~Moments.


Aprì il primo cassetto dell’armadio della sua stanza cercandoci dentro una maglietta adatta per uscire ma rovistando tra le magliette perfettamente piegate ne trovò una che non le apparteneva, ma che riconobbe immediatamente.

Era la maglietta che aveva lasciato lui a casa sua, dopo l’ultima notte passata insieme, quasi un anno prima, quando erano soli a casa e si erano lasciati trasportare dalla passione, ancora una volta; sua madre l’aveva trovata e l’aveva piegata non facendo caso che appartenesse ad un ragazzo e non a lei.

Dimenticandosi di ciò che stava cercando prese la maglietta di cotone bianca con le righe blu tra le sue mani e se la portò vicina al viso per sentirne l’odore, e come immaginava sapeva ancora di lui, anche se era passato tanto tempo. 

Si deliziò per l’ennesima volta di quel profumo, che le risvegliò i ricordi, ricordi che aveva cercato di accatastare nel suo cuore per giorni, era certa di essere riuscita anche a cancellarli ma quell’odore le dimostrò l’esatto contrario, riportandole alla mente tutti i momenti che avevano passato insieme. 

Chiuse gli occhi lasciando che i ricordi invadessero la sua mente, senza provare a reprimerli nemmeno un secondo, sapeva che avrebbe sofferto a vederli ma quel dolore, in fondo, era quasi confortante.

Pur non volendolo le lacrime scesero sul suo viso facendo arrossare gli occhi e le guance, sentì l’eco della risata del ragazzo nelle orecchie e si tappò la bocca con le mani per bloccare l’urlò che le stava scappando.

Perché se n’era andato? Perché l’aveva lasciata lì, dopo quell’ennesima notte passata insieme? Perché non si era fatto più sentire? Perché era scappato senza spiegazioni?

Quelle domande riempirono la testa di Christine, domande a cui cercava una risposta da tempo.

Decise di uscire a fare una passeggiata per distrarsi da quei pensieri, prese una maglietta a caso e andò in bagno per sistemarsi il trucco e i capelli.

Appena finito uscì dal bagno e tornò nella sua stanza, prese le sue amate Vans blu dalla scarpiera e se le mise, poi prese anche il suo giubbotto nero e lo indossò uscendo dalla sua stanza.

Uscì frettolosa da casa sua, come se avesse un appuntamento per cui era in ritardo, ma forse era solo nervosismo o paura di rivivere ancora una volta i momenti con il suo ‘amante’.
Perché sì, lei ne era innamorata, e per quanto volesse reprimere quel sentimento e fare uscire fuori l’odio, proprio non ci riusciva.
‘Maledetto ragazzo dagli occhi di ghiaccio’ mormorò stringendosi nel giubbotto.

Continuò a borbottare insulti verso quel ragazzo che l’aveva fatta innamorare ed era scappato da lei, dalle sue braccia, quando venne interrotta dalla vibrazione del suo cellulare nella tasca destra dei suoi jeans.

Uscì le mani dalle tasche del giubbotto, si sfilò il guanto destro infilando velocemente di nuovo la mano sinistra nella tasca e uscì il cellulare dalla tasca guardando il display e leggendo il nome di colui che la stava chiamando; Niall. Premette il tasto verde e si portò il telefono all’orecchio, ‘Biondino?’ chiamò il suo migliore amico, ‘E che palle Christine, ma quanto ci vuole per rispondere al telefono. Si può morire’ urlò fingendosi arrabbiato il biondo l’irlandese dall’altro capo del telefono, la ragazza rise suscitando anche la risata del suo migliore amico, ‘Niall non rompere le palle. Che vuoi?’ chiese, ‘Buon giorno finezza’ rispose Niall provocando un’altra volta la risata dell’amica, ‘Ti avevo chiamato per chiederti di venire da me, adesso,a farmi compagnia’ disse tornando a parlare con il suo solito tono di voce scherzoso, ‘Ok, vengo. Non ho niente da fare e poi cosa c’è di meglio che passare un pomeriggio con il migliore amico che possa esistere?’ rispose Christine, Niall quasi urlò di gioia e scoppiarono insieme in una fragorosa risata. ‘Tra dieci minuti sono da te’ continuò, chiudendo la chiamata. Infilò il telefono in tasca, si rimise poi il guanto di lana e continuò a camminare a testa bassa verso casa di Niall.

Svoltò nella stradina piena di villette di famiglie ricche che ormai conosceva a memoria, quindi abbassò la testa senza farci troppo caso, solitamente chiunque passava rimaneva a fissarle per minuti interi a bocca aperta ma ormai lei non ci faceva più caso.

