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Autore: willbeyoungforever    26/05/2012    11 recensioni
Terza FanFiction che fa parte del progetto Disney!Gay (ossia la trasposizione dei cartoni Disney con le Ship di Glee Klaine - Brittana - Faberry). Per questa terza storia ho deciso di proporvi una rilettura di Cenerentola con Kurt e Blaine come protagonisti!
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Kurt Hummel lavora al Lima Bean per guadagnare qualche soldo per trasferirsi a New York una volta finito il liceo. Ogni mercoledì un misterioso ragazzo si presenta al bar, ma Kurt per lui è solo un semplice cameriere.
Ma le cose sono destinate a cambiare, complici Tumblr, una festa a tema e un Ipod...
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt, Brittany/Santana
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Disney!Gay'
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Capitolo 8:  For all you know, tomorrowthe dream that you wish will come true
 
 
Blaine, Wes, Trent e gli altri Warbler iniziarono la ricerca del ragazzo misterioso percorrendo tutti i posti che Blaine era solito frequentare. Blaine fermava i passanti, li fissava intensamente, iniziava a fargli domande, a volte arrivava addirittura a mostrargli l’Ipod, ma nessuno era quello giusto.
Andarono in edicola, al parco, in panetteria, al supermercato, in tutti i negozi di vestiti che il ragazzo frequentava, ma niente.
Andarono anche al Lima Bean.
Appena il gruppetto entrò, questa volta in borghese, Kurt trattenne il fiato.
Eccolo.
Il ragazzo moro, stanco e sconsolato si andò a sedere al suo solito posto. Era spossato da tutta quell’inutile ricerca. Fu Wes ad andare incontro a Kurt e a iniziare a chiedergli dove si trovasse la sera precedente.
Sinceramente, il cameriere era stizzito da quella situazione. Perché Blaine mandava avanti gli altri al posto suo? Ed era davvero così stupido da non riconoscerlo? Forse non l’aveva visto bene.
Così decise di rispondere velocemente mentendo al ragazzo asiatico, e poi iniziò a preparare il solito cappuccino medio per Blaine. Questa volta glie l’avrebbe portato lui. L’avrebbe guardato negli occhi e avrebbe aspettato la reazione di Blaine.
Così fece.
Con il cappuccino in mano, si avvicinò al tavolo e lo posò, forse con troppa foga in quanto parecchio liquido schizzò da tutte le parti, proprio sotto il naso di Blaine. Quello alzò gli occhi e fisso il cameriere con sguardo spento. Improvvisamente però un lampo gli attraversò le pupille color miele. Purtroppo durò un attimo, perché il ragazzo scosse la testa velocemente e dopo aver ringraziato tra le labbra, tornò a fissare la sua tazza. Kurt riuscì a leggere nel comportamento di quello una frase del tipo: “impossibile”.
Il cuore di Kurt si distrusse in mille pezzi.
Quello che era successo la notte precedente, a quanto pare, non significava nulla. Ancora una volta si stupì di essere così invisibile per il resto del mondo. Dopotutto era ancora il ragazzo della festa, solo senza occhiali fuxia e con un orribile cappellino rosso.
Si allontanò con passo spedito tornando dietro al bancone, mentre Santana e Brittany si avvicinavano al gruppetto di ragazzi, per intrattenerli come solo loro sapevano fare.
Il cameriere lanciò un’ulteriore occhiata a Blaine, e nonostante tutto provò pena per quel ragazzo. Era distrutto, lo si poteva notare dal modo in cui era seduto.
Ma anche Kurt era a pezzi.
Parlare sarebbe stata la cosa più semplice.
Ma Kurt aveva un orgoglio, che sinceramente in quel momento era stato calpestato dall’insensibilità di Blaine.
 

*

I Warbler continuarono la loro estenuante ricerca per i due giorni successivi. Tuttavia Blaine era assolutamente demotivato, oltre che abbattuto e sconsolato. Il ragazzo della festa era scomparso, nessuno lo conosceva e nessuno l’aveva mai visto: se n’era andato così, velocemente com’era arrivato.
 
Dal canto suo Kurt stava vivendo un profondo conflitto emotivo. Stava cercando di dimenticare Blaine che non l’aveva riconosciuto a prima vista: odiandolo sarebbe stato più semplice allontanarlo dai suoi pensieri. Ma non ci riusciva. Quello sguardo da cucciolo smarrito e bastonato che gli aveva visto sul volto domenica pomeriggio lo stava dilaniando. Per questo motivo la rabbia iniziale di Kurt stava lasciando spazio alla compassione, oltre che a un velo di tristezza.
Il cameriere aveva cominciato ad accettare il fatto che fosse invisibile al mondo intero e, a fatica, stava cercando di ricominciare a vivere la sua monotona vita divisa tra scuola e lavoro.

