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Autore: Aimondev    24/05/2012    1 recensioni
Jack Parker è un ex bullo, delinquente che mette la testa a posto raggiungendo un certo successo nella sua città, fino a quando non incomincia a fare uso di una nuova droga.
Contemporaneamente la Terra sembra minacciata da una presenza aliena ostile.
Genere: Commedia, Demenziale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La mia ragazza giaceva stremata, sopraffatta dall'estasi sul mio letto.  Quella notte aveva ululato più dei cani del quartiere.

La DreamofGod aveva aumentato incredibilmente la quantità di testosterone nel mio corpo, e conseguentemente anche la qualità delle mie prestazioni sessuali.  Ero sempre più soddisfatto. E mentre mi beavo dei miei doni, mi sparai nelle vene un altro po' di quella merda.

 S'era fatto tardi.  Come ogni domenica, avevo fatto i miei giri, e le mie commissioni quotidiane.  Adesso che avevo una casa in affitto ero costretto a fare ciò che prima veniva delegato a mia madre, ma non mi dispiaceva.  Sceglievo gli alimenti con cura, seguendo la dieta sportiva che si integrasse al meglio con le mie attività.
Qualcuno bussò alla porta.

 "Partitella?"  John mi tirò il pallone da basket.
"Non aspettavo altro"  risposi con un sorriso, mentre gli effetti della DreamofGod già incominciavano a farsi evidenti.
"E quello?"  indicai il piccoletto magro e occhialuto che mi fissava incuriosito da due fondi di bottiglia.

"Oh, non farci caso. E' il mio nerd.  A causa degli allenamenti sto molto indietro con gli esami e quindi l'ho stracaricato di compiti.  Preferisce consultarmi, in caso decidesse di fare troppo di testa sua."

"Ancora con questa storia dei nerds?  E non dirmi che usi ancora dei sosia per passare gli esami?"
"Non tutti siamo perfetti come te, Jack.  Non sono in grado di studiare ed allenarmi per le selezioni allo stesso tempo. Ho bisogno di schiavi nerds."

 Fino a quando avevo quindici anni facevo un largo uso dei nerds, erano il motore che permetteva a noi sportivi di restare al passo con lo studio e poter al contempo continuare ad allenarci con gli stessi ritmi. Un sostegno non di poco conto.

Forse fui proprio io il primo a fare caso al potenziale nerdish ed a tutti i vantaggi che il loro apporto ci avrebbe potuto fornire.  Il loro rendimento scolastico era notoriamente molto alto;  così alto che avrebbero benissimo potuto tenere a galla un'altra persona senza che la loro preziosa media venisse intaccata. Decisi quindi di dar loro un senso ed uno scopo e riuscii anche a renderli soddisfatti del nostro accordo.

 Loro svolgevano gli esami per noi sportivi e studiavano al nostro posto,  noi in cambio facevamo in modo che i vari bulletti minori di cui abbondava la nostra zona cessassero di martoriarli.

Addirittura, per alzare il loro morale, concedevamo loro una notte o due con le nostre ragazze di scarto.  Li motivavo, li accattivavo li propiziavo. Ero arrivato a possedere ben cinque nerds personali che lavoravano tutti assieme per me. Ero così popolare da poter garantire ragazze e protezione per ognuno di loro.   Eravamo diventati come dei soci in affari. Riuscii a farli integrare così bene che non era raro che potesse nascere persino un'amicizia tra sportivo e nerd.
Era un buon affare, sia per noi che per loro.  O almeno lo era quando ero io a gestire le cose.
Da quando mi ritirai dal giro dei nerds le cose presero decisamente una brutta piega. 
Adesso, con il regno del terrore di John, che continuava a farne un grande utilizzo,  erano di nome e di fatto schiavi.

A convincerli ad ubbidire bastò un raid d'assalto condotto nelle loro stanze a cui presero parte una decina di giocatori di basket ed una dozzina di giocatori di football armati di stracci bagnati che usavano come fruste. Un'arma non da sottovalutare.
Inoltre non fu troppo difficile trovare i giusti ricatti.  A quanto pare Fred immortalò con la sua Canon l'insana passione dei nerds di travestirsi da donna, mettersi seduti in cerchio e praticare il cosiddetto mulinello olandese.  Pratica per cui ebbi un conato dopo che mi fu spiegata la dinamica.

 "Diciotto a due, Jack. Non mi avevi mai stracciato così prima d'ora.  Sei  proprio al top della forma fisica. Dì la verità, tu prendi qualcosa?  Propinato di testosterone, scommetto"
"Ma non dire stupidaggini".    Prendevo qualcosa di molto più pesante.
"Vieni, andiamo a misurare l'altezza"
"1 e 91 centimetri.  Non è Magic Johnson,  ma diavolo amico,  crescerai ancora.  E se non raggiungi l'altezza per diventare pivot all'Nba, hai tutte le potenzialità per diventare un'ottima shotting guard.   Michael Jordan era solo cinque centimetri più alto."

