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Autore: lievebrezza    23/05/2012    18 recensioni
Esattamente... come si sono conosciuti Sebastian ed Eric?
E che diavolo hanno fatto sopra il plaid di Blaine?
E perchè Sebastian si è innamorato di Eric?
Se leggendo "Just...complicated" vi è capitato di farvi queste domande, questa OS potrebbe fornirvi le risposte.
JUST... COMPLICATED VERSE (ho copiato le americane, ihihihih...)
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaine Anderson, Nuovo personaggio, Sebastian Smythe
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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When Sebastian meets Eric

(A Just... Complicated Interlude)

Parte Seconda


Con le sopracciglia corrugate, Blaine stava osservando perplesso l'interno di uno degli sportelli della cucina: non si ricordava di aver comprato così tanti biscotti ripieni.

Nè del cioccolato bianco.

Nè una bottiglia di tequila.

Confuso, afferrò i biscotti deciso senza preoccuparsene troppo, poi aprì il frigorifero, intenzionato a versarsi un bicchiere di latte e sprofondare sul divano con la compagnia di un buon libro; accanto al latte, trovò una confezione di panna spray. Esattamente come per il cioccolato e i biscotti, non gli sembrava di averla acquistata recentemente.

“Sebastian, hai riempito tu la cucina di dolci e di alcolici?” domandò ad alta voce quando lo sguardo gli cadde su un barattolo di cioccolato spalmabile appoggiato sul bancone, vicino al lavandino. Sebastian, seduto a terra sul tappeto del salotto, non gli rispose immediatamente; così Blaine chiuse il frigorifero e si avviò nell'altra stanza con il suo spuntino stretto tra le mani e una copia di un vecchio libro di Follett incastrata sotto il braccio.

“Allora?” disse interrogativo mentre passava accanto all'amico, che non sembrava minimamente interessato alla sua domanda. A quel punto, notò che Sebastian aveva le cuffie dell'Ipod nelle orecchie e stava canticchiando sottovoce una canzone dei Beatles mentre sfogliava un manuale di economia. Blaine alzò gli occhi al cielo e si buttò sul divano, poi attirò la sua attenzione pungolandolo al fianco con uno spigolo del libro; Sebastian sussultò e si sfilò gli auricolari, borbottando scocciato: “Che vuoi?”

“Biscotti, cioccolato e panna spray. Rum e tequila. Ti dicono nulla? C'è la cucina piena di roba che non ricordo di aver comprato. Se hai intenzione di ingozzarti di cibo spazzatura, abbi la decenza di avvisarmi, almeno posso prepararmi psicologicamente a resistere alla tentazione... non voglio diventare uno di quei professori che cercano di nascondere la pancetta con i gilet.” gli disse Blaine, sottolineando il concetto ficcandosi un biscotto in bocca.

“Non ho idea di che cosa tu stia parlando.” fu la sorprendente risposta di Sebastian, che riprese ad ascoltare la musica senza fare una piega, lasciando Blaine di stucco. Aiutandosi con un sorso di latte per ingoiare l'enorme boccone di biscotto, si chiese se davvero fosse stato lui ad acquistare tutta quella roba senza ricordarsene; ci pensò per poco, poi fece spallucce e aprì il suo libro. In quel periodo aveva altro cui pensare e la spesa era proprio l'ultimo dei suoi problemi; quando i sensi di colpa per la sua disordinata alimentazione ebbero la meglio, Blaine si decise a schiodarsi dal divano e uscire per un'ora di jogging intenso.

Blaine non era ancora uscito dall'ascensore e Sebastian era già al telefono: “Buongiorno, LiMarket? Sono Blaine Anderson, vorrei ordinare un altro paio di cose, che necessito assolutamente per domani mattina... Sì, lo so che ho telefonato anche ieri, non ho bisogno che me lo ricordi.”

