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Autore: TerriStyles    26/05/2012    1 recensioni
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Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Feci un gran respiro e mi ci precipitai dentro. Lo vidi spalancare un attimo gli occhi. 
Dolcezza sei splendida!” disse salutandomi.
Arrossii e gli sorrisi.
Allora Styles! Cosa si fa? Pizza, cinema, girarsi i pollici..?” chiesi.
Si fermò a pensare un attimo e poco dopo mi chiese “come sei messa col bowling, dolcezza?”.
Sono completamente negata!come per ogni altro sport, pensai.
Allora è perfetto!” disse mettendo in moto. 
Accesi lo stereo per evitare che mi facesse domande.
Passavo tutte le stazioni senza cercare realmente una canzone. Stare lì con lui mi rendeva nervosa e impacciata.
Quanto tempo è passato da quando sei uscita con un ragazzo? Tanto, forse troppo”, pensai.
Fummo tutti e due molto taciturni. Non riuscivo a capire cosa provasse. Sembrava tranquillo all'apparenza, ma non spiccicava una parola. “Sei strano, Styles. Davvero strano.”
Arrivammo al bowling e parcheggiò. Stavo per aprire lo sportello, ma mi precedette e mi diede la mano per aiutarmi a scendere. 
Ma che gentiluomo!” dissi prendendolo un po' in giro. 
Ehi, per chi mi ha preso?!”  mi rispose sorridendo. 
La serata al bowling fu divertentissima. Dopo avermi battuta 145 a 2, continuò a prendermi in giro fino a quando non arrivammo all'auto. Dovevo ammettere che era passato tantissimo tempo dall'ultima volta che avevo riso fino alle lacrime.
Lui mi faceva sentire.. Viva.
Sono ancora le undici, ti va di fare un giro?
Ci sto, a patto che tu la smetta di prendermi in giro per il bowling!
Va bene campionessa” sorrise.
Sbuffai rumorosamente facendolo scoppiare a ridere.
Era incredibilmente bello, non solo per quei criteri standard di bellezza. Era bello perchè sorrideva, e perchè il mondo mi appariva un mondo migliore nel momento in cui lo faceva.
Non aver paura di lasciarti andare. È tempo anche per te di essere di nuovo felice” sussurrò una vocina nella mia testa.
Posso farti una domanda?” mi chiese senza staccare gli occhi dalla strada.
Certo” risposi abbassando lo sguardo.
Ogni volta che esci con un ragazzo sei così impacciata o sono io che con la mia incredibile bellezza ti rendo nervosa?” disse con un sorrisino malizioso.
Arrossii e decisi che doveva sapere.
Non esco più con un ragazzo da due anni. Anzi, non ho più una relazione da due anni. Il mio ultimo ragazzo, Angel, mi lasciò poco prima che partissi. Mi disse che non era disposto ad aspettarmi, che lui aveva la sua vita e che io non ero poi così insostituibile. Mi cadde il mondo addosso quel giorno. Per due anni non ho fatto altro che scappare. Scappare da tutte le persone che hanno provato a salvarmi. Forse per paura di star male di nuovo, forse per paura di essere felice, o forse semplicemente per stupidità. Non c'è una vera risposta. So solo che mi sono portata dentro tutto questo per due anni e che stasera lo sto dicendo a te che mi conosci solo da due giorni.” dissi guardando fuori dal finestrino.
Mi accorsi che piangevo solo quando mi sfiorò una guancia, asciugando una piccola lacrima.
Mi prese e mi avvicinò a sé, stringendomi in un forte abbraccio. Le sue braccia sembravano modellate apposta per contenermi. Non parlava, mi teneva lì con lui, dondolandomi, facendomi calmare. Abbassò lo sguardo su di me e mi persi letteralmente nei suoi occhioni verdi. Mi accarezzò e si avvicinò sempre più al mio viso. Sentivo l'ansia aumentare, ma non mi mossi. Avevo bisogno di lui. Avevo bisogno delle sue labbra. Ebbi solo il tempo di chiudere gli occhi e sentii le sue labbra infrangersi contro le mie. Fu il bacio più bello di tutta la mia vita. Era quasi un sollievo al dolore che continuavo a portarmi dentro. Sapeva calmarmi, sapeva capirmi, e io mi sentivo come se la mia vita fosse nelle sue mani.
D'un tratto sentii la sua mano fredda sotto la camicia, che tentava di slacciare il reggiseno. Sgranai gli occhi e lo spinsi via. Sentivo la rabbia montare, e quasi senza pensarci, gli mollai uno schiaffone. Mi guardò decisamente sorpreso, il che mi fece incazzare ancora di più. Per chi mi aveva preso? Per quelle ragazzine arrapate che gli aprivano le gambe al primo appuntamento?
Aprii lo sportello e mi fiondai fuori dalla macchina. Cominciai a correre, sapendo esattamente la strada da prendere. Lo sentii urlare il mio nome più volte, quasi con disperazione, ma non mi voltai.
Faticavo a vedere la strada, a causa delle lacrime e del buio. Avevo paura. Sentii una luce illuminarmi da dietro e seguirmi ad ogni passo. Sapevo che era lui, e mi sentii quasi sollevata dal fatto che mi stesse seguendo.
Come ho fatto a fidarmi di lui? Come ho potuto credere di piacergli davvero? Voleva solo portarmi a letto, e io gli ho rivelato tutto.”
Mi fermai davanti casa, mentre lui era lì davanti, in macchina. Con gli occhi bassi aspettava che entrassi. Frugai nella borsa, alla ricerca di quelle maledettissime chiavi che non trovavo mai. Dopo averle trovate, le infilai nella toppa della serratura e mi chiusi la porta alle spalle. Senza far rumore, salii le scale ed entrai nella mia camera.
Grace vedendo lo stato in cui ero, mi abbracciò all'istante e finalmente mi concessi il diritto di piangere senza ritegno.

Harry's point of view.

Mi parlava, e riuscivo a vedere il dolore nei suoi occhi. Mi stava parlando di lei, mi stava dicendo cose che nessuno forse sapeva. Ma perchè proprio a me? Perchè ad una persona che conosce solo da due giorni? Era meravigliosa anche così. Con gli occhi lucidi, le mani che tremano e lo sguardo assente. Tutto in lei sembrava voler urlare fragilità. Forse per la prima volta in vita mia, ascoltai ciò che mi stava dicendo. Non appena ebbe finito un senso di protezione mi assalì. La strinsi a me, come se il mio abbraccio potesse scacciare i fantasmi che le riempivano l'anima. Volevo baciarla, avevo il bisogno di baciarla. Lei non si oppose. Credetti che quel bacio servisse più a lei che a me.
Feci una cosa istintiva, una cosa di cui poi avrei scontato le conseguenze. Tentai di slacciarle il reggiseno.
Il suo schiaffo mi colpì in pieno, mentre scendeva dalla macchina per scappare via.
Tentai di chiamarla, tentai di fermarla, ma non si girò.
Era notte, era buio ed era sola. Non potevo permettere che le succedesse qualcosa. La seguii con la macchina fino a casa.
Non appena entrò, non seppi cosa fare. Dormire non se ne parlava neanche, non sarei riuscito a chiudere occhio.
Decisi di fare un giro, per distrarmi un po', ma niente mi distraeva dal pensiero dei suoi occhi. Così, dopo aver passato una notte insonne, mi avviai verso la casa dell'unica persona che poteva aiutarmi.
  
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