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Autore: Kysa    13/12/2006    3 recensioni
All'ultimo anno, Draco Malfoy dichiara guerra alla mezzosangue che ha sempre disprezzato, invischiando entrambi in una scommessa che li metterà di fronte alla verità...
Genere: Romantico, Malinconico, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Il languire della candela si stava lentamente ammorbidendo.
Chiusa la finestra, la fiammella tornò a brillare e ad allungarsi verso l’alto.
Hermione rimase a fissare quella luce, anche quando il materasso tornò a piegarsi sotto al peso di Draco, tornando al suo fianco. Avvertì le sue braccia attorno alla vita, le labbra sulla spalla…e la strega socchiuse gli occhi dorati.
Li tenne ben serrati anche quando riprese a carezzarle indolentemente la pelle come solo lui sapeva fare.
Lento, ipnotico, vicino alla tenerezza.
Le dita di Draco Malfoy la carezzavano sempre così. Le spalle, la schiena.
Sentì le sue labbra e la sua lingua nell’incavo del collo e sorrise leggera. Era il suo punto debole quello.
- Sto cominciando a non sopportarli più quelli…- le mormorò sulla gola, mordicchiandogliela.
- Lasciali divertire.- rise lei, inarcandosi appena sotto il suo corpo – E’ l’ultima sera.-
Erano saliti nella camera di Hermione un’ora e mezza prima e per farlo avevano dovuto superare un bel po’ di gente in vena di attaccare bottoni e cappotti lunghissimi. La troppa allegria del Grifondoro aveva irritato Malfoy ma si erano ritrovati in quella gabbia di matti per sfuggire al controllo del professori almeno la sera della festa del loro ultimo anno e per forza tutti gli studenti erano felici e chiassosi, per non parlare delle matricole e di tutti gl’imbucati che cercavano di varcare la soglia della Torre senza permesso.
Fra gli ubriachi, gl’imbucati, i drogati a cui pensava personalmente Blaise e tutto il resto, non erano riusciti a trovare un angolo dove Colin riuscisse a non trovarli, perciò avevano rifatto la fuga.
- Tre volte in un giorno.- sospirò, pensosa.
- Le fughe…- borbottò, altezzoso – Senza contare tutte le volte che l’abbiamo fatto.-
- Come sempre tendi a mettere i punti sulle I, specialmente quando si tratta del tuo operato eh?- frecciò maliziosa.
- Non mi pare tu ti sia lamentata.- soffiò morbidamente, girandosi su un fianco. Da lì cominciò a rovistare a terra, poggiato sempre sul letto, nel cumulo di vestiti che era rimasto sul prezioso tappeto.
Afferrò i boxer, poi s’infilò distrattamente la camicia, lasciandola aperta. Accedendosi la sigaretta però, l’occhio gli cadde ancora una volta sul bel vestito bianco di Hermione. Levarglielo, visto che era di seta, era stata un’esperienza piuttosto esaltante.
- Compratene altri di vestiti così.- bofonchiò, facendola scoppiare a ridere.
- Sciocchezze, è troppo elegante e troppo incasinato da portare.-
- Per l’amor di Dio…- alzò gli occhi grigi al soffitto, scuotendo il capo – Voi donne non sapete fare altro che lamentarvi per i vestiti del ballo. Non sai quante ho sentite stasera. Scegliete cose più semplici allora…-
- Scusami tanto.- rimbrottò la Granger, prendendogli la sigaretta dalle labbra – Tu hai impiegato cinque minuti a infilarti l’abito da cerimonia, io ci ho messo tutto il pomeriggio.– e gli soffiò in faccia il fumo, fintamente offesa – Non è stato facile, anche perché gente come te e altri qua dentro ha la bella pretesa di avere sempre appesa al braccio una sventola tirata da capo a piedi.-
- Io pretendo solo di averne una a letto.- sibilò ironico, accendendosi un’altra sigaretta per lui.
- Ah già!-
La Grifoncina si ributtò contro il cuscino, avvolgendosi meglio nel lenzuolo e pizzicando la mano di Malfoy che invece cercava di strapparglielo via. Dette un altro tiro, fissando il telo di velluto del baldacchino.
Dannazione, ecco che ci ricascava. Serrò i denti, sentendosi percorrere da qualcosa di molto simile alla rabbia.
Dannazione a Nott! Da quando se n’erano andati dalla festa nella Sala Grande, le era rimasto in testa una sola cosa, ovvero la frecciata velenosa del Serpeverde riguardo alle capacità di Draco di scommettere.
Aveva ricordato a tutti la scommessa e pareva che tutta la scuola improvvisamente fosse caduta dalle nuvole.
Per lungo tempo, tornati alla Torre, aveva sentito i bisbigli delle matricole e dei pettegoli mentre Malfoy non doveva averci fatto caso per niente. Se l’aveva fatto, comunque, non l’aveva dimostrato, quindi i casi erano due: o se ne fregava e la considerava un pretesto per stare ancora con lei senza dover mettere in gioco il suo orgoglio, o di lei non gliene importava niente sul serio. In fondo presto ci sarebbero stati gli esami e poi avrebbe potuto far finire tutto.
Forse voleva ancora qualcuna pronta a scaldargli il letto…
Lei non lo sapeva. Non voleva saperlo. Si, era vigliacca ma…lo amava troppo per perderlo.
Niente lacrime, niente strilli come le altre. Lei stessa avrebbe messo fine a quella storia, decise.
