CAPITOLO 1:IT’S ALL
TEARS
Ville
si svegliò dal torpore che lo aveva invaso la sera prima. Guardandosi intorno
poté notare tre delle quattro bottiglie di birra che si era scolato prima di
addormentarsi appoggiate sul pavimento ai piedi del divano in cui era
scompostamente sdraiato, e un uomo che lo fissava
interrogativo.
Un
uomo?
«Che
cazzo ci fai qui?!» esclamò tirandosi a sedere in una frazione non misurabile di
secondo.
«Me lo
sto chiedendo pure io!» rispose l’uomo continuando a osservare il cantante con
due occhi sospettosi e indagatori «Mi sono svegliato
qui.».
«E come
ci saresti entrato in casa mia, me lo spieghi?!» sbottò ancora Ville «Io non ti
ho fatto entrare, per quanto mi ricordi!».
«Scusa,
ma io non so nemmeno chi sei, quindi non vedo il motivo per cui dovrei essere
capitato in casa tua! Non prendertela con me se non ti ricordi quando mi hai
prelevato da casa mia e portato qui!» replicò Jon togliendosi il giubbetto di
jeans con il simbolo di Superman. Ville Valo spalancò gli occhi per lo stupore.
Non poteva essere lui…cioè, gli assomigliava parecchio, ma non poteva
assolutamente essere lui! Era troppo giovane, avrà avuto più o meno la sua
età!
«Cos’hai
da guardare? Mi dici perché mi trovo qua oppure no? Che, hai deciso di rapirmi
per chiedere un riscatto? Be’ non aspettarti gran che, non sono ancora così
famoso da essere ricco sfondato.» disse Jon vedendo che l’altro lo fissava
sconvolto.
«Scusa,
ma chi sei?» gli chiese Ville.
«Bene!
Ottimo! Allora non mi hai rapito perché altrimenti sapresti chi sono. Ciò ti
dimostra che la mia fama non è poi così vasta come dicono i giornalisti!»
esclamò Jon. Poi, vedendo che l’altro non accennava a cambiare espressione
decise di presentarsi «Sono John Bongiovi.».
Non
poteva essere. No, era uno scherzo! Era un suo sosia che si spacciava per lui.
Doveva essere una trovata di Migé e di Linde per il suo compleanno…peccato che
fossero a ottobre e che lui compisse gli anni a novembre. Comunque non poteva
essere veramente Jon Bon Jovi, non quel Jon Bon Jovi! Quello vero aveva
ormai 39 anni, il tizio davanti a lui non poteva arrivare nemmeno a
32!
«Sei
sicuro?» chiese. Che domanda stupida, pensò, ma non gli era venuto nient’altro
in mente, era troppo confuso.
«Certo
che sono sicuro! Che domande mi fai?!» rispose Jon «E tu chi
saresti?».
«Ville
Valo…ma, aspetta un attimo: quanti anni hai?».
“Oddio,
sono finito in casa con un ritardato mentale!”
«25…perché?».
Ville
si tranquillizzò…anzi no, il suo stomaco si dissolse nel vuoto. «Allora non sei
quel Jon Bon Jovi, quello di You give love a bad name e Livin’ on a prayer…vero?» domandò
temendo la risposta.
«Certo
che sono io! A parte mio padre non ne esistono altri di John Bongiovi in vita, e
mio padre non ha scritto le mie canzoni.».
Che
cazzo stava succedendo?! Stava sognando? La depressione adesso gli faceva avere
anche le allucinazioni? O era tutta colpa della birra?
«Hai
detto che ti chiami Ville Valo? Strano nome, non mi suona molto americano…»
disse Jon.
«Infatti
è finlandese, e noi adesso siamo in Finlandia…» rispose Ville. Jon lo guardò
confuso.
«Non è
possibile…io mi sono addormentato circa tre ore fa, nel mio letto, a Vancouver,
in Canada…com’è possibile che sia arrivato qui in Europa in meno di tre ore?»
chiese. Si sentiva alquanto a disagio, cominciava a percepire qualcosa che non
andava.
«Non
chiedermelo, soprattutto perché io non capisco come tu abbia fatto ad arrivare
qui dal 1987…» rispose Ville osservando diffidente l’intruso
spazio-temporale.
«Ma noi
siamo nel 1987!» replicò il rocker
guardando Ville come se fosse un bambino problematico. Si stava inquietando
ancora di più.
«No,
noi siamo nel 2001, e quel calendario ne è la prova.» disse Ville indicando un
calendario appeso sulla parete dietro le spalle di Jon. Questi si voltò molto
lentamente, temendo di scoprire che quello che aveva appena sentito fosse vero.
