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Autore: InsaneMind    26/05/2012    1 recensioni
- Perdonami, ma devo farlo.- Mi disse mentre il sangue le usciva dai suoi occhi neri come la pece.
Rimasi in silenzio, guardando la sua distruzione coi miei stessi occhi. Dopo qualche attimo non c'era più nulla: solo polvere ed un canino.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Perdonami, ma devo farlo.- Mi disse mentre il sangue le usciva dai suoi occhi neri come la pece.
Rimasi in silenzio guardando la sua distruzione coi miei stessi occhi. Dopo qualche attimo non c'era più nulla: solo polvere ed un canino.



Son passati ben cinque anni dall'ultima volta che l'ho vista.
Ora sarà cambiata, come del resto son cambiato molto anche io.
Mi chiedo spesso come se la passi... Se ricominciare da capo sia stato difficile, ricominciare una nuova vita... Cancellare definitivamente ciò che è  sempre stata per poi realizzare il suo più grande sogno: diventare un'umana.
Mi ricordo i pomeriggi passati nei boschi delle foreste a guardare il cielo sempre grigio, pieno di nuvole che coprivano i raggi solari. 
Avevamo tutto ciò che ci sarebbe servito per essere felici, ma lei non poteva,o meglio,  non voleva, si sentiva così... incompleta. Ma dopotutto, che altro avrei potuto fare? Non avrei mai potuto ostacolarla, anche se in cuor mio, lo sa, avrei voluto fermala, ma mi avrebbe odiato. 
Ho preferito la sua felicità alla mia, almeno lei è  libera di vivere la sua vita come vuole, io invece son ancora intrappolato in questa prigione di agonia e solitudine.
E ora che mi ritrovo solo in questa notte piena di stelle a guardarle dal tetto della mia casa, di quella che un tempo era la nostra casa, mi sento così spiazzato. 
Io son solo, l'unica cosa che mi è rimasta di lei è il suo canino. L'unica cosa che son riuscito a trovare in quel mucchio di cenere. Del suo corpo nulla, solo tanta polvere ed il canino. Ho messo il tutto in una boccetta che porto sempre dietro, come porta-fortuna ed il suo canino che ho appeso al collo.
Ogni persona che incontro e che nota quel piccolo particolare mi guarda preoccupata. I miei simili che quando casualmente mi vedono, talvolta senza neanche conoscermi, si fanno prendere subito dallo sconforto, come se da un momento all'altro potessi saltargli al collo ed aggredirli e così di seguitopotermi nutrire.
Ma oramai mi nutro solo di rancore e la sofferenza che ho dentro mi sfama abbastanza.
Tutti mi schivano, mi guardano di sottecchi pensando che io sia malvagio e la ragione mi è ancora sconosciuta, ma d'altronde non me ne curo affatto. Perché dovrei occuparmi di ciò che i miei simili pensano di me?
Sono così temuto dagli altri, così tenuto a distanza che solo poche persone hanno deciso di rimanere al mio fianco, ma dentro i loro occhi vedo solo tanta paura, tanta sofferenza e tanta voglia nel voler passare a miglior vita.
Si dice che ogni qualvolta che uno di noi si innamora è destinato a vivere nelle piaghe dell'inferno, ma questo è l'inferno. Siamo costretti a vivere uccidendoci fra di noi, e questo perché non potrebbe essere considerato un reato in sè e per sè?
Che male ho fatto per meritare di essere così...Inumano?
Sono un mostro. Una parte di me è spietata, il miglior nutrimento è veder la paura salire nello sguardo disperato di chi subisce le mie spietate angherie.
 
So che nell'altro mondo quando gli altri che lo popolano sono tristi, dai loro scintillanti e colorati occhi scendono delle righe di acqua. Quando io sono triste dai miei occhi esce solo sangue, così visibile che ognuno di noi considera un disonore questo atto.
Gli altri sono così fortunati, possono versare lacrime, così loro le chiamano, senza essere scoperti. 
Invece noi siamo condannati in questa eterna vita, a vivere nel dolore e nella sofferenza.
Loro non credono che noi esistiamo, esistiamo solo nelle loro più tetre paure e nei loro pensieri più oscuri. Alcuni della mie specie si divertono a guardarli mentre compiono atti impuri verso loro simili, e sento gridare ad alta voce: ''Saranno condannati anche loro a vivere la nostra stessa vita, poveri stupidi.''
Io sonper metà così profondamente diverso da loro, ed è forse per questo che gli altri mi allontanano, dicono che ''non sei degno della nostra stirpe''. Ci ragiono molto su questa frase e mi domando spesso ''di cosa dovrei esser degno?''
I grandi Dei che governano i due mondi ci hanno imposto di vegliare su questi ultimi, ma alcuni si sono ribellati diventando dei dannati riuscendo a superare il varco sigillato che divide questi due mondi per portar scompiglio, per poter placare la loro fame di vendetta. 
Perciò, ho deciso di fare anch'io questa follia. Ma non per cercare di creare disordini, compiere omicidi: no.
Solo per ritrovarLa. Per ritrovare colei che mi ha rubato il cuore.
  
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