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Autore: __gIuLiNa__    27/05/2012    5 recensioni
Midgard. Il Ragnarok è ormai vicino. Strani avvenimenti scombussoleranno la vita tranquilla nel terzo mondo terrestre. Gli eletti dovranno affronatare il viaggio della loro vita, perchè si sa, nulla è più difficile di affrontare il proprio destino...
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando il principe Shoji Sturluson finì il suo bagno finalmente si specchiò. Le ferite si erano totalmente rimarginate, solo sulla gamba sinistra rimaneva un brutto graffio. Il viso giovane aveva ripreso un po' del suo normale colorito anche se sotto gli occhi erano presenti due leggere ombre violacee. Tutto sommato si sentiva meglio anche grazie al fatto di non sentire più il puzzo di sangue, terra e sudore. Sospirò passandosi una mano nei capelli biondi ancora bagnati. Il suo sguardo vagava nel bagno fino a soffermarsi sul mobile dove aveva abbandonato i suoi vestiti. L'uniforme bianca era sporca; in silenzio l'afferrò e iniziò ad inumidire i pantaloni per togliere le macchie di erba e fango ottenendo solo il risultato contrario a quello sperato. Le macchie si allargavano come gocce d'inchiostro su un foglio bianco. Si ripassò la mano sul volto decidendo di lasciare perdere.

Uscì dal bagno e scese le scale attirato da un vociare allegro e quando, ancora sui gradini, notò la scena si sentì di troppo, quasi di impiccio. Il comandante teneva tra le braccia due giovani, un ragazzo e una ragazza ridendo. Immediatamente capì che doveva dileguarsi in quel momento così intimo e cercando di non far scricchiolare i gradini in legno lentamente risaliva le scale. Appena salito il quarto gradino fu tradito dalla propria runa che stava emettendo un bagliore fioco e un leggero sibilo. Il trio si voltò verso di lui, vide Shigihara che lo guardava bonario con la stessa espressione paterna che aveva quando lo esortava a passare del tempo nella sua casa, il ragazzo aveva un espressione stranita: lo guardava incredulo con le sopracciglia talmente inarcate da essere nascoste dalla corta frangetta castana, la ragazza invece sembrava impettita con gli occhi ridotti a due fessure e le braccia incrociate. << Ehi principe, che ci fai li? Vieni giù che ti presento i mostriciattoli! >> disse col suo vocione baritonale e allegro.

<< Allora, lui è Ren >> con una leggera spintarella spostò il ragazzo di qualche passo avanti

<< E lei è Miyuki >> ripeté lo stesso gesto anche con la ragazza. I due sembravano di qualche anno più piccoli di lui avevano entrambi i capelli castano del padre e da lui avevano preso pure la bocca ma quegli occhi dalle iridi dorate e il resto dei lineamenti dalla bellezza serafica erano del tutto estranei al comandante.

<< E ragazzi lui è il principe Shoji Sturluson >> disse tutto d'un fiato l'uomo << Se ti do del tu, ti scoccia? >> chiese sempre ridendo. Il biondo negò con la testa mentre Ren dopo averlo guardato sottecchi se ne andò via.

Miyuki invece si aggrappò al braccio del padre << Sappiamo perfettamente chi è >> disse con una punta di acidità << Tra quanto se ne va? O te lo sei portato qui dietro perché te ne devi andare subito di nuovo? >>

Kouji dopo aver guardato la figlia le accarezzò la testa << Rimarrò qua per un bel po' . Penso che voi due rimpiangerete il tempo quando ve ne stavate soli soletti a casa >> poi le diede un leggero buffetto sul capo << Signorinella non rivolgerti più così agli altri, eh! Il principe sarà nostro ospite e mi aspetto che voi due -indicò col mento la direzione in cui si era allontanato il gemello- siate gentili e disponibili >> disse con tono di rimprovero ricevendo uno sbuffo come risposta << Su su chiedi scusa >> la ragazza alzò il capo velocemente guardando il padre con gli occhi sgranati quasi vedesse un alieno.

<< Non serve >> disse frettoloso Shoji agitando una mano davanti al viso e sorridendo.

Dopo averlo guardato infastidita si staccò << Vado a recuperare quel fannullone di tuo figlio e poi ci mettiamo a pulire >> disse girandosi per eclissarsi anche lei << Miyu! >> la richiamò Kouji facendola girare << Quando trovi tuo fratello chiedi se presta dei vestiti a Shoji, e in fretta >> continuò vedendola scomparire.

