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Autore: elieli9090    23/05/2012    1 recensioni
Nell'estate del quarto anno, Hermione si avvicina a Fred, inizia un'amicizia intensa, fatta di scherzi, litigi, risate e gelosie. Saranno abbastanza maturi per portare il loro rapporto a qualcosa di più maturo? Possono due persone così diverse innamorarsi in modo così imprevedibile? O prevarrà l'abitudine e la comodità?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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ATTENZIONE

Sto cercando di seguire il più possibile la trama di HP e l’Ordine della Fenice ma ovviamente non voglio riscrivere cose già scritte. Quindi non mi soffermerò a raccontare il processo di Harry o le riunioni dell’ordine per snellire ed alleggerire la trama. Vorrei concentrarmi di più si questa coppia di cui mi sono innamorata solo recentemente. Se avete critiche, consigli, suggerimenti non esitate a scrivermi. Sono aperta ad ogni suggerimento.

CAPITOLO 2

Harry aveva urlato. Beh a dire il vero urlare era piuttosto riduttivo e non rendeva veramente l’idea di quanto alti fossero i suoi toni. Forse sbraitare era un termine decisamente. Appena arrivato aveva scaricato tutta la sua frustrazione, per la segregazione forzata a Privet Drive, sui suoi amici che avevano  cercato, inutilmente, di calmarlo.  Hermione non l’aveva mai visto così furioso, per qualche istante aveva creduto volesse loro mettere le mani addosso. Harry aveva lampi e saette negli occhi verdi e una furia inimmaginabile che non sempre riusciva a tenere sotto controllo. Ci era voluto Sirius per calmarlo. L’avevano ammesso, assieme a Ron, Hermione ed ai gemelli, alla riunione dell’Ordine della Fenice, gli avevano spiegato loro i piani e le idee che avevano in mente e dando ai ragazzi un quadro completo della situazione, che decisamente non era delle migliori, anzi faceva proprio schifo. Harry aveva passato ore a leggere gli articoli in cui era citato come un pazzo, uno squilibrato. Le battute e le prese in giro lo facevano soffrire e reagiva alla frustrazione scagliandosi con tutti. I giornali non la smettevano di prenderlo in giro e alla fine dopo qualche giorno smisero di leggerli. Trascorreva molto tempo anche a documentarsi sui precedenti casi di magia minorile fuori da scuola, per vedere quanti di loro fossero stati prosciolti da ogni accusa. La sera si estraniava a lungo, guardava fuori dalla finestra ed Hermione sapeva che stava pensando all’udienza che si sarebbe tenuta al Ministero della Magia. Man mano che la data fatidica si avvicinava diventava più ombroso, scorbutico e incline agli attacchi di rabbia. Alternava questi episodi di aggressività a minuti di terrore paralizzante.

Hermione né Ron l’avevano visto più spaventato la mattina dell’udienza. Si era svegliato alle cinque del mattino e non era più riuscito a chiudere occhio A colazione Molly gli aveva riempito il piatto di uova, pancetta, salsicce e pomodori grigliati. Il ragazzo li aveva guardati e aveva allontanato il piatto come una smorfia. A tutti a tavola passò per la testa che stesse per vomitare. Sirius provò a fargli ingurgitare un po' di succo di zucca ed ebbe un conato. Scappò in bagno e tornò qualche minuto dopo più pallido e sudato. Era partito con Arthur alle otto e mezza del mattino e tutti gli altri abitanti di Grimmauld Place si erano rassegnati all’idea di aspettare diverse ore prima di sapere come sarebbe uscito: scagionato o colpevole. Ron leggeva dei vecchi fumetti del “Babbano Matto” senza prestare veramente attenzione alla trama. I gemelli facevano esperimenti e ogni pochi minuti le pareti della loro stanza tremavano. Ginny faceva smorfie davanti allo specchio disfacendo per la quinta volta la treccia. Dal canto suo Hermione era accoccolata nel vano imbottito della finestra. Il Manuale di Incantesimi volume Cinque che stava leggendo sembrava scritto in cinese. Non una sola parola le restava impressa nella mente.

