosa.

"Yahiko... possibile che tu sia così venale?" Lo rimproverò. "Esistono cose che valgono più del denaro, anche se molte di queste hanno bisogno di soldi per essere comprate".

"C-cosa?!? Esisterebbe qualcosa di più prezioso al mondo dei miei amori tesori figliuoli adorati porcellini soldini?!?"

"Certamente... ad esempio, un buon boccale di birra e sangue AB- dopo una sanguinosa battaglia, il prendere il giro il proprio nemico con un frasi sarcastiche ed un atteggiamento di superiorità quando te lo puoi permettere... poi ci sono anche i camerateschi ping-pong di insulti al bar... insomma, tante cose, e non ultima la salute".

"Io sono sempre stato benissimo con i miei soldi e senza nemmeno scucire un centesimo ad una sanguisuga di barbiere medico o stregone. Un centone al giorno toglie il malanno di torno" .

"Oscurità nera..." Rinji appoggiò il volto sul palmo della mano dallo sconforto. "La tua zucca è solo un ammasso vuoto, sensibile unicamente al tintinnio dei denari!"

"Non solo dei denari: anche al suono di dobloni, rubli, vecchie lire, euri, talleri, dollari, sterline, yen, marenghi, corone, fiorini...i!"

Mentre Yahiko enumerava le proprie monete contando sulle proprie dita (e mostrando una quanto mai insana soddisfazione nel farlo...) Sagiri si era ripreso ed aveva interrotto la conversazione con lo scoppio e il sibilo di due proiettili, mirati l' uno alla nuca del boss di Porto Scorbuto, l'altro alla fronte del demone.

Il primo attacco non diede maggiore fastidio a Yahiko di una puntura di zanzara, ma lo distrasse abbastanza affinché il secondo colpo, volando raso alla capigliatura arancione dell'uomo, andasse a trapanare il cranio di Rinji. Ma non andò così: il pipistrello saltò in alto di qualche metro, afferrando la palla a mezz'aria con le proprie micidiali ganasce e serrandola fra i denti.

"Eheheheheh... sei uno sciocco". Sogghignò, mostrando, tra un sorriso a trentadue denti, il proiettile costretto tra i canini e i premolari.

"Per ora ho relativamente scherzato, ma mi avete fatto comprendere presto che è meglio lottare al massimo delle capacità sin da adesso. In termini meno banali ma leggermente più astrusi, il rodaggio è finito: ora inizia il Grand Prix".

"Sono d'accordo".

A parlare non era stato né Sasuke né Sagiri; piuttosto, la voce era simile ad rauco eco, proveniente dalle profondità della terra, talmente flebile che solo orecchie potenti come quelle di Rinji avrebbero mai potuto udirlo.

Notevolmente attratto da un rumore simile, l'uomo-pipistrello drizzò ancora di più i padiglioni, attentissimo a captare ogni movimento. Il capo dell'Alba si occorse di questo suo cambiamento, e ne domandò la causa.

"Rinji, cosa hai? Che stai sentendo?"

All'improvviso, il pipistrello realizzò ogni cosa, paralizzandosi quasi dallo stupore. Subitaneamente volò verso una mattonella alla sua destra, con il destro carico e pronto a sferrare un colpo.

La mattonella incominciò a tremare da sola ed ad alzarsi, sottoposta ad una forte pressione. Rinji la colpì con un palmata, cercando di rimandarla indietro, ma la roccia, stretta, a quanto pare, tra due forze contrastanti, si spaccò al centro, crepandosi in più punti. L'uomo pipistrello emise uno stridio di dolore e si ritirò immediatamente.

"Maledetto! MALEDETTO!!" Imprecò quasi latrando, tenendosi il palmo della mano, che, trafitto, sanguinava copiosamente icore.

"Maledicimi pure quanto ti pare, ma dovresti risparmiare il fiato, invece".

In un tempo infimo, una luce rossastra partì dai bordi di altre lastre, descrivendo un perimetro abbastanza grande da permettere ad un uomo di passarci dentro. La roccia così tagliata venne sbalzata via da una forza applicata dal basso, di intensità tale che venne scagliata quasi sul soffitto.

Dal buco così ottenuto emerse una figura alla cui vista la rabbia di Yahiko raggiunse livelli epocali, senza però evitare di tingersi con un sottile e inquietante senso di paura.

"G-Gozu!!" Strepitò digrignando i denti. "C-cosa diavolo ci fai ancora vivo?!?"

