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Autore: sheneedsthem    23/05/2012    27 recensioni
SOSPESA
Se c’è una cosa che amo di Londra, è la pioggia.
Quelle piccole gocce d’acqua che cadono imperterrite sull’asfalto, sembrerà strano, ma mi rilassano. Il loro rumore è musica per le mie orecchie. Ed amo l’odore che si cela dietro alla tempesta, della quale nessuno riesce a percepire la bellezza.
E’ fantastico starsene al riparo, magari con una cioccolata calda, e vedere la gente che corre da una parte all’altra cercando di coprirsi sotto i cornicioni dei negozi o dei palazzi.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: AU | Avvertimenti: Bondage
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Sophie.

- Sarà meglio che vada. – dissi sconsolata, mentre mi diriggevo a prendere la mia roba, per poi raggiungere la porta. Non potevo passare un istante di più con lui, a petto nudo, nella stessa stanza, sapendo di non aver nessun motivo per farlo. Non gli piacevo e non eravamo nemmeno amici, figuriamoci essere qualcosa di più dopo così poco tempo dall’esserci conosciuti. Mi ero immaginata tutto, ma dovevo convincermi che non faceva per me, affatto. A Niall piacevo davvero e avrei potuto usarlo per dimenticarlo provare ad avere qualcosa di più con lui, in fondo tentar non nuoce, no?
- Cosa c’è? Ho fatto qualcosa di sbagliato? – chiese lui, mentre sentivo il suo sguardo puntato addosso dietro le spalle.
- Non hai fatto niente, è questo il punto. – mi girai e feci un acuto sull’ultima frase, per precisare.
- Cosa vorresti dire? Non capisco. – Aveva capito benissimo, e non eravamo capaci a fingere l’uno con l’altra.
- Niente, Harry. E’ sempre tutta colpa mia, no? Sono io quella che immagina le cose, sono io quella che credeva di provare qualcosa, sono io anche quella che credeva il sentimento fosse ricambiato. – mi avvicinai a lui pian piano per dirgli tutto quello che mi ero tenuta dentro fino ad allora. Man mano che mi avvicinavo, il mio tono di voce si alzava e lui rimase sorpreso, sbarrando gli occhi, come se fossi una pazza appena uscita dal manicomio. - Ora, scusami, ma devo davvero andare. – dopo essermi resa conto dell’enorme figura di merda, mi voltai di nuovo ed aprii la porta.
- Aspetta. – mi prese il polso e mi ritirò dentro. Poi allungò un braccio verso la cassiettera e prese uno dei tanti bigliettini da visita. – Stasera ci sarà una festa qui, - indicò la via, - tipo di un amico di Louis. Vorresti… ecco, sì, insomma… venirci con me? -
- Sul serio? – chiesi incredula.
- C-certo. – rispose lui, balbettando, come se non fosse nemmeno lontanamente sicuro da quello che aveva appena fatto.
- Non sei costretto a farlo, non sono un’opera caritatevole o di beneficienza. -
- Se non ti va di venire, puoi benissimo non farlo. E mi riprendo questo. – mi tolse il biglietto dalle mani e si girò per riposarlo sulla cassettiera, e notai un sorriso beffardo, come se sapesse che non avrei rifiutato.
- Dà qua! – lo ripresi. - Ci vediamo lì, dimmi solo a che ora. -
- Ti vengo a prendere alle 21, se vuoi porta anche Eleanor. A Louis farà piacere. – rise. – Fatevi trovare pronte, mi raccomando. -
- E tu sii puntuale. -

- El, dove sei? - entrai in casa e posai il giacchetto sull’appendiabiti che si trovava subito alla mia destra, e lasciai la mia borsa lì per terra. – El, El, El! – urlai per tutta casa, facendo capolino nelle varie stanze, per poi arrivare davanti alla porta del bagno. Girai la maniglia, ma era chiusa a chiave. – El, apri, devo parlarti! -
- Mi sto lavando i capelli, non puoi aspettare? -
- No! – esclamai, decisa. – Apri subito. – sentii l’acqua cessare di scorrere e dei passi avvicinarsi sempre di più. Girò la chiave e, senza aspettare, aprii quasi immediatamente, rischiando di darle una portata in faccia.
- Ma ti sei drogata? – chiese, facendosi da parte per farmi entrare.
Cominciai a camminare avanti e indietro, mentre lei chiudeva la tavoletta del water e vi si sedeva sopra, picchiettando con il dito medio sul biglietto da visita.
- Harry, me, festa, stasera.– dissi, facendo una pausa ad ogni parola, assicurandomi di scandire bene il messaggio, ma allo stesso tempo molto velocemente.