 "Aspetta hai detto novantuno?  Ricontrolla bene."
"Uhm... Si, Jack.  Ho misurato tre volte. Centonovantun centimetri."
"Ma se ero 1 e 94, qualche giorno fa."
"Avrai sbagliato a misurarti." 
"No, sono abbastanza sicuro"

 "Forse ti sei misurato di mattina"  A parlare fu il nerd di Johnny.  
"Fa silenzio, tu"
"No no, lascialo parlare"  dissi.

"La mattina presto l'altezza di un individuo, specie se alto, risulta essere superiore rispetto che durante altre fasi del giorno.
 A determinare la differenza di altezza sono i dischi invertebrati interposti tra le vertebre. La loro somma è pari ad un quarto della lunghezza della colonna.  I dischi contengono un nucleo formato d'acqua che, durante il giorno a causa della gravità, tende a uscire e quindi la differenza tra vertebra e vertebra diminuisce.
Dopo una dormita, invece, quando ci si alza dal letto, si è più alti perché quell'acqua è andata a convergere nuovamente nel nucleo incrementando la distanza tra una vertebra e l'altra.
Quindi è possibile che la tua altezza possa essere variata anche di tre centimetri."

 "Ehi, è in gamba il mio nerd.   Visto Jack,  ti farebbe comodo averne qualcuno anche tu."

 "Stai dicendo che domani mattina, la mia altezza tornerà quella di sempre?"
"Ma certo. E' fisica!"  si infervorò il giovane nerdino.
"Dagli retta Jack.  Il mio secchione è infallibile.   Piuttosto,  pensiamo a cosa possiamo fare questa sera.  Ce la meritiamo una serata solo noi della squadra prima degli allenamenti."

 Quella sera io e il mio gruppo andammo al Marlowe. Io non diedi troppo peso alla misteriosa sparizione dei tre centimetri, tranquillizzato anche dalla spiegazione scientifica del nerd di Johnny.
Il giorno dopo sarebbe stato lunedì ed avrei incominciato gli allenamenti più seriamente. Non mi avrebbe fatto male sbronzarmi un po' quell'ultima domenica.

 "Ho dei problemi col mio nerd, ragazzi." Stava dicendo Fred.
"Io lo vedo che potenzialmente potrebbe fare molto di più.  Potrebbe ottenere risultati che gli altri nerds si sognerebbero, ma...Non so.  Non lo vedo ben motivato.   Se ne sta lì, mogio e silenzioso nella sua stanzetta a rosicchiare crackers e ridere davanti le repliche di Greys Anatomy."

"Hai provato a portargli Gina e Cloe?" chiese Dan.
"Loro sanno sempre come consolare un uomo.  Fa così: gliele butti dentro la stanza, e chiudi la porta a chiave.  Ritorna dopo mezzora, e vedrai se il tuo nerd non è arzillo e pimpante come prima".
"Sì... Come facevamo un tempo.  Può essere un'idea."

"Ehi! Guardate chi arriva."  avvertì Craig.

 Due auto s'avvicinavano minacciose al locale.
 Brad e i suoi su una cabrio rossa esponevano mazze che non lasciavano presagire nulla di buono.

 "Brad la fighetta"  epitetò John per nulla intimorito.
"Con tutti quelli che si è fatto" aggiunse, mentre altri uscivano da una Sabre dell' '86. Erano sette in tutto.
"Questo è il nostro quartiere" disse Craig.  "Che intenzioni avete."

 "Le intenzioni di spaccarti il culo"  rispose Clark,  il pivot dei Condor. Un colosso di 2 metri e 2.
Brad scese dalla macchina. 
"Bella partita Parker. Sei stato davvero bravo"
"Non male, anche tu Brad."  risposi tranquillamente, cercando di affievolire in qualche modo quel clima di tensione che s'era andato a creare.
"Sei venuto qui solo per complimentarti, o hai qualcos'altro da dirmi?" aggiunsi.
"Uhm, fammi pensare... In effetti sì, avrei qualcosa da chiederti. Volevo sapere quale delle due braccia preferiresti che ti rompessi se dovessi scegliere tra una delle due.

Duncan e Steven dei Condor incominciarono ad agitare delle mazze.
"Sono mancino lo sai"  risposi ironico.
"Ah, giusto. Dimenticavo. Allora vorrà dire che ti romperò il braccio destro, per ora. Non vorrei che le tue capacità di pivot calassero troppo. Sarebbe squallido e pietoso poi confrontarsi con te."

