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Autore: __gIuLiNa__    12/02/2012    4 recensioni
Midgard. Il Ragnarok è ormai vicino. Strani avvenimenti scombussoleranno la vita tranquilla nel terzo mondo terrestre. Gli eletti dovranno affronatare il viaggio della loro vita, perchè si sa, nulla è più difficile di affrontare il proprio destino...
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una lenta e malinconica nenia riempiva il silenzio pesante tanto quanto l'afa.Una ragazza staccò dalle labbra rosse dal flauto traverso e lo appoggiò al suo fianco. Aveva sentito un rumore di uno schianto e immediatamente dopo una colonna azzurra si innalzò ad est, il tempo di un battito di ciglia e tutto era ritornato piatto e tranquillo come se tutto fosse stato frutto della sua immaginazione. No, non lo è, pensò. Finalmente uno sbuffo di vento caldo smosse le fronde degli alberi rigogliosi che si pigarono minacciosi fino a sfiorare il terreno, un movimento troppo spropositato per quella brezza. Anche l'alito caldo svanì lasciandole le braccia coperte da pelle d'oca. Sbattè un paio di volte le palpebre, che stava succedendo? << Tutto bene Miyuki? >> appoggiando una mano sulla sua spalla un giovane si sedette sul porticato al suo fianco. Miyuki si specchiò negli occhi d'ambra identici ai suoi. Guardò impaurita Ren, il suo gemello. << L'hai vista anche tu quella colonna azzurra? >> chiese indicando con l'indice la direzione. Ren increspò la fronte e strinse le labbra sottili << Ti sbagli >> disse facendo oscillare il capo << Era rossa e veniva da la >> la corresse facendo un cenno del capo verso ovest. Miyuki alzò gli occhi verso la luna bianco azzurra, talmente vicina a loro che si potevano contare i crateri che la scavavano. << So quello che ho visto Ren. Ne sono sicura. >> disse pensierosa. Avevano assistito a due fenomeni totalmente diversi. Il gemello incrociò le braccia dietro la nuca e si appoggiò contro la parete del muro << E sono ugualmente sicura che questi non sono buoni presagi >> continuò con tono cupo. Si sentiva fiacca e smorta come se ad un tratto sulle spalle portava un fardello troppo pesante per i suoi diciotto anni. Il ragazzo sbuffò e alzò anche lui lo sguardo verso l'altro satellite, una luna più piccola, arancione e rossa che in quel periodo risultava lontana a causa del proprio ciclo lunare. << Miyu, ti sbagli. Si vede che gli Aesir e i Vanir sono ancora in lotta e avranno combinato qualche casino lassù >> spigò annoiato con lenti gesti delle mani che ricacciò dietro la nuca. << Non scherzerei troppo Ren. Dopotutto la nostra situazione... >> fu interrotta dal gemello che storcendo il naso proseuì << Tu prendi la nostra situazione, come la definisci tu, troppo sul serio >> inarcò le sopracciglia con fare ovvio. << Tu invece la prendi troppo alla leggera >> replicò calma la ragazza sospirando, Ren era troppo menefreghista in alcuni ambiti. Dopo qualche attimo di silenzio dove ognuno rimuginava sui propri pensieri, il giovane sbadigliò rumorosamente e si stiracchiò << Sono stanco. Vado a schiacciare un pisolino >> disse grattandosi il mento glabro. Poi appoggiò una mano sulla spalla destra della sorella << Dovresti dormire anche tu >> aggiunse in tono morbido prima di ritirarsi.

 