CRACK

“Ciao Fred, ciao George!” disse Hermione con voce piatta senza nemmeno alzare gli occhi dal librone nuovo fiammante che aveva compravo a Diagon Alley prima di arrivare a Grimmauld Place.
“Accidenti come facevi a sapere che siamo noi.” Chiesero i gemelli all’unisono, praticamente una voce sola.

“Perché nessun altro si materializza per spostarsi da una stanza all’altra, specie se la stanza in questione è solo a due metri di distanza!” Rispose Ginny pettinando i capelli nel tentativo di fare una coda bassa e laterale.

“Che gusto c’è nell’avere la patente di Materializzazione se non puoi usarla in pieno?” Fred si sedette accanto ad Hermione e le tolse il manuale di mano. Lesse il titolo sul frontespizio e getto il libro sul letto, proprio accanto a ciò che rimaneva della maglietta con le Sorelle Stravagarie. Si tirò le gambe della ragazza in grembo per potersi mettere più comodo. Nonostante fossero gli inizi di agosto aveva ancora la pelle incredibilmente chiara. Le gambe coperte da jeans tagliati al ginocchio, a mano probabilmente visto quanto erano sfrangiati, erano pallidissime al confronto delle braccia di Ron.
Come aveva profetizzato Ginny i due gemelli erano veramente riusciti a distruggere il capo d’abbigliamento. Ron era rimasto sconvolto quando a George era partita una scintilla dalla bacchetta e la maglietta aveva preso fuoco. In modo del tutto casuale naturalmente. Solo quando era bruciata tutta la stoffa che le copriva l’addome Ginny aveva avuto la brillante idea di versarle dell’acqua addosso. per fa un po' di scena aveva finto di supplicare i gemelli, gli unici di loro che potevano usare la magia in quanto maggiorenni, di aggiustargliela. Poi era corsa di sopra a cambiarsi prima che la sentisse Molly e si offrisse di mettergliela a posto. Anche questa volta non si era accorta di come Fred le guardava le gambe fasciate dai jeans bianchi mentre saliva le scale per andare in camera sua. Fu solo grazie a George che il ragazzo non si materializzò nella stanza dove la ragazza si stava rivestendo.  Una gomitata nelle costole era proprio quello che ci voleva per rinsavire.

“Come sopravvivrete ad Hogwarts?” chiese Hermione alzandosi per riprendersi il libro e tornando a sedersi accanto a Fred che si era decisamente allargato, occupando quasi tutto lo spazio necessario. Si sedette in un angolo riallungando le gambe sul quelle fasciate da jeans strappati del ragazzo che fece una smorfia come se pesassero quintali, guadagnandosi un pungo sul braccio da parte di Hermione. Ginny, che aveva visto la scena riflessa nello specchio, ridacchiò.

“Perché?” George, comodamente sdraiato sul letto di Ginny, la guardò con sguardo interrogativo. Prese a giocherellare con una bacchetta finta che sparava margherite ogni volta che chi la teneva in mano o qualcuno nelle vicinanze diceva la parola scusa.

“Non ci si può materializzare e smaterializzare nei confini di Hogwarts! Come potete non saperlo dopo sei anni che siete lì? E poi è tutto scritto in Storia di Hogwarts ma non l’avete letto?”
“E perché dovemmo?” Rise Fred lasciando che Hermione gli poggiasse le gambe addosso “Tanto ci sei tu che lo sai a memoria.”

“Si, ce lo dice sempre Ron.” Si intromise George togliendo le parole di bocca a al gemello che gli strizzò l’occhio.

Hermione rimase in silenzio, appoggiata allo stipite della finestra, le gambe nude ancora appoggiate su quelle di Fred che si era allungato a prenderle un ricciolo disordinato. Nella stanza piombò un silenzio carico d’attesa, gli unici rumori erano il ticchettio dell’orologio e i colpi di spazzola di Ginny che non sembrava intenzionata a smettere almeno finchè non fosse divenuta completamente calva. Anche Grattastinchi, che dormiva in fondo al letto di Hermione, non emetteva il solito incessante ronzio né stava russando.

