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Autore: Melabanana_    25/05/2012    5 recensioni
Hera Tadashi è un ragazzo apparentemente indifferente a tutto, che si lascia passare accanto gli eventi senza preoccuparsene molto.
Afuro Terumi è un idol emergente, ma già molto famoso, che nasconde il suo vero carattere.
Questa fic parla di come il loro incontro abbia modificato le loro vite, e di come la loro storia sia venuta ad intrecciarsi con quella dei loro amici.
Coppie: HerAfu, DemeKiri, ArteApo, vari ed eventuali.
{dedicata a ninjagirl, che mi ha fatto scoprire e amare queste pairings.}
~Roby
---
Perché in ogni momento, il rosso e il viola sanno sempre trovarsi.
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Afuro Terumi/Byron Love, Altri, Hera Tadashi, Jonas Demetrius/Demete Yutaka
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Capitolo 2

Hera Tadashi era l’unico studente in tutta la scuola che avrebbe preferito fare lezione quel giorno.
Invece, gli toccò sorbirsi tutte le presentazioni dei suoi professori e dei suoi compagni (di cui, era certo, avrebbe dimenticato presto i nomi).
Si dovette anche alzare per presentarsi, cosa snervante perché odiava essere al centro dell’attenzione.
–Tadashi, Hera. Ho 14 anni e non amo niente di particolare.- disse in voce monotona e si risedette. Le ragazze lo guardarono ammaliate, come avesse detto chissà che.
Si era appena seduto che il ragazzo dopo di lui scattò su.
-Terumi, Afuro. Ho 14 anni e sono molto felice di essere qui!- esclamò allegro.
Hera lo degnò appena d’un occhiata e riconobbe il biondino di quella mattina: al contrario di lui, sembrava amare avere i riflettori puntati addosso. Sorrideva a tutti, amabile.
Le ragazze lo adoravano, ma anche i ragazzi non erano immuni a quel fascino perfetto.
Hera sospirò, ma perché doveva capitare in classe proprio con un tipo del genere?
-B-bene, Terumi, puoi sederti.- disse la professoressa, una ventenne svampita che era arrossita.
Afuro Terumi annuì, sorridendo in modo luminoso, quindi si sedette e si guardò intorno, catturando lo sguardo di Hera su di lui.
Gli fece l’occhiolino, segno che l’aveva riconosciuto.
Hera lo guardò accigliato, poi tornò a fissare il cielo.
Non ascoltò una parola di tutto ciò che seguì, e all’intervallo mentre tutti si alzavano e accerchiavano Terumi lui rimase immobile a fissare fuori dalla finestra, immerso nella sua placida noia. Le ragazze erano in puro delirio.
-Terumikun, ti piacciono i dolci fatti in casa?-
-Non mi dispiacciono- (sorriso).
-Oooh, che bello, allora te li preparerò!-
- Qual è il tuo colore preferito?-
- Quale musica ascolti?-
-Ti piace questo vestito?-
- Che shampoo usi?-
Nonostante le domande inopportune e seccanti dei compagni, Terumi sorrideva e rispondeva a tutto, sempre in quel tono amabile e malizioso che sembrava distinguerlo.
Hera decise in quel momento che non avrebbe mai potuto sopportare una persona tanto perfetta.
Alla quindicesima domanda sulla sua vita privata, si chiese “Ma che te ne frega?!” e si alzò intenzionato ad uscire per evitare quella confusione.
Aveva fatto appena quattro passi, avvicinandosi ai distributori, che qualcuno lo chiamò.
-Tadashi!-
Si girò, e vide il biondino.
Che ovviamente sfoderava il suo sorriso ammaliatore.
-Ho sentito che tu eri qui anche alle medie. Non mi potresti far fare un giro?-
Sbatté anche le ciglia, supplicante, e quel semplice gesto sembrava bastare a far cadere tutti ai suoi piedi. Hera invece lo trovava solo molto effeminato ed irritante.
-Mi hai preso per una guida turistica?- replicò seccato –Ci sono un sacco di ragazze che erano qui alle medie come me, perché non chiedi a loro? Saranno sicuramente felici di accontentarti.-
Il biondino lo fissò sorpreso e il suo sorriso cedette un po’.
-B-Beh… ma io l’ho chiesto a te, che ti costa? Tanto non hai nulla da fare…- disse nervoso.
-Mi scoccio.- replicò Hera scrollando le spalle, si prese una lattina di cola e si avviò verso le scale. Il biondino lo seguì immediatamente. –Ma Tadashi!- esclamò imbronciato.
 “Ma che palle…” pensò Hera ignorandolo. Il biondino era insistente, dannazione.
-Tadashi!- si sentì chiamare di nuovo a metà della rampa. Si voltò per dirgli di lasciarlo in pace, ma il biondino non c’era. “Beh, meno male, se ne sarà andato” pensò.
Si voltò e sobbalzò: il biondino era esattamente di fronte a lui, sorridente.
-Ta~da~shi~-cinguettò.
-Ma come…- Hera lo guardò incredulo.
-Sono saltato giù dal corrimano.- spiegò lui facendo spallucce, poi lo prese a braccetto ed esclamò allegro:- Allora, dove mi porti?-
-Nel laghetto della scuola se non la finisci.- borbottò Hera.
L’altro non sentì, oppure finse graziosamente di non averlo sentito perché continuò a stargli azzeccato addosso per il resto dell’intervallo.