Il guerriero, emerso dal piano inferiore, si ripulì quello che restava del mantello dalla lava solidificata, staccandone i frammenti e gettandoli con noncuranza dove capitava. Poi, senza mostrare la benché minima emozione, si rivolse a Yahiko:

"Ah... sei tu, piccola piattola avida. Non mi aspettavo che tu fossi venuto a sporcarti le mani di persona. In genere, l'accoppare bersagli che non ti devono qualche soldo è un lavoro che riservi ai tuoi lacchè. Immaginavo, al limite, che fossi alla Sala del Tesoro a trastullarti come mentre vedi un film erotico".

"N-non farmi pensare..." Il ricordo dell'opulenza a cui si era dovuto separare stava acuendo la rabbia del signore dell'A.L.B.A. sino a rendergli il volto livido.

"E comunque, non è affatto vero che qui nessuno mi deve qualcosa: tu, ad esempio, sei quello che mi deve più di tutti. O, forse, ti sei dimenticato di tutto quello che l'A.L.B.A. ha fatto per te, dopo che ti abbiamo accolto quando non avevi nulla, nutrito quando eri sfinito e morivi dalla fine, e, sopratutto, protetto egregiamente e con efficienza quello schifoso scorbutico di Ebisu?"

"Tutto quello che ricordo è di essere finito nelle mani di creature che non oserei nemmeno definire degli squali, per rispetto alla categoria di pesci. Secondo la mia agenda personale e i miei calcoli, i miei crediti nei vostri confronti superano di gran lunga ogni possibile debito". Gozu parlò senza traccia di acrimonia o collera, come un perfetto commerciante che deve stilare un bilancio dei suoi guadagni e delle sue perdite.

Tutto ciò portò la rabbia di Yahiko al parossismo: questi schiumò, paonazzo in volto, strepitando:

"Allora credi che siamo noi in debito con TE?!? Di una sola cosa io ti sono debitore, o meglio, la mia famiglia lo è, ed è della fine di quello sfaticato, disgustoso uomo che era tuo padre. Non ti ricordi come stesse sempre lì a fare il ciabattino e a fabbricare quelle calzature pregiate? Erano bellissime... BELLISSIME!! Come ti potevi aspettare che dei fini intenditori come quelli del nostro ceppo non potessero averle ad ogni costo? Ma quell'idiota di tuo padre non ce le voleva dare, nonostante gli avessimo spillato ogni centesimo dal portafogli. E non era nemmeno perché fossero cose preziose, no, che pure avrebbe avuto la mia comprensione: ci aveva rifiutato un dono così per scempiaggini tipo onore e dignità  o roba del genere. Patetico! Così, il mio compianto genitore gli ha dovuto dare una bella scrollatina... Non ricordi più, forse, come lo aveva ridotto a fine duello? E, sopratutto, non ricordi di come avesse distrutto la sua stessa collezione?"

Gozu ricordava ogni cosa perfettamente, come se del, resto potesse mai dimenticare la giornata in cui aveva perso tutto. Ricordava suo padre, con l'occhio offeso l'indice e l'anulare destro mozzati, moncherini freschi del falso duello con il padre di Yahiko. E, sopratutto, ricordava in suoi pianti, nel silenzio del negozio che per loro era una casa...

Nulla, e lo sapeva, avrebbe mai anche solo affievolito ricordi simili, che avevano segnato la sua vita in maniera così profonda; eppure, all'esterno, pareva imperturbabile esattamente come prima, simile ad una statua di cera più che ad un uomo.

"Cosa c'è? Il gatto ti ha mangiato la lingua, o cosa? Comunque, dovresti essermi grato di non averti fatto fare la fine di tuo padre, e di averti accolto sulla mia ala protettrice nonostante le sue colpe, irriconoscente che non sei altro". Lo punzecchiò Yahiko, rodendo dentro di non riuscire nemmeno a scalfire quell'apparenza così serenamente distaccata. Tutto ciò che riuscì ad ottenere fu un rauco sospiro.

"Yahiko, Yahiko... se pensi che una tattica del genere per farmi perdere le staffe funzioni, allora mi spiace davvero deluderti. Vedi, io sono incazzato nero perciò che è accaduto a mio padre, ma... non posso darti la colpa. La mentalità dei peccati dei genitori che ricadono sui figli è barbarica e sciocca, e devo ringraziare Sasuke..."

Indicò lo scheletro, che ancora borbottava steso sul pavimento, incapace di qualunque altra azione.

"... per avermi aperto gli occhi su ciò. Io non ce l'ho con te per quello che è successo ai nostri genitori. Tu meriti che ti apra come un'ostrica esclusivamente per i tuoi misfatti, che, se posso dirle, sono ancora più abbietti di quelle di tuo padre".

