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Autore: My Pride    27/05/2012    4 recensioni
~ Raccolta di flash fiction un po' assurda, sentimentale e multipairing ♥
» 26. A sweetnest moment (only for you, Chopper)
Sapendo quanto Chopper avesse faticato giorno e notte nel vano tentativo di trovare una soluzione a quello scambio di corpi non voluto - al quale il cuoco sembrava essersi abituato un po' troppo, secondo il modesto parere dello spadaccino -, aveva dovuto ammettere anche a se stesso che anche la piccola renna aveva bisogno di un momento di pace e tranquillità, di qualche attimo senza starsene chiuso in infermeria per cercare un antidoto e di tempo per sé.
[ Zoro/Chopper Nakamaship ~ Chopper Centric, Character Alternation ]
[ Partecipante alla challenge «Chi, con chi, cosa facevano» indetta da Kukiness ]
Genere: Comico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Crack Pairing | Personaggi: Mugiwara, Portuguese D. Ace
Note: Raccolta | Avvertimenti: Gender Bender
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Pirates «Crack!» Game'
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I wanna suck your blood Titolo: I wanna suck your blood, pervert man
Autore: My Pride
Fandom: One Piece
Tipologia: One-shot [ 1272
parole [info]fiumidiparole ]
Personaggi: Roronoa Zoro, Sanji Black-Leg [ Vampire!Zoro x Priest!Sanji ]
Situazione: #25. AU! Zoro è un vampiro. Se è già un vampiro, diventa una mummia.
Tabella AUverse: 67. Vampiri
Genere: Generale, Vagamente Comico, Vagamente Sentimentale
Rating:
Verde / Giallo
Avvertimenti: Shounen ai, AU, Slice of life, Assurdità sparse, What if?


ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.