Mentre si fissava le scarpe, qualcuno le piombò addosso facendola cadere, e facendole sbattere violentemente il sedere a terra.
‘Ma che cazzo fai? Che male!’ esclamo seriamente incavolata, il ragazzo era caduto anche lui a terra, accanto a lei. ‘Oh cavolo. Scusa, scusa. Non l’ho fatto di proposito, non ti avevo vista completamente’ si scusò alzandosi da terra, ‘Si si certo, guarda dove metti quando cammini, eh’ disse alzandosi da terra anche lei, non degnandolo, ancora, di uno sguardo, ‘E dai, ti ho chiesto scusa. Stai bene?’ disse guardandola e spalancando gli occhi.

Solo lei aveva quei capelli lisci e lunghi, e biondastri, morbidi come la seta.

Lei alzò gli occhi incontrando quelli di lui già lucidi, aprì la bocca, sorpresa di vederlo e il cuore cominciò a batterle fortissimo, tanto che cominciò ad avere paura che lui lo sentisse. Rimasero immobili a guardarsi negli occhi per istanti che parvero infiniti poi lei spezzò il silenzio, ‘Louis’ sussurrò, ‘C-Christine’ balbettò lui, visibilmente nervoso. ‘Prima che tu possa dire qualsiasi cosa voglio parlare io’ disse il ragazzo velocemente, ‘Hai due minuti, mi aspettano’ disse lei fredda, ‘Voglio che mi dispiace di essere scappato in quel modo, non volevo ma è stato impulsivo’ cominciò, ‘Ma se proprio ne eri dispiaciuto potevi cercarmi in qualche altro modo’ lo interruppe lei, ‘Fammi parlare, per favore’ disse lui, lei annuì, ‘Volevo farlo, il cuore mi diceva di farlo ma il cervello mi diceva di no e di conseguenza non rispondeva agli impulsi di premere il pulsante verde o muovere i piedi verso casa tua’ continuò, ‘Ma perché sei scappato?’ chiese, ‘Perché osservandoti mentre dormivi, nella tua bellezza, ho cominciato a pensare e ho avuto paura’ disse abbassando lo sguardo per la prima volta, ‘Paura di che?’ chiese di rimando, ‘Di innamorarmi’ rispose ancora con lo sguardo basso, ‘Ma ti giuro che ti ho pensato sempre, e guarda’ disse muovendo il braccio davanti gli occhi della ragazza, ‘Hai ancora il mio braccialetto?’ disse lei, sorpresa, ‘Certo, non l’ho mai tolto’, questa volta fu lei ad abbassare lo sguardo, ‘Christine, adesso non ho più paura, credimi. Certo, capisco quanto possa essere difficile per te accettarmi dopo quasi un anno che non ci vediamo ma,per favore, torna a far parte di me e della mia vita, ho tanto bisogno di te. Non voglio più solamente ricordi, voglio poter sfiorare ancora le tue labbra e ogni centimetro del tuo corpo, e voglio essere sempre sincero con te, d’ora in poi’ le disse, fissandola ancora negli occhi. Lei non fiatò, indecisa. Si era ripromessa di non farsi mai abbindolare da queste cose, ma gli occhi di Louis sembravano sinceri e lei voleva fidarsi, quindi annuì.

‘Christine Jonson, sei disposta a cominciare tutto da zero insieme?’ chiese lui sorridendo, ‘Si, a patti e condizioni ma si’ rispose.

‘Ma sta zitta’ le disse lui, avvicinandosi a sfiorare le labbra della ragazza, pronto a sentire ancora una volta dei brividi di piacere percorrere il suo corpo.




 

#Writer Corner
Ciao a tutti :')
Ieri sera non avevo nessuna voglia di studiare biologia e ho deciso di scrivere questa One shot.
So che fa un pò schifo, però mi è venuta così e l'ho pubblicata, ero in un momento di pazzia D:
Mi fate sapere cosa ne pensate con una mini mini mini recensione? 
E' la prima che scrivo quindi bho, vorrei semplicemente un pò di incoraggiamento ç_ç
Grazie mille a chi lo fa. Se avete consigli da darmi o qualsiasi cosa da dirmi non esitate a scrivermi.
And, last thing, se vi va, passate anche dalla mia ff? 
Sto pensando di cancellarla perchè le visualizzazioni sono diminuite troppo e la voglia di scrivere non mi viene e.e
Se volete, seguitemi su twittah sono @Chia_LoveOneD, il nick è 'Just a Directioner ∞'

Ok basta vado, un enorme bacione <3
#ZaynssWife (Si, nei miei più bei sogni) :')