Finiti gli esami, avrebbe dato un taglio a quell’assurda relazione prima che lo facesse lui, perchè tanto sapeva che l’avrebbe fatto. Aveva procrastinato ancora la sua agonia…ma non le importava. In fondo voleva solo averlo tutto per sé ancora per un po’. Non era ancora pronta a lasciarlo.
- Perché quella faccia?-
La Grifoncina cercò di stamparsi un sorriso in faccia ma a quanto pareva Draco negli ultimi mesi era diventato più sensibile al suo umore, infatti non si bevve quella sua aria da bugiarda. Contava palle meglio di lei.
Le afferrò il mento fra l’indice e il pollice, fissandola incuriosito.
- E allora?-
- Niente.- rispose lei tranquilla ma non poi molto – Sto benissimo, perché?-
- Hai l’aria di una che sta per piangere.- le disse e bastò quella frase per darle una specie di pugno nello stomaco.
Dannato Serpeverde e il suo acume!
- Dici?- sussurrò morbidamente. Hermione aveva avuto a che fare con pochi ragazzi in vita sua, questo era vero, ma in fondo erano un po’ tutti uguali gli uomini. Come Harry, anche Draco non era immune al fascino femminile, quindi scattò con la trappola preferita delle donne: cambiare discorso iniziandone un altro a letto.
E funzionò perfettamente bene, anche se per quella volta non andarono troppo avanti.
Entrambi cominciarono a dare segni di stanchezza verso le due, sintomo che per quel giorno avevano proprio esagerato.
- Non m’è mai successo prima.- Draco poggiò il capo in modo che il suo mente finisse sulla testa della sua mezzosangue.
- Cosa? Che una ragazza di lasciasse in panne?- ridacchiò, prendendolo in giro.
- Zitta mezzosangue.- borbottò, stringendola per la vita.
- E’ nelle coccole che sei scarso.-
- Puah…coccole…-
- Ma se non fiati quasi quando te le faccio, non fare il ragazzino!- lo stuzzicò seccata.
- Non vuol dire che mi piacciano.-
- Infatti le adori.-
- Cazzate.- e si mise a sedere dopo averle morsicato leggermente la guancia a forma di pesca, stiracchiandosi. Visto che era ancora vestito si allacciò la camicia, poi infilò i pantaloni neri e andò in bagno a sciacquarsi il viso mentre Hermione rimase a fissare la candela che si consumava sul suo comodino. La vide spegnersi, il rivolo di fumo salire in alto e disperdersi labile e trasparente.
Si alzò ma rimase raggomitolata fra le coperte, con la mano premuta contro il petto.
Dio, si sentiva a pezzi.
- Mi dici che diavolo hai mezzosangue?-
Sobbalzò, trovandoselo a fianco. Le incombeva addosso, troppo alto, troppo bello. Troppo irraggiungibile.
Non aveva più il languido aspetto che assumeva sempre dopo che avevano fatto l’amore.
Era tornato a essere il solito Draco Malfoy. Il ragazzo che tutti avrebbero continuato a credere troppo lontano da lei.
La guardava attento, quasi severo.
Mise le gambe a terra e raccolse il vestito e la biancheria intima, cominciando a rivestirsi in fretta.
- Sono preoccupata per mia madre.- mentì ancora.
Draco non disse nulla, limitandosi a starle alle spalle. Le allacciò la Giratempo al collo, il suo anello col serpente attorcigliato che lei continuava a portare nascosto nei vestiti, più il suo regalo di compleanno.
Il corvo e la perla nera erano sempre più belli. Le risplendevano addosso rendendola ancora più bella.
- Vedrai che con tuo nonno se la caverà.- cercò di consolarla, sentendosi goffo e inopportuno.
- Il problema è mio padre.- Hermione infilò l’abito bianco dalle caviglie, avvolgendoselo attorno ai fianchi e al petto, poi passò dietro le lunghe fasce che il biondo le legò dolcemente sulla nuca – Non ama molto la magia, anche se per me ha sempre fatto un’eccezione. Sapeva che mamma era una strega ma sai…vivere con una strega senza poteri e una novella apprendista con un padre dispotico come quello che non ama particolarmente suo genero non credo sia facile.-
- Non andrà da nessuna parte tuo padre,- la prevenne secco – non è un idiota.-
- A volte sono le circostanze a scegliere.- rispose la streghetta a bassa voce – Ma adesso credo sia ora di tornare di là.- e tornò a sorridere, per il bene di tutti quanti – Voglio vedere cosa combinano i ragazzi.-
E uscirono dalla camera, ributtandosi nella mischia dove tutti erano ormai a metà strada per arrivare alla frutta.

Attorno al caminetto erano stati disposti divani e poltrone, in mezzo un tavolino che ospitava più bottiglie e bicchierini mezzi vuoti e mezzi pieni di quanto potesse reggere. Lì attorno Harry e company, ragazze sedute raggomitolate nei loro vestitini spiegazzati a causa dei folleggiamenti, la Brigata dei Neri che facevano da guardie del corpo per Dalton, Tassorosso sbronzi e Blaise che era ormai il Guru della festa.
- Morgana…basta sul serio!- Ron mollò l’ultima birra sul pavimento, distrutto.
- Che fai, molli?- rise Dalton.
- Possibile gente? Sono appena le tre. Dobbiamo tirare anche tre, quattro ore…- Blaise prese dal giro una canna e dette una lunga tirata, facendo qualche cerchio per aria, poi nella folla di maghi che si davano alla pazza gioia, vide la testa bionda di Malfoy farsi strada seguito da quella fata in bianco.