Lontano dalla tranquillità del paese, un bianco cavallo-drago solcava le nubi. L'alto comandante Shigihara sentiva gli occhi bruciare dalle raffiche di vento forte. Era riuscito a lasciarsi il campo di battaglia alle spalle. Era riuscito a salvare il suo principe o almeno sperava visto che non aveva ancora aperto gli occhi. Non riusciva a darsi ancora una spigazione a ciò che era successo. Quel ragazzo che non avrà avuto nemmeno vent'anni era riuscito a sbaragliare quell'essere, e lui che era grande e grosso era stato così impotente. Doveva ammettere che gli aveva fatto bruciare un po' l'orgoglio. Un mugolio indistinto lo fece allontanare da quelle congetture, il giovane lord si stava riprendendo. Kouji Shigihara tirò a se le briglie e la cavalcatura ruggendò rallentò la sua cavalcata nei cieli fino a diventare quasi una pacida passaggiata. << Non faccia movimenti affrettati >> si raccomandò subito << Si calmi vostra altezza >> continuò prendendo lunghi respiri. << Dove sono? Cos'è successo? >> domandò il reale puntellando un gomito sulla schiena del drago per rialzarsi a fatica. La gola gli bruciava come se non aveva mai bevuto una goccia d'acqua in tutta la sua vita. << Non ricordate niete? >> il più anziano si informò << No >> disse solamente con la voce impastata. Shigihara sospirò e cercando di voltarsi al meglio che poteva sulla sella iniziò un breve resoconto di quello che era succeso la notte precedente. Intanto il sole faceva capolio da dietro un nuvolone colpendo con i suoi raggi tiepidi i corti capelli biondi del giovane e mezzo volto, stranamente la sua pelle era pallida e non olivastra come al solito e ad ogni parola del militare assumeva un colorito sempre più malsano. Dopo aver finito di ascoltare il rapporto si prese la testa tra le mani << Non può essere successo >> mormorò a mezza voce muovendo impercittibilmente le labbra esangui. << Non era mia intenzione >> aggiunse facendo stupire l'uomo. Stupito da quella reazione chiese di getto una spiegazione, e solo dopo si rese conto della mancanza di rispetto che trapelava nelle sue parole. Il principe Shoji lo fissò negli occhi dubbioso, poteva fidarsi? Si sarebbe spaventato? Avrebbe tentato di ucciderlo? << Sono stato scelto >> iniziò titubante. Deglutì quel poco di saliva e riprese << Ecco io...faccio prima a mostrarvelo >> si passò una mano sul volto e poi con le dita della mano sinistra sfiorò il dorso della destra. Solo allora il comandante si accorse dello strano gunato che la copriva. Era bianco e sembrava pesante, arrivava fino alle nocche e aggirava il pollice, sui bordi era rifinito da una finitura dorata. Ma quello che più lo stupì fu la presenza di una pietra di forma romboidale al centro esatto del dorso. Era in rilievo, come se fosse stata incastonata nel guanto e appena il principe la sfiorò emiso un fioco bagliore. << Cosa sapete delle rune alto comandante? >> spiazzato da quella domanda l'uomo non seppe rispondere, pensava che fossero tutte leggende quelle che si narravano sulle rune. Non metteva in dubbio l'esistenza di Odino e di tutti gli abitanti di Asgard, era consapevole della loro presenza ma pensava che tutto quello che i vecchi dei villaggi dicevano sulle loro eredità fossero tutte menzogne. << Sinceramente non ne so niente >> ammise. Il ragazzo sorrise tristemente << Questa è una runa. Per la precisione la runa della luce, tesoro della casata reale degli Sturluson>> spiegò mentre l'altro lo osservava attento. << Una delle rune originarie >> disse Shigihara goffo insicuro delle sue nozioni di storia mitologica. Il biondo annuì << Assieme alle rune di fuoco, terra, aria, acqua, tuono e tenebre, si dice che abbia generato tutte altre rune. >> Kouji sgranò gli occhi << Allora tutto quel che si dice sulle rune è vero?! >> il cavallo-drago ruggì dato che l'uomo lo aveva colpito e lo fissava con i suoi occhi lunghi e sottili facendo sibilare la lingua fuori dalle fauci << Non lo so. Sono l'unico che porta su di se questa maledizione, almeno io non sono a conoscenza di altri custodi. >> Il comandante continuò a respirare profondamente cercando di assimilare tutte le informazioni. << E come avete fatto ad averla? >> continuò l'interrogatorio perdendo ormai quel minimo di tatto che era riuscito a conservare << Come vi ho già detto era il tesoro della mia casata. Quando ero piccolo mi recavo sempre nella stanza blindata per ricevere gli insegnamenti dei saggi sulla runa. Poi un giorno quando avevo quattordici anni ed ero li da solo, ho sentito come un'attrazione verso la runa. Non ricordo un granchè solo che mi sono risvegliato circondato dai saggi e alcune guardie e sulla mano avevo questa. >> disse con disgusto. Era stata la fine della sua vita, era visto da tutti come un pericolo. Shigihara si grattò il mento ruvido di barba, qualche ruga solcava la fronte, sapeva di essere piuttosto burbero ma bisognava affrontare quel discorso con delicatezza, senza contare che si trovava dinanzi ad un reale << I suoi genitori? >> Shoji rise amaramente << Mi usano come un arma, penso che siano intimoriti. Come tutti quelli che sanno dopotutto. Mi stupisce che voi non abbiate già cercato di uccidermi o almeno di mettervi in salvo alto comandante Shigihara >> ammise facendo dondolare la testa. Kouji era padre e gli sembrava impossibile pensare che di vedere uno dei suoi figli come una miniccia, era una cosa terribile. Eppure guardando quel ragazzo non poteva far altro che crederli. << Penso che sia il caso che per un po' spariate, vostra altezza >> borbottò << Se permettete le offro asilo in casa mia. Non è una reggia ma è grande e potete starvene tranquillo per un po'. >> Il giovane socchiuse le labbra stupito, non aveva paura di lui? Questo solo pensiero lo rallegrò un po' ma non poteva permettersi di mettere a rischio la vita di quell'uomo che lo aveva gà tratto in salvo. << Vi ringrazio ma non voglio arrecarvi disturbo >> sorrise ma l'uomo lo bloccò << Nessun disturbo. Inoltre se lei si recherebbe alla capitale e se è vero che vi vedono come un arma, penseranno che è sto lei ad uccidere tutto il plotone. E non permetterei mai che un uomo innocente sia mandato alla forca, nemmeno al re o alla regina. >> disse serioso serrando i pugni, ne sarebbe andato del suo onore e neppure se avrebbe dato la sua parole che era colpa di quella cosa l'avrebbero salvato. << Spero che possiate capire che lo faccio solo per il vostro bene >> finì con voce più morbida e paterna. Colpito dalla sua generosità, il principe annuì e mentre il cavallo- drago riprendeva la sua corsa nei cieli azzurri di Midgard, lui non sapeva che la corrente che stava solcando era quella del cambiamento.