–Oggi usciamo prima perché è il primo giorno vero? Ma di norma ci sono le lezioni pomeridiane?- chiese il biondino.
-Sì.- disse Hera, bevendo la terza lattina di cola.
-Sei un tipo di poche parole vero?- commentò l’altro divertito, poi il suo volto s’illuminò di malizia: –Visto che oggi si esce prima che ne dici se noi due ci facciamo un giretto da soli…?-
Hera sospirò, buttò la lattina, poi afferrò il viso del ragazzo fra le mani e ghignò:- Già… chissà quante belle cose potremmo fare, eh…?-
Il biondino avvampò, preso alla sprovvista. Hera si tirò indietro e gli fece la linguaccia.
-Ti sarebbe piaciuto che avessi detto così, no? Beh, scordatelo. Non ricordo nemmeno il tuo nome, a dire la verità.- commentò facendo spallucce.
-Mi chiamo Afuro, Terumi!- ripeté l’altro scioccato –Mi hai preso in giro!-
-Eh già.- confermò Hera ironico. Quel ragazzino era davvero problematico, doveva liberarsene.
Ma Terumi non si dava per vinto. 
- Tadashi, io non ti piaccio?- chiese esibendo la sua faccia da cucciolo.
-Neanche un po’- fu la risposta immediata.
Il biondino era sconvolto, e d’un tratto abbassò lo sguardo, cupo.
Hera sbatté le palpebre, perplesso, e domandò:- E ora che hai in mente?-
Ma l’altro sembrava parlare da solo.
Non gli piaccio non gli piaccio non gli piaccio- continuava a ripetere sotto voce, alla fine esplose di rabbia:- Come sarebbe a dire?! Hai solo una vaga idea di quanto ci metta la mattina per farmi così i capelli?! E per vestirmi?! Ne hai un’idea?! Io faccio ogni giorno una faticaccia e tu dici che non ti piaccio?! Quanto mi dai sui nervi?!-
Hera lo guardava sconvolto: che fine aveva fatto il ragazzino innocente e angelico di poco prima? Terumi sembrava impazzito. A meno che…
-Terumikuuuuun!- Delle ragazze li interruppero. Hera assistette in quel momento alla più splendida ed istantanea metamorfosi: Terumi in un secondo si sistemò i capelli, fece un respiro profondo e sfoderò un sorriso amabilissimo.
-Sì? Qualcosa non va, ragazze?- esclamò innocentemente voltandosi.
Mentre parlava ed esibiva tutto il suo fascino e brillava d’improvvisa allegria e dolcezza, Hera ebbe l‘impressione  che il ragazzo fosse in effetti un po’ troppo perfetto.
Forse per ché non lo era affatto. “Ma certo, è tutto costruito…” pensò osservando i modi gentili di Terumi e confrontandoli con la sfuriata di prima. “Questo qui è un mago della finzione!”
-Tadashiiiii! Tesoro di mammaaaaa!- gridò qualcuno e poco dopo il ninja spreferito gli fu addosso.
–Abbiamo saputo che ti sei trovato la ragazza! Ma guarda che mamma e papà non ti consentono di andare oltre il bacio, okay, Tadashi?- aggiunse Kirigakure malizioso.
-Da quando tu saresti mia mamma?! E chi sarebbe il padre poi?!- replicò Hera.
-Beh, Demete ovviamente- rispose Kirigakure. Si girò a cercarlo, ma il ragazzo sembrava ammaliato.
–Ehi, elmetto, che fu?!- esclamò Kirigakure stupito.
-Ma siete scemi, o cosa! Ma dove vivete! Davvero non sapete chi è lui?!- disse additando al biondino. Entrambi scossero il capo.
A Demete brillavano gli occhi.
-Fisico slanciato, pelle candida come quella di una bambola in porcellana, occhi rossi e profondi con ciglia lunghe, capelli biondi e scintillanti- descrisse incantato.
–Fa il modello nel tempo libero e quelli che lo conoscono nel suo blog e nelle riviste lo chiamano “Aphrodi”, come la dea della bellezza e dell’amore! E si capisce perché!-
Hera rimase a fissare stupito il biondino, che a quanto pareva era davvero una celebrità.
Kirigakure coprì istantaneamente gli occhi di Demete calcandogli l’elmetto sulla faccia.
–Se continui a guardarlo così, ti si consumerà la vista, papà.- commentò ironico, poi diede di gomito ad Hera. –Allora Tadashi, ti sei fatto una ragazza famosa, eh?-
-Ma cos’ha il mondo che non va? Per prima cosa è maschio, secondo non è il mio ragazzo! E’ lui che mi si è appiccicato come una cozza, e poi non è affatto perfetto come tutti credono!-
- Ow, Tadashi si sta scaldando, che carino.- ridacchiò Kirigakure mentre Demete cercava di disincastrare la faccia dall’elmetto.
Tadashi gli suonò la cartella in testa, impedendogli di morire soffocato nel ferro.
Distratto dal rumore metallico, Terumi si girò ed incrociò di nuovo il suo sguardo, come prima in classe.
Sorrise, malizioso: impossibile non capire a cosa pensasse.
Hera sbuffò e si girò, fermamente intenzionato a tornare a casa da solo. 







xxx
**Angolo dell'Autrice**
Ciaooooo! 
Eccomi con il secondo capitolo, in cui fa la sua entrata in scena il secondo protagonista della fic.
Oh, in realtà tutti e sei i personaggi sono protagonisti, a modo loro -ma non posso dire di non avere una predilezione per Hera e Afuro.
E infatti patiranno di più, ahah~
Ci vediamo al prossimo capitolo!

Kisses,
roby
   
 
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