- E tu guarda che ritorna…- frecciò Harry, quando Hermione si buttò al suo fianco, attaccandosi a un bicchiere di champagne – Non posso più neanche chiederti dove vai sempre a cacciarti, ormai.-
- E già,- rispose sorridendo – sto diventando monotona vero?-
- Gliel’ho già detto prima.- soffiò Draco, svaccandosi con Blaise, Pansy e la Caige – Deve solo stare zitto visto e considerato che da settimane praticamente non respira più, vero Potty?-
- Si, tu da mesi invece.-
- Perché non vi sbronzate tutti e due e non la finite eh?- propose Ginny scocciata, incollata a Dean.
- Già. Sono tre anni che l’ultimo giorno di scuola tu, Ron ed Herm vi devastate con l’alcool.- rise Seamus, già un po’ brillo – Non vorrete mica rompere la tradizione eh?-
- Ma figurati…- Potter sogghignò vagamente, fissando Draco di striscio e quell’espressione il Serpeverde la conosceva bene. Se la lanciavano sempre quando erano al campo da quidditch, nel bel mezzo di una partita.
- Che hai in mente?- gli chiese.
- Fondo bianco.-
Harry alzò un bicchierino da whisky, puntandoglielo in faccia.
- Vuoi sfidarmi a bere?- sibilò Malfoy ridacchiando – A fondo bianco? Sei già mezzo ubriaco, che cazzo vuoi fare?-
- Volevo solo darti un vantaggio.- rispose il Grifondoro con sussiego – Ma se non t’interessa…-
- Sta zitto.- Draco ghignò perfidamente – Comincia a darmi una meta.-
- Mettiamola a dieci bicchieri per ora. Poi alziamo se reggi Malferret.-
- Te le cerchi proprio Sfregiato.- e dicendo quello sbaraccò il tavolo con un gesto della sua ormai collaudatissima telecinesi mentre Harry afferrava bottiglie e bicchieri. Gli altri cercavano di dissuaderli, sapendo bene che erano capaci di fare qualsiasi cosa pur di sbattersi in faccia la loro reciproca antipatia, cosa ancora da accertare poi…
- Whisky.- disse Harry rovesciando il primo bicchiere ad entrambi.
I ragazzi si misero loro attorno, tutti pronti a tifare allegramente e a puntare su chi sarebbe cascato per rima dalla sedia.
- A ogni bicchiere i ragazzi ci faranno una domanda.- continuò Potter.
- Domanda?- Draco levò un sopracciglio mentre si toglieva anche la giacca – Che storia è?-
- Tradizione di Grifondoro,- gli sorrise Hermione seduta dal lato di Harry – i ragazzi lo fanno spesso per strappare segreti mentre uno è ubriaco, sai…oppure per il semplice gusto di rompere e controllare a che punto è la sbronza.-
- Carina come idea.- disse Blaise – Dai Dray, tieni alto l’onore di Serpeverde.-
- S’impicchi.- bofonchiò, andando giù col primo bicchierino.
Lo buttò in gola tutto d’un fiato, sentendosi incendiare la bocca.
- Ok, Malfoy domanda…- cominciò Ron perfido – Sei mai andato a letto con un uomo?-
Il biondino fece un ghigno, addentando uno spicchio di limone – Dovrà nevicare all’equatore prima che accada.-
Fu il turno di Harry che buttò il whisky giù a goccia.
Scosse il capo con forza, riprendendosi subito.
- Non fate i bastardi…- disse, vedendo i compagni sfregarsi le mani da perfetti sadici.
- Ok, ne ho una buona io!- rise Calì – Cosa ti piaceva di più di Herm quando stavate insieme?-
Seguì un fischio allucinante e malizioso al limite e per tenerli buoni, il moretto faticò non poco.
- Allora?- Justin gli diede un gomito – Dai, spara! Tanto Elettra non se la prende!-
- Dai, sono curiosa anche io!- cinguettò la biondina divertita.
- Va bene, va bene…- Harry alzò le mani, in resa, poi fece mente locale – Direi…l’intesa su tutti i piani.-
- Tutti i piani eh?- ridacchiò Seamus facendo arrossire quei due – A che piani, chiarisci!-
- Sia a letto che fuori, ok?- sbuffò Potter – Dai Malfoy, tirami fuori da questo casino!-
Alla seconda bevuta di Draco, gli venne chiesta la stessa cosa di Harry e il biondino fece una sorta di ghigno perverso che fece pensare a Hermione il peggio. Accidenti a lui.
- Allora?- rise anche Blaise – Che ti piace di più di Herm?-
- Ma devo proprio mettervi tutti in imbarazzo?- sibilò maligno.
- Dai, finitela di fare i bastardi. Non è previsto che le domande ficchino sempre in mezzo me!- sbottò la Grifoncina, cercando di dare un taglio a quelle sciocchezze. Dopo sberle e cazzotti riuscì a mandare avanti quella sfida ridicola, così finalmente arrivarono al tetto dei dieci bicchierini. Harry, nonostante si fosse già scolato un bel po’ di birra e avesse mescolato un po’ col vino a cena, stava ancora parecchio in quadro, idem Malfoy. Così portarono il massimo a venti.
- Sarà il caso che vada a preparare le bacinelle e il bagno.- ironizzò Neville quando al quattordicesimo bicchierino Harry cominciò a ciondolare un po’ con la testa. Gli occhi vitrei di Draco poi erano il massimo.
