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Autore: MartinaPausiniCullen    26/05/2012    2 recensioni
Tutti abbiamo letto e ci siamo appassionati alla saga Twilight, quella raccontata da Bella, che ci ha fatto sognare... ma se invece provassimo a vederla dal punto di vista di Edward?
Penso che la cosa cambierebbe.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Twilight
Capitoli:
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Capitolo 7: L'incidente.

Dopo la bella visita di Alice avevo passato tutta la notte preoccupandomi di ciò che doveva accadere. 
Stavo iniziando a dubitare dei suoi poteri da veggente, ultimamente mi stava dando solo notizie preoccupanti.
Possibile che un solo essere umano possa aver creato un tale scompiglio nellamia vita?  Da quando c'è Bella Swan a Forks me ne stanno capitando di tutti i colori. 
"Ma perchè non se ne torna a Phoenix e tutto torna com'era prima?" pensai, ma scacciai subito quel pensiero. Ormai era entrata nella mia vita, avrei fatto di tutto pur di non perderla o di proteggerla, sarei anche andato a riprendermela a Phoenix se fosse stato necessario mettendo una scusa. Fa già parte di me.
Quindi mi preparai al volo lo zaino per la scuola e uscii da casa.  Quando stavo per raggiungere la mia macchina parcheggiata sul vialetto mi accorsi che la neve rimasta dal giorno pri ma si era ghiacciata.  Misi subito gli pneumatici da neve alla Volvo e sfrecciai nella strada che portava a scuola.  
Ero in anticipo.  Avevo l'ansia a mille, volevo rivederla, assicurarmi che stesse bene. Intanto le parole e le visioni di Alice mi ritornavano in mente minacciose, come coltelli affilalati.
A quanto pare si trattava di un incidente d'auto, doveva accadere stamattina nel parcheggio della scuola.
Quando arrivai parcheggiai al solito posto e attesi l'arrivo di Bella appoggiato al cofano della macchina.  
Nel frattempo mi avevano raggiunto anche Alice e Jasper e dopo un pochino arrivarono anche Emmett e Rosalie.  Alice mi lanciava occhiate e pensieri preoccupati e Jasper provava a tenermi tranquillo.
"Bella sta arrivando. Fra una manciata di minuti arriverà anche un furgoncino blu" pensò Alice avvertendomi. Nonostante la presenza di Jasper che provava a modificare le mie emozioni, ero agitatissimo. 
In quel momento arrivò Bella.  Parcheggiò il suo pick up scolorito e malandato e scese. L'odore era misto fra pioggia e altro, quindi, per fortuna, non mi bruciò alla gola come sempre.
Quando i suoi occhi incontrarono i miei le sue guance si arrossarono un pò. Accennò un piccolo sorriso. Provai a ricambiarlo, ma a giudicare dalla sua espressione delusa, non avevo ottenuto buoni risultati.
"Adesso" pensò Alice e anch'io iniziai ad avvertire in lontananza un rumore di un furgoncino che sembrava stesse sbandando.
Lanciavo occhiate piene di terrore nella direzione da cui proveniva il furgoncino e a Bella, appoggiata al cassone del pick up.  
Iò furgoncino blu di Tyler appena entrato nel cortile della scuola, slittava pericolosamente sul ghiaccio. Vidi allora che si stava per schiantare proprio sul pick up di Bella, lei sarebbe rimasta schiacciata.  
Senza pensarci due volte mi guardai intorno e inspirai profondamente, trattenendo il respiro. Quando ero certo che non mi stesse vedendo nessuno cordi al fianco di Bella, la spinsi verso l'asfalto, attento però a non farle battere la testa e bloccai con una mano il furgoncino che ormai ci aveva raggiunti.
-stai giù.- ordinai a Bella. Lei mi guardò sbalordita ma eseguì ciò che le avevo detto.
Io diedi una spinta con la mano al furgoncino di Tyler, spostandolo.  Un gesto molto ma molto vampiresco. Bella era ancora più stupita.
La mia mano col mio braccio avevano lasciato un'ammaccatura bella fonda nella carrozzeria dell'auto, erano affondate come se fosse plastilina o qualcosa di semplice da modellare.
-Tutto a posto Bella?- le chiesi, sollevandola dall'asfalto
-sto bene.- rispose, il suo tono di voce era strano.
-Hai preso una bella botta alla testa.- dissi.  Lei rispose con un mugolio di dolore.
-Ma come diavolo... come hai fatto ad arrivare così velocemente?- mi chiese. Cavolo, aveva notato il mio gesto folle. Ed ora?
-ero qui accanto a te, Bella.-
-no, tu eri accanto alla tua macchina e poi all'improvviso mi sei piombato addosso.-
-Bella, fidati. Ero qui. Ti ho salvata. Senti, rimani ferma qui, ora ti verranno a prendere.- dissi. Non sapevo più come uscirne. Dovevo svignarmela il prima possibile, nessuno mi aveva visto, ma poteva risultare sospetto che io tutto ad un tratto ero coinvolto nell'incidente, quando invece tutti mi avevano visto accanto alla mia auto.