TOC TOC

“Entra pure Ron.” Acconsentì Ginny mentre si raccoglieva la chioma in una treccia, attorcigliandovi  dentro un nastro arancione che faceva a pugni con i capelli.

Ron entrò con la testa bassa. “Come sapevi che ero io?” chiese il ragazzo chiudendo la porta senza nemmeno accorgersi di chi ci fosse dentro la stanza.

“Perché tutti gli altri sono qui!” Rispose le sorella. Solo in quel momento il ragazzo alzò la testa e avvampò nel vedersi osservato da quattro paia d’occhi. Lanciò un’occhiataccia a Fred che per i suoi gusti era troppo vicino ad Hermione e per ripicca il ragazzo si avvicinò a lei ancora di più, stringendole il polpaccio e accarezzandole la caviglia. La giovane Grifondoro lo guardò stupita da quella strana reazione ma lo lasciò fare perché le stava facendo un interessante massaggio alla pelle.

“scusate se ho interrotto qualcosa!” Disse un po'’ geloso di essere stato l’unico escluso.

BUUM

Una piccola esplosione proveniente dal letto di Ginny e una valanga di margherite rosa e gialle si riversò sul pavimento. Grattastinchi si svegliò di scatto indignato e andò ad annusare i fiori che coprivano il pavimento. Infilava il nasetto fremente nelle corolle e cominciava a starnutire come un pazzo con gran divertimento dei cinque ragazzi.

“Oh scusate.” Disse George sghignazzando.

BUUM

Un’altra esplosione e un’altra valanga di margherite, questa volta bianche e rosse, coprì completamente Grattastinchi che, furioso e soffiante, corse alla porta chiusa e cominciò a graffiarla per farsela aprire. Ron spalancò la porta, la richiuse dietro al felino e andò a buttarsi sul letto di  Hermione.

“La smettete voi due di fare gli scemi? George spegni quel dannato affare.”

“E come cavolo faccio scusa?”

BUUM

Altre margherite rosa e azzurre. Ormai il mucchio era più alto del letto e arrivava alle ginocchia di George. La stanza era invasa da un nauseante profumo dolciastro di fiori. Ginny aveva smesso di pettinarsi ed era andata  a sedersi sul suo letto accanto a George e aveva preso a giocare con le margherite colorate.

“Oh scusate colpa mia!”

BUUM

Fred rise così forte da rischiare di strozzarsi. Si alzò si caricò Hermione sulla spalla e la buttò in mezzo ai fiori nello stesso istante in cui George faceva la stessa cosa con Ginny.

“Fred cavolo mi hai fatto male!” si lagnò Hermione massaggiandosi il fondoschiena platealmente.

“Ti ho fatto male sul serio?” Chiese Fred con una finta voce pentita mentre in realtà tratteneva le risate nel vedere le due ragazze sprofondate nei fiori colorati che ormai avevano completamente invaso la stanza. Ron si alzò dal letto per andare ad aiutare i fratelli che però lo spinsero nelle margherite.

“Si cavolo!” Hermione aveva le lacrime agli occhi.

“Oh scusa!” mormorò Fred, questa volta davvero dispiaciuto, in realtà non voleva farle male. lui e il suo gemello facevano scherzi davvero pesanti alle volte ma non avrebbero fatto del male ad una mosca. Forse a Draco Malfoy si.

BUUM

Questa volta le margherite esplosero proprio in faccia alle due ragazze che cominciarono a tossire e starnutire. Fred si chinò su Hermione per vedere se stesse bene e si rese conto che le lacrime che ballavano sulle ciglia della ragazza non erano di dolore.

“Mi hai fregato carognetta!” ghignò Fred buttandosi addosso a Ginny ed Hermione.

“Chiedimi subito scusa!”

