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Autore: musicaddict    13/12/2006    1 recensioni
considerando che sono una fan accanita dei bon jovi e degli him, e che idolatrizzo sia jon bon jovi che ville valo, ho pensato: visto che sembrano avere due modi di essere totalmente opposti, perché non metterli insieme? nel senso...perché non farli convivere forzatamente, tipo terapia d'urto? chissà che ne verrebbe fuori...risposta: questa fanfiction! enjoy me!
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Ville Valo
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1:IT’S ALL TEARS

 

Ville si svegliò dal torpore che lo aveva invaso la sera prima. Guardandosi intorno poté notare tre delle quattro bottiglie di birra che si era scolato prima di addormentarsi appoggiate sul pavimento ai piedi del divano in cui era scompostamente sdraiato, e un uomo che lo fissava interrogativo.

Un uomo?

«Che cazzo ci fai qui?!» esclamò tirandosi a sedere in una frazione non misurabile di secondo.

«Me lo sto chiedendo pure io!» rispose l’uomo continuando a osservare il cantante con due occhi sospettosi e indagatori «Mi sono svegliato qui.».

«E come ci saresti entrato in casa mia, me lo spieghi?!» sbottò ancora Ville «Io non ti ho fatto entrare, per quanto mi ricordi!».

«Scusa, ma io non so nemmeno chi sei, quindi non vedo il motivo per cui dovrei essere capitato in casa tua! Non prendertela con me se non ti ricordi quando mi hai prelevato da casa mia e portato qui!» replicò Jon togliendosi il giubbetto di jeans con il simbolo di Superman. Ville Valo spalancò gli occhi per lo stupore. Non poteva essere lui…cioè, gli assomigliava parecchio, ma non poteva assolutamente essere lui! Era troppo giovane, avrà avuto più o meno la sua età!

«Cos’hai da guardare? Mi dici perché mi trovo qua oppure no? Che, hai deciso di rapirmi per chiedere un riscatto? Be’ non aspettarti gran che, non sono ancora così famoso da essere ricco sfondato.» disse Jon vedendo che l’altro lo fissava sconvolto.

«Scusa, ma chi sei?» gli chiese Ville.

«Bene! Ottimo! Allora non mi hai rapito perché altrimenti sapresti chi sono. Ciò ti dimostra che la mia fama non è poi così vasta come dicono i giornalisti!» esclamò Jon. Poi, vedendo che l’altro non accennava a cambiare espressione decise di presentarsi «Sono John Bongiovi.».

Non poteva essere. No, era uno scherzo! Era un suo sosia che si spacciava per lui. Doveva essere una trovata di Migé e di Linde per il suo compleanno…peccato che fossero a ottobre e che lui compisse gli anni a novembre. Comunque non poteva essere veramente Jon Bon Jovi, non quel Jon Bon Jovi! Quello vero aveva ormai 39 anni, il tizio davanti a lui non poteva arrivare nemmeno a 32!

«Sei sicuro?» chiese. Che domanda stupida, pensò, ma non gli era venuto nient’altro in mente, era troppo confuso.

«Certo che sono sicuro! Che domande mi fai?!» rispose Jon «E tu chi saresti?».

«Ville Valo…ma, aspetta un attimo: quanti anni hai?».

“Oddio, sono finito in casa con un ritardato mentale!” «25…perché?».

Ville si tranquillizzò…anzi no, il suo stomaco si dissolse nel vuoto. «Allora non sei quel Jon Bon Jovi, quello di You give love a bad name e Livin’ on a prayer…vero?» domandò temendo la risposta.

«Certo che sono io! A parte mio padre non ne esistono altri di John Bongiovi in vita, e mio padre non ha scritto le mie canzoni.».

Che cazzo stava succedendo?! Stava sognando? La depressione adesso gli faceva avere anche le allucinazioni? O era tutta colpa della birra?

«Hai detto che ti chiami Ville Valo? Strano nome, non mi suona molto americano…» disse Jon.

«Infatti è finlandese, e noi adesso siamo in Finlandia…» rispose Ville. Jon lo guardò confuso.

«Non è possibile…io mi sono addormentato circa tre ore fa, nel mio letto, a Vancouver, in Canada…com’è possibile che sia arrivato qui in Europa in meno di tre ore?» chiese. Si sentiva alquanto a disagio, cominciava a percepire qualcosa che non andava.

«Non chiedermelo, soprattutto perché io non capisco come tu abbia fatto ad arrivare qui dal 1987…» rispose Ville osservando diffidente l’intruso spazio-temporale.

«Ma noi siamo nel 1987!» replicò il rocker guardando Ville come se fosse un bambino problematico. Si stava inquietando ancora di più.