 Johnny, assurdamente esaltato dalla situazione, lanciò la sua birra contro la cabrio di Brad infradiciandogli tutta la carrozzeria.
A quel punto incominciai a vedere tutti i movimenti di tutti al rallentatore, tale era il rush adrenalinico che mi pervase. Avrei potuto fare la telecronaca degli eventi come si fa in una partita di basket.

 "Questo non dovevi farlo!".  Duncan la small forwar caricò John con un impeto tale da farlo schiantare sul tavolino che si trovava alle sue spalle, che cedette per il peso e la potenza dell'urto.
Steven si unì alla selvaggia carica ed incominciò ad andare giù di pugni e calci sul povero Johnny che era rimasto a terra.
Clark sferrò un pugno a Dan, che cadde a terra.
 Fred accorse in suo aiuto prendendo una sedia e spaccandola contro la schiena del colosso, mentre Craig si guardava intorno iperattivo cercando qualcuno con cui battersi. Poco dopo qualcuno gli sfracellò una bottiglia sulla testa.
James,  la shotting guard, dei Condors e altri due mi travolsero come uno tsunami. Erano tutti alti più o meno quanto me, ed altrettanto grossi.

 Nel contorcersi dei corpi non ricordo bene cosa successe. So solo che sotto l'effetto della droga, la mia reazione ebbe degli effetti a dir poco devastanti per gli  aggressori. 
Mi ritrovai in piedi con tra le mani la faccia insanguinata di James, il quale aveva perso conoscenza.  Gli altri due erano fuori combattimento: uno era finito lungo per terra dentro la vetrata di un negozio, con schegge di vetro dappertutto;  dell'altro erano appena visibili le gambe. Spuntavano, protese verso l'alto, dal sedile posteriore della cabrio.
Non mi sfuggiva neppure un piccolo particolare.  Ero iperattivo, come sotto gli effetti di dieci caffè. Ogni cosa attorno a me era rallentata.

I polmoni lavoravano di più, e potenti scariche di adrenalina acceleravano il mio battito cardiaco per dare più ossigeno ai muscoli.  Per aumentare la forza i depositi di glucosio liberarono immediatamente il prezioso nutriente nel sangue e la digestione, che consuma molte calorie, s'era fermata.  Le mie pupille s'erano dilatate, e avevo perso la visione periferica. I miei pensieri divennero rapiti ed istintivi. 

 Vidi John sbattere contro il cofano di un auto uno dei Condor, mentre l'altro che lo aveva attaccato era già svenuto.

 Focalizzai quindi lo sguardo verso gli altri amici in difficoltà. Il colosso Clark stava mazzolando il povero Fred con quello che restava di una sedia, mentre Danny gli era saltato sulle spalle cercando di abbatterlo inutilmente con ridicoli pugnetti, per poi sbilanciarsi e cadere all'indietro.
Afferrai il gigantesco pivot per il collo e gli schiantai una bottiglia di birra in testa. Arretrò di qualche passo e si riapprossimò per sferrarmi un colpo ma lo schivai e con un high kick volante stile Boyka (che sorprese anche me) gli spaccai il naso.  Clark cadde svenuto sul cofano della cabrio di Brad, ammaccandola tutta.

 Mi rivolsi verso Brad, l'ultimo rimasto in piedi.  Estrasse un coltello.
"Aaah, andiamo... Non sai mostrarmi qualcosa di più interessante di questo banale  cliché"
Con mia sorpresa incominciò a maneggiarlo tanto bene quanto poteva fare il fottuto BruceLee con un nunchaku.
"Questo non te l'aspettavi!" si scagliò a tutta velocità verso di me.

 Non importava quanto fosse abile, il mio impeto selvaggio ed i miei riflessi inauditi mi permisero di intercettargli il polso, e disarmarlo.
Il sangue mi ribolliva nelle vene, ma i miei sensi di colpa verso Brad erano più forti e mi restituirono la lucidità.  Mi limitai a catapultarlo a dieci metri di distanza con un calcio.

 I sei con cui si era presentato erano tutti ko.
"Basta, John."  gli dissi, vedendolo scatenare tutta la sua rabbia su uno di quelli ormai a terra.
John lo prese per la maglia e lo scaraventò via. 

 Brad e gli amici, pesti di sangue e lividi si trascinarono verso le loro autovetture.
"Andiamo via! Quello ha la forza di un figlio di puttana"
"Torneremo, bastardi.   Non ve la caverete così la prossima volta"
"Perché aspettare!"  gridò John.  "Se volete farci secchi trattenetevi qui un altro po', no?  Cosa vi impedisce di restare, fighette?"

"Siete e rimanete beta.  I veri maschi alpha siamo noi."  li provocò Craig che s'era appena ripreso dalla botta in testa.
" Quest'oggi avete conosciuto la furia dei Black Cats e di Jack Parker, signorine".

 Tutta quella forza, sapevo bene da dove proveniva. Sono sempre stato forte in passato, in quanto sportivo agonista. Ero un temibile bullo, niente di più.
Riuscivo a sopraffare facilmente tutti quanti con la mia superiorità fisica.