 
*

 
Quel martedì pomeriggio verso le 18.00 la porta del Lima Bean si aprì. Kurt era intento a sistemare i cookies in vetrina quindi non alzò lo sguardo (anche perché non aspettava nessuno in particolare quel giorno). Sentì solamente il suono dello scampanellio della porta e i passi strascicati del cliente che si dirigeva a sedersi.
Dopo qualche minuto Santana e Brittany posizionarono il foglietto delle ordinazioni sotto il naso del cameriere.
Quando il ragazzo lesse l’ordinazione “cappuccino medio” istintivamente alzò lo sguardo percorrendo la sala con i suoi meravigliosi occhi azzurri.
E poi lo vide.
Lì, seduto con la testa tra le mani e la schiena curva, ancora avvolto nel suo cappotto scuro, c’era Blaine.
Kurt riuscì a intravedere sotto la sciarpa rossa il colletto bianco della camicia e la cravatta a righe della divisa della Dalton.
Anche così depresso e abbattuto era bellissimo (oltre che tenero come uno di quei cuccioli abbandonati che appena li vedi senti il bisogno di proteggere e coccolare).
Ma cosa ci faceva Blaine di martedì al Lima Bean? Ed era ridotto come uno straccio a causa sua? Kurt pensando a queste cose si sentì veramente colpevole.
Si affrettò a preparare il cappuccino medio per Blaine e dopo averlo decorato con il suo solito cuore (gesto involontario dettato dall’abitudine) lo mise in mano a Santana, che lo consegnò al ragazzo.
Quello non accennava ad alzare lo sguardo, era li immobile che fissava un punto indistinto tra le sue mani. Totalmente assorto nei suoi pensieri iniziò a sorseggiare la bevanda.
La cosa andò avanti per tutta pomeriggio. Infatti Blaine sembrava come in una specie di trance, continuava ad ordinare caffè in alternanza con dolci di vario tipo, e sempre fissandosi le mani consumava le sue ordinazioni in silenzio.
Nel frattempo Kurt si sentiva uno stronzo colossale. Continuava a fissare il ragazzo per trovare il coraggio di andare a parlargli per consolarlo e per svelare la sua identità. Ma le frasi tipo che gli venivano in mente in quel momento andavano da “CARRAMBA CHE SORPRESA!” a “ECCOMI QUI, SONO KURT L’UOMO DELLA TUA VITA!” .
Non gli sembrava proprio il caso.
Al quinto cappuccino di Blaine (che Kurt ormai faceva parecchio annacquato per evitare una notte insonne al povero ragazzo) il cameriere venne richiamato prepotentemente dalla voce della Sylvester che lo esortava di correre nella cucina a sistemare la dispensa.
Kurt a malincuore guardò ancora una volta il povero Blaie e poi lasciò il locale nelle mani di Santana e Brittany per rinchiudersi nello sgabuzzino delle provviste.
Il ragazzo mancava da circa dieci minuti, quando la porta scampanellò nuovamente. Questa volta entrò una ragazza stralunata, con una gonna vaporosa rosa, una magliettina bianca e una pelliccia corta fuxia. Il tutto coordinato con degli occhiali da sole – proprio quegli occhiali da sole - anch’essi fuxia.
Era Sugar Motta.
La ragazzina con il suo passo saltellante si avvicinò alla cassa dove si trovava Santana e sollevando gli occhiali da sole cinguettò: “Ciao! Voglio dodici di quei muffin che l’altra sera il coniglietto sbarluccicoso che lavora qui mi ha regalato….sai per il non compleanno del Papi”
Dire che Santana guardò male Sugar è riduttivo. La ragazza stizzita da quell’occhiata ripetè la domanda con lentezza, dirittamente in faccia alla mora.
In quel momento intervenne Brittany che prese sottobraccio Sugar e come se fossero amiche da una vita la accompagnò a sedersi chiedendole “Allora l’hai visto anche tu il coniglietto scintillante? Pensavo di essere l’unica!”
