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Autore: _Connie    25/05/2012    6 recensioni
«Non vorresti mangiare questo bel frutto, ragazzino?»
A parlare improvvisamente –facendo venire un principio d'infarto alla navigatrice– era stata una vecchia incappucciata, la quale tendeva uno strano frutto metà rosa e metà blu ai due pirati con un altrettanto strano sorrisino.
Genere: Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Franky/Nico Robin, Rufy/Nami, Sanji/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: Gender Bender
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~Capitolo 13~

 

Dopo ben quattro giorni, il gruppo formato da Franky, Robin, Brook e rispettive versioni di sesso opposte, ormai esausto, era ancora in cammino per raggiungere la vetta del monte.
«Questa foresta sembra non finire mai...», sbuffò Frankiko.
«Frankiko-san ha ragione, i miei muscoli non ce la fanno più – anche se noi, i muscoli, non ce li abbiamo! Yohoho! Skull joke!» disse Brooko, prima di iniziare a ridere con una serie di "Yohoho" insieme a Brook.
Oh, no. Ecco che quei due ricominciavano con le loro battute trita e ritrita e le loro acute risate, maledizione. Non vedevano l'ora di arrivare, così almeno non sarebbero più stati costretti a sorbirseli.
«Voi due, piantatela, per favore. Comunque, non credo manchi molto, ormai. Probabilmente arriveremo entro stasera», li informò Robizo, con il suo solito tono di voce autoritario.
«Spero vivamente che sia così, quelle stupide piante carnivore ci hanno fatto consumare tutte le riserve di cola che avevamo portato con noi! Sono super-stanco!», si lamentò Franky. Quei quattro giorni erano stati davvero estenuanti: erano stati attaccati da una miriade di piante carnivore affamate e per questo lui e Frankiko avevano consumato tutta la loro cola. Una volta in cima alla montagna, se avessero dovuto combattere, non sarebbero stati di grande aiuto, e questo era un gran problema. Non avevano voglia di restare in disparte durante il combattimento contro la strega – se davvero si trovava lì –, ma senza il loro carburante non avrebbero potuto fare altrimenti, dannazione.
«Anch'io credo che riusciremo ad arrivare entro la fine di questa giornata. Mi chiedo solo se gli altri stiano bene: forse sono morti nelle fauci di qualche bestia feroce», osservò Robin, con un tono di voce così calmo e neutro che degli estranei – e a volte anche gli stessi membri della ciurma – avrebbero faticato a credere che le importasse sul serio la sorte dei suoi compagni.
«Oi, Robin, smettila di fare certe previsioni super-macabre!», la rimproverò il cyborg. L'archeologa gli rivolse di risposta uno dei suoi soliti sorrisetti, per poi continuare come se nulla fosse il cammino, con quell'espressione divertita ancora dipinta sul volto.
Franky si chiese, quasi d'istinto, se prima di incontrare quella stramba ciurma a cui si era poi aggiunto anche lui, quella donna avesse mai riso di gusto. Con il passato che aveva alle spalle, però, non si sarebbe sorpreso più di tanto se la risposta fosse stata negativa.
Diventare ricercata all'età di soli otto anni dopo che la propria isola natale è andata completamente distrutta da un Buster Call, essere costretti a passare da un'ala protettiva all'altra – anche fin troppo spesso costituita da un'organizzazione criminale –, tradire per non essere tradita: era questa la vita che le era stata riservata per venti lunghi anni, prima di incontrare quei ragazzi che per lei rappresentavano dei veri e propri salvatori.
Robizo si accorse dell'aria distratta del cyborg. «Oi, tutto bene?», gli chiese, per destarlo dai suoi pensieri.
«Uh? Ah, sì. Va tutto bene», gli rispose quello in fretta, accorgendosi improvvisamente di essere stato per troppo tempo con la testa tra le nuvole in un luogo decisamente pericoloso. Quella Robin riusciva a dargli più grattacapi di qualsiasi altro, davvero.
Portò automaticamente lo sguardo su di lei: era come un magnete, una calamita che lo attirava inevitabilmente a sé. Scosse la testa, sbuffando. Non era il momento per distrarsi con cose del genere, quelle piante carnivore sarebbero potute spuntare di nuovo fuori da un momento all'altro.