Destra, sinistra, scansati, passo avanti e affonda. Combattere era come una danza solo molto più dolorosa, pensava Ren mentre divideva l'aria e colpiva le ombre che aveva creato il suo maestro. Una flessuosa macchia scura si attorcigliò su se stessa colpendolo in pieno petto con due calci e poi si contorse al punto da diventare invisibile. Imprecò contro il cielo mentre gli artigli di quell'affare melmoso penetravano nella carne del suo avambraccio lasciando tre solchi. Ansimò piegandosi su se stesso mentre stringeva più forte la presa sull'elsa della spada e con un urlo si lanciò sull'avversario squarciandolo a metà. Il vecchio maestro si stava avvicinando, anche se gli dava le spalle il giovane adepto sentiva i suoi passi striscianti e pesanti sempre più vicini << Sei migliorato >> lo elogiò << ma ricordati che senza le basi non potrai fare granchè. Migliora nello studio e i risultati nella lotta saranno ancor più soddisfacenti. >> La voce grassa del maestro Lev risuonava saccente e scorbutica nella radura silenziosa. Ren se lo immaginava alzare gli occhi al cielo e lisciarsi la lunga barba grigia, se solo non fosse così tanto stanco si sarebbe girato a guardarlo e sarebbe scoppiato a ridere. Alzò una mano chiusa a pugno ma mostrò il pollice << Sei uno dei più grandi misteri di Midgard Ren. >> il vecchio rise sfottendolo per poi andarsene. Quando ormai era sicuro che la lunga tunica verde del maestro si era allontanata, si lasciò cadere sull'erba bagnata stremato. Chiuse gli occhi cercando di regolarizzare il respiro. Sentì qualcuno pizzicargli le guance << Incosciente >> bofonchiò aprendo gli ochhi e trovandosi dinanzi il suo stesso riflesso ghignante << Il bello di vivere la vita è viverla provando il brivido di essere scoperti! >> ribattè ridendo l'altro Ren << Voglio proprio vedere se ridi ancora se Lev ci scopre >> rispose l'altro stiracchiandosi e grugnendo vedendo i tre solchi sul braccio. << Suvvia sorellina, sarebbe bello vederlo in preda al panico. Magari è la volta buona che schiatta! >> sghizazzò. << Ren! >> lo rimbeccò il combattente prima di pronunciare delle parole leggere e veloci che infransero la magia. Man mano il riflesso di Ren scomparve fino a rivelare delle lunghe gambe nude coperte da un leggero vestititino bianco che sfiorava il ginocchio, le baccia invece si coprirono da lunghe maniche a chimono e le forme da dure e spigolose diventarono morbide e femminili. Miyuki si sistemò la treccia castana legata in un nastro rosso come la cintura che rimborsava le sue vesti e fissò il fratello gemello negli occhi color miele. << Grazie per avermi sostituito >> disse Ren gioviale prima di incassare un poderoso pugno sul naso << Mi sono fatta male deficiente! >> piagnucolò ricordandosi dei tre graffi che bruciavano sull'avambraccio sinistro << Anche tu adesso me ne hai fatto! >> obbiettò il ragazzo massaggiandosi la parte lesa. Miyu serrò le labbra e socchiuse gli occhi, l'ultima volta che Ren l'aveva vista fare quella faccia l'aveva quasi congelato. << Sei senza speranze! >> disse solamente scompigliandogli i capelli già ribelli di loro e lo sorpassò con un sorriso diretta verso casa.