«Oggi è il 10 ottobre 2001. Tu dovresti avere 39 anni, e invece hai la mia età.
Com’è possibile?» chiese Ville.
Jon
osservò annichilito il calendario sul quale troneggiavano le quattro cifre rosse
indicanti l’anno: 2001. «Non lo so…» sussurrò senza riuscire a trovare la forza
per dar voce alle sue parole.
Ville
guardò il rocker anni ‘80 accasciarsi addosso alla parete. Non riusciva più a
capire se quello che gli stava capitando fosse vero o meno. Forse aveva
veramente bevuto troppo.
«Hai
fatto desideri particolari ultimamente?» chiese Jon ricordandosi di un film che
aveva visto qualche giorno prima in cui Tom Hanks interpretava la parte di un
ragazzo che diventava un uomo dopo averlo desiderato per
gioco.
Ville
si ricordò della mattina prima e si rabbuiò ulteriormente. «Sì, ho desiderato di
finire di sentirmi a pezzi.». Perché gliel’aveva detto? Che avrebbe potuto
importargliene a un estraneo di come si sentiva lui?
«Sei un
tipo che ci sa fare con le donne?» chiese Jon prendendo il cantante degli HIM in
contropiede. Che voleva dire?
«Non
sono messo male, diciamo. Perché?».
«Perché
il mio desiderio consisteva nel trovare qualcuno che potesse insegnarmi a essere
sexy. Potrebbe essere che ci hanno accoppiati per risolvere i nostri problemi.»
ripose Jon con tutta la calma di cui disponeva. Tutto ciò era assurdo! Avanti,
Jon, non succedono mica per davvero queste cose! «No, lascia perdere, sto
dicendo delle stronzate.».
«Non ne
sono così sicuro…» disse Ville tirando fuori da sotto una pila di giornali
quello che lo interessava. C’era un articolo che lo riguardava, che gli era
venuto in mente con le parole di Jon. «Dai un’occhiata a questo.» esclamò
lanciando la copia del settimanale al rocker che la afferrò al volo. Era un
giornale inglese che riportava un sondaggio fatto tra le donne di un’età
compresa tra i 20 e i 30 anni a proposito dei canoni di bellezza maschile. Una
buona percentuale di loro aveva descritto un modello che ben si adattava a Valo,
alcune donne l’avevano persino citato come modello da seguire. Ville l’aveva
trovato stupido, ma poteva essere ciò che cercava Jon.
«Cazzo,
ma allora potrebbe anche essere!» esclamò questi alzando lo sguardo dalla
rivista.
«E
quindi tu saresti quello che dovrebbe tirarmi su il morale?» constatò Valo
alzando gli occhi al cielo «Certo che potevano mandarmi Claudia Schiffer o una
bella donna invece di un uomo!» disse poi sorridendo. Quella situazione era
veramente paradossale. Non sapeva più come reagire.
«E a me
potevano spedirmi da qualche bell’attrice per insegnarmi come diventare sexy.
Quindi siamo pari. Solo che non ho capito come mai proprio io ho dovuto
rinunciare alla mia epoca!».
«Perché
i vestiti degli anni ’80 facevano cagare. Io posso insegnarti come essere
elegante in qualunque momento, nient’altro. Per il resto ogni epoca ha il suo
stile.» disse Ville «Ma se devi vivere da me allora stabiliamo delle regole: 1.
qui il disordine è ordine, quindi non provare a spostare le mie cose; 2. io non
cucino se non quando è puramente necessario; 3. se mi sveglio con le palle
girate, ti conviene evitarmi. Tutto chiaro?».
«Chiarissimo.
Ho solo una domanda: dove posso trovare la lacca per
capelli?».
Ville
lo guardò come se avesse insultato sua madre. «Regola numero 4: qui i prodotti
per capelli sono fuorilegge. Non ti azzardare a portarmi in casa uno spray per
capelli o ti sbatto fuori a calci. Se vuoi diventare sexy con le donne comincia
a non usare prodotti da donne!» enunciò a chiare lettere prima di alzarsi dal
divano per andare in bagno.
Jon la vedeva dura. Se non c’era la lacca, figuriamoci il resto!
grazie a chiunque legga! i titoli sono tutti titoli di canzoni o dei bon jovi o degli him, lo distinguerete dal carattere: per farvi capire HEY GOD è dei bj e IT'S ALL TEARS è degli him. questa è la mia prima ff effettiva (a meno che non consideriate la rr con lefteye di spaccatesta) quindi perdonatemi se non è un capolavoro. ho cercato di tenermi il più fedele possibile alle notizie reali sui due personaggi.