 Mai prima di quel periodo però avrei pensato di poter fare cose così assurde. Mettere fuori combattimento, con colpi alla Ken Shiro, energumeni grossi come e più di me, ed altrettanto allenati.
Mai avrei pensato di poter mantenere la lucidità mentale davanti a qualcuno che mi puntava contro il coltellone di Rambo e men che meno di riuscire a neutralizzarlo con facilità.

 "Il mio locale!  Che cosa avete fatto?"  gridò l'oste.  Ero così concentrato nel battermi con i Condor che non m'ero accorto della grande folla che aveva ormai gremito la piazza.
Tutti ragazzi conosciuti.  Avevano assistito in prima fila a quello spettacolo ed ora gridavano giubilanti a gran voce i nostri nomi. 
"Tranquillo Ben. Paghiamo noi i danni..." disse Johnny.  "...E OFFRIAMO DA BERE A TUTTI" 

 "SIIIII! VIVA I BLACKS CATS".

Oramai qualsiasi cosa facessimo, anche la più brutale, veniva accettata e celebrata da tutta la città. Tutti quanti conoscevano i Blacks Cats, eravamo diventati i beniamini del quartiere.
"Non credo che quei brutti ceffi verranno più a disturbarti, Ben." disse Fred.
"Oh, quei brutti ceffi no. Ma voi scommetto di sì"
"E scommetti bene.  Guarda quanti clienti che ti abbiamo portato"

 Anche quella notte fu nostra. Ma la mia felicità sarebbe destinata a scemare rapidamente.  Tanto più una fiamma arde, quanto più si estinguerà presto, e la mia fiamma era destinata a sparire nel più miserevole dei modi.

Ritornai a casa, ancora carico per ciò che era successo, e accesi la tv alla ricerca di un qualche bel pornazzo che potesse ispirarmi.

 -click-
"Una pioggia di asteroidi della grandezza di un palmo di una mano ha devastato le coste della Florida per oltre 120 chilometri.  Ricordiamo bene i danni devastanti del meteorite che incenerì la cittadina di Allentown l'anno scorso, potrebbe esserci un legam..."
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"...andando a danneggiare gran parte delle strutture.   Sono Duecentomila i morti.  Ottocentomila i feriti gravi e altrettanti sfollati..."
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"...E' come se il normale ciclo delle Perseidi abbia anticipato il suo corso di due mesi. Ben sappiamo infatti che le Perseidi attraversano la nostra orbita nei mesi di Luglio e Agosto.
E' verosimile che la meteora che precipitò sulla Terra un anno fa, fiondata sul nostro pianeta a causa della spropositata gravità di Giove, abbia come attirato verso la sua traiettoria la parte più consistente dello sciame di asteroidi che in collisione con l'atmosfera terrestre..."
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"NON E' COME VOGLIONO FARCI PENSARE! SI TRATTA DEGLI ALIENI!  GLI ALIENI VI DICOoo..."
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"...Phil, il signor Johnson è tua madre..."
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"...Una punizione divina..."
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"...Come avevano previsto i Maya..."
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"...E' colpa del governo..."
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"...E' colpa dei gay..."
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Non riuscivo a concentrarmi per più di due minuti sullo stesso argomento. Trovavo tutto incredibilmente noioso, niente mi attirava quella notte.
Mi sentii particolarmente stanco e volevo solo dormire. 

 Ma mentre mi divincolavo nel letto, un pensiero invase la mia mente ostacolando il mio sonno. Qualcosa che volevo verificare con tale ossessiva morbosità che mi rialzai dal letto di soprassalto.

Andai a prendere il metro e mi misurai l'altezza.

 "Un metro e novanta centimetri?"    
"Che diavolo stava a significare?  Forse ero solo ubriaco. Avevo letto male.
Se solo quell'incubo si fosse interrotto lì, ora non mi troverei dove mi trovo ora!

Glossario:

Nerd   chi ha una certa predisposizione per la ricerca intellettuale, ed è al contempo tendenzialmente solitario e con una più o meno ridotta predisposizione per la socializzazione.
Mulinello olandese:  Pratica sessuale che può essere sostenuta  da tre o più individui di sesso maschile che consiste in una masturbazione simultanea  circolare che ricorda il movimento di un mulino olandese Glossario:

Nunchaku:   Un' arma tradizionale, diffusa in alcuni paesi dell' Asia orientale, costituita da due corti bastoni uniti mediante una breve catena o corda.  Bruce Lee era noto per la sua abilità con l'arma.
Glossario:

Yuri Boyka:  personaggio del film Undisputed, divenuto un idolo per i suoi calci spettacolari.
Ken Shiro:  personaggio dell'omonimo manga giapponese

  
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