Erano passati un paio di giorni dal suo primo incontro con Eric e ancora non era riuscito a decifrarlo, nonostante fosse riuscito a farlo tornare ben due volte a casa sua con la scusa della spesa da consegnare. Il ragazzo si era presentato sorridente sulla soglia, aveva appoggiato i sacchetti sul tavolo della cucina e aveva risolutamente ignorato i cinquanta dollari di mancia che già la prima volta si era rifiutato di prendere. Puntuale come un orologio, aveva sottilmente flirtato con Sebastian, per poi lasciarlo a bocca asciutta: evidentemente, ordinare panna spray e offrirsi maliziosamente di leccarla direttamente dalla sua pelle non era un'avance sufficientemente convincente, per i suoi standard.

Era riuscito solo a strappargli un altro paio di baci, che Eric stesso aveva a fatica interrotto prima di scappare via dall'appartamento. A questo punto, Sebastian era decisamente intrigato e se cioccolata spalmabile con panna non erano allusioni adatte a stimolare la libido di Eric, non aveva nessun problema a giocare più pesante.

Era solo questione di tempo, prima che Eric capitolasse. Esattamente come tutti gli altri prima di lui, anche se stava facendo il difficile. Nessuno poteva dirgli di no.

“Confido nella riservatezza e nella professionalità del vostro personale. La ringrazio infinitamente.” terminò di elencare i prodotti di doveva fingere necessità, poi chiuse la conversazione e accese la televisione, saltando distrattamente da un canale all'altro. Il suo unico pensiero era riuscire a infilarsi nei pantaloni di quel ragazzo. Stavolta Eric doveva per forza reagire, in un modo o nell'altro; Sebastian sorrise e si pregustò il momento mentre guardava un programma idiota, sdraiato sul divano.



 “Sono il ragazzo della spesa.” La voce allegra del commesso giunse gradita a Sebastian, che lo stava aspettando seduto in cucina, fingendo di studiare per un esame; mentiva perfino a se stesso, non riuscendo ad ammettere che quell'incontro sarebbe stato il momento saliente della sua giornata.

“Sali, Eric.” rispose schiacciando il pulsante che apriva il portone d'ingresso. Si aggiustò i jeans e il maglione, passò una mano tra i capelli e ingollò velocemente una mentina: aveva un'aria casual appositamente studiata per l'occasione. Non voleva dare l'impressione di possedere solo tute da ginnastica e felpe sformate.

Il leggero bussare alla porta interruppe i suoi tentativi di far sembrare casuale il suo improvviso cambio di look: Eric entrò senza attendere nessun cenno di permesso, con un sacchetto stretto al petto e un'espressione divertita in viso. Era evidentemente incuriosito e non si preoccupava di nasconderlo.

“Stavolta non ci sono surgelati. Posso lasciare direttamente a te la spesa o vuoi una mano per riporla?” commentò allusivo, indicando con un cenno della testa quello che teneva tra le mani.

“Quello che vorrei io è una mano a usarla. O anche solo una mano, se capisci quello che intendo.” rispose Sebastian, malizioso.

“Lieto di sapere che almeno con questi prodotti hai una mezza idea su come adoperarli. Spiegare come ordinare i surgelati è un conto, ma sarebbe imbarazzante dover fare lo stesso anche con questo genere di... articoli.”

Ancora una volta, Eric riusciva a farlo divertire: in ogni sua parola non s'intravedeva un briciolo di vergogna. Riusciva a stare in piedi in mezzo all'ingresso con venti confezioni di preservativi e dieci flaconi di lubrificante alla ciliegia stretti tra le braccia senza il minimo cenno di disagio.

Confezioni famiglia.

Confezioni formato extra-large.

Poi aggiunse qualcosa che sorprese Sebastian.

“Blaine è un ragazzo fortunato.” gli strizzò l'occhio e gli allungò il sacchetto, che Sebastian afferrò senza pensarci troppo, colpito com'era da quello che Eric gli stava dicendo. Pensava davvero che lui e Blaine fossero una coppia o lo stava dicendo solo per avere una conferma?

