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Autore: MarsTwix    25/05/2012    2 recensioni
E' sempre stato il sogno di tutti incontrare persone famose, i propri idoli. Immaginatevi la scena, state tranquillamente passeggiando per la strada o facendo la spesa che puff, ti imbatti nella persona di cui hai la camera piena di poster e contempli le sue foto sullo schermo del tuo pc. Peccato che certe cose capitano a chi non le desidera. Kaycee e Mhone si sono appena trasferite da Londra ad Oxford, un bel cambiamento per chi è abituato a vivere in una città grande e caotica, per cominciare il primo anno di università. Quello che non sanno è che si imbatteranno in cinque ragazzi che sono conosciuti in tutto il mondo. Sfortunatamente loro non sapevano nemmeno chi fossero prima di ritrovarseli come vicini di casa.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 2

Mhone POV
Andammo in segreteria per firmare i nostri fogli d’ammissione e ci vennero consegnati i nostri orari, in comune avevamo solamente letteratura inglese che seguivo esclusivamente per volere di Kaycee che mi aveva supplicato di sceglierla così avremmo avuto almeno una materia in comune. Inglese non era la materia che mi piaceva di più -ok lo ammetto sono proprio una frana in inglese-, ma per far contenta Kay avrei fatto questo e altro.
“Ci vediamo dopo durante la pausa ok?” domandai a Kay.
“Ti aspetto all’ingresso del cortile” mi rispose con un sorriso.
Le diedi un bacio sulla guancia e mi diressi nella parte opposta verso l’aula in cui si sarebbe tenuta la mia lezione di chimica e bio-chimica.
Aprii la piccola mappa che ci avevano dato in segreteria e con una rapida occhiata tentai di orientarmi. Dovevo proseguire dritta per quel corridoio e poi girare a destra fino ad arrivare all’ala ovest. Trovai l’aula senza difficoltà, entrai e mi soffermai per un attimo all’entrata. L’aula era abbastanza grande e luminosa per via di diversi finestroni da cui si poteva vedere molto bene il cortile dell’ala ovest. Davanti la cattedra in mogano scuro si stendeva una scalinata sulla quale erano sistemate in perfetto ordine le varie poltroncine blu cobalto. Mi diressi verso la scalinata e scelsi di sedermi nella terza fila così che sarei rimasta a debita distanza dal professore. Il professor Dalton infatti, era noto in tutta la facoltà per essere un eccellente sputatore, mentre spiegava la sua lezione piccoli sputi uscivano dalla sua bocca e finivano su quei poveri ragazzi nelle prime file.
Il professore non era ancora arrivato, così decisi di avvantaggiarmi e dare un’occhiata al libro di testo. Lo tirai fuori dalla mia borsa e cominciai a sfogliare le pagine soffermandomi su alcune formule già note. Alzai un secondo la testa dal libro e rimasi incantata. Dalla porta dell’aula era appena entrato un ragazzo stupendo. Aveva i capelli corvini più corti ai lati e tirati su in modo disordinato al centro, i suoi tratti del viso erano decisamente mediterranei e la sua carnagione era olivastra. Indossava una maglietta aderente blu scuro che metteva in risalto i suoi pettorali scolpiti e le braccia muscolose, abbinata ad un paio di jeans beige e delle Nike rosso fuoco. Sulla spalla gli scendeva una tracolla in cuoio scuro a cui era legata in malo modo una felpa rossa e bianca. A fianco al ragazzo stupendo spuntava un altro ragazzo, più basso di almeno 6-7 cm. Aveva i capelli biondo grano pettinati in modo disordinato, che circondavano un viso dai tratti dolci e arrotondati. La sua carnagione era chiarissima, bianco latte, ma veniva contrastata dalla polo rossa abbinata ad un cardigan blu e ad un paio di pantaloni piuttosto stretti dello stesso colore messi dentro ad un paio di snikers bianche lasciate lente. Sulle spalle aveva uno zainetto verde dell’Espack pieno di scritte che da lontano non riuscivo a leggere.
I due si diressero verso le scale, salirono alcuni gradini e si infilarono nella mia stessa fila a distanza di una poltroncina da me. In quel momento notai che il biondo aveva gli occhi azzurri come il colore del cielo –wow… davvero belli-pensai.