Sugar si sedette proprio nel tavolino davanti a Blaine e iniziò una concitata conversazione con la cheerleader bionda. La sua voce era talmente squillante e fastidiosa che il ragazzo fu costretto a sollevare lo sguardo dal suo cappuccino.
Quello che vide lo lasciò senza fiato.
Affianco alle mani di quella ragazzina chiassosa, poggiati sul tavolo, c’erano gli occhiali fuxia del ragazzo misterioso.
Blaine balzò in piedi e si precipitò verso la ragazza: “Questi occhiali….sono tuoi?”
Quella lo guardò di soppiatto e poi disse “Certo!”
“Dove li hai presi? Conosci qualcun altro che li ha? Puoi dirmi il negozio dove li vendono…la marca….qualsiasi cosa!” biascicò il ragazzo tutto d’un fiato.
“Stai tranquillo! Che problema hai con questi occhiali? Se ti piacciono tanto posso prestarteli, come ho fatto l’altra sera con quel ragazzo….” Disse la ragazza prestando poca attenzione a quello che stava dicendo
“CHI?!” tunò Blaine afferrando la mano di Sugar.
“Stai tranquillo!”
“DIMMELO TI PREGO!”
“Dio, è così ovvio…ma il coniglietto sbarluccicoso!”
Blaine guardò male Sugar.
“Chi è il coniglietto sbarluccicoso?” chiese quello in tono sospettoso.
“Sono io! Sono io!” disse Brittany alzando la mano e agitandosi sulla sedia
Blaine guardò la bionda con fare sconsolato e scosse la testa.
In quel preciso momento arrivò Santana che accarezzando le braccia di Brittany disse in tono malizioso “Brit, pensavo che quello fosse il mio nomignolo quando facciamo le cosacce…” poi rivolgendosi a Blaine che la guardava perplesso aggiunse “Si usignolo, sono io il coniglietto sbarluccicoso….e ti lascio immaginare quello che vuoi….”
Blaine era troppo depresso per avere qualsiasi tipo di reazione. Questa volta aveva intravisto un barlume di speranza nella questione ragazzo misterioso, ma tutto si era frantumato in un secondo. Quando stava per tornare a sedersi però, Sugar tirò un grido acutissimo “AAAAH! ECCOLO, ECCOLO è LUI IL CONIGLIETTO!” indicando Kurt che era lontano e di spalle intento a sollevare uno scatolone pesante da portare in magazzino.
Non si sa bene come, quello non sentì la voce di Sugar, e tornò diretto dalla Sylvester a sistemare le cose.
Blaine sentì le gambe cedergli, e il cuore fargli un tuffo nel petto.
Allora il ragazzo di quella sera era il cameriere K. Hummel.
Si voltò verso Santana e domandò “come si chiama il vostro collega?” cercando di mantenere una parvenza di calma e tranquillità, anche se in realtà era un turbine di emozioni.
“Kurt” rispose quella non capendo il motivo di così tanto interesse.
“Kurt” ripetè Blaine tra le labbra e poi con un sorriso gigante tornò a sedersi al suo tavolino, con il cuore in gola, decidendo la mossa successiva.
Desiderava correre da Kurt e dirgli quanto l’aveva cercato, se anche lui aveva percepito quel legame a partire da una semplice chiacchierata, e se ricambiava i suoi sentimenti.
Ma prima di tutto voleva capire com’era possibile che non l’avesse riconosciuto. Per tutto questo tempo era stato lì, sotto i suoi occhi.
Decise di trattenere tutti i suoi istinti (che in quel momento gli gridavano: “appena esce da quello sgabuzzino saltagli addosso” oppure “anzi no, saltagli addosso dentro quello sgabuzzino…”) e di aspettare la chiusura del locale. Voleva rimanere solo con quel ragazzo, per cercare di parlargli, sempre che quei suoi famosi istinti glie lo avessero permesso.
Non appena il ragazzo uscì dalla porta della cucina, tutto sudato per il duro lavoro, Blaine si perse a contemplarlo, rendendosi conto di essere stato veramente un idiota a non rendersi conto prima che Kurt in realtà era il ragazzo della festa.
 