“Io e Blaine siamo solo amici.” commentò piatto, inclinando la testa per osservare meglio la reazione di Eric. “Se è questo che vuoi sapere. E se questo che ti impedisce di salire sul treno Smythe per un giro completo.”

L'altro si strinse nelle spalle, facendo una smorfia poco convinta: “Se fosse stato un problema, te l'avrei chiesto due giorni fa, prima di ficcarti la lingua in gola. Non ti ho chiesto di sposarmi, quindi perchè dovrebbe interessarmi se fai le corna o meno al tuo fidanzato? Meglio così, comunque. Blaine mi sembra un bravo ragazzo.”

Sebastian corrugò le sopracciglia e appoggiò la spesa sul tavolino del salotto, poi si passò una mano tra i capelli con un sospiro, indeciso su come rispondere; Eric lo guardò in silenzio, spostando il peso da un piede all'altro, improvvisamente un po' a disagio. Come già era accaduto nei giorni precedenti, consegnata la spesa e consumate le battute maliziose, tra di loro si stava insinuando ancora un sottile imbarazzo.

La verità era che Eric era lusingato dalle continue avance di Sebastian, via via più sfacciate, ed era divertito dalla sua personalità brillante e sopra la righe, ma continuava a sentirsi terribilmente provinciale all'idea di mostrargli i suoi esami del sangue e chiedergli di fare altrettanto. Moriva dalla voglia di saltargli addosso, eppure la paura di essere preso in giro lo frenava.

“Ascolta, io stavo guardando la televisione. Vuoi rimanere?” A quella proposta, Eric spalancò gli occhi, decisamente sorpreso. Poteva gestire le battute e gli approcci più allusivi, ma non aveva idea di che cosa Sebastian nascondesse dietro una domanda apparentemente tanto innocente. Prima che potesse aprire la bocca per rispondere, il suo sguardo cadde involontariamente sulla montagna di preservativi che sbucava dal bordo del sacchetto.

“Non abuserò di te, tranquillo.” Lo rassicurò Sebastian, quando notò dove stava guardando. La sua intenzione era più che altro studiare quel ragazzo e capire esattamente che cosa lo stesse frenando: non era etero, non sembrava indifferente al suo aspetto fisico, dall'atteggiamento con cui rispondeva alle sue battute sembrava piuttosto disincantato sul sesso e sapeva che Sebastian era single. Perchè diavolo stavano ancora parlando, anziché scopare?

“Ok.” Eric tolse il piumino, afferrò il telecomando e si lasciò cadere sul divano. “Però guardiamo un documentario. A casa mia non ho la pay-tv.”

Arrivarono circa a metà di un interessante servizio sui leoni, prima di lasciar perdere completamente il programma e dedicare tutta la loro attenzione alle labbra dell'altro. Quando Sebastian infilò la mano sotto il maglione di Eric, che era seduto sulle sue gambe e gli stava facendo quello che si sarebbe poi rivelato un succhiotto leggendario, l'altro sussultò solo dopo diversi minuti. A quel punto, la mano di Sebastian non era più sulla sua schiena, ma si stava facendo lentamente strada dentro i suoi boxer.

Eric si sottrasse al suo tocco, per poi alzarsi e afferrare la giacca. Tutto, nei suoi movimenti, sembrava gridare il suo desiderio di rimanere, ma qualcosa lo stava costringendo ad andarsene; Sebastian non aveva idea di cosa fosse.

“Io... meglio che vada, ok?” disse rosso in viso, con un segno rosso sul collo più evidente che mai. L'altro, con il fiato corto e i capelli in disordine, lo guardò appena disperato, ma trovò la forza di rispondergli: “Ci vediamo domani.”

Fu solo quando la porta si chiuse e udì i passi di Eric allontanarsi che capì di aver appena fissato un appuntamento. O qualcosa di pericolosamente simile.