Mi resi conto solo dopo alcuni secondi di essere rimasta con gli occhi sbarrati e la bocca aperta – avrei sicuramente avuto una faccia da idiota-, così in un lampo mi ricomposi e cercai di comportarmi in modo normale.
Finalmente il professore arrivò e la mia prima lezione di chimica dell’anno ebbe inizio. Presi il mio quaderno ad anelli per gli appunti e comincia a segnarmi le cose più importanti. Ero pienamente assorta dalla lezione quando sentii qualcuno chiamarmi.
“Pss… pss.” Era quel bellissimo ragazzo di prima, mi girai verso di lui.
“ Dici a me?” gli chiesi con aria interrogativa.
“Si. Non è che avresti per caso una penna in più da prestarmi?” mi rispose sfoggiando un sorriso da far tremare le ginocchia.
“Certo ora te la do” presi il mio astuccio strabordante di penne, pennarelli e oggetti vari e ne tirai fuori una bella penna dall’impugnatura in metallo e l’inchiostro blu.
Gli porsi la penna e con un altro sorriso tale e quale al precedente mi disse “Grazie!”.
La lezione scorse piuttosto velocemente e gli appunti che presi erano più che altro un ripasso di cose che avevo già studiato in precedenza.
“Per oggi abbiamo finito” furono le parole del professore che decretarono la fine della lezione.
Rimisi libro e quaderno nella borsa e mi alzai. Stavo per andarmene quando qualcuno da dietro mi prese per una spalla.
“Volevi andar via senza la tua penna?” disse scherzosamente il bel ragazzo a cui avevo prestato la penna.
“ Oh che sbadata che sono… me ne ero completamente dimenticata” ammisi.
“ Bhe grazie ancora per avermela prestata! A proposito io sono Zayn… Zayn Malik e lui è il mio amico Niall Horan!”.
“ Molto piacere, io sono Mhone Hunter!” mi presentai e abbozzai un sorriso un po’ imbarazzata.
“Sei nuova vero? Non ti ho mai visto da queste parti!” mi chiese il biondo mentre scendevamo quei pochi gradini e ci dirigevamo verso l’uscita dall’aula.
“Si sono nuova. Mi sono appena trasferita qua da Londra insieme alla mia amica Kaycee. Londra era troppo caotica e così abbiamo deciso di venire a studiare qua alla Chris Church per trovare un po’ di tranquillità!” gli risposi sfoderando un bel sorriso.
“Bhe ti accorgerai molto presto che questo posto non è poi così tranquillo come tutti pensano!” disse sarcastico Zayn suscitando in tutti e tre una risata.
“Voi invece siete di qui?” chiesi curiosa.
“No, io sono di Londra mentre Niall è irlandese. Ci siamo trasferiti qui insieme ad altri tre amici per poter finire gli studi” mi rispose Zayn.
 
-Altri tre ragazzi. - pensai - Se sono anche loro come Zayn e Niall ammetto che stare qua comincia ad essere interessante e rimpiango di aver fatto tutte quelle storie a Kaycee per esserci trasferite. - Si perché inizialmente l’idea di cambiar città non mi allettava molto, sono un tipo piuttosto tradizionalista e i cambiamenti mi spaventano e non mi piacciono, poi però Kaycee riuscì – non so ancora come - a convincermi e alla fine ci presi gusto a cercare una casa tutta per noi e arredarla come più ci piaceva.
Le parole “Ora però dobbiamo proprio scappare. E’ stato un piacere conoscerti. Ci vediamo in giro” dette da Zayn mi riportarono alla realtà e non feci in tempo a rispondere “ E’ stato un piacere anche per me. Si, ci vediamo in giro” che i due erano già partiti lasciandomi li imbambolata.
 
Il resto della mattinata proseguì con le lezioni di matematica e fisica che sembravano veramente non finire mai. Per di più le rispettive aule si trovavano ai poli opposti dell’università così che dovetti correre lungo i corridoi per riuscire ad arrivare in tempo alle lezioni – ecco perché Zayn e Niall si erano dileguati così velocemente prima, se non ci si sbriga si arriva sicuramente in ritardo. -
Finalmente l’ora di pranzo era arrivata e mi diressi verso l’ingresso del cortile principale dove mi sarei dovuta incontrare con Kay.
Naturalmente era in ritardo, ma ormai ci avevo fatto l’abitudine.