Ne ebbero la conferma quando vennero costretti a stare in piedi su una gamba sola.
Il risultato non fu dei migliori, anche dopo una spettacolare fuga in bagno.
Un’ora dopo sembravano due angioletti, seduti vicini con un caffè in mano e il sorriso degli ubriachi sul faccino.
- Mai stati così docili eh?- frecciò Dalton vedendoli.
- Non sembrano neanche loro.- ammise Justin, guardandoli da lontano con Hermione ed Elettra
- Ma di cosa parlano?- bofonchiò la biondina quando rimasero sole – In quattro anni non li ho mai visti parlarsi sai?-
In effetti anche per la Granger quello era uno spettacolo molto strano ma dopo il numero della sfida a bere che aveva vinto Malfoy perché era rimasto in piedi un secondo più, lei preferiva non metterci più becco. Ron poi aveva perfino detto che avevano vomitato con la testa nello stesso water.
Due veri fratelli, avevano detto i Grifondoro.
- Come no…- bofonchiò fra sé, decisamente curiosa nel sapere che cavolo avessero mai da confidarsi.
In effetti si era ripresi velocemente. Una sbronza e dopo un’ora, anche se non lucidissimi, sembravano tornati sulla terra. Fortunati loro. Peccato fosse troppo lontana per spiarli davvero…
Alle quattro la festa entrò nel vivo. Cominciarono a ballare sui tavoli e volare le bottiglie.
Erano praticamente tutti da buttare via, visto com’erano conciati, ma in fondo ancora se la cavavano.
- Che farai dopo l’esame?-
Draco Malfoy finì il suo caffè nero, mandandolo giù con una smorfia. Si sentiva uno schifo e l’idea di aver battuto Potter col bicchiere lo faceva gongolare solo un pochino, visto come le sue viscere gli si stessero attorcigliando nel corpo a velocità folle. Ascoltò quella domanda con un orecchio solo, non sapendo che rispondere.
Ma tanto era mezzo sbronzo, qualsiasi cosa detta era vera solo metà.
- Non lo so.- mugugnò, con voce impastata.
Harry continuò a fumare pigramente, osservando la folla dei loro amici che si divertivano con la musica sparata a palla.
- Non hai neanche un’idea?-
- Ma che ne so…- vide il biondino sollevare le spalle, apparentemente noncurante – Mi prenderò un anno.-
- Per far che? Stare a casa a farti le seghe pensando a cose che tanto sai già?-
- Che cazzo…- Draco fece una smorfia, girandosi finalmente a guardarlo – Senti Sfregiato, perché non la finisci eh? Hai ritrovato il cane, stanno tutti bene, sai salvo e sei un eroe. Goditela e lasciami in pace, fammi il favore.-
- Quando mai t’ho fatto un favore eh?-
- Mai.-
- Appunto, perché dovrei fartelo adesso?-
- Perché ti ho segato al bicchiere.- gli ricordò Malfoy perfido – Quindi taci.-
- Non ci eravamo accordati così.-
- Me ne fotto. Lasciami in pace e basta.-
- Ah, che palle parlare con te Malferret…sei noioso.-
- E tu una mezza tacca.-
- Sono la voce della tua coscienza cocco.- Potter ciccò nel portacenere, massaggiandosi appena le tempie martellanti – Ti facessi furbo, potresti dare una mano a un sacco di gente.-
- Ma a fare che? A scovare altri Mangiamorte? Guarda che non facevo da contabile a mio padre!- si schifò il biondino irritato – Avrai anche fatto buttare in cella i capi ma ce ne sono ancora tanti in giro.-
- Appunto. Tu potresti aiutare Tristan e gli altri d’ora in avanti.-
- E diventare Auror?- Draco ora se la stava ghignando amabilmente, fissando il soffitto – Non ci crederei neanche se lo vedessi.- ma Harry non gli rispose quella volta. Era strano a dirlo ma…forse il Grifondoro l’aveva già visto davvero.
Harry Potter aveva visto perfettamente lui e Malfoy al Ministero.
Avrebbe dovuto ringraziare il lago sulle cui sponde si ergeva il castello dei Lancaster…
Forse era davvero un futuro certo quello che li aspettava. In fondo in sette anni erano successe moltissime cose, ma mai come a quell’ultimo anno c’erano stati tanti cambiamenti. Non avrebbe mai immaginato che alla fine Draco Malfoy, il suo nemico di sempre, avrebbe trovato la forza per salvarsi. In fondo non aveva mai neanche creduto che dietro a quegli occhi grigi freddi e indifferenti ci fosse mai stato davvero un essere umano, ma in fondo Hermione ci aveva sempre creduto. Sospirò e posò lo sguardo su di lei. Stava parlando con Justin e Ron.
- Quant’è che stai via con Blaise?-
Draco fece una smorfia, ormai al limite – Senti Sfregiato, il quarto d’ora l’abbiamo superato da un pezzo.-
- Rispondi a questa fottuta domanda per Dio!-
- Un mese, un mese!- sbraitò Malferret in risposta, sentendo la testa spaccarsi – Perché? Che ti frega?-
- Non è per me, imbecille.- replicò Harry calmo – E’ per Hermione.-
L’espressione cupa del Serpeverde non mutò neanche quando posò gli occhi sulla Grifoncina. Dalton l’aveva invitata a ballare ma per una volta non ne fu geloso. Aveva sentito qualcosa cambiare in quei giorni, anche quando avevano fatto l’amore ore prima. L’aveva sentita distante e lui sapeva bene perché. Quel bastardo di Nott le aveva ricordato la loro scommessa. Se aveva imparato a conoscerla, era tanto orgogliosa da fare finta di nulla.