Non era tanto quello a spaventarlo, dal momento che Sebastian aveva avuto compagni di scopate con cui era visto più e più volte; a preoccuparlo era la totale assenza di insofferenza all'idea di stare di nuovo con lui. Sebastian, con il respiro affannato e le dita che pungevano solo al pensiero di toccarlo di nuovo, non vedeva l'ora che fosse domani per partire di nuovo all'attacco. Afferrò il telefono e chiamò il servizio clienti del LiMarket per la quarta volta in quattro giorni.

Non si era mai preso tanta briga per qualcuno con cui non faceva nemmeno sesso.

O che aveva un'insana passione per i documentari.

 


 

Il balletto andò avanti ancora per alcuni giorni, meno nel weekend, perchè Blaine era a casa e Sebastian non aveva ancora voglia di dirgli di Eric. Che ogni volta gli scivolava via tra le dita non appena le cose si facevano più bollenti: sembrava non aspettare altro che lanciarsi addosso a Sebastian, eppure non succedeva nulla. E lui era sempre più confuso.

Non che l'avesse sfiorato il pensiero di chiedergli direttamente quale fosse il problema. Non voleva sembrare disperato, anche se Eric si era rivelato terribilmente simpatico, con un senso dell'umorismo spontaneamente ricco di doppi sensi, molto intelligente e particolarmente abile con la lingua. Al'alba del decimo incontro, Sebastian lo aspettava più per passare del tempo con lui che per cercare di entrargli nei pantaloni. Vederlo sembrava rendere le giornate più interessanti, anche se non lo considerava più una mera distrazione.

Lo comprese quando venerdì mattina arrivò a inventare una scusa pur di buttare Blaine, che non aveva lezione, fuori casa ed essere solo all'arrivo di Eric. Che alle undici, puntuale come sempre, suonò il campanello.

“Sono Eric.”

“Sali, tra due minuti comincia il documentario sui calamari giganti.” gli rispose Sebastian, godendosi la risata con cui l'altro aveva reagito a quell'avvertimento. Ovviamente, Sebastian non aveva controllato online la programmazione del canale preferito di Eric; sarebbe stato da fallito e lui certe cose non le faceva. Così come non preparava uno stupido plaid sul bracciolo del divano, perchè Eric una volta di era lamentato di avere freddo, mentre gli sfilava il pile della divisa.

Quando bussò e Sebastian aprì la porta, si trovò davanti una sorpresa. Eric non aveva addosso la giacca del supermercato e soprattutto non aveva nulla tra le mani, a eccezione di una enorme scatola di cartone, che sembrava contenere una pizza.

Rimase a fissarlo per qualche istante, senza farlo entrare.

“Dov'è la spesa?” domandò perplesso Sebastian.

“Ieri non hai telefonato al supermercato.” commentò piatto Eric, sollevando un sopracciglio.

“Ah.” Sebastian non si mosse di un millimetro. Era vero, non aveva telefonato, aveva completamente dimenticato che era solo per le sue telefonate che Eric veniva ogni giorno al suo appartamento carico di sacchetti.

“E io questo venerdì non lavoro.” aggiunse, ora con una punta di nervosismo.

“Ah.”

“Così ho pensato che magari potevamo mangiare una pizza e guardare un po' la televisione insieme senza preoccuparci dell'orario, ecco. Ora però mi rendo conto che è stata un'idea stupida.” Eric fece per voltarsi e andarsene, sentendosi un perfetto idiota per aver pensato che Sebastian volesse vederlo; in fondo, era chiaro a entrambi che quello che succedeva su quel divano non aveva alcuna importanza. Era solo un divertimento, di cui oggi Sebastian non aveva voglia, altrimenti avrebbe telefonato al supermercato.

Ma allora perchè gli aveva detto di sbrigarsi, altrimenti avrebbe perso l'inizio del documentario?