*

 
 
“Mi spiace disturbarti…” disse Kurt avvicinandosi a Blaine che era ancora seduto al suo tavolino a sorseggiare l’ennesimo cappuccino “ma io tra poco devo chiudere…”. Nel locale non era rimasto più nessuno. Anche Brittany, Santana e Sue se n’erano andate.
Il ragazzo rispose con un sorriso enigmatico e un cenno della testa che Kurt non seppe bene come interpretare. Per questo il cameriere decise di allontanarsi e tornare dietro al bancone per sistemare le ultime cose. Iniziò a spegnere le prime luci, giusto per far capire a Blaine che era veramente il momento di andarsene.
Infatti il ragazzo si presentò in cassa per pagare, fissando Kurt in modo strano. Le luci del Lima Bean erano soffuse e il locale era immerso nel silenzio più totale. L’unico rumore era quello metallico della cassa che stava stampando lo scontrino. Kurt era parecchio agitato per quella situazione così intima, in più non riusciva a capire cosa stesse passando per la mente del ragazzo moro, per questo motivo faticava a mantenere il contatto visivo con lui. Decise di fingersi molto interessato al conto di Blaine, anche se in realtà sapeva benissimo tutto quello che aveva consumato quel pomeriggio. Nel momento in cui porse lo scontrino al ragazzo, alzò i suoi grandi occhi azzurri e fece un leggero sorriso. Blaine in tutta risposta si fece molto serio e invece di prendere lo scontrino, gli afferrò tutta la mano con presa salda, facendo sussultare Kurt che arrossì vistosamente a causa di quell’inaspettato contatto. Il ragazzo moro iniziò a parlare: “Sei tu….” poi facendo forza sul suo braccio scavalcò il bancone e si appollaiò davanti a Kurt, prima accucciato con i piedi sul marmo, poi seduto con le gambe penzoloni, lasciando il suo interlocutore particolarmente perplesso, tanto che si allontanò di qualche passo spaventato.
Blaine in tutto questo non aveva mai perso il contatto visivo con Kurt e una volta seduto proprio di fronte a lui continuò il suo discorso “Sei tu…il ragazzo della festa, il proprietario di questo Ipod…” disse estraendo dalla tasca il lettore musicale che il ragazzo aveva perso.
Kurt distolse lo sguardo, domandandosi se Blaine avesse ascoltato la sua playlist, che in pratica consisteva solo in Teenage Dream.
Il moro stava li seduto aspettando una risposta, così Kurt si fece coraggio e disse: “ce ne hai messo di tempo per capirlo…”
“Perché non me l’hai detto quando sono venuto qui? Ti ho cercato come un pazzo… pur di trovarti non ho nemmeno dormito…” chiese il ragazzo sempre in tono molto serio.
“Perché pensavo che mi riconoscessi al primo sguardo…” sussurrò Kurt abbassando gli occhi a terra ed esternando tutta la sua frustrazione. Blaine poggiò l’Ipod affianco a lui e cogliendo di sorpresa il ragazzo dagli occhi azzurri lo attrasse a se afferrandolo per i passanti dei pantaloni.
Kurt in quel momento si trovava tra le gambe di Blaine, i loro visi erano a pochi centimetri di distanza l’uno dall’altro e i loro sguardi incatenati.
Kurt poteva sentire il cuore esplodergli nel petto e la pelle bruciargli: i due ragazzi si stavano praticamente mangiando con gli occhi.
Blaine sussurrò “e questo come me lo spieghi….” poi iniziò a cantare lentamente “Let’s go all the way tonight, no regrets, just …love”. Senza mai perdere il contatto visivo con l’altro, il morocolmò la breve distanza tra i loro visi, facendo congiungere le loro labbra.
Entrambi desideravano quel contatto da tempo e con tutto loro stessi, per questo si lasciarono trascinare in un bacio passionale. Kurt voleva sentire il corpo di Blaine ancora più vicino al suo, per questo fece scorrere le mani lungo i fianchi dell’altro e giunto poco sopra al sedere attrasse ancora di più il ragazzo verso di se, spingendolo sull’orlo del bancone. Blaine rispose intrecciando le gambe dietro il corpo di Kurt e affondando ancora di più la lingua nella bocca del ragazzo.
Kurt iniziò a passare le dita tra i riccioli di Blaine, che nel frattempo stava facendo scorrere le sue mani esperte lungo tutta la schiena del ragazzo accarezzandolo con trasporto. Il ragazzo dagli occhi azzurri iniziò a sentire il bisogno di respirare, per questo si allontanò dalla bocca dell’altro e iniziò a scendere lungo il suo collo lasciando una scia di baci, allentando con le mani la cravatta rigata e aprendo qualche bottone della camicia bianca per poter dedicarsi anche a quella porzione di pelle.
Blaine sembrava compiaciuto dallo spirito d’iniziativa del ragazzo, per questo lo lasciò fare. Decise però di accompagnare il tutto canticchiando, con voce resa roca dal piacere, stralci di Teenage Dream.
Appena Kurt captò quelle parole cantate da quella voce, se possibile, ancora più sensuale del solito, sentì tutto il sangue confluirgli in un punto preciso del corpo.
Decise di porre fine a quella piacevole tortura, tornando ad occuparsi delle labbra di Blaine, impedendogli così di cantare. Anche questa volta Blaine sembrò apprezzare la decisione del ragazzo e facendo aderire il suo petto a quello dell’altro ricambiò il bacio con piacere.
Il moro iniziò a far risalire le sue mani verso il collo di Kurt, e giunto vicino alla testa tentò di togliere il cappellino al ragazzo che però immediatamente si stacco dal bacio e mise le mani sul berretto. “NO!” gridò in un attimo di lucidità, spezzando tutta l’atmosfera che si era venuta a creare nella stanza. Blaine lo guardò in modo interrogativo, ma Kurt non sembrava intenzionato a spostare le mani dalla testa.
Così il ragazzo domandò “che problema c’è con quel cappello?”
Kurt vergognandosi allontanò lo sguardo da Blaine e cercò di fare un passo indietro, senza riuscirci, visto che il ragazzo lo teneva incatenato tra le sue gambe intrecciate proprio dietro di lui. Blaine fece un cenno con la testa, quasi spazientito, ma nello stesso tempo divertito per il modo buffo in cui si stava comportando quel ragazzo.
Il ragazzo disse sottovoce “non voglio che mi vedi i capelli….sono terribili quando tolgo questo cappello…”.
Blaine non poteva crederci.
Si trovava di fronte al ragazzo più adorabile sulla faccia della terra.
Lentamente prese i polsi di Kurt e li abbassò, poi guardandolo fisso negli occhi gli levò il cappello facendolo cadere per terra.
Come immaginava.
Con i capelli così tutti in disordine era ancora più bello.
Con  sorriso malizioso afferrò la cravatta sottile della divisa da lavoro di Kurt e lo attirò verso di se. Si avvicinò al suo orecchio e in un sussurro gli disse “fidati che quando avrò finito con te, i tuoi capelli saranno talmente sconvolti che rimpiangerai quelli che hai in questo momento…”.
Kurt a quelle parole sbiancò e deglutì sonoramente. Poi però decise di chiudere gli occhi e di lasciarsi andare al tocco di Blaine, che in quel momento si stava occupando del lobo del suo orecchio.
Ai capelli poteva pensarci dopo, la proposta di quel ragazzo sembrava molto interessante, ed era curioso di scoprire cosa aveva in mente quel furbetto.
Quando Kurt reclinò il capo all’indietro e sussurrò con desiderio il nome del ragazzo che gli stava mordicchiando l’orecchio, Blaine capì di aver carta bianca. Decise così di abbandonare il lobo per tornare a poggiare le sue labbra su quelle di Kurt, trascinandolo in un'altra dimensione.
 