Probabilmente avrebbe fatto finta di nulla anche con lui ma Draco la sua decisione l’aveva presa.
Aveva già sprecato abbastanza la sua vita per rinunciare ora all’unica ancora che l’aveva tenuto a galla in quelle ultime settimane.
- Starete via anche voi un mese no?-
Harry annuì, versandosi dell’altro caffè.
- Secondo me fra un attimo scoppiano…- cinguettò Calì poco distante, nell’orecchio di Ron.
- Bhè, che scoppino altrove.- bofonchiò Dean incurante – Lì c’è il frigo con lo champagne.-
- Già, che rompano i liquori che costano meno.- frecciò anche Seamus.
- Comunque è davvero strano.- disse ancora Lavanda col suo fare sospetto. Li fissò, seduti così vicini intenti a scolarsi caffè, a bisbigliare... - Secondo me Harry ha in mente uno dei suoi scherzi bastardi.-
I ragazzi, in un attimo, gelarono. Cazzo, era vero! Harry non aveva ancora fatto scherzi di fine anno! Li faceva sempre!
Si ritrovarono a fissare la bella Granger con occhi spiritati e Dalton, credendo che volessero ucciderlo perché l’aveva stretta troppo, se ne tornò dalla sua Miria con la codina fra le gambe ma anche quando posero il sacro quesito alla streghetta, lei ammise di non saperne veramente nulla. A dire il vero la sua preoccupazione era rivolta ai dormitori femminili: le scale, per i chiasso e il fumo presente nella Torre, diventavano uno scivolo a scatti e quindi bastava aspettare il proprio turno per salire. Quasi non osava pensare a chi avrebbe dormito e fatto altro nel suo letto…
- Ehi gente! Gente!-
Qualcuno si mise a gridare fortissimo, dopo aver abbassato un pelo la musica.
Tutti gli studenti in quel momento voltarono verso Dean Thomas che era salito in piedi su un tavolino, con un mano un bicchiere colmo di liquore scuro. – Gente, un attimo di attenzione per favore! Sono quasi le cinque e fra un’ora ci sarà l’alba. Prima che vi lasci tornare alla festa e a divertirvi… volevo dire due parole!-
- Eccolo lì…i discorsi da ubriaco sono quelli che gli vengono meglio.- sentenziò Ron sbuffando.
- Che ridi? Dopo toccherà anche a te!- sbuffò sua sorella.
- Cosa?- gracchiò il rossino – Neanche morto!-
- Prima che cominci possiamo dirla noi una cosa?- urlò Justin dal fondo della sala – Grazie a Grifondoro per la festa!-
E scoppiò un applauso bestiale, seguito da urla e ovazioni di ogni tipo. Si misero anche a battere i piedi a terra pur di far più casino e di farsi sentire, quando Dean riprese il controllo.
- Grazie a voi di essere venuti.- fece, conquistando di nuovo il silenzio con la sua verve, esattamente come faceva allo stadio di quidditch – Dunque, volevo dire un paio alla mia classe…- e tutta Grifondoro del settimo anno fece un "Ooohhhh…" sognante, per prenderlo in giro ma alla fine tesoro di nuovo le orecchie, perfettamente attenti.
- Bhè…ragazzi, cosa dire? È l’ultima volta che probabilmente faremo festa con tutto il resto della scuola.- disse Dean assumendo un tono serio, ma nel contempo leggero e per nulla malinconico – E’ stata una bellissima serata. Sono stati bei momenti e non credo di esagerare se dico a nome di tutti che ci mancheremo parecchio…- la classe del settimo batté ancora le mani, solo Grifondoro stavolta, mentre Lavanda già cominciava a tirare fuori il fazzoletto dalla borsa.
Probabilmente sarebbe diventata un panda prima della fine del discorso, perché il mascara le colava via come niente.
- Avremo ancora gli esami e la cena finalmente, lo so…- disse ancora Thomas – Ma volevo ringraziarvi qua adesso, davanti a tutti, per i sette anni passati qua a Hogwarts. Io sono nato in una famiglia babbana e quando arrivai qua il primo giorno non sapevo neanche da che parte girarmi, desideravo solo tornarmene a casa…e adesso non vorrei più andarmene.- rise, vedendo i sorrisi degli altri suoi amici – Quindi un grazie a tutti. A Seamus, a Ron, Neville, Harry, Hermione… Lavanda, Calì, a tutti quanti.- in quel momento la Brown non riuscì a frenare un singhiozzo atroce, facendo ghignare tutti gli altri che le davano affettuose pacche sulle spalle – Grazie ancora… e vedete di passare qualcosa agli esami. Grazie ancora!- e finalmente scese dal tavolino, dove l’attese un abbraccio enorme.
In quel momento Harry intercettò lo sguardo di Ron e sospirò pesantemente, vedendolo strizzargli l’occhio.
Sollevò la tazza verso di lui, in un brindisi silenzio e la festa riprese.
Tirarono l’alba tutti quanti anche se molti si erano appisolati qua e là nella camerate e anche nel dormitorio femminile. Neville riuscì perfino a dormire sul tappeto in sala comune ma quando il sole sorse, in tanti stavano seduti sulle finestre ad assaporare quel momento.