“Aspetta!” Già a metà del corridoio, Eric si fermò, per voi voltarsi lentamente con la pizza ancora stretta tra le mani e le guance che bruciavano d'imbarazzo. Sebastian aveva fatto un passo fuori dalla porta e lo stava guardando; almeno all'apparenza, sembrava imbarazzato e confuso quanto lui.

Eric rimase in silenzio, aspettando di sapere perchè gli aveva chiesto di fermarsi.

“Se te ne vai, ti perderai il documentario. E io mi sentirei un perfetto idiota a guardarlo da solo. In più, quella pizza ha un profumo davvero... invitante. Perciò tagliamola corta e rimani, va bene?” Si scansò dalla porta e gli indicò di entrare con un rapido cenno della mano. Eric lo seguì all'interno senza dire una parola e rimase finchè Blaine non chiamò per chiedere a Sebastian cosa voleva per cena.

Erano rimasti sul divano per ore, mangiando la pizza, parlando dei colleghi di Eric, delle nottate folli allo Scandals e degli esami universitari che stavano preparando. Il tutto arricchito da numerose pause sdraiati uno addosso all'altro: incredibilmente, Sebastian si trovò ad apprezzare quei momenti, anche ora che sapeva non sarebbero sfociati in nulla di più... concreto. Eric baciava bene e gli aveva appena spiegato una formula di statistica su cui aveva delle difficoltà insormontabili.

Forse il sesso poteva attendere.

Ancora un paio di giorni.



 

Lunedì, quando la situazione giunse finalmente a una svolta, Eric era sdraiato sul divano, senza la maglietta e con i pantaloni calati fino a metà coscia, mentre Sebastian era sopra di lui con nient'altro che un paio di boxer. Non appena infilò le dita sotto l'elastico degli slip di Eric, l'altro si irrigidì e disse che era tardi, che doveva andare.

Sebastian non si mosse, ma allontanò la mano di buon grado; impedì comunque a Eric di alzarsi.

“Mi piaci.” disse di punto in bianco. Forse Eric era un tipo da complimenti, forse era per quello che non gli permetteva di andare oltre. Ma Sebastian non era molto bravo con le parole gentili.

“Ehm... grazie. Anche tu mi piaci.” rispose, confuso da quell'affermazione un po' infantile. E un po' ovvia. Non era evidente che si piacevano, dato che erano mezzi nudi e nel bel mezzo di un pomiciamento decisamente bollente?

“Ok. Quindi ti piaccio. E sei gay.” commentò Sebastian, meditabondo.

“Direi di sì.” confermò, come se fosse necessario. Gli stava venendo da ridere.

“Sei vergine?” domandò secco l'altro.

“Dio, no!” A quel punto, Eric cominciò a sghignazzare di gusto.

“E allora perchè accidenti non ti lasci scopare? Maledizione, sono due settimane che andiamo avanti così!” sbottò, frustrato. Questo stupido ragazzo gli piaceva davvero, ma Sebastian non era un tipo paziente, soprattutto se anche l'altro gli mandava dei segnali positivi  che finivano in nulla.

Eric si appoggiò sui gomiti, sfuggendo allo sguardo di Sebastian, ormai prossimo alla disperazione. Non disse nulla, reticente all'idea di concedere spiegazioni, ma smise di ridere. La conversazione che rimandava da un po' era pericolosamente vicina.

“Cazzo, Eric! Mi piaci davvero, facciamo un sacco di cose strane insieme, come guardare la televisione, o parlare... ma davvero io... perchè non mi vuoi?” aggiunse, incespicando con le parole. L'altro bofonchiò qualcosa, che non capì.

“Cos'hai detto?”