Ora l'attenzione del militare era concentrata sull'erede al trono. Lo guardava dispiaciuto del comportamento dei suoi figli << Perdonali è solo che oramai sarà un anno che non torno a casa e quei due hanno la visione contorta che sia colpa della famiglia reale e dell'impero >> disse abbassando lievemente il capo. Shoji si sentì colpevole, era vero. Tutti i soldati per ordine di sua maestà il re, suo padre, non potevano allontanarsi della capitale se non con il suo benestare. E ottenere un permesso era una cosa difficile. Era talmente abituato ad essere circondato dai soldati che si era dimenticato anche lui del fatto che loro avevano una vita al di fuori della capitale. << Hanno ragione invece >> ammise. Kouji si grattò la testa << So che potrà sembrare dura all'inizio ma cerca di portare pazienza >> disse. Poi si guardò le mani e l'uniforme, la sua nera, << Puzzo più di un cavallo-drago in mezzo ad una palude >> borbottò << Vado a farmi una doccia veloce. Gironzola qua e la liberamente se vuoi, sarò qua in un attimo >>.

 

<< Perché non può prendere i tuoi di vestiti! >> si lamentò Ren mentre si appoggiava placidamente al manico dello spazzolone << Magari perché la gonna non gli dona particolarmente, capitan ovvio! >> lo rimbeccò ridacchiando Miyu mentre strofinava il pavimento. Ren contrasse il viso in una smorfia mentre guardava la sorella in ginocchio pulire << Perché l'ha portato qui? Perché vostra altezza reale non è alla capitale? A casa sua, nel suo bel castello a dare ardine a destra e sinistra? >> chiese meditabondo. La ragazza fece spallucce bagnando il panno che stava usando nell'acqua e continuando a lavare << Non lo so. Non ne ho la più pallida idea >> rispose con lo stesso fare del gemello che scoppiò a ridere << Uh! Allora nemmeno tu sai tutto! Devo andare a dirlo immediatamente a tutti, immagino il vecchiaccio quando lo saprà! >> Miyu gli lanciò una spugna intrisa d'acqua in faccia << Ehi scansafatiche nemmeno tu lo sai! E poi muoviti! Pulisci, sono stufa di fare tutto io! >>

 

La sera sopraggiunse presto e portò con se la notte. Una scossa impercettibile fece tremare il suolo di Midgard. Odino chiuso nel suo castello ad Asgard sorrise facendo oscillare nel calice il suo idromele e finendolo in un unico sorso. Se i Giganti avevano le loro armi anche lui aveva le sue risorse che poco alla volta si stavano svegliando dal proprio tepore. Senza dubbio la battaglia sarebbe stata interessante...

 

<< Rune vuol dire segreto. Sono delle pietre magiche dal potere incontenibile, vengono definite come la magia nella sua forma più pura e distruttiva. Sono dei doni da Asgard e da esse vengono divise in tre gruppi >> il maestro guardò uno ad uno i suoi studenti seduti in cerchio nella tavola di pietra lavica.

<< Vuoi ricordarceli lei signor Shigihara? >> Ren sbadigliò stiracchiandosi sentendo nominare da quello stramaledetto vecchiaccio << Devo essermi perso quella parte >> disse annoiato con la mano sinistra che reggeva il capo. Ogni volta appena varcava la soglia della classe si sentiva come se gli stessero strappando via l'anima. Sua sorella scosse la testa divertita dai suoi atteggiamenti menefreghisti e il maestro Lev alzò il bastone di ciliegio nodoso che usava per sorreggersi picchiandolo sulla testa del giovane Shigihara facendo ridere tutta la classe. << Stramaledetto vecchiaccio >> bofonchiò massaggiandosi la nuca.

<< Maestro, maestro! >> squittì Akane Hutala con la sua vocina acuta mentre si dibatteva sulla sedia per attirare l'attenzione dell'anziano che dopo essersi lisciato la barba le concesse la parola << I tre gruppi sono: attacco, difesa e supporto >> sbatté le ciglia mentre il ragazzo alla sua destra, Takashi Kuroki suo pseudo fidanzato, le batteva le mani << Complimenti mia diletta, ti meriti dieci stelle! >> disse facendo una piroetta.

Ren alzò gli occhi al cielo, quel cretino e la sua mania delle stelle, che gli avranno mai fatto di tanto male per essere tirate in causa sempre!