Oltre alle voci dei soccorsi che stavano arrivando, sentivo anche i pensieri di Emmett e Rosalie, mi lanciavano imprecazioni.  Quella corsa aveva messo a rischio tutta la nostra specie.  Insomma, se mi avesse visto qualcuno come me la sarei cavata? Non è da umani correre in quel modo. 
Per non parlare poi dei Volturi. Involontariamente avevo violato una delle nostre leggi principali: non commettere cose di questo genere davanti a umani. Menomale che non mi aveva visto nessuno.
Bella interruppe i miei pensieri: -Mi prometti che dopo mi racconterai tutto?-.  Oh cazzarola in che guaio mi ero cacciato! Se le rispondevo di no lei avrebbe avuto sospetti e  mi avrebbe tormentato fino a che non gliel'avrei detto, se le rispondevo di si ero nella merda io e potevo risultare non credibile. Non sapevo che fare.  
-Va bene.- puntai sull'improvvisazione. Avrei trovato una scusa o un modo per spiegarle la cosa nel modo più credibile possibile.
Anche stavolta mi guardai attorno, attento a non farmi vedere e mi allontanai. Ci vollero ben due insegnanti e tre infermieri per spostare il furgoncino in modo che passassero le barelle. Arrivarono le ambulanze dove caricarono Tyler e Bella (avevo detto che aveva sbattuto la testa, quindi l'hanno praticamente costretta a salire), volevano caricare anche me ma feci capir loro che stavo bene.  Sarei andato comunque all'ospedale a vedere "i feriti" e a farmi dare una controllata da Carlisle.  Trasalii al sol pensiero. Sicuramente qualcuno dei miei fratelli già aveva fatto la spia.
Entrai in macchina e andai all'ospedale di Forks, al pronto soccorso, seguito da Emmett e Rosalie.  Lei era furiosa, lui sembrava divertito dal mio gesto folle e inaspettato.
L'avevo combinata grossa. Era da stupidi mettersi a correre come un vampiro davanti ad una folla di umani curiosi, poi anche Bella si è accorta che l'avevo raggiunta in un secondo.  Aveva notato già parecchie cose strane in me, chissà per quanto ancora avrei potuto tenerle nascosta la verità.  Aveva tutto il diritto di sapere.
Andai nella stanza dove avevano messo sia Bella che Tyler.  Lui aveva tante escoriazioni nella fronte e nella guancia.  Bella invece era perfettamente a posto, tranne che per quel bozzo livido che aveva in testa (che fortunatamente era nascosto dai capelli).  Tyler continuava a chiederle scusa, lei lo zittiva tutte le volte e poi gli disse che è solo grazie a me che era salva.  Cavolo, menomale che non dovevo essere coinvolto nella faccenda! 
Lui era confuso, non mi aveva visto, d'altronde anche per gli altri era la stessa cosa. Mi aveva visto solo lei arrivare. Tyler adesso si stava preoccupando anche per me. Entrai in quel momento per rassicurarlo.
-Ciao Tyler, ciao Bella.-
-Edward, stai bene? Scusami, davvero non l'ho fatto apposta!! Ho perso completamente il controllo!- mi disse lui, con la preoccupazione stampata in viso.
-Tranquillo, nemmeno un graffio. Sono riuscito solo ad intrufolarmi in tempo e a salvare Bella. Colpo di fortuna.- dissi, guardando lei.
Non le era chiara la storia, non se l'era proprio bevuta quella che io ero già accanto a lei.  Voleva la verità. La dura e incredibile verità.
Poco dopo vidi arrivare Carlisle e il capo Swan, che abbracciò subito la figlia.
-mi hai fatto prendere un grande spavento!- le disse, guardandola negli occhi.
-scusami.- rispose lei timidamente.
"Mi devi delle spiegazioni. Ma che ti è saltato in mente?" pensò Carlisle guardandomi torvo. Annuii in risposta.
- Edward, Bella,scusatemi davvero!- ripeteva ogni due secondi Tyler.  Ormai sia io che lei eravamo stanchi di rispondergli. Si spazientì anche l'ispettore Swan che lo zittì: - Sta zitto. Il danno ormai è fatto. Tu ti scordi la patente per un anno se non più.-
Nel frattempo Carlisle improvvisò un rapido controllo, fece finta di visitarmi. Non si capacitava di ciò che ero riuscito a fare per quella ragazza. Purtroppo però non potevo rispondergli. Passò subito a Bella.
-Come va signorina Swan?- le chiese. -le radiografie sono buone, mi hanno detto che però hai sbattuto forte la testa.-
-sto bene.- disse lei seccata. Lo diceva a tutti. -posso tornarmene a casa?-
-si. Per qualche giorno è meglio se stai a riposo però. Se avverti dolori o qualcos'altro...- Carlisle non fece in tempo nemmeno a finir la frase che lei lo interruppe col suo solito "Sto bene"
-Stavo dicendo, se avverti qualche dolore prendi le aspirine, se continua torna qui.- disse, concludendo.