Con un sospiro, Eric incastrò il braccio tra i loro due corpi, ancora incollati uno all'altro e prese il portafogli che teneva nella tasca posteriore dei pantaloni, arrotolati all'altezza delle sue ginocchia. Lo aprì ed estrasse un foglio, che porse a Sebastian. Il ragazzo guardò quel foglio stropicciato e lo aprì lentamente, dopo essersi messo seduto; Eric si tirò su i pantaloni e rimase a guardarlo, accoccolato accanto a lui. Stava tenendo il fiato.

“Io... non capisco.” disse leggendo. Erano i risultati di un esame del sangue.

HIV negativo

Epatite A negativo

Epatite B negativo

Lesse e rilesse quelle parole, sempre più confuso; poi notò che la data risaliva a pochi giorni prima. Esattamente al giorno successivo al loro primo incontro.

“Ho anche quello della gonorea... è negativo anche quello. E quello della Chlamydia.” aggiunse Eric, balbettando appena. Non poteva sapere che l'espressione di Sebastian era sorpresa dalla sua onestà e non da altro; stava ripensando a François, alle bugie che gli aveva detto, alle pillole che aveva trovato nell'armadio, la paura che aveva avuto nei mesi successivi. E questo ragazzo teneva delle analisi spiegazzate nel portafogli da giorni.

“Perchè non me li hai mostrati subito? Ti ho proposto di fare sesso praticamente dieci minuti dopo averti conosciuto.” disse voltando il foglio e ripiegandolo con cura, sforzandosi di comprendere il motivo per cui Eric gli aveva nascosto di essere perfettamente sano.

“Non volevo sembrarti un novellino. O un provincialotto.” rispose Eric, arrossendo. “Uso sempre il preservativo, ma preferisco fare anche gli esami. Mi sento più tranquillo nel fare anche tutto il resto, così. Ora puoi prendermi in giro, se vuoi.”

Non aspettò la risposta di Sebastian, che continuava a fissarlo incredulo; afferrò la maglia che avevano gettato a terra una ventina di minuti prima e se la infilò. Quando si alzò per cercare anche il maglione, Sebastian lo afferrò per una mano e lo tirò di nuovo sul divano, costringendolo a guardarlo in viso.

“Non ti prenderò in giro. Non su questo. Forse potrei prenderti in giro per il fatto che sei gay e mangi solo pizza con la salsiccia o perchè hai un piumino arancione che probabilmente si vede anche dalla stazione orbitante della Nasa, ma non su questo.” Sebastian era serio, mentre lo teneva per le spalle.

“Domani andrò a fare gli esami e dopodomani... se lo vorrai ancora, e spero davvero di sì, faremo l'amore.” Eric fece un sorriso malizioso all'idea e lo baciò sulle labbra, concedendosi un piccolo ghigno di vittoria.

"Ok.  Va bene." disse senza allontanarsi dal viso di Sebastian.

Fu dopo aver parlato che Sebastian si rese conto che non era più sesso, quello che stavano rimandando da giorni. Forse all'inizio, ma ora non più. Non si vergognò di pensarlo, né di dirlo.

In quel momento non voleva altri che Eric, nel suo letto. O meglio, sul suo divano.

Avrebbe fatto tutto quello che gli chiedeva, poi l'avrebbe spogliato lentamente e l'avrebbe fatto sdraiare sotto di lui. Avrebbe baciato ogni lentiggine sulle sue guance e avrebbero fatto l'amore.

“Ma non sono innamorato.” si disse mentalmente. “Non di un ragazzo con la pancetta, un pessimo gusto per i vestiti, un'educazione pubblica e un pessimo taglio di capelli.”

Poi guardò Eric, i suoi occhi allegri che guardavano Sebastian colmi di divertimento, complicità e malizia, e capì che era solo questione di tempo.

Non era innamorato.

Non ancora.

 

 

 

Nda

 

E siamo giunti al termine anche di questa storiella. Non ho mai scritto storie tanto brevi, spero di essere riuscita a raccontare con efficacia i momenti salienti. Grazie per aver letto!

LieveB

   
 
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