Finalmente la vidi arrivare. Stava correndo come una matta e per poco non investiva una povera ragazza che tranquillamente si stava dirigendo verso il chiosco del caffè. Fortunatamente la ragazza si fermò appena in tempo e Kay arrivò davanti a me poggiando la borsa a terra e cercando di riprendere fiato dopo quell’ estenuante corsa.
“Scusa Mhone sono in ritardo, ma mi ero persa e non riuscivo più a trovare l’entrata principale” si giustificò.
“Non preoccuparti ti perdono visto che sono arrivata da poco” le dissi con un sorriso.
“Grazie tesoro” mi rispose facendomi l’occhiolino e dandomi un bacio sulla guancia.
“Andiamo a mangiare in quel ristorantino che abbiamo visto qui vicino?” proposi.
Annuì “Si si per me va bene”.
Ci incamminando verso il ristorante. Non era lontano e decidemmo di arrivarci a piedi. Il locale era piccolino ma, almeno da fuori, sembrava carino. Si chiamava Nando’s –carino come nome pensai-. Entrammo e ci dirigemmo verso il bancone per chiedere se ci fosse posto per due persone, il cameriere molto cortesemente ci diede risposta affermativa e ci accompagnò al tavolo. Il locale era luminoso e i tavoli erano messi in ordine sparso ricoperti da tovaglie rosa e bianche. C’era  poca gente e fortunatamente ci toccò il tavolo vicino la finestra. Ci sedemmo e cominciammo a sfogliare il menù che il cameriere ci aveva lasciato sopra il tavolo. Dopo una decina di minuti, blocchetto e penna alla mano, lo stesso cameriere di prima ci venne a prendere le ordinazioni.
“Cosa prendete ragazze? Avete deciso?” chiese.
“ Si. Per me una fettina ben cotta e un piatto di insalata e da bere acqua naturale. Grazie” dissi decisa.
“Per me invece… emmm… spaghetti al ragù… no anzi… ravioli burro e salvia… mmm… no no ho cambiato idea prendo una bistecca, si ho deciso, vada per la bistecca, con contorno verdure cotte alla piastra” rispose finalmente Kay.
“Ok. Arrivano subito” disse divertito.
Le ordinazioni effettivamente arrivarono subito e cominciammo a mangiare immediatamente.
“Allora com’è andata questa prima mattinata?” le chiesi dopo aver mandato giù il primo boccone.
“ Molto bene direi- mi rispose mentre masticava un bel pezzo di bistecca- ho incontrato il tipo di ieri –mandò giù il boccone- quello che mi aveva salvato sulle scale. Si chiama Liam ed oggi mi è sembrato ancora più bello di quanto mi ricordassi da ieri. Purtroppo quel momento è stato interrotto da quell’odioso tipo che sta notte ci ha svegliato con la musica. Si sono amici. Incredibile ma è così. In più con loro c’era anche un altro ragazzo… non ricordo il nome, quindi lo chiamo cespuglio visto che ha i capelli ricci e tutti spettinati.” mi rispose alzando le spalle e inforcando una zucchina grigliata.
Risi. "Non ci credo! E magari segue anche i tuoi corsi vero?"
“Si - mi fece con aria sconsolata- ma fortunatamente c’è anche Liam. Almeno ho un bel ragazzo da poter guardare durante la lezione!” mi fece l’occhiolino.
“A te invece com’è andata la mattinata Mho?” mi chiese.
“Bhe direi piuttosto bene. Le lezioni sono molto interessanti, mi aspettavo peggio, invece sono riuscita a seguire alla grande e poi molte cose già le sapevo. A chimica mi sono seduta in terza fila così mi sono salvata dal professor Dalton. – dissi ridendo - Ci sono due ragazzi molto carini e simpatici poi al corso…” in quel momento Kaycee strabuzzò gli occhi.
“E mi dai questa notizia solo ora?!” fece quasi urlando, tanto che mezzo ristorante si girò verso di noi.
“Bhe non è poi così importante.” le dissi facendole segno di abbassare la voce.
“Non è importante? E’ la cosa più importante invece, al diavolo chimica, dimmi dei ragazzi! Sono veramente carini?” disse tutto di un fiato prima di mettersi un altro pezzo di bistecca in bocca.