The End

 

E siamo arrivati alla fine di questa storia! Vi mancheranno almeno un pochino Kurt e Blaine versione Cenerentola e Principe Azzurro? 
A me siiiii!!!
Con questo capitolo mi sono leggermente sbizzarrita, perchè diciamocelo, il bacio del cartone è a stampo, qui invece la scena è + colorita!!!

Ringrazio TUTTE, ma TUTTE le fantastiche persone che hanno seguito questa storia, recensita, inserita tra le preferite o ricordate.
Ringrazio moltissimo anche quelli che hanno votato la cover, e la vittoria và a quella con l'ipod, quindi sistemerò il layout del primo capitolo.

Come al solito non vi libererete facilmente di me, perchè la prossima storia è Sleeping Beauty, con Kurt nel ruolo del principe Filippo e Blaine in quello di Aurora (ho inverito i ruoli per non far fare sempre a Kurt la principessa!). Tuttavia dato che sabato prossimo ho uno spettacolo, da lunedì sarò tutti i giorni in teatro ad oltranza, quindi mi prenderò una pausa di una settimana....avrete la possibilità di leggere il primo capitolo di Sleeping Beauty tra due lunedì!.
Sempre per questo motivo domani aggiornerò la Calvin Klaine...

Chi di voi ha notato che se leggete i titoli dei capitoli di seguito viene fuori la canzone: "i sogni son desideri" versione inglese?

Fatemi sapere qualcosa!
Bacioni a tutti
Ottavia

   
 
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