«No, noi siamo nel 2001, e quel calendario ne è la prova.» disse Ville indicando un calendario appeso sulla parete dietro le spalle di Jon. Questi si voltò molto lentamente, temendo di scoprire che quello che aveva appena sentito fosse vero. «Oggi è il 10 ottobre 2001. Tu dovresti avere 39 anni, e invece hai la mia età. Com’è possibile?» chiese Ville.

Jon osservò annichilito il calendario sul quale troneggiavano le quattro cifre rosse indicanti l’anno: 2001. «Non lo so…» sussurrò senza riuscire a trovare la forza per dar voce alle sue parole.

Ville guardò il rocker anni ‘80 accasciarsi addosso alla parete. Non riusciva più a capire se quello che gli stava capitando fosse vero o meno. Forse aveva veramente bevuto troppo.

«Hai fatto desideri particolari ultimamente?» chiese Jon ricordandosi di un film che aveva visto qualche giorno prima in cui Tom Hanks interpretava la parte di un ragazzo che diventava un uomo dopo averlo desiderato per gioco.

Ville si ricordò della mattina prima e si rabbuiò ulteriormente. «Sì, ho desiderato di finire di sentirmi a pezzi.». Perché gliel’aveva detto? Che avrebbe potuto importargliene a un estraneo di come si sentiva lui?

«Sei un tipo che ci sa fare con le donne?» chiese Jon prendendo il cantante degli HIM in contropiede. Che voleva dire?

«Non sono messo male, diciamo. Perché?».

«Perché il mio desiderio consisteva nel trovare qualcuno che potesse insegnarmi a essere sexy. Potrebbe essere che ci hanno accoppiati per risolvere i nostri problemi.» ripose Jon con tutta la calma di cui disponeva. Tutto ciò era assurdo! Avanti, Jon, non succedono mica per davvero queste cose! «No, lascia perdere, sto dicendo delle stronzate.».

«Non ne sono così sicuro…» disse Ville tirando fuori da sotto una pila di giornali quello che lo interessava. C’era un articolo che lo riguardava, che gli era venuto in mente con le parole di Jon. «Dai un’occhiata a questo.» esclamò lanciando la copia del settimanale al rocker che la afferrò al volo. Era un giornale inglese che riportava un sondaggio fatto tra le donne di un’età compresa tra i 20 e i 30 anni a proposito dei canoni di bellezza maschile. Una buona percentuale di loro aveva descritto un modello che ben si adattava a Valo, alcune donne l’avevano persino citato come modello da seguire. Ville l’aveva trovato stupido, ma poteva essere ciò che cercava Jon.

«Cazzo, ma allora potrebbe anche essere!» esclamò questi alzando lo sguardo dalla rivista.

«E quindi tu saresti quello che dovrebbe tirarmi su il morale?» constatò Valo alzando gli occhi al cielo «Certo che potevano mandarmi Claudia Schiffer o una bella donna invece di un uomo!» disse poi sorridendo. Quella situazione era veramente paradossale. Non sapeva più come reagire.

«E a me potevano spedirmi da qualche bell’attrice per insegnarmi come diventare sexy. Quindi siamo pari. Solo che non ho capito come mai proprio io ho dovuto rinunciare alla mia epoca!».

«Perché i vestiti degli anni ’80 facevano cagare. Io posso insegnarti come essere elegante in qualunque momento, nient’altro. Per il resto ogni epoca ha il suo stile.» disse Ville «Ma se devi vivere da me allora stabiliamo delle regole: 1. qui il disordine è ordine, quindi non provare a spostare le mie cose; 2. io non cucino se non quando è puramente necessario; 3. se mi sveglio con le palle girate, ti conviene evitarmi. Tutto chiaro?».

«Chiarissimo. Ho solo una domanda: dove posso trovare la lacca per capelli?».

Ville lo guardò come se avesse insultato sua madre. «Regola numero 4: qui i prodotti per capelli sono fuorilegge. Non ti azzardare a portarmi in casa uno spray per capelli o ti sbatto fuori a calci. Se vuoi diventare sexy con le donne comincia a non usare prodotti da donne!» enunciò a chiare lettere prima di alzarsi dal divano per andare in bagno.

Jon la vedeva dura. Se non c’era la lacca, figuriamoci il resto!

 

grazie a chiunque legga! i titoli sono tutti titoli di canzoni o dei bon jovi o degli him, lo distinguerete dal carattere: per farvi capire HEY GOD è dei bj e IT'S ALL TEARS è degli him. questa è la mia prima ff effettiva (a meno che non consideriate la rr con lefteye di spaccatesta) quindi perdonatemi se non è un capolavoro. ho cercato di tenermi il più fedele possibile alle notizie reali sui due personaggi.

   
 
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