- Okay, con calma. Cosa intendi con ‘festa’? Vai a casa sua e… si sa come andrà a finire, o devi andare ad una festa vera e propria? E poi, di chi? -
- Un amico di Louis, a quanto ho capito. -
- Hai detto Louis? Il mio Louis? -
- Sì, il tuo Louis. – sottolineai la presunta ‘possessione’, e poi scoppiai in una risata acuta.
- Non c’è niente da ridere! E’ da tantissimo che non lo vedo. -
- Già, la settimana scorsa è davvero troppo tempo per la mia povera migliore amica innamorata. – unii le mani e le avvicinai al petto, fingendomi triste per quella situazione. – Comunque, sei invitata anche tu. – estrassi il bigliettino dalla tasca dei jeans e glielo mostrai, girandolo dal verso giusto.
Lo prese e cominciò a fissarlo maniacalmente, analizzandolonei più piccoli particolari con aria stupita. Sembrava una bambina piccola a cui si regalava il primo giocattolo di una lunga serie.
- Adesso basta. – glielo presi, o meglio, strappai dalle mani e lo riposi in tasca. – Devi aiutarmi. -
- Allora, per iniziare: che vestito hai intenzione d’indossare? -
- Un vestito? – chiesi, strabuzzando gli occhi, come se la lingua che stesse parlando fosse del tutto aliena per me. Ed in effetti lo era. Non avevo mai indossato un vestito, se non per il matrimonio di una mia zia e la comunione di mio cugino. In entrambi i casi mi aveva obbligato mia madre, ma io ci sarei potuta andare tranquillamente con un paio di jeans ed una felpa.
- E’ una festa, Soph. Non puoi mica andarci in pigiama! -
- Beh, non sarebbe una cattiva idea. – alzai gli occhi al cielo, immaginandomi la scena come quando nei film appare una nuvoletta e mostra l’accaduto.
- Su, alzati. – sbattè le mani davanti alla mia faccia per farmi riprendere e mi trascinò letteralmente in camera sua. – Cerca qualcosa qui, - disse indicando l’armadio, - ma questo è mio. - si catapultò a prendere un vestito, che poi adagiò al corpo, girando una volta su se stessa per farlo svolazzare.
- Mmh, carino. – dissi, squadrandolo dall’alto al basso. Arrivava poco sopra il ginocchio ed era interamente bianco con delle pieghe, rifinite da tratti neri; aveva una cinta cucita all’altezza del busto, precisamente sotto il seno per metterlo in evidenza.
Feci scorrere un vestito per volta dentro l’armadio, cercandone uno che facesse al caso mio: neutro, non troppo scollato, ed il più brutto possibile per non dare nell’occhio.
- Senti, sono tutti molto belli, ma un po’ troppo… appariscenti, per me. Grazie, ma credo che metterò qualcosa di mio. -
- Di tuo? Spero scherzi. Non capisci niente di moda! – esclamò, levando le mani al cielo, come una sorta di imprecazione. - Senza offesa eh. – aggiunse, poi. Si alzò e si diresse nuovamente al suo armadio. – Vediamo cos’ho qui. – ripetè le mie stesse mosse, scorrendo un vestito alla volta, ma si soffermava almeno due minuti su ciascuno, per analizzarlo nei dettagli. Piegava la testa a destra, poi a sinistra, ed infine faceva una smorfia se non la convinceva. – Eccolo! – rimase ad ammirarlo mentre lo porgeva a me, come fosse un pezzo unico di una qualche opera d’arte o un gioiello dal valore inestimabile.
In realtà, era un semplice vestito nero, attillato sul petto e più largo nella parte finale, con delle paillettes anch’esse nere che lo rifinivano.

Dopo aver passato l’intero pomeriggio a prepararci, aspettai Harry davanti la porta di casa, camminando avanti ed indietro e affacciandomi alla finestrella che vi si trovava vicino ogni due secondi. Per quanto ero paranoica, avevo paura che la storia della festa fosse solo uno scherzo ed io ci fossi caduta in pieno.
Eleanor si era seduta su un braccio del divano e mi guardava divertita. - Arriverà tra poco, stai tranquilla. - E subito dopo sentii il clacson. – Inchinatevi al potere di veggente Eleanor, prego. -
Feci un inchino e sorrisi, poi presi il giacchetto e le chiesi se stavo bene. Avrebbe detto di sì anche se fossi stata inguardabile, visto che aveva fatto praticamente tutto lei ed amava elogiarsi da sola.
Aprii la porta e scesi le scale, poi mi diressi verso la macchina, lentamente, per non fare figuracce e cadere ancor prima di essere arrivata alla festa su quei tacchi, o meglio, trampolini che Eleanor mi aveva costretto ad indossare.
- Sei in ritardo, sono le 21.02. – dissi, sorridendo.