"Grragggghhh... graaarrghh... graarrghhh!!!"

Ormai in preda ad una furia delirante, Yahiko abbandonò ogni freno inibitore ed effettuò un letale scatto in avanti con un lariat, mirando al collo di Gozu. Rinji, che aveva assistito al dialogo per tutto questo tempo, era rimasto in disparte a giocherellare con il proiettile ancora fra i denti anche per distrarsi dal dolore della ferita. Osservava attentamente l'atteggiamento dell'avversario, ancora più imperturbabile nonostante l'impeto dell'alleato, e comprese bene che questi aveva davvero la situazione sotto controllo.

"Yahiko... fermati! Il bastardo ti sta portando dove vuole lui!"

"Esattamente". Confermò Gozu, piantando i piedi sul terreni. Un istante prima che il braccio magicamente rinforzato del nemico urtasse contro il suo collo, si abbassò ed avanzò con una capriola. Schivato l'assalto, unì l'indice e il medio di entrambi le mani e le puntò sulla schiena di Yahiko.

"E la destinazione è l'Inferno!"

Le punte in mithril si caricarono paurosamente per poi rilasciare energia elettrica sotto forma di lampi devastanti. Il signore del crimine, di scatto, provò a girarsi, ma venne centrato in pieno dalle scosse elettriche. Il suo corpo magico, che pure aveva resistito egregiamente contro ogni altro attacco, si contorse sotto la micidiale scarica come un'anguilla fatta uscire dall'acqua.

"Gaaggh!!! B-bastardo! Dannati fulmini, non è valido..." Sussurrò ormai, mentre l'effetto della corrente si affievoliva. Non per questo, tuttavia, poteva dirsi al sicuro: Gozu si era lanciato in alto davanti a lui, preparandosi a scagliare un gancio contro il suo cranio. Yahiko, cercando disperatamente di fuggire, si coricò su un fianco di colpo e sbatté la propria tempia coronata contro il pavimento, lasciando un gran numero di schegge.

L'urto permise al capo dell'A.L.B.A. di rimettersi in piedi e di evitare il peggio; tuttavia, Gozu si limitò a cambiare attacco e ad usare i propri guanti come armi da taglio invece che contundenti. Concentrando una piccola quantità di carica nelle punta delle dita, Gozu sferrò una karate-chop orizzontale precisa ed affilata come un colpo di lama, che penetrò la magica pelle del nemico aprendogli un taglio orizzontale alla base del setto nasale.

Rimessosi del tutto in piedi, Yahiko barcollò indietro coprendosi la ferita. Tremante dalla rabbia, ma questa volta molto di più dal terrore, squadrò Gozu, che mostrava due paia di artigli sfrigolanti di elettricità. In tutta la sua vita nessuno era mai riuscito a penetrare tanto a fondo la sua difesa, e quel suo nemico aveva affettato la sua pelle magica come fosse tenera carne normale.

Da parte sua, Gozu avvertiva perfettamente il senso di impotenza di Yahiko, e il terrore di trovarsi davvero di fronte ad un avversario alla sua altezza. In un certo senso non poteva negare che godesse nel mettere quell'essere così ripugnate con le spalle al muro. Si preparò quindi ad incapacitarlo definitivamente, concentrando talmente tanta corrente nelle punte che essa si diramò in vari raggi, zampillando da tutte le parti come spruzzi di fontana.

"Io non lo farei se fossi al tuo posto, bello mio".

La voce di Rinji interruppe il guerriero ungulato, che girò il volto verso l'uomo-pipistrello. Non potendo fare altro che inorridire, vide il demone con in braccio il corpo accasciato di Sagiri, che balbettava qualcosa sul rhum e i pennoni di parecchio confuso. Un nutrito palco di zanne era posto vicino all'orecchio del pirata, con il proiettile di prima posto proprio davanti al lobo dell'orecchio.

"Non muoverti, oppure gli infilo la palla talmente giù che la ritroveranno nella Tromba di Eustachio... dell'altro orecchio". Minacciò Rinji a denti stretti, sibilando a causa della palla in bocca.

Gozu rimirò le armi per un attimo, digrignando i denti quasi in un grugnito, quindi l'energia attorno ad esse si affievolì sino a sparire del tutto. Detestava dover essere ricattato da un perfido demone sadico, specialmente in un momento così delicato per la loro missione; tuttavia, l'orgoglio non era mai stato la sua principale preoccupazione, quindi sarebbe stato al gioco del suo nemico... per il momento.

"Bene," continuò il demone, puntando lo sguardo sul proprio ricattato, pronto a notare ogni possibile movimento, anche il più insignificante e impercettibile.