“Si sono molto carini, anzi carini direi che è piuttosto riduttivo, sembrano dei modelli. Soprattutto uno di loro sembra un dio greco con un fisico scolpito, lo sguardo misterioso e penetrante e i capelli corvini” risposi con aria sognante mentre ripensavo a quella bella visione.
“E questa secondo te non era una notizia importante da dire alla tua migliore amica?” mi fece ironicamente.
“Si lo era, ma volevo farti rimanere un po’ sulle spine.” risposi sorridente a Kay che contraccambiò con una linguaccia.
Continuammo a parlare del più e del meno mentre finivamo di mangiare. Pagammo il conto e uscimmo dal ristorante.
Fuori faceva ancora piuttosto caldo per essere la fine di settembre e siccome era ancora presto per tornare all’università decidemmo di farci una passeggiata nel parco che c’era li avanti. Ci fermammo in un piccolo praticello avanti ad un laghetto, ci stendemmo e ci rilassammo prendendoci tutto il sole che potevamo –visto che in Inghilterra era piuttosto raro trovare queste belle giornate di sole. -
 
Dopo quella pausa di relax ci toccò ritornare di mala voglia all'università per seguire le ultime ore di lezione della giornata.
“Ci rivediamo qui alla fine delle lezioni come prima?” mi chiese Kay.
“ Si certo. Ci vediamo dopo” le feci io salutandola.
Ci dividemmo come la mattina e io mi diressi verso il laboratorio di biologia.
Le ore pomeridiane passarono velocemente e uscita dall’aula mi diressi tranquillamente verso l’entrata principale come stabilito precedentemente. Con mia grande sorpresa trovai ad aspettarmi Kaycee.
“Vedi, questa volta non sono in ritardo” non perse occasione di farmi notare.
“Si vede che stai crescendo” risposi calma e tutte e due finimmo in una grossa risata.
Ci incamminammo verso casa, ma svogliatamente decidemmo di prendere l’autobus anche se la nostra casa era solo quattro fermate più avanti. L’autobus era semi vuoto e trovammo facilmente due posti su cui sederci.
“Hei Kay sta sera ho voglia di uscire! Che ne dici ti va di andare in un pub a bere qualcosa?” le chiesi.
“Si può fare, ma non mi costringerai a vestirmi elegante!" mi rispose indicandomi col dito. Era chiaro che non l'avrei convinta.
“Bene allora è deciso. Ho sentito parlare di un pub al centro. Dicono che è carino. Poi per andarci possiamo prendere l’autobus!” proposi.
“Si tanto qui gli autobus sono in servizio 24 ore su 24 quindi possiamo stare tranquille.” mi rispose Kay.
L’autobus fece la sua quarta fermata e noi scendemmo proprio davanti casa.
Presi le chiavi dalla borsa e aprii il portone d’ingresso. Come una furia Kay si scaraventò dentro e salì alcuni gradini.
“Ma che cavolo fai Kay?” le chiesi allarmata.
“Volevo solo vedere se Liam era nei paraggi! - disse a bassa voce - Però non c’è” concluse con aria afflitta.
Scossi la testa, quella ragazza era un caso perso. "Forse è ancora all’università." le dissi.
“Si forse… Però uffa!” mise su il suo broncetto e scoppiai in una rumorosa risata.
Appena entrate in casa poggia le chiavi sul tavolinetto all’ingresso e me ne andai in camera a cambiarmi. Aprii l’armadio che avevo sistemato con le mie cose il pomeriggio prima e tirai fuori il sotto di una tuta e una felpa verde acqua. Legai i capelli in una specie di accrocco e mi misi ai piedi le mie pantofole pelose con i pon pon.
Kay nel frattempo si era spaparanzata sul divano a guardare i cartoni in tv così decisi di unirmi a lei.
 
Fuori cominciava ad imbrunire così mi alzai dal divano e mi diressi in cucina per preparare la cena. Cucinare era un mio compito, era stato deciso così dopo la volta in cui Kay per prepararsi una frittata aveva quasi incendiato la cucina carbonizzando uova e padella. Ci ritrovammo con la puzza di bruciato per una settimana.  Io invece adoravo cucinare, mi piaceva e non per vantarmi ma mi riusciva anche piuttosto bene.
“Hei Kay ti va bene pasta con il sugo, fettine panate e insalata per cena?” urlai dalla cucina.
