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Autore: niniell95    26/05/2012    0 recensioni
"La luce del sole che penetrava dalla fessura degli sportelli illuminava i suoi occhi, bellissimi, verdi come il mare e limpidi come un diamante. Sentivo il calore della sua mano sulle mie labbra, che teneva chiuse per paura che io potessi urlare, ma non l’avrei mai fatto. Come si può urlare di fronte tanta bellezza? "
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Sentivo i raggi del sole accarezzarmi la faccia, che bello sentire quella dolce sensazione calda sulla pelle...hey aspetta! da quando in quà sono così fortunata da capitare a Londra con il sole?

Sussultai. C'era stato un vuoto d'aria nell'aereo di ritorno...e quel sole non era una grigio e triste sole londinese, ma un giallo, caldo e raggiante sole italiano!

"Vi prego signori di allacciare le cinture di sicurezza, stiamo per atterrare"

Con grandissima sorpresa mia e di Rebecca, questa volta ad aspettarci all'aeroporto non c'era Nicola, l'autista di famiglia, ma Marco, nostro padre. Io l'avevo sempre chiamato per nome, e lui non se ne era mai fatto una ragione.

"Papààà!" le lacrime ricadevano ancora una volta dagli occhi di Reby. Non faceva altro dalla sera prima.

"Ciao" un solo secco e duro ciao da parte mia.

"Ciao Bet, anch'io sono felice di vederti!! dai ragazze, montate in macchina, si va a casa!"

Il viaggio dall'aeroporto a casa fu tremendamente lungo e silenzioso. Anche Reby, che di solito era un vulcano in eruzione, non parlava. Si percepiva un insopportabile senso di imbarazzo tra noi tre, che non era solito vedersi spesso, e un insopportabile senso di astio da parte mia verso mio padre, che ingorava totalmente la cosa, forse per evitare una discussione davanti a Rebecca.

Ad aspettarci a casa c'era stranamente la mamma. Evviva, la famigliola al completo! succedeva davvero poche volte all'anno.

Entrai e, salutando mia madre con un cenno, salii di corsa in camera mia per farmi una doccia. Mentre ero intenta a trascinare il mio valigione per le scale, i miei mi chiesero di rimanere per un attimo.

"Tesoro, dobbiamo parlare con te e tua sorella, per favore resta un momento per ascoltarci e poi..."

Non la feci terminare di parlare che subito, dopo aver udito quelle parole, iniziai a urlarle contro.

"Perchè voi l'avete mai fatto con me in questi ultimi 18 anni?! avete mai ascoltato i miei problemi?!" ok, basta così, sennò rischio di peggiorare la situazione.

Lasciai la valigia su uno scalino e come se mi trovassi nel bel mezzo di una maratona, come il corritore che è vicinissimo al traguardo, scattai in camera mia. La mia deliziosa tana.

  
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