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Autore: Titanic_OneDirection    26/05/2012    4 recensioni
E’ così strano avere un bambino di 3 anni e mezzo a soli 18 anni?! Beh, qualunque sia la vostra risposta, la mia rimane tale. No, non è strano. Sapete, quando vado in giro con mio figlio per le vie di Londra tutti mi guardano sott’occhio e le pettegole dei vicoli vicini bisbigliano fra loro “Meno male che mia figlia non ha fatto la stessa fine”. Loro però non sanno come sono andati realmente i fatti.
Allora mi presento, mi chiamo Natasha Lodi ho 18 anni e un bambino di nome Jonathan di 3 anni e mezzo e questa è la mia storia.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
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Tutto ormai era tornato alla normalità. Tra me ed Harry, andava sempre meglio. Io amavo lui e lui amava me. Nostro figlio era felice, felice come non l’avevo mai visto e sapere che quella felicità dipendeva da ciò che provavo per Harry, rendeva felice anche me. Non sono mai stata severa con lui, non mi sono mai azzardata ad alzargli le mani, Mai! Mio figlio, è tutto ciò che ho sempre desiderato e anche Harry, sembra molto contento. Ha iniziato a lavorare, in un agenzia di viaggi. Io, ho deciso di riprendere i miei studi, per avere un ottimo lavoro in futuro. Ovviamente, non andrò a scuola. Al contrario, resterò a casa. A giugno, ci saranno gli esami e sarò lì, su quella sedia a passarli con la sicurezza di un leopardo.  Ed eccoli lì, il mio ometto. Questa mattina Harry, ha deciso di accompagnarlo in asilo nido, mentre io continuavo i miei studi. Ora lui è al lavoro, e tocca me portarlo a casa.
-Mamma!- urlò, correndo e buttandomi le braccia al collo. Gli lasciai un lieve bacio sulla guancia, mettendolo giù e stringendogli la mano. Teneva ben stretto il suo zainetto, avendo paura di perderlo. Feci per andarmene, seguita da lui, ma qualcuno urlò il mio nome. Mi girai, e vidi la mastra di mio figlio, farmi cenno di andare nella sua direzione. Non appena fui a pochi metri da lei, le sorrisi.
-Mi dica pure!- esclamai. Jonathan, mi lasciò la mano, dirigendosi verso le altalene, poco lontane da noi.
-Lei è la sorella di Jonathan?- domandò, arricciando un sopracciglio. Se si potesse fulminare con lo sguardo, sarebbe già morta.
-No, sono la madre. Qualche problema con mio figlio?- risposi, incrociando le braccia al petto. La vecchia decrepita abbassò lo sguardo bisticciando un lurido “mi scusi”, tenendo ben stretta una cartellina, contente dei disegni.
-Bene, volevo dirle che forse suo figlio ha qualche problema con le figure.- iniziò, prendendo dei fogli da quella cartellina. Un bambino di 3 anni e mezzo, che non riconosce alla perfezione le figure. E’ un problema? Queste cose si dovrebbero fare all’asilo!
-Guardi qua. – disse, indicandomi un disegno fatto dal mio piccolo. C’erano un uomo ed una donna, con una scimmietta in mano. Sorrisi, pensando che quell’uomo e quella donna, eravamo io ed Harry.
-La scimmietta, cosa c’entra?- continuò la donna, portandosi una mano sulla fronte. No, ma mi stava pigliando per il sedere?
-Mi scusi, ma.. Non la seguo. Qual è il problema?- domandai, continuando a fissarla seria.
-Beh, i bambino normali avrebbero disegnato dei fiori, o dei piccoli cuoricini.- mi rispose, aggiustandosi gli occhiali, dalla serie “Il mondo di Patty”, che le coprivano a malapena  il grande naso da strega.
-Scusi, sta dicendo che mio figlio non è normale?- domandai, alzando di più la voce.
-No signora, non potrei mai. Ma si vede svilupperà un po’ dopo.- rispose nuovamente, indicando Jonathan che giocava con un altro bambino.