"Ora, alza le mani sopra la tua testa. Non muovere un solo muscolo".

Gozu obbedì e mostrò i palmi come un prigioniero di fronte ai proprio arrestati. Senza perdere di vista il guerriero ungulato nemmeno per un istante, Rinji fece un cenno con il capo inclinando leggermente il collo, rivolto al compagno di dietro.

Yahiko, lo sapeva, aveva interpretato il segnale come un segno di attacco. Eppure, la sua attenzione era diretta verso un oggetto ignorato per tutto il corso della battaglia, seppure assolutamente fondamentale: il frammento della Pietra di Anubi. Reclinato all'interno della sua teca incantata, l'oggetto era a pochi metri da lui, un bocconcino più invitante di un villone extralusso con la porta aperta e i doberman sedati.

Il signore del crimine girò più volte lo sguardo tra Gozu e Rinji. Certo, la prospettiva di eliminare il dannatissimo figlio di un calzolaio era allettante, ma quella di rubare uno degli artefatti più preziosi della storia di Konohamere lo era di più, molto, ma molto, moltoooo di più. Talmente di più che Rinji non poté che impallidire vedendo il proprio alleato sgattaiolare verso l'oggetto della loro cerca e alzargli un dito medio, giusto per aggiungere la beffa al danno.

"Io me la batto! Fottetevi tutti!"

Il demone strizzò gli occhi dalla furia ed aprì la bocca per sparare una sonicboom contro il bastardo voltagabbana (e magari per far cadere un po' di santi); eppure, prima che l'energia potesse accumularsi nella bocca, Gozu aveva fatto la sua mossa concentrando della carica nel dito e sparandogliela nel bulbo oculare destro.L'energia accumulata, seppure minima, fu abbastanza da bruciare la retina al demone, accecandolo parzialmente.

Vedendo l'avversario in condizioni da non potergli nuocere, Gozu accumulò ancora una quantità ben maggiore di carica in ambo le mani.Spalancando le braccia e tendendole come fusi, direzionò le punte delle dita verso le gambe di entrambi di entrambi i bersagli, poi scaricò tutta l'energia in due fulmini devastante. Il primo lampo perforò la coscia di Yahiko, che crollò al suolo imprecando tutti i santi che Rinji aveva lasciato in Paradiso; il secondo, al contrario, venne schivato dal demone, che saltò un istante prima che la caviglia venisse perforata.

"Gaaahgg!!" Latrò quasi il demone, tenendo ben stretto l'ostaggio fra le grinfie. "Avete dimostrato grande capacità, bastardi; tuttavia, ora è il momento di fare davvero sul serio..."

Alzò così il volto al soffitto e lo spalancò il più possibile. Nessun essere umano avrebbe mai potuto udire un urlo di una frequenza simile, ma dalle antiche rocce che traballavano, rilasciando nugoli di polveri, e dai vetusti cassettoni in procinto di sconquassarsi, il guerriero ungulato comprese che tutto ciò lasciava presagire l'arrivo di nuove e più terribili minacce.

Lo strano suono si concluse con un boato ed il suono di roccia fracassata da una forte pressione. Poi, una nuova nenia giunse, uno stridulo suono simile allo stridere di uno stormo di pipistrelli, ma di varie volte più assordante e cacofonico.

Il guerriero si girò dietro, ansando. Yahiko, seppur dolorante, era scappato via e si trascinava a fatica nel cortile interno, tenendo sottobraccio il manufatto trafugato. Dentro di se esplodeva dal desiderio di acciuffarlo, ma una nuova orda di pipistrelli infernali stava già facendo il suo ingresso nella sala del trono, planando attraverso il matroneo.

Rinji, appoggiando quasi il muso sul capello tripunte del suo prigioniero, alzò ben oltre il proprio capo l'artiglio destro, ormai desideroso di porre fine alla sua vita per sempre.

"Tutte le belle sfide hanno una loro fine, e questa qui si concluderà con le vostre vite, a cominciare da quella del pirata!"

Concentrando il più rapidamente possibile energia, Gozu tentò di scagliare l'ennesima saetta per salvare l'amico da morte certa; sennonché, questa volta, venne preceduto da un lampo abbacinante, che illuminò tutta la zona.

Dentro la maschera antigas, il guerriero sorrise: seppure con molti colpi di scena e modifiche, il loro piano non era stato ancora compromesso. C'era ancora una possibilità, per quanto flebile, di difendersi tutti da un così grande male...

 

 

******************

 

Angolo dell'autore: Capitolo extra per località. A parte i soliti ringraziamenti, null'altro da dire. Ciao!

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: dubious3