Rimase a guardarmi per un po’, dal basso verso l’alto. Credevo mi avrebbe lasciato lì e non mi avrebbe fatto salire, per quanto facevo schifo.
Poi aprì la bocca ed uscì solo un monosillabo. – Wow. -
- Eh sì, lo so, ho fatto un bel lavoro. – disse Eleanor, mentre faceva il giro della macchina e si piegò verso il finestrino per mettergli una mano sulla spalla.
- Comunque, i miei “due minuti di ritardo”, - fece le virgolette con le mani, - sono i due minuti che avete impiegato voi a scendere. -
- Mi dispiace intromettermi, le vostre conversazioni sull’orario sono molto affascinanti, davvero. – disse con aria sarcastica, mentre si sistemava sul sedile posteriore. – Ma ora sarebbe meglio andare. -
- Sissignora! – esclamò Harry, portandosi una mano alla fronte e rimetterla giù, anche se sbattendo al volante, come un vero militare.
Mise in moto la macchina e, ad ogni singolo semaforo, non perdeva l’occasione di guardarmi, mentre io facevo finta di ammirare il paesaggio al di fuori del finestrino ed Eleanor ci deliziava con i suoi stupendi versi da vomito.
Arrivammo in una zona di periferia, abbastanza lontana da dove abitavamo noi, e ci trovammo davanti una villa enorme. Saranno stati almeno quattro piani e, al di fuori, era bianca con decorazioni in oro.
- Ah però. L’amico di Louis dev’essere molto ricco. – dissi, non distogliendone lo sguardo.
Entrammo e venimmo inondati da un calore disumano, accompagnato da una ventata di alcool e la musica era altissima, tantochè si poteva sentire anche dalla strada.
- Io vado a fare gli auguri al festeggiato e a salutare un po’ di gente, voi mettete i giacchetti qui e… beh, divertitevi. – disse Harry, mentre si inoltrava nella folla, lasciandoci lì.
- Io, invece, vado a cercare Louis per… salutarlo. - Sì, certo, salutarlo. Pensai.
Perfetto. Ero rimasta sola in una casa enorme, con gente che non conoscevo e non avevo la minima intenzione di conoscere. Mi misi in disparte, su uno sgabello che si trovava vicino un bancone, al di dietro del quale si trovava un ragazzo che faceva sia da DJ che da barman.
- Devono pagarti bene eh. – dissi io, sorridendo.
- Cosa? Non ti sento, la musica è troppo alta! – urlò, mentre io ci sentivo benissimo.
- Ho detto che devono pagarti bene! -
- Lascia stare, è sordo. – disse una voce sconosciuta dietro di me.
Mi voltai e vidi un ragazzo dalla pelle olivastra, con il ciuffo alla Elvis Presley dei poveri, che scriveva su un foglio. – Vedi? Dobbiamo scrivergli gli ordini. Ha un po’ di problemi, ma è il fratello del festeggiato e gli ha lasciato fare questo, anche se non beviamo mai esattamente ciò che chiediamo. -
Continuai a guardarlo senza sapere cosa dire.
- Comunque, piacere, Zayn. – si passò la mano sui jeans, forse per pulirla di una qualche sostanza ripugnante, e me la porse.
- Sophie. -
- Oh che bel nome, hai origini francesi? – chiese affascinato.
- Ehm, no. – risposi, dispiaciuta di dovergli dare una delusione, ma allo stesso tempo divertita.
- Hey, Zayn, vacci piano. Falla respirare. – vidi una mano posarsi sulla sua spalla ed un ragazzo che gli sbucò da dietro. – Cucù! -
- Louis! – esclamai, scendendo dallo sgabello per abbracciarlo. Ero contenta di aver trovato qualcuno che conoscessi. – Eleanor ti stava cercando. -
- Eleanor? Quella Eleanor? E’ qui? – cominciò a domandarmi a raffica, senza nemmeno lasciarmi il tempo di rispondere. – Come sto? – disse, sistemandosi i capelli e girandosi verso quel Zayn, che alzò il pollice destro.
Dopo di che, Louis si fece spazio tra la folla, urlando ‘permesso, permesso, ho detto permesso!’ e notai un riccio a me famigliare, che ballava, o meglio, flirtava con una bionda ossigenata.
Mentre Elvis continuava a parlare dei suoi incredibili gusti musicali, che tra l’altro non gli avevo nemmeno chiesto, scesi dallo sgabello e mi diressi verso di lui, quasi in trance, per accertarmi che fosse davvero chi pensavo.
Misi la mano a pugno e me l’avvicinai alla faccia, simulando un colpo di tosse, a dir poco silenzioso rispetto alla musica. Mi avvicinai ancor di più e gli picchiettai due dita sulla spalla destra, facendolo girare.
