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Autore: Devon    26/05/2012    6 recensioni
-Dai maschiaccio, non ti eccita l'idea di viaggiare in macchina con Synyster Gates?
Gli lanciai un'occhiataccia. Sapeva che odiavo essere chiamata così.
Che i miei genitori non fossero nelle loro piene facoltà mentali quando decisero il mio nome all'anagrafe era ormai più che palese, ma non era comunque un buon pretesto per prendersi gioco di me.
Molto bene, uno di questi giorni qualcuno organizzerà una congiura nei miei confronti in quanto sto iniziando una terza fanfiction. Ma questa volta ho l'intera trama in mente e so come svilupparla PER INTERO. Non lascerò niente in sospeso, promesso. :3
Genere: Comico, Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi. Sono tornata a rompervi le papaye :3
Ho notato che ci sono molte incongruenze in questa fic, soprattutto per quanto riguarda i tour. Non mi sono informata a dovere e adesso è un po' tardi per cambiare le cose, mi seccherebbe un po'. xD ahahah non fateci molto caso, vi prego. Sono un completo disastro, lo so. ç____ç


Mi ero del tutto dimenticata che i ragazzi due giorni dopo erano attesi a San Jose per un altro concerto.
Doveva essere piuttosto stressante la vita nei tour. Devi sempre spostarti da una parte all'altra senza avere il tempo di riprendere fiato. Eppure loro non si lamentavano mai. Certo, ormai dovevano esserci abituati, ma io al posto loro sarei già uscita di testa.
Me ne stetti a guardarli dal backstage, come mio solito, a cantare le canzoni insieme a loro. Brian sembrava inspiegabilmente nervoso, agitato, come se aspettasse qualcosa con impazienza. Si voltò un paio di volte nella mia direzione per sorridermi, facendomi sciogliere.
A fine concerto però, mentre mi stavo per allontanare, lo vidi avvicinarsi a Matt per dirgli qualcosa. Matt annuì ripetutamente e riavvicinò il microfono alla bocca.
-Credo... - sorrise -credo sia arrivato il momento di presentarvi qualcuno.
Oh no. OH NO.
-Gates, c'è qualcuno nel backstage? - chiese, fingendosi confuso.
Brian camminò nella mia direzione e io mi sentii venir meno.
Che intenzioni aveva? Voleva farmi conoscere ai loro fan di San Jose?
Ma io detestavo farmi vedere in pubblico! Detestavo stare davanti a tutta quella gente; lui lo sapeva bene.
Indietreggiai coprendomi il volto con le mani.
-Stai tranquilla - mi rassicurò -ci sono io.
-Cosa vuoi fare? - gli chiesi, allargando le dita per poterlo guardare.
-Vieni e lo vedrai - mi accorsi che gli brillavano gli occhi. A questo punto non potevo fare altro che seguirlo.
Sospirai, afferrando la mano che aveva teso verso di me.
-Ah, eccola qui! - esclamò Matt, sorridendo.
Brian mi portò fino al centro del palco e mi cinse le spalle con un braccio prima di dire:
-Lei è Devon. Bella, vero? Ma non iniziate a farvi fantasie di nessun genere; è mia.
-Non notate una certa somiglianza con me? No? Strano, è mia sorella - aggiunse Zacky, sorridendo.
Mi venne da ridere.
Sotto di noi una miriade di facce sconosciute ci fissavano incuriosite. Forse non era una sensazione tanto brutta.
-Questa ragazza vive con noi da un bel po' di tempo - disse Matt -Ci sopporta ventiquattro ore su ventiquattro, cosa non da poco.
Il pubblico ridacchiò.
Poi Brian si voltò verso di me e mi porse il microfono.
No, no, no, no...
-Ehm, ciao a tutti - accennai un sorriso e la gente iniziò ad applaudire e urlare.
Bastava veramente così poco per mandare così tante persone in delirio?
-Allora - continuai, schiarendomi la voce -credo che i ragazzi abbiano già detto abbastanza. E credetemi, quando ci si mettono sono dei veri rompicoglioni.
Oddio. Non posso averlo detto veramente.
I ragazzi mi guardarono, fingendosi offesi e il pubblico rise di nuovo. Sentii qualcuno urlare: "Sei una figa!"
-Grazie - ridacchiai.
Stavo iniziando a prendere confidenza col pubblico?
-E' MIA - ripeté Brian, stringendomi di più a sé.
Sorrisi e ricambiai il suo abbraccio.
-Posso andare adesso? - sussurrai.
-No. C'è un'altra cosa. - rispose, facendo il vago.
-Ovvero?
-GATES, non devi dire nient'altro? - esclamò la voce di Jimmy da dietro la batteria.
Tutti gli altri si voltarono nella nostra direzione, in attesa di non so cosa.
Brian sorrise, si tolse la chitarra di dosso e la poggiò a terra prima di avvicinarsi a me.
Il cuore iniziò a battermi all'impazzata.
-Ti amo - disse, prendendomi una mano.
-Anch'io ti amo - sorrisi.
-Quello che sto per fare ti sembrerà una pazzia - sorrise, senza smettere di guardarmi negli occhi.
Oddio.
Non è che adesso...?
No, non sarebbe da lui. Credo.

-Tu sei la ragione per cui adesso mi trovo qui, piccola - sorrise di nuovo. -Ti andrebbe di vedermi felice?
-Ma che domanda è? Certo che vorrei vederti felice! - esclamai.
Lui abbassò lo sguardo e si morse un labbro, dopodiché tornò a guardarmi.
L'ansia cresceva in me di minuto in minuto.
-Voglio passare il resto della mia vita insieme a te - disse, inginocchiandosi davanti a me.
ODDIO. Non sta per chiedermelo veramente.
-Mi vuoi sposare? - tirò fuori una scatolina blu scuro dalla tasca e mi fissò, ansioso.
Me l'ha chiesto.
Non è vero. Non può essere vero.
Non me l'aspettavo proprio, cazzo!
I ragazzi mi riservarono un'occhiata interrogativa. Non riuscivo a rispondere, ero come paralizzata.
Che cos'avrei dovuto rispondere, poi?
Ero pronta? Lo ero? Non lo ero?
Ma io sono Devon. Devon il maschiaccio. Devon non è il tipo che si mette a fantasticare su cerimonie e abiti nuziali. Devon non è il tipo da matrimonio.
No, non sono pronta. Non posso. 

E poi i matrimoni finivano sempre male. In un modo o nell'altro si divorziava sempre. A lungo andare le cose sarebbero peggiorate per entrambi.
Ma io Brian lo amavo. Lo amavo tanto. E lui amava me. In qualche modo ce la saremmo cavata.
Brian continuava a fissarmi. Avrei giurato di aver visto una lacrima rigargli la guancia.
RISPONDI, IDIOTA!
Feci un respiro profondo.
-Sì! - esclamai, con le lacrime agli occhi.
Il suo viso perfetto si illuminò. Si alzò per baciarmi e sollevarmi da terra.
La gente continuava a urlare e applaudire, ma in quel momento per me esisteva solo ed esclusivamente Brian.
Si staccò da me dandomi due ultimi baci a stampo e mi sorrise.
Ricambiai il sorriso e gli asciugai le lacrime.
A poco a poco i ragazzi si avvicinarono per abbracciarci e congratularsi con noi.
Mio fratello si era commosso. Una volta che si fu calmato, mi bisbigliò:
-Credevo che odiassi i matrimoni.
-Non questo - risposi, facendolo ridere.















 

   
 
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