BUUM

“Scusa!” Disse Hermione con falso pentimento nella voce guardando Fred dritto negli occhi. Nello sguardo entrambi avevano una certa luce, come di aspettativa. E Ginny e George se ne erano accorti perfettamente.

BUUM

La porta si spalancò facendo più rumore delle esplosioni e una Molly Weasley fece il suo ingresso assolutamente furiosa. Quella donna piccolina –era la più bassa della casa compresa Ginny – era in grado di terrorizzare i figli, il marito e perfino Sirius non osava dire niente quando lei era particolarmente arrabbiata. Come in quel momento per esempio.

Come osate fare tanto chiasso!! Come osate ridere, sghignazzare e divertirvi quando quel povero ragazzo del vostro amico sta affrontando un udienza che deciderà il suo futuro! Come potete essere così egoisti!!”

Aveva la faccia paonazza, quasi dello stesso colore acceso dei capelli. Una mano sul fianco e con l’altra brandiva un cucchiaio di legno, faceva davvero paura.

“Scusa!” mormorarono tutti senza pensare che la bacchetta sarebbe esplosa di nuovo.

BUUM

Adesso basta! Accio!” la bacchetta trabocchetto volò nelle mani di Molly “E pulite questo disastro egoisti che non siete altro. Guai a voi se sento anche solo un’altra voce provenire da questa stanza.”
La donna se ne andò a passo di carica lasciando le cinque persone basite a guardasi negli occhi con sguardo colpevole.

“Ha ragione” Borbottò Hermione a voce ed occhi bassi mentre Fred e George facevano evanescere tutti quei fiori “Harry è al ministero che affronta un’udienza. Un’udienza che determinerà il suo futuro. Potrebbero spezzargli la bacchetta oggi, potrebbe essere espulso! E noi ce ne stiamo qui a divertirci.”

“Hermione, lui è Harry Potter! Non è stato espulso quando ha gonfiato la zia. Figurati se lo cacciano da scuola per essersi difeso!”

“Ron dove hai vissuto esattamente in queste settimane?” Chiese Ginny con voce velenosa.

“Che vuoi dire?”

“Non vedi che stanno cercando di screditarlo? Metà del mondo magico lo crede già pazzo e l’altra metà lo penserà se viene espulso da scuola.” Provò a spiegare la sorella con pazienza.
“Ma se è stato espulso per legittima difesa capiranno che è il ministero che cerca di metterlo in cattiva luce.”

“Ron ragiona.” Intervenne Hermione “Mettiti nei panni di un mago qualsiasi che legge il giornale e scopre che il famoso Harry Potter, che di recente ha cominciato a millantare fatti non confermati, è stato espulso per magia minorile fuori da scuola. Tu a chi crederesti: ad un ragazzino che afferma di aver visto dei Dissennatori in una tranquilla stradina di un quartiere babbano o all’intero Wizengamot?”

“Ehmmm io crederei ad Harry?”

“Lo dici solo perché è il tuo migliore amico.” Si intromise Fred sedendosi sul pavimento accanto ad Hermione “Ma se non lo conoscessi anche tu penseresti che è solo un esaltato che si inventa le cose!”

 Ron abbassò la testa. Non era stupido. Aveva capito benissimo quello che stava succedendo e di come il ministero si stava tappando le orecchie, convinto che se non avessero ammesso la verità, questa non sarebbe esistita. Forse erano convinti che Voldemort sarebbe morto solo ignorandolo.

Di nuovo nella stanza crollò il silenzo. Hermione riprese a leggere incurante di Fred che non le toglieva gli occhi di dosso. Ron ricominciò a sfogliare il fumetto che si era portato dietro dalla sua stanza. Ginny prestò nuovamente tutta la sua attenzione al suo riflesso allo specchio e George, steso sul letto della sorella, contava le macchie sul soffitto.

La porta si spalancò nuovamente e un Harry incredibilmente sorridente fece il suo ingresso nella camera affollata.

“Prosciolto da tutte le accuse!” urlò felice. 

  
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