-Va bene. E' solo grazie a suo figlio se sono sana e salva.-. Charlie Swan e Carlisle mi guardarono contenti, io feci un sorriso imbarazzato. -Grazie Edward.- aggiunse
-Di niente.- le risposi. Charlie mi fece un sorriso di ringraziamento, poi tornò a fissare la figlia.
-ok, Bella, Charlie, siete liberi. Passate in direzione a prendere il verbale prima di uscire.-
-Grazie mille dottore.- disse Charlie, allontanandosi poi con Bella che salutò a Carlisle. 
"tu seguimi" pensò. Il tono non prometteva niente di buono.
Uscimmo dal reparto, io ripresi a respirare regolarmente. Nel corridoio c'era mezza scuola, tutti si chiedevano come avessi fatto a non procurarmi neanche un graffio. 
Io, Carlisle e Rosalie (che si era aggregata a noi appena eravamo usciti dalla stanza) ci mettemmo a parlare in un corridoio, senza dare troppo nell'occhio.
-Ma cosa... Edward sei impazzito?- disse Carlisle.
-non ho fatto niente di male, ho solo salvato la vita ad un'umana. Mi sembrava giusto.-
-ah si? non hai fatto niente di male, eh? Certo, ti sei messo solo a correre davanti un centinaio di studenti che potevano vederti e poi hai spinto il furgone via con le mani. Un  gesto molto umano Edward, davvero!- disse Rosalie acida.
-cosa dovevo fare, lasciarla morire? Sono stato un cretino a buttarmi così, lo so, ma davvero, che altro dovevo fare eh Rose?- dissi, infuriato con lei. Credeva di sapere tutto. Ma va, và.
-forse è meglio se continuiamo questa conversazione da un'altra parte.- disse Carlisle guardando fisso ferso la fine del corridoio.  Dietro l'angolo c'era Bella che ci fissava con uno sguardo indagatore e dubbioso.
-Scusami Edward, possiamo parlare un attimo in privato?- mi chiese timidamente.
-Ci vediamo a casa.- disse Rose,andandosene. "attento a come parli" aggiunse col pensiero.
Sapevo già cosa voleva Bella. Anuii e la seguii, spostandomi verso l'angolo.
-Che c'è?-chiesi facendo il vago.
-mi devi delle spiegazioni.-
-ti ho salvato la vita, non c'è nient'altro da dire.- dissi freddo.
-Forse del come me l'hai salvata si però.- disse. -Edward, me l'hai promesso.-
Merda. Non avevo più via di scampo.
-Bella, hai battuto la testa, non sai di cosa parli.- le dissi, provando a distrarla. 
-Non c'è niente che non va nella mia testa.- disse seccata. Era vero: più lucida di così non poteva essere.
-cosa vuoi da me Bella?-
-voglio solo la verità.-
-tu cosa pensi che sia accaduto?- le chiesi, provando a capire cosa aveva visto lei.
-io sò solo che poco prima che arrivasse Tyler tu eri appoggiato alla tua macchina, a 4 o 5 macchine di distanza dalla mia, e proprio mentre il camion mi stava per investire tu mi sei piombato addosso tenendomi con un braccio mentre hai affondato l'altra mano nella carrozzeria del furgoncino, lasciando un'ammaccatura profonda, e l'hai spinto via, evitando che ci uccidesse.-.  Aveva ragione. Aveva visto quasi tutto. Era andata così, per quanto assurdo possa essere stato. Cercai di non dargliela vinta.
-tu pensi che io abbia spostato una macchina con la mano?- dissi con tono incredulo, quasi scherzoso. 
-io lo so.- disse
-anche se fosse, sai bene anche tu che tanto nessuno ti crederebbe.-
-io non lo direi a nessuno.-.  Cercava di farmi confessare in tutti i modi possibili e c'era quasi riuscita. Quasi.
-e allore che importa?- le chiesi
-importa a me.-. Risposta ovvia. In effetti un pò le importava..
-non potresti ringraziarmi e basta?-
-Grazie- disse.
-però non ti basta.- commentai ad alta voce.
-no.-
-Bene... mi dispiace deluderti ma io davvvero non ho nient'altro da aggiungere.-
Ci guardammo per un minuto che parve interminabile, mi perdei nei suoi occhi cioccolato, incapace di parlare.
-che volevano i tuoi fratelli?-... a lei cosa importava? Ah boh.
-non lo sò sinceramente. Scusa ma devo andare.- le dissi e me ne andai dritto alla macchina. Mi ero già pentito di averlo fatto.  Non solo perchè non ero risultato per niente cortese, ma per quello che mi aspettava a casa. Una simpatica riunione di famiglia. 
Tutti a puntarmi il dito contro. Che bello. 
Rabbrividii al sol pensiero.
  
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