<< Inoltre ci sono le rune dette originarie >> disse Miyu con il suo fare riflessivo. Incorniciò il volto tra le mani e prima che Takashi avrebbe fatto una sua tipica uscita come “ti meriti zero stelle”, Lev facendo strisciare la lunga tunica verde la affiancò << Illuminante, signorina Shigihara! Ha anticipato l'argomento di oggi >> la lodò mentre lentamente tornava a sedersi al suo posto.

<< Si dice che dopo la seconda guerra tra Aesir e Vanir per festeggiare l'armistizio di pace, Odino dall'alto della sua benevolenza, decise che anche per Midgard era giunto il momento del cambiamento. Il nostro mondo era dominato dal caos, uomini che si facevano guerra imitando le gesti degli dei. Così, il Divino dall'alto della sua benevolenza, infuse in alcune pietre una piccola parte del suo potere, sebbene la forza mistica era esigua nel nostro mondo aveva una forza distruttiva. >> si prese dove si schiarì la voce grassa << Le rune furono destinate a degli eletti, distinti dalla massa per le loro capacità fisiche, logistiche e magiche. I maestri delle rune però abusarono del potere dato. Si definivano delle divinità in forma umana e iniziarono a flagellare la popolazione di Midgard. Il caos ritornò a dominare, terremoti, eruzioni vulcaniche, ere glaciali e tempeste sconquassarono l'ordine naturale delle cose. >>

Ren roteò gli occhi ed emise un nuovo sbadiglio annoiato. Lev la metteva giù troppo dura. << Si certo, in sintesi tutto era perduto ma come in tutte le storie epiche, arrivando in sella al proprio cavallo-drago il mitico eroe salverà la situazione facendo vedere il proprio valore. E come sempre tutti vissero felici e contenti. >> terminò accompagnando le parole con dei gesti esagerati delle mani. Miyu, al suo fianco, lo trafisse con lo sguardo e sibilò qualcosa simile a deficiente mentre Layla, una grande amica dei gemelli, scosse la testa indignata facendo ondeggiare i corti capelli neri dai riflessi verdi << Non prenderti gioco della nostra storia Ren! >> disse piccata rimproverandolo. Il ragazzo guardò stralunato la giovane appoggiando i palmi delle mani al tavolo e pronto a ribattere ma il maestro picchiando il nodoso bastone a terra richiamò l'attenzione << Fate silenzio! >> intimò con il suo vocione richiamando all'ordine la classe.

<< Ma tra gli eletti mancavano all'appello il maestro di luce e di tenebra che indignati dal comportamento deplorevole degli altri si ribellarono e appoggiarono i midgardiani. Unendo le forze sconfissero i maestri di terra, fuoco, ghiaccio e vento e inseguito essi furono confinati nell'Hel. Da quel momento la pace ritornò a regnare sovrana su Midgard che si riprese e rifiorì splendente e florida come oggi la conosciamo. >> finì il lungo racconto lisciandosi la lunga barba ingrigita. Si abbandonò sul rigido schienale della sedia sorridendo compiaciuto della storia del proprio mondo. I suoi occhi neri guardarono uno ad uno i suoi studenti in cerca di domande.

Layla alzò la mano e ottenne parola << Ma che fine hanno fatto le rune? Intendo quelle che non sono state confinate >>

<< La runa di luce è divenuta tesoro ed emblema della casata reale dei Sturluson, mentre di quella di tenebra se ne sono state perse completamente le tracce. >> l'anziano sospirò, lui conosceva gran parte dei misteri che muovevano il mondo ma la fine di quella runa anche per lui è un mistero. << Però dalla luce e dalle tenebre si sono generate altre rune come quella dell'alba e quella del tramonto, e poi anche da esse nacquero altre rune e da quelle altre e così dicendo. >> continuò meditabondo.

Miyu fu percorsa da un brivido gelido. Il ricordo di quella colonna azzurra innalzata nel cielo buio si fece largo prepotentemente nella sua mente e fu tentata di chiedere spiegazioni al maestro ma appena cercò di aprire bocca la gola le si chiuse, come se una mano la stava strangolando e nella testa sentì delle fitte martellanti. Si sentì stanca, si lasciò scivolare giù dalla sedia abbandonando la postura rigida. Accantonò l'idea di chiedere spiegazioni e finalmente si sentì meglio. Non sapeva il motivo ma, ne era certa, qualcosa incombeva su di lei, ed era qualcosa di grosso e pericoloso. Incrociò lo sguardo del suo gemello e anche lui aveva il suo stesso aspetto sciupato e stanco. Miyu guardando i suoi occhi ambra ritrovò le sue stesse preoccupazioni.

 

  
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