-Mi stia bene a sentire. Mio figlio, è un normalissimo bambino. Per lui forse, quella scimmietta, simboleggia l’affetto, l’amore, la pace. Ha mai pensato a questo, prima di trarre conclusioni?! Suppongo di no. Beh, lei fa la maestra, non la psicologa o la dottoressa. Quindi, faccia il suo lavoro.- conclusi, poggiandole il disegno in mano e lasciandola con la bocca spalancata. Mi affrettai a raggiungere Jonathan, salutai anche il suo amichetto per poi recarmi, al suo fianco, verso casa. Aprii la porta e Jonathan entrò, andando ad abbracciare Liam. Lo salutai con un bacio sulla guancia. Gli altri erano tutti a lavoro e sarebbero tornati fra una mezzoretta, quindi toccava a noi preparare il pranzo. Jonathan, andò a guardare i suoi amati cartoni, lasciando me e Liam in cucina.
-Allora com’è andata?- domandò, iniziando ad apparecchiare la tavola.
-La maestra di Jonathan pensa che non sia un bambino normale, perché invece di disegnare dei “cuoricini” o dei “fiorellini” ha disegnato me e Harry con in mano una scimmietta!- risposi, sottolineando le parole cuoricini e fiorellini. Liam, non poté fare al meno di non ridere. La pasta era ormai pronta, nei rispettivi piatti. Il campanello suonò e Jonathan andò ad aprire. Sentii urlare un “Papà!”, che improvvisamente spuntò un sorriso sul mio viso. Mi recai in salotto, per salutare tutti. Arrivata ad Harry, lo salutai con un bacio a fior di labbra.
-Piccola tutto bene?- domandò, poggiando Jonathan, che prima aveva in braccio, a terra. Annuii, buttandogli le braccia al collo e avvicinandolo più a me. Niall e Zayn, portarono Jonathan in cucina, per farlo mangiare. Harry mi cinse i fianchi, iniziando a baciarmi il collo. A quel contatto rabbrividii, sorridendo come un ebete. Se ne accorse e sorrise anche lui. Le sue mani, scesero ancora più giù fino ad arrivare al fondoschiena. Si fermò, mi strinse la mano per trascinarmi con lui al piano di sopra. Arrivammo in camera mia, ormai nostra, quando la chiuse a chiave. Si girò verso di me, sorridendo maliziosamente. Riprese a baciarmi, per poi levarmi completamente la maglietta. Le sue dita iniziarono a giocare con il mio ombelico, sapendo che mi faceva impazzire. Con una mano da maestro, mi slacciò il reggiseno,per poi sfilarsi la maglia. Rimase a dorso nudo, facendo intravedere quei perfetti addominali. Non era un tipo muscoloso, ma nemmeno mingherlino. Mi distese sul letto, posizionandosi sopra di me, attento a non farmi male. Iniziò col sbottonarmi i pantaloni e farli scendere, sempre più giù fino a levarli del tutto.
-Harry il pranzo!- sussurrai, ironica sorridendo.
-Ci penseremo dopo!- rispose, continuando a baciarmi la pancia. Si levò i jeans, rimanendo in boxer. Iniziò a giocare con l’elastico delle mie mutandine. Mi stava provocando letteralmente, ma sapevo stare al gioco.  Tolse, entrambi gli indumenti che ci dividevano, facendo rimanere entrambi nudi. Ribaltai le posizioni, stendendomi sopra di lui. Iniziai a baciargli il petto, il collo, le labbra. Amavo tutto di lui. Dopo esserci divertiti un po’, entrò in me, trasmettendo le emozioni delle sere precedenti.
-Ragaaaaazzzi!- urlò Louis, fuori dalla porta. Io e Harry ci guardammo, sussurrando contemporaneamente un “cazzo!”. Balzai giù dal letto e in men che non si dica, ero già vestita, Harry lo stesso. Ci guardammo, per poi annuire contemporaneamente. Uscimmo dalla stanza, ma Louis non c’era più. Ci recammo in cucina, dove tutti ci aspettavano. Al nostro arrivo, ci guardarono seri. Mi girai intorno, e notai che Jonathan mi guardava stranito. Una risata generale,  mandò a far benedire il silenzio che si era creato. Io ed Harry, li guardavamo ancora più sconvolti. Loren indicò il petto mio e di Harry. Abbassammo lo sguardo.
Avevamo le magliette al contrario!



 


Okay, mi scuso per il pessimo capitolo, ma come ho già detto nell’avviso, il computer si è rotto e il capitolo, che davvero per dirlo io, era bellissimo, è andato a far compagnia alla spazzatura ç_ç Si sono cancellati tutti. Ma va beh, questo è solo una bozza. Mi farò perdonare, prometto =)
Mi fa molto piacere che ad alcuni di voi, piaccia la storia. Davvero, non sapete quanto mi rendete felici. Beh, questo è il capitolo, orrendo. Ma riuscirete a perdonarmi vero?
Bisis dolcezze. Titanic_OneDirection <3<3

  
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