- Ci pensavo dal primo anno sai?- sorrise Ron, seduto accanto a Hermione su una delle tante finestre nella loro camerata – Mi ero sempre chiesto come avrei concluso Hogwarts. A volte non vedevo l’ora di finire.-
- E la serata è stata all’altezza?- chiese la Grifoncina, sorseggiando un caffè nero e bollente.
- Hn…- Weasley ghignò con aria maliziosa – Direi di si. È stata una serata fuori dal comune.-
Hermione tacque un secondo, vedendo quella sua espressione, così si guardò alle spalle con aria attenta. Blaise e Calista stavano sulla finestra accanto alla loro, Elettra parlava con Ginny e Dean seduta sul letto di Harry e la Parkinson era appena tornata. Però, pensò la streghetta. Fuori dal comune davvero…
- Se penso che devo tirare le valige fino alle carrozze mi viene male.- sbuffò Elettra in quel momento, stanchissima.
- Lascia perdere.- le disse Ginny sbadigliando – Ci faremo dare una mano dai ragazzi.-
- Cosa?- Ron la guardò stralunato – Te lo scordi che vengo ad accompagnarti! Hai visto in che stato sono?-
- Oh, eddai! Ehi Harry, tu vieni vero?- cinguettò la ragazza ma poi si bloccò, guardandosi attorno.
- Ma dov’è Harry?- chiese anche Elettra, stupita.
- In effetti è da un po’ che non lo vedo.- disse Blaise – Lui e Draco avevano sonno.-
- Magari sono nel bagno ad affogarsi nella vasca…- si schifò Ron – Ok, vado a cercarli…-
- Per affogarli ci penso io.- frecciò Hermione seguendolo.
Andò a finire che si misero in carovana per cercarli. Frugarono negli sgabuzzini, nelle varie camerate, negli armadi, nella cuccia di Pinky, niente… sembravano spariti.
Almeno fino a quando non li pescarono nel numero peggiore che avessero mai potuto fare.
Hermione salì nel dormitorio femminile, seguita da Elettra borbottando contro quei due idioti. Chissà dov’erano andati. Nel corridoio davanti al bagno dovettero fare lo slalom fra bottiglie vuote, bicchieri e gente svaccata a terra. La Baley trovò perfino nella sua stanza una mezza dozzina di coppiette e fu costretta a entrare di corsa, lanciare via le scarpe col tacco alto e prendere il suo maialino.
Quando tornò fuori, Hermione la guardò stranita.
- Perché non ti sei cambiata?-
- Te lo racconto un’altra volta.- si schifò la biondina – Dovresti prestarmi qualcosa per favore…-
- Ok…- la Grifoncina non fece altre domande quando anche Ron tornò dal bagno del corridoio. Se la stava ridendo come un matto – Non saprete mai chi sta dormendo nella vasca!-
- Minni e Topolino.-
- E chi sono?-
Hermione sbuffò, facendo un gesto seccato con la mano – Allora?-
- Dalton e una compagna di Ginny!-
- Meglio che Miria non lo sappia eh?- fece Elettra scuotendo il capo.
- Però potremmo ricattarlo!- propose il rossino.
- Ma Ron!- lo zittì la Granger.
- Tanto, con tutti i soldi che ha…-
- Oh zitto! Avanti, andiamo in camera mia! Mentre Elettra si cambia tu vedi di trovare quei due imbecilli ok?- e proprio dicendo quella frase, spalancò di scatto la porta della sua camera e allora cadde un silenzio di tomba.
Le loro tre paia d’occhi rimasero bloccate su un punto preciso. Il letto di Hermione.
In quel silenzio cosmico, nel casino che regnava in quel corridoio e con Seamus addormentato sul tappeto della streghetta, abbracciato all’orsetto della Grifoncina, i tre rimasero a fissare quella scena che aveva dell’impossibile.
Harry stava sdraiato sul letto della sua migliore amica, a metà del letto e mezzo per orizzontale.
Draco gli stava sopra, la testa appoggiata praticamente su quella di Potter…e dormivano come due angioletti.
Non seppero dire quanto rimasero immobili lì, specialmente Ron e Hermione ma quando si scossero fu grazie a un flash. Elettra aveva avuto il tempo di correre giù in sala comune, rubare la macchina fotografica a Colin che si stava facendo un caffè prima di andare a sviluppare le foto, e fare quello scatto. Poi ne fece un altro ancora, per sicurezza.
Weasley e la Granger la guardarono sconvolti, le palle degli occhietti praticamente sbarrate… ma la biondina non fece una piega. Anzi, sorrise tranquillamente, come solo lei sapeva fare.
- Per ricordo.- disse, angelica.
Dopo un altro lungo silenzio, Ron disse immediatamente che ne voleva una copia, afferrando la maniglia della porta.
- Andiamocene, non voglio essere presente quando Oscar Wilde e il suo amante si sveglieranno.-
Tempo di scendere in sala comune e gustare tutti allegri i cornetti che Lavanda era andata a rubare in cucina, ringraziando gli elfi domestici che l’avevano fatto per loro come dono di ultimo anno, e un urlo apocalittico invase l’intera Torre del Grifondoro. Traballarono i soffitti e i pavimenti, le scale fremettero, i vetri quasi si spaccarono e seguì quindi un fiume di bestemmie veramente indecenti, sparate a parecchie decibel, tipo incrocio fra barrito di elefante e ruggito di leone.