 

<< Eccoci qui >> disse Kouji Shigihara saltando giù dalla cavalcatura. Attese che il pricipe scendesse e poi liberò la cavalcatura nel bosco. Il ragazzo si guardò attorno, era la prima volta che andava nel continente meridionale. Erano finiti in un paesino tranquillo immerso nel verde incontaminato dove la vita si viveva tranquillamente senza troppe pretese. << Di qua >> lo esortò il militare verso una grande casa dal tetto spiovente grigio. Dopo aver passato una terrazza si trovava davanti una massiccia porta di legno scuro che una volta aperta rivelava un ambiente luminoso e confortevole. << Ehi mostriciattoli indovinate un po' chi è tornato? >> urlò il padrone di casa senza ottenere risposta. Guardò Shoji grattandosi la testa << I miei figli >> spigò << si vede che non sono a casa >> borbottò. Si gurdò attorno spaesato, era davvero molto tempo che mancava da casa ed era strano ritornarci. Sorrise e poi tornò a guardare il principe << Volete fare un bagno? >> chiese allegro notando l'uniforme bianca sporca e chiedendosi se anche lui aveva l'aria da terremotato. Peggio. << Vi ringrazio >> lo riportò sulla terra la voce del ragazzo. << Niente voi, sono solo Kouji >> disse scuotendo il capo e salendo le scale. Il corridoio era tinteggiato di biaco e le luci dei finestroni facevano apparire anche il pavimento in pietra ruvida marroncino lucido << Dovrebbe essere qua >> brontolò l'uomo aprendo una delle tante porte chiuse che si rivelò una camera e dopo qualche tentativo finalmente lo trovarono.

I gemelli rientrarono ridendo e chiaccherando, Miyu si era mostrata piuttosto clemente con Ren, gli aveva solo estorto la promessa di studiare di più e di lavare i piatti per due settimane. Ma appena vide il pavimento di casa lercio di fango ci mancò poco che le venisse un colpo. << Ren! >> ululò rabbiosa digrignando i denti mentre strapazzava il fratello << che diamine hai combinato?! Non ho intenzione di pulire qua! >> lui cercò di parlare ma aveva paura di peggiorare la situazione e basta, sua sorella diventava terribile quando si arrabbiava. In quel mentre dal fondo del corridoio spuntò la figura massiccia di Kouji. Appena lo vide la ragazza strinse la maglia del gemello e appena incontrò gli occhi caffè dell'uomo si lanciò verso di lui << Papà! >>

  
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