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Autore: InsaneMind    25/05/2012    1 recensioni
La storia di un amore intrigante che neanche il tempo riuscirà a scalfire.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rimasi sconcertata udendo quella parola, quella parola così banale ma che racchiude in sé un significato profondo.
Rimasi perplessa, a bocca aperta. L'imbarazzo aveva preso il dominio su di me. Mi sentivo come una marionetta, immobile. Qualcuno comandava i miei gesti ma non riusciva a comandare le mie s
ensazioni, o, detto in modo più raffinato, i miei sentimenti.
Provavo una stretta allo stomaco, come se ad ogni minimo passo, al minimo spostamento potessi disintegrarmi. La mia anima si era risvegliata, ora ero veramente me stessa.
Era stata in letargo per così tanto tempo che non mi ricordavo neppure di cosa volesse significare il sentirsi
vuote, come se qualcuno avesse assorbito tutto di me.

-Non guardarmi così, mi sento a disagio.- Mi disse con una voce rotta, stanca, come se avesse esaurito tutte le forze e avesse usato le ultime rimanenti dicendomi ciò.
Dal canto mio, rimasi completamente in silenzio. Non sapevo distinguere '
la realtà' da un innocuo e stupido 'scherzo'.
Maledii me stessa per essermi messa in quel guaio, ma soprattutto per continuare ad ascoltare le fandonie di colui che stava davanti a me, che mi guardava con un'espressione così vuota, come se avesse perso tutto.

-AAH, sei riuscito a farmi lo scherzo anche adesso, ora basta, penso sia arrivato il momento di uscire...- Non ero molto convinta di ciò che dissi, forse perché non volevo credere a ciò che diceva, non ora dannazione.

Si avvicinò a me e mi mise un dito sopra il labbro, per poi riporre le proprie braccia sulle mie esili spalle e continuare a guardarmi col suo classico sguardo magnetico al quale tentavo costantemente di non rimanerne affascinata.

-Pensi che sia uno scherzo?

-Certamente. Dammi una buona motivazione per credere che tu abbia bisogno di me, di un m... Senti, sono stanca penso che sia arrivato il momento di andare

Dopo aver detto ciò intravidi nei suoi occhi comparire molta tristezza. Il suo sorriso smagliante scomparì, diventò più cupo, il suo sguardo diventò privò di espressione, come se tutta la sua gioia fosse stata risucchiata.

-Vai via.

Non replicai. Mi voltai e mi allontanai in più velocemente possibile per non cadere nella tentazione di tornare da lui, anche se era troppo difficile non ripensare a tutta quella sofferenza che vidi nei suoi occhi.
Camminai, o almeno ci provai. La forza dell'acqua rendeva i miei movimenti sempre più lenti e faticosi, sentivo il suo peso sul mio corpo e fu per questo che lui riuscì a raggiungermi.

-Fermati, te lo chiedo per favore. Voltati verso di me...

-Non ci penso neanche. D'altronde sei stato tu a dirmi di andar via, per cui...

-Io ci sto provando seriamente ad essere rispettoso nei tuoi confronti, a non essere sgarbato. Ho sbagliato a comportarmi, mi sono preso la confidenza da solo senza dirti nulla di me, di chi sono, e senza sapere qualcosa di te. Ma accidenti, mi esasperi tu. Non avevo mai incontrato una ragazza così complicata come te, non so cosa fare...

-Cosa vorresti fare?-mi voltai verso di lui-fammi capire, cosa vuoi da me? Perchè mi stai completamente addosso?

-Non voglio fare niente, ho bisogno di un tuo abbraccio. Di sentire la tua pelle contro la mia, il tuo profumo che mi devasta.
Abbracciami e basta.

Lo abbracciai. Mi persi in quell'abbraccio, cercando di stringere in meno forte possibile. Sentii il profumo del sale sulla sua pelle e non riuscii a staccarmi neanche per un secondo. Era tutto ciò di cui avevo bisogno, avevo giunto il momento in cui anch'io iniziavo ad aver bisogno di dolcezza, di qualcuno che mi avesse donato un briciolo di amore.
E la sicurezza che mi metteva. In quel abbraccio una miriade di emozioni cominciarono a diffondersi dentro me, aggredendomi tutte nello stesso momento, senza staccarsi un attimo. Cicatrici che mi porto tutt'ora.


 

  
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