- Ma che succede?- chiese Pansy Parkinson, alzando gli occhi verso l’alto, dove stava il dormitorio femminile.
- Già, che capita?- chiese anche Blaise, stralunato, vedendo l’espressione della Grifoncina che ancora non si era ripresa.
- Oh, nulla…nulla!- bofonchiò Ron, immergendo il croissant buonissimo nel caffè.
- Come nulla?- rise Calì un pelino istericamente, sentendo ancora quei fiumi di dannazioni – Ma chi c’è là sopra?-
- Sembrano due belve…- bofonchiò Neville rischiando di far cadere la tazza, visti i tremori – A proposito, avere trovato poi Harry?-

- Sei un violentatore! Fai tanto il santarellino e invece sei un porco maniaco!-
- Ha parlato il dandy! Se non sbaglio c’eri tu sopra di me brutto bastardo approfittatore!-
Alle dieci e mezza di mattina il sole estivo splendeva ormai al massimo del suo chiarore. Era caldo ma non asfissiante quel giorno e una leggera brezza fresca e frizzante lasciava presagire un piccolo temporale estivo.
Al binario 9 e ¾ tutti gli studenti di Hogwarts si stavano preparando a lasciare la stazione.
Il chiasso era infernale, il via vai allegro e movimentato, nonostante la stanchezza accumulata dai ragazzi più grandi che avevano fatto festa praticamente fino a poche ore prima. E la festa qualcuno se l’era beccata in tutti i sensi…
Si poteva quasi dire che due di loro la festa se la fossero fatta da soli…
- E’ già tanto se ero ancora vestito!- sbraitò Malfoy furibondo, lontano almeno due metri da Harry e nascosto dietro a Blaise che di fare da paravento davvero non ne poteva più. Idem per Ron, dietro alla cui spalla stava Potter, altrettanto incazzoso come il suo amico Serpeverde. Praticamente era da quando si erano svegliati quattro ore prima che non avevano fatto altro che gridare all’assalto sessuale per tutta Hogwarts, con relativa figura di merda, anche se se n’erano infischiati allegramente. A dire il vero si erano solo svegliati l’uno sopra l’altro, a torso nudo Harry e Draco con la camicia aperta, con tutti i pantaloni al loro posto, idem per i boxer. Ed entrambi, come avevano fatto notare Weasley e Zabini, riuscivano ancora a sedersi…quindi…
- Sta sicuro che se avessi voluto saltare addosso a un uomo avrei scelto meglio!- ringhiò Harry al limite della pazienza, aiutando Elettra a sistemare Pinky sul vagone – E sono io che dovrei preoccuparmi! Non sono certo io che mi sono sbattuto tutta la scuola!-
- Tutte le femmine della scuola, è differente!- urlò ancora Malfoy, viola di rabbia, spaccando la testa di tutti quelli che si erano presi una bella sbronza la sera prima – E un’altra cosa…meglio di me da farti non potevi trovarne!-
- Sta zitto, sei solo un approfittatore! T’è andata bene che ero ubriaco!-
- Oddio…- Hermione si passò le mani fra i capelli, disperata e distrutta. Non ne poteva davvero più.
Peccato che era sicura che quella storia sarebbe andata avanti moltooo a lungo. Conoscendoli se la sarebbero rinfacciata anche da vecchietti, magari anche dalla tomba. Si sarebbero fatti seppellire vicini per potersi insultare meglio.
Il bello era che non era successo assolutamente niente, nonostante la stramba posizione in cui si erano addormentati e secondo lei lo sapevano anche loro due, nonostante la fifa matta che avevano.
Ormai era entrato nella testa a tutti: quei due avevano semplicemente un gusto perverso nel sapersi rompere le palle a vicenda, niente di più. Erano due imbecilli e basta.
- Allora, ci date una mano o no con le valigie?- borbottò Ginny in quel momento, trascinando il suo grosso baule.
- Si, si…- sbuffò Ron, sbadigliando contemporaneamente – Arrivo. Dimmi che ti prendi Leo però…-
- Te lo scordi, te lo tieni tu!-
- Ma userò i gufi della scuola, dai!-
- Sogni. A casa con me e Elettra col cosetto non ce lo voglio!-
- E che avrete mai da fare…- disse il rossino, peccato che Ginny non lo degnasse di un’occhiata, mentre lui e Harry, Dean, Neville e Seamus si spezzavano la schiena per caricare tutti i bagagli di due sole ragazze.
Ginny dirigeva tutto con pugno di ferro, tenendo sempre sott’occhio l’orologio. Dieci minuti.
- Allora?- le chiese Hermione mentre anche Blaise aiutava Calista coi bagagli – Che farete tu ed Elettra per queste due settimane?-
- Bhè, prima di tutto vacanza!- ridacchiò la perfida sorellina di Ron – La mamma vorrà che ci riposiamo assolutamente, la conosci. Le ho detto di Elettra, della sua situazione…- abbassò un po’ la voce, per discrezione – E lei se l’è presa molto a cuore. Vuole viziarla come con Harry.- sorrisero entrambi, fissando la Baley e il suo sorriso sempre solare – Mentre voi fate gli esami inoltre cercherò di darle una mano per trovare una casa d’appoggio. La prof. Mcgranitt ci ha dato a colazione questa mattina dei cataloghi di case approvate dalla scuola, in campagna. Visto che anche lei non è abituata ai babbani cercheremo di darle un aiuto, tanto non ha problemi di soldi e poi Bill ha promesso che ci avrebbe portato in giro, a vedere queste case e i vicini.-
- Bene, quindi le cose si metteranno per il meglio.- sussurrò la Grifoncina – Sono contenta.-
- Assicurerò anche Harry, tranquilla.- rispose Ginny seria – Le darò tutto l’aiuto possibile visto che suo padre non verrà neanche a prenderla una volta a Londra. Elettra mi ha detto che le ha spedito un messaggio ieri. Le ha solo augurato buone vacanze.-
Hermione serrò la mascella, sentendosi veramente triste. Ma più la guardava, più guardava Elettra…e si chiedeva cosa provasse davvero. Sorrideva sempre, i suoi occhi azzurri poi sembravano sempre così sinceri.