 

Il sole era ormai calato da poco e il gruppo di pirati era ancora in cammino, speranzoso di raggiungere il più in fretta possibile la loro meta.
Dopo qualche minuto scorsero in lontananza una luce, prodotta probabilmente da un fuoco acceso.
«Siamo arrivati, finalmente!», esultò Frankiko, che ormai non ce la faceva più a camminare.
Per Robizo, però, quel fuoco non diceva nulla di buono. «Spero solo che quelli lassù siano i nostri compagni...»
«Lo spero anch'io: pensa se invece fosse la strega! Che paura!», esclamò Brooko, tremando improvvisamente come una foglia.
«A proposito, Frankiko-san, Robin-san...», iniziò Brook. «Prima di arrivare su quello spiazzo... Posso vedere le vostre mutandine?»
Non ebbe nemmeno il tempo di finire la frase che quella gli morì in gola.
Due paia di occhi assetati di sangue gli furono piantati addosso e, se avessero potuto, l'avrebbero fulminato seduta stante.
Il suo cuore mancò di un battito a quella paurosa visione – anche se lui non lo aveva, yohohohoh! – e pensò bene che, per la sua incolumità, avrebbe fatto bene a non far più una richiesta del genere alle due ragazze nelle vicinanze di Robizo e Franky. Quei due erano davvero due tipi molto gelosi, non c'erano dubbi.
Finalmente arrivarono allo spazio, dove, a dispetto delle loro previsioni, c'erano già ad aspettarli tutti gli altri.
«Oi, ragazzi! Siete arrivati!», gridarono i due capitani, felici di rivederli finalmente con loro.
«Siete stati gli ultimi ad arrivare, che vi è successo?», domandò Namizo, rivolgendosi al compagno.
«Abbiamo incontrato dozzine di piante carnivore, ma nulla di cui preoccuparsi.»
«Dividerci è stato perfettamente inutile, dato che siamo comunque arrivati tutti fin quasi alla cima», sbuffò Nami, portandosi una mano sulla fronte come per disperazione. Almeno avrebbero potuto affrontare i pericoli di quella montagna tutti insieme, invece che in sole sei persone.
«Ma... La strega? Dov'è?», chiese Frankiko, sorpresa di non aver ancora visto nulla che potesse ricondurre alla vecchia, dopo quel mantello sulla spiaggia.
«Abbiamo scoperto che c'è un altro sentiero poco più avanti e forse è con quello che si arriva da lei», rispose Chopper, per poi subito aggiungere: «Spero che non ci sia, ho troppa paura!»
«Già, domani mattina lo percorreremo e vedremo dove ci porterà», aggiunse Zoroko.
«Frankiko-chan, Robin-chan, vi ho preparato qualcosa da mangiare con tutto il mio amore!♥», cantilenò Sanji in direzione delle due ragazze, non stando minimamente a sentire i discorsi degli altri e concentrandosi unicamente sulle sue dee.
Alla parla "mangiare", il capitano si buttò a capofitto sul cuoco, urlando: «Sanji, ho fame anch'io!»
L'altro iniziò a cercare di allontanarlo a suon di calci: non era possibile che quel pozzo senza fondo avesse già fame a distanza di una sola ora dalla cena. «Questo è per le ragazze, non per uno stupido gomu come te!»
«Ma ho fame!», insistette l'altro.
«Basta! Hai già mangiato prima!», abbaiò Nami, prima di mollargli un sonoro pugno in testa.
Dopo qualche altra ora passata a fare casino e a festeggiare il loro arrivo in cima ad Olympos, le due ciurme di pirati si decisero finalmente ad addormentarsi intorno al fuoco ormai spento, ignari di ciò che sarebbe loro successo il giorno successivo.

 

[Angolo dell'autrice]
Eccomi qui, in ritardo come sempre! ^___^
La Zoro/Chopper che ho scritto mi ha fatto perdere più tempo del previsto. u__u
A proposito di Chopper... Sono un'idiota. Idiota, idiota, idiota.
Mi sono dimenticata di inserire Chopper e Choppeko nel capitolo precedente! Perché, sì, erano nel gruppo di Sanji e Zoro.
...Facciamo finta che la loro fosse una presenza silenziosa, va bene? u___u" *le lanciano pomodori marci*
Questo capitolo non mi ha soddisfatta appieno, anche perché non ho dimestichezza con la FRobin e temo che gli accenni che ho messo facciano un po' schifo.
Spero che almeno a voi il capitolo sia piaciuto.♥
Il prossimo sarà probabilmente l'ultimo capitolo, quindi la fic è proprio finita. ç__ç

  
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