“Noooo la carne l’abbiamo mangiata anche oggi a pranzo Mho. Non mi va” rispose come una bambina.
“Ok ok allora niente carne. Pasta e insalata!” conclusi.
“Perfetto. Così va bene!” rispose soddisfatta.
Feci bollire l’acqua, buttai giù la pasta, dopo 10 minuti la scolai e l’aggiunsi al sugo appena fatto con i pomodori freschi e una foglia di basilico – che profumino che emanava quel sugo - e la servii nei piatti –quelli in coccio colorati di azzurro che avevamo scelto apposta per la nostra casa- insieme alla ciotola con l’insalata già condita.
“E’ prontoooo!” gridai a Kay che era ancora sul divano a guardare la tv.
“Arrivo subito” rispose lei che in un secondo si precipitò a tavola.
Finimmo di mangiare tutto e mentre stavo per alzarmi mi girai verso Kay.
“Sta sera tocca a te lavare i piatti mia cara. L’avevi promesso!” esclamai.
La faccia di Kay si tramutò in una smorfia, sbuffò un po’ ma alla fine acconsentì alla richiesta. Sparecchiai la tavola, mentre Kay guanti e spugnetta alla mano, cominciò a sciacquare piatti e bicchieri che finirono poi in lavastoviglie.
Finite le faccende domestiche mi sbrigai ad appropriarmi del bagno prima di Kay per farmi una doccia bollente. Lasciai poi generosamente il bagno alla mia amica e mi diressi in camera per scegliere cosa mi sarei messa quella sera per uscire. Ci tenevo a sembrare carina in quella nuova città che ancora non conoscevo bene così provai almeno una decina di combinazioni diverse di vestiti gettando a terra quelle che non mi soddisfacevano. La camera che fino a poco prima era in un ordine immacolato, ora era il caos più totale. Me ne fregai –avrei messo a posto il giorno dopo- e alla fine optai per un paio di leggings neri e una camicetta lunga verde smeraldo che impreziosii con un medaglione dalle pietre rosse e verdi e un grosso bracciale nero. Come scarpe scelsi una paio di decolté aperte dello stesso colore della maglia.
Mi truccai leggermente sui toni del verde scuro, ma osai mettendo un rossetto rosso acceso. Arricciai la frangia in un boccolo perfetto che fissai con un po’ di lacca e uscii dalla camera. In quel momento uscì anche Kay. Indossava un paio di jeans chiari stretti e una canotta nera impreziosita da alcune paiette. Al collo aveva messo la sua amatissima collana con la chiave, che aveva trovato –dopo estenuanti ricerche- in un negozietto di bigiotteria a Londra e al polso aveva alcuni bracciali sull’argento. Ai piedi aveva optato anche lei per un bellissimo paio di decolté nere con un grosso fiocco da un lato. Dopo averla quasi scongiurata per vestirsi decentemente ero finalmente riuscita a convincerla. Se non ci fossi stata io avrebbe avuto intenzione di andarci con la solita tuta!
Ci fissammo per un momento poi all’unisono dicemmo “Oh che gran figa che sei questa sera!” scoppiammo a ridere. Ci capitava fin troppo spesso di dire le stesse frasi negli stessi momenti.
Indossai il cappottino nero che era appeso vicino l’entrata e infilai telefono e chiavi nella mia Louis Vuitton verde scuro. Aspettai che Kay si finisse di preparare e finalmente uscimmo di casa.
 

 
Heilà bella gente, ecco a voi un nuovo capitolo! Io sono Martina e come penso abbiate capito, scrivo dal punto di vista di Mhone.
Spero che vi sia piaciuto quello che ho scritto e che lo abbiate trovato interessante tanto che continuerete a leggere la storia!
=D
Non vedo l’ora di sapere cosa ne pensate, quindi avanti non abbiate paura di dire ciò che pensate lasciando la vostra recensione qua sotto! ^^
Per qualsiasi domanda o dubbio che avete o semplicemente perché avete voglia di seguirci questi sono i nostri contatti di Twitter:
Marty:https://twitter.com/#!/Poket_18
Vix:https://twitter.com/#!/vittoriap35
E questi invece sono gli outfit che indossano le nostre due belle ragazze per andare al pub:

Mhone                                                                                                                         Kaycee

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