    Il sermone era finito da più di mezz'ora, ma lui, in quanto uomo di Chiesa, si era attardato a parlare con i fedeli e a fugare i loro dubbi, intrattenendo una piacevole conversazione con le più assidue frequentatrici delle attività extra parrocchiali, le dolci e bellissime Nami e Robin, prima di defilarsi svelto nel cortile posteriore dell'edificio.
    Per quanto fosse un prete da più di cinque anni, ormai, c'era da dire che Sanji, questo era il suo nome, aveva due brutti difetti: fumava come una ciminiera, amava le donne e non si vergognava di ammetterlo, mandando il parroco su tutte le furie ogni qual volta che, conclusa la messa, veniva trovato a flirtare come un ragazzino con le splendide donne che venivano in Chiesa, rimediandoci sempre una bella strigliata. Non che gliene fosse mai importato, data la sua indole, però le punizioni erano degradanti - non se l'era scordato il bagno dei novizi che era stato costretto a pulire, un ricettacolo di schifezze che gli aveva fatto storcere il naso per tre giorni - e i Padre Nostro che era costretto a recitare per fare ammenda arrivavano addirittura a venti, il più delle volte. Certo, ci voleva qualcosa di più per farlo pentire e demordere dal suo modo di comportarsi, e questo qualcosa era grosso, verde e aveva zanne al posto degli incisivi.
    A quei suoi stessi pensieri, Sanji sospirò, aspirando a fondo la sigaretta che si era acceso prima di sbuffare fuori una nuvoletta di fumo azzurrognolo e poggiarsi con entrambe le braccia sullo steccato del giardino. C'erano sere, proprio come quella che stava vivendo in quel momento, in cui gli veniva stupidamente da chiedersi se quel tipo che lo perseguitava come un'ombra fosse in realtà una punizione divina per i suoi modi di fare. Non avrebbe mai dimenticato il giorno in cui era cominciata quella storica, una storia che lo faceva sentire ancor più stupido nell'insistere a definirsi prete.
    Una notte, tornando dalla città, aveva trovato un uomo riverso sul portico della Chiesa, con il viso talmente pallido che aveva creduto che quel tipo fosse morto; quando si era avvicinato, però, ed era stato afferrato per un polso dalla sua mano gelida e scheletrica, per poco non si era messo a strillare come una donnicciola, sentendo il cuore battere freneticamente nel proprio petto. Era stato proprio quel suono a ridestare quell'uomo, che l'aveva guardato in viso con l'unico occhio che possedeva prima di biascicare qualcosa a mezza voce, e Sanji aveva faticato non poco a capire la parola 
«Sangue». Aveva creduto che scherzasse, in un primo momento, dovendo ricredersi quando quel tipo aveva aperto la bocca per rivelare delle zanne lunghe e appuntite. Oh, se solo ci pensava adesso, ancora si domandava che cosa diavolo gli fosse passato per la testa quando aveva accettato di farlo bere dal suo polso non appena aveva compreso che razza di creatura fosse. Lui, un uomo di chiesa... che aiutava un dannato vampiro. A dir poco ridicolo.
    «Quella roba ti ucciderà, prima o poi». Una voce alle sue spalle lo fece trasalire, e poco ci mancò che Sanji inghiottisse la sigaretta, tossendo il fumo che non era riuscito a soffiare via prima che quell'idiota lo cogliesse di sopresa in que modo assurdo. Si voltò poi nella sua direzione, furente e rosso in viso.
    «Ti ho detto mille volte che devi piantarla di comparire così all'improvviso, vampiro del cazzo!» sbottò, ma la sua affermazione, anziché intimorire il vampiro in questione, fu solo capace di farlo ridere.
    «Hai espressioni a dir poco colorite, per essere un prete», lo schernì. «Mai incontrato un tipo come te, in tanti secoli».
    Per tutta risposta, Sanji sbuffò.
«Non rompere», borbottò, per quanto sapesse che quello stupido vapiro avesse ragione. Il suo linguaggio da scaricatore di porto era un altro problema, a ben pensarci. Non si meravigliava se Don Zeff aveva l'irrefrenabile voglia di prenderlo a calci, il più delle volte. «Che diamine ci fai qui, piuttosto? Mi sembrava di essere stato chiaro... non ti voglio qui in giro. E come diavolo fai ad entrare indisturbato nel perimetro della Chiesa? Ero convinto che i vampiri non potessero entrare in terra consacrata».
    «Diciamo che io sono un'eccezione», si limitò a dire il vampiro, scrollando di poco le spalle prima di afferrargli il mento con due dita, costringendolo a guardarlo negli occhi. «O magari è perché tu mi hai donato il tuo sangue, ricciolo», soggiunse, facendo guizzare la lingua fra le labbra per carezzarsi quello inferiore, dando vita ad un suono gorgogliante che risalì dal fondo della sua gola. E Sanji, notando il fremere del suo corpo e gli schiocchi di lingua in cui il vampiro si stava dedicando, fu assalito da un orribile dubbio.
    «Ohi... ti sarai mica eccitato?» domandò insicuro, ma bastò un fugace sguardo all'occhio dell'altro per dissipare ogni sua incertezza. «Non ci pensare nemmeno, Zoro. I patti non erano questi».
    «Ho bisogno di bere», rimbeccò immediatamente il vampiro, deglutendo. «Noi vampiri ci eccitiamo diversamente da voi essere umani. E l'odore del tuo sangue», gli cinse i fianchi con un braccio e lo attirò a sé, ignorando i suoi impropri per affondare il viso nell'incavo del suo collo e ispirare a fondo, «mi eccita terribilmente».
    Sanji trasalì e fece cadere la sigaretta sul terreno, cercando di allontanare da sé il vampiro.
«Ti sei montato la testa, idiota», rantolò, rabbrividento nel sentire i denti del vampiro carezzargli la pelle. «Non... voglio», pigolò, per quanto la sua protesta risultò tremendamente inutile anche a sé stesso. Non sembrava che la cosa gli desse fastidio come affermava, anche se stava ancora provando a spingere via Zoro, la cui corporatura possente lo avvolgeva come un bozzolo gelido. Reclinò il capo all'indietro e ansimò quando le zanne di Zoro affondarono nel suo collo, strappandogli un gemito doloroso che si trasformò ben presto in un imbarazzante sospiro di voluttà; artigliò fra le dita la camicia di quel suo bizzarro amante per sorreggersi, per quanto fosse stato lui stesso a tenerlo in piedi, date le gambe che avevano cominciato a divenire molli e insicure. Aveva già donato il suo sangue a quel vampiro, ma non aveva mai pensato che venir morso sul collo potesse rivelarsi così... intimo, accidenti. Il succhiare insistente di Zoro lo agitava e lo eccitava al contempo, e non avrebbe dovuto provare sensazioni simili, in particolar modo se teneva conto che quello, vampiro o meno, era pur sempre un uomo.
    Le ginocchia rischiarono di farlo crollare su se stesso quando Zoro si staccò finalmente dalla sua vena, e sarebbe di sicuro crollato a terra se non fosse stato proprio quest'ultimo a prenderlo al volo; ebbe appena il tempo di sollevare lo sguardo su di lui prima che, senza nemmeno chiedere il suo consenso, Zoro si ritrovasse a poggiare le labbra insanguinate sulle proprie, lasciandolo di stucco e facendogli sgranare gli occhi. Sanji reagì d'istinto, allontanandolo da sé con un calcio prima di correre svelto verso la Chiesa, senza guardarsi indietro e senza nemmeno accertarsi se quello scemo d'un vampiro lo stesse seguendo.
    Dal canto suo, Zoro si sgranchì il collo, senza alzarsi dalla zolla di terra sulla quale si era ritrovato. Forse baciarlo era stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso, però non si pentiva per niente di averlo fatto, anzi. Si lasciò scappare una risata e reclinò la testa all'indietro, beandosi della pioggerella che aveva cominciato a cadere in quella sera d'inizio estate. 
Quello stupido prete poteva dire ciò che voleva, ma il suo corpo e il suo odore erano molto più sinceri della sua seducente bocca.





_Note inconcludenti dell'autrice
Aehm. Partiamo con lo spiegare perché Sanji è un prete. Mi sono ritrovata a rileggere una mia vecchia storia pubblicata nella sezione FullMetal Alchemist, ovvero Il Bacio del Vampiro, dove avevo fatto diventare Roy - un altro pervertito aggiungerei, lol - un uomo di chiesa, e ho deciso di richiamare questa piccola caratteristica anche con Sanji, sebbene questa storia sia, ovviamente, totalmente diversa da quella i cui protagonisti sono Mustang e compagnia bella
Quella, difatti, è una storia prettamente angst, mentre questa qui è molto più atta a voler far sorridere. Perché? Semplice: la raccolta è stata creata per questo motivo, ovvero dar vita ad una serie di piccole flash o one-shot il cui scopo è far ridacchiare il lettore o almeno lasciare sul suo viso un sorriso
Okay, detto ciò, spero vi sia piaciuta e, come sempre, c
ommenti e critiche son ben accetti :3
Alla prossima.


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