- O è un’attrice o è di roccia.- le aveva detto Draco tempo prima.
Forse era davvero una roccia, pensò intenerendosi. Elettra era una forza della natura.
Niente la scalfiva.
- Prenditene cura per un po’ allora.- sorrise, cercando di rallegrarsi – Mi raccomando Ginny…-
- Tranquilla…- l’assicurò la rossa, poi si volse agli altri – Allora sfaticati? Ce l’avete fatta o no?-
- Sai che sei una bella rompipalle?- sbraitò Ron, schiacciato dal baule della sorella.
- Zitto e lavora!-
Andarono avanti a caricare ancora per qualche minuto, specialmente quando arrivò anche Pamela con la sua testa ancora nella rasata e Justin, con la sua ragazza. Si salutarono fra loro, poi fu il turno di salutare Elettra. Venne abbracciata da tutti, strusciata da tutti i ragazzi e poi questi vennero pestati da Potter. Al turno di Hermione, la Grifoncina quasi la stritolò, facendola ridacchiare.
- Mi raccomando, al primo problema chiama capito?- le disse seria.
La biondina però sorrise, con quel suo modo misterioso – Oh, non avrò problemi, credimi.-
- Dai Herm, che tocca anche a noi salutarla!- rise Zabini, seguito da Ron.
Perfino Malfoy, alla fine, l’abbracciò non molto di buon umore.
- Ciao Draco!- gli disse la Baley tranquilla – Buoni esami, in bocca al lupo.-
- Attenta anche tu, piccoletta.- bofonchiò, tornandosene dietro alle spalle sicura della Granger mentre la Caige si salutava a modo suo con Blaise che per altro non si era tirato minimamente indietro.
Poco dopo, lontani dagli altri, Harry l’abbracciò stretta, affondando il viso nei suoi capelli biondi.
Le accarezzò la testa a lungo, preoccupato e triste.
- Dai, tanto ci vediamo presto…- gli disse, dolcemente.
Elettra lo baciò appena, stringendolo forte alla vita – Guarda che non sparisco, sai?-
- Lo spero… non so neanche dove poterti trovare una volta via da qui.- mormorò serio – Non so dove sarai, né dove potresti finire. Potrebbe capitarti qualcosa e nessuno me lo direbbe.-
- Sciocchezze, sarò alla tana e poi partiremo tutti insieme. E se dovesse capitarmi qualcosa ti farò recapitare un gufo da Sirius, ma tanto non mi succederà niente. Tu pensa agli esami…-
Harry tacque, fissandola. E rimase a osservarla senza vedere nient’altro quando il treno partì, e lei, sporta dal finestrino, si sbracciò per salutarlo. Come aveva potuto non accorgersene?
- Che hai Harry?- gli urlò Ron da lontano – Dai, ormai è partita! La vedrai presto!-
Presto…
Harry Potter alzò gli occhi al cielo il cui colore gli ricordava tanto quello delle iridi della sua ragazza.
Era strano ma ora che se n’era andata, capiva davvero tutto di lei.
Il suo modo di non lasciarsi mai abbattere, la sua allegria, la spensieratezza, il suo sorriso…
- Sono proprio un idiota…- mormorò, ghignando di se stesso tornando a scuola con gli altri.
- Per esserti fatto Malfoy di certo.- frecciò Ron bastardamente.
- Oddio, non me lo ricordare!- sbraitò Potter stizzoso – Basta con questa storia!-
- Spero solo che non ti abbia messo incinto a vice versa!- insinuò anche Seamus, facendo scoppiare tutti a ridere.
- Basta cazzo, finitela tutti!-
Ridendo e scherzando, il gruppo tornò verso il luogo del fermo delle carrozze.
Ora, pensò Harry salendo sulla scaletta e dando ancora un’ultima occhiata alla stazione e all’immagine di Elettra che si era stampato nella mente, aveva solo un’ultima di cui occuparsi a scuola.
- E’ tempo di esami.- bofonchiò con tono greve.
- Già…- disse Ron, salendo dopo di lui – Due settimane e il Trio Miracoli di Hogwarts chiuderà i battenti.-
- Anche il due Teste di Cazzo.- insinuò Blaise, salendo in quella accanto a loro, facendosi sentire per bene.
- Io non so che cazzo ci trovi da scherzare su una cosa simile!- sbraitò Malfoy sentendolo.
Quando tutti furono a bordo, i Thestral riportarono le carrozze sul sentiero principale proprio quando alcuni nembi scuri cominciarono a imperversare all’orizzonte, coprendo sinistramente la Foresta Proibita.
Si tornava a Hogwarts per l'ultima volta…




 

 

Fine Penultimo Capitolo

 

 

  
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