- Oh! – esclamò lui, come se mi avesse trovato dopo un’ardua ricerca. – Lei è... -
- Becky, la ragazza di Harry. – mi prese la mano, ormai priva di sensi, muovendola su e giù. Mi guardò con aria disgustata e l’immancabile faccia da schiaffi che contraddistingueva le ragazze di Harry.
Mi era crollato il mondo addosso. Aveva una fidanzata ed io… io non ero praticamente nessuno. Mi aveva portato a quella fottuta festa per farmelo capire, o meglio, vedere? Non avrebbe potuto semplicemente dirmelo?
La musica mi rimbombava nella testa, i volti delle persone erano sfocati, stavo per vomitare. Mi feci spazio, tra una gomitata e l’altra e, finalmente, raggiunsi la porta. Cominciai a correre il più in fretta possibile, malgrado le mie gambe deboli. Caddi nel bel mezzo del giardino e sentii gli occhi bruciare, sapendo che delle piccole gocce sarebbero uscite di lì a poco. Mi ero isolata dal mondo, non capivo più niente, ma giurai di aver sentito il mio nome in lontananza, senza distinguere che lo stesse dicendo.
- Sophie! Sophie! – vidi Harry avvicinarsi sempre di più, cercai di alzarmi e scappare da lui, ma le mie gambe non reggevano. Si abbassò e mi prese la faccia, costringendomi a guardarlo. – Hey, tutto bene? -
- Non mi devi toccare. -
- No ascolta, Becky non è la mia ragazza, è solo una mia ex. Avrà bevuto troppo e sarà tornata indietro col cervello a qualche mese fa, ma ti giuro, è solo una ex. -
- E allora perché ci ballavi insieme, come se stesse per andare a trombare da un momento all’altro? -
- Ma che dici? Anche tu devi aver bevuto troppo. -
- E tu devi aver avuto molte ragazze eh. – dissi, con una risatina isterica. Effettivamente avevo bevuto decisamente troppo, altrimenti avrei reagito in modo diverso, o forse no.
- Sì, ma quasi mai niente di serio. -
- Certo, non devi darmi nessuna spiegazione. Alla fine, io non sono nessuno, no? Solo un’amica da portare alle feste, wow! – alzai il braccio sinistro, come segno d’esultanza sarcastico.
- Non era una spiegazione, ma una precisazione. E tu non sei solo un’amica, Sophie. -
- Oh e invece sì. Ma sai che ti dico? Che mi sono stancata, di te e di tutto il resto. Mi hai detto che sono bellissima e, anche se non è vero, mi ha fatto piacere perché pensavo di interessarti almeno un po’… - dissi velocemente, senza fare pause, guardandomi intorno pur di evitare d'incontrare di nuovo i suoi occhi perfetti e per farmi riaffiorare alla mente tutte le cose che dicevo ad Eleanor la notte, ma che in realtà volevo dire a lui.
- Okay, calma, respira. – appoggiò le sue mani all’altezza delle spalle e mi bloccò, costringendomi di nuovo a guardarlo. – Anche tu mi piaci e con Becky non è successo nulla, oltre ad un innocente ballo. -
- E a me dà fastidio lo stesso! Non sono nessuno per poterlo dire, ma… - feci un’altra pausa, che sembrò durare un’eternità, mentre pensavo a se dirlo o meno.
- Ma cosa? -
- Vorrei poterti sentire solo mio e non di tutte le tue ex che escono come i funghi a primavera. Vorrei piacerti abbastanza da non dovermi preoccupare delle altre… -
- Non ti devi preoccupare delle altre e, se è questo che vuoi, da adesso sarò tuo. – mi sussurrò dolcemente all’orecchio, per poi baciarmi.
Avrei voluto dirgli altre centinaia di cose, ma quella era l’unica cosa di cui avevo realmente bisogno in quel momento. 





myspace:
salve, gente! :)
allora, inizio col dire che questo capitolo l'ho scritto quasi interamente ieri sera a mezzanotte e non mi piace affatto (che novità!), però non saprei nemmeno come riscriverlo, quindi dovrete accontentarvi come sempre lol
è il più lungo che abbia scritto, finora, e credo si sia notato. ero indecisa se farlo corto e mettere la parte hophie (?) nel dodicesimo, o metterla direttamente qui. alla fine ho optato per la seconda, anche perché mi sembrava un modo carino per farmi perdonare del tempo che impiego per postarli uu
vorrei ringraziarvi come al solito per le 27 recensioni. per non parlare dei 71 preferiti, seguita da 91 e ricordata da 12. *-*
okay, adesso vi lascio andare (a recensire) in pace lol
a presto, spero. 
  
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