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Autore: Lele15    27/05/2012    1 recensioni
J & K vanno in vacanza per distrarsi un po' dalla vita di tutti i giorni, saranno poi i One Direction a far colpo su di loro e a fargli passare tre settimane (e molto di più!) meravigliose.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Il mattino seguente ci svegliammo molto tardi, eravamo ancora stordite dal fuso orario. Guardai fuori dalla finestra, a giudicare dal sole già alto nel cielo saranno state le due di pomeriggio. Questo spiegava il morso di fame che mi aveva fatta svegliare. Chiamai J e dopo dieci minuti abbondanti riuscì a tornare in sè. Ci lavammo e ci vestimmo con calma, tra il sonno e lo stordimento era difficile fare altrimenti. Sembravamo due strafatte al rallentatore.
Sentimmo voci provenienti dal piano di sotto, erano gli olandesi pensai. Quando scendemmo, decise a fare uno spuntino in hotel, la vista di innumerevoli teste bionde confermò la mia ipotesi.
Finimmo pranzo, che ormai si era trasformato in merenda. Eran già le tre e mezza.
Chiedemmo al direttore dell'albergo se sapeva dove potevamo affittare auto, ne avevamo bisogno per forza di cose, se non volevamo spendere tutti i nostri soldi in taxi. Ci disse che era difficile trovarne uno a quell'ora di mercoledì, ci disse che ci avrebbe prestato la sua. A patto però che la rifornissimo di benzina, la riportavamo lì entro le 11 di sera e gli versavamo una piccola quota giornaliera. Accettammo senza rifletterci, la quota era davvero onesta.
Così, prese chiavi e documenti, saltammo in auto e partimmo alla rotta di Chicago. Eran le cinque circa quando vi giungemmo. J parcheggiò, io detestavo guidare. O meglio, non ci avevo mai provato. La cosa mi terrorizzava, soprattutto avere delle vite a bordo.. troppa, troppa, troppa responsabilità!
Facemmo un po' di shopping, le nostre valigie in quel momento avevano raggiunto oltre i venti chili.
Avevo comprato dei pantaloncini marroni troppo belli, così quando risalimmo in auto mi levai quelli di jeans e misi quelli nuovi. Indossai anche il nuovo paio di occhiali da sole zebrato che avevo preso, in tinta con le ballerine. J invece si cambiò solo la maglia, una con i fiori colorati, molto casual.
Cenammo molto presto, alle sette e mezza. In un ristorantino cinese, dove non ti sentivi per niente a disagio vestito come un Hippie. Avevamo in programma di tornare a quel pub, chissà che non avessi trovato l'uomo della mia vita là dentro!
Presi di nuovo una pizza, il mio stomaco ne stava risentendo. Questa volta prendemmo del vino, J un po' meno siccome doveva guidare. Ecco uno degli svantaggi.
Pagammo il conto e salimmo in auto. Accendemmo la radio.
-What makes you beaaaaautifuuul-
-J ma stai bene?-
-Che c'è? Non è colpa mia se la canzone fa così!-
-Ah si? Perchè, tu la conosci?-
-Sta a vedere!-
E me la cantò tutta.. Era carina sì, ma lei come la conosceva? Non era il nostro genere.. Lasciai perdere e cominciai a ridere. Lei mi seguì a ruota. Era il vino che si stava impossessando di noi in quel momento.
Delle ventine di vestiti comprati, ne presi uno corto grigio chiaro e attillato. Strappai l'etichetta e lo indossai. Presi anche i tacchi grigi in lucido e chi abbinai una fascia sempre dello stesso colore però più scuro, che mi stringeva in vita. Anche J si cambiò, sembrava più in tiro del solito.
Entrammo alle nove e mezza, e quando guardai l'ora strillai a Jane:
-Merda! Abbiamo solo un'ora e mezza per riportagli l'auto!-
-Stai calma Keira. Terremo d'occhio l'orologio-
Mi fidai ed entrammo nel pub della sera precedente. Era un pochino più affollato, forse era per la presenza di 5 ragazzi già mezzi brilli.
-J guarda, già ubriachi a quest'ora! Che indecenza!- Ringraziai che nessuno sapesse l'italiano, infatti ci ignorarono completamente.
Lei mi sorrise, senza controbattere. Ci sedemmo al "solito posto" e ordinammo il "solito drink". Cominciammo a parlare di casa, dei nostri genitori, parenti e sorelle.. Eh sì, quando le vidi un vuoto nel volto capii che si era ricordata di Ben. Si era proprio spenta. Mi faceva tanta tenerezza, io non sarei mai riuscita ad amare ancora così tanto una persona. Così la chiaccherata si fermò tutta d'un colpo.
D'un tratto la vidi sorridere e guardare oltre di me. Vedeva i fantasmi?
Allora mi girai e vidi tanti riccioli, sentii pure due mani che mi afferravano i fianchi e mi tiravano a sè. Possibile che J non stesse facendo nulla per aiutarmi?! Mi sussurrò all'orecchio delle parole inglese di cui riuscì solo ad afferrare: your name...? you're beautiful
Dopo di ciò, lasciò un tovagliolino di fronte a me con scritto il suo numero sopra. Rimasi delusa nel vedere che anche solo per un sms avrei speso un capitale. Mi diede un bacio sulla guancia e mi lasciò andare. Guardai J allibita, confusa e arrabbiata. Ma di colpo cercai di vedere il volto di quel ragazzo, mi girai di scatto e vidi dei riccioli, un bel culo e dei vestiti abbinati. Non era molto, ma la faccenda cominciava a piacermi.
J si alzò dalla sedia, pagò ed uscì. Feci uguale e la raggiunsi. Scoppiò a ridere.
-Che ti ridi tu? Comunque poteva almeno lasciarmi il suo nome e cognome, magari non voleva nemmeno. Era una scommessa con gli altri suoi 4 amici, e..-
-ma davvero non l'hai riconosciuto?!- Disse ridendo ancora.
-No, perchè?! E' famoso?-
Si stava trattenendo dal ridere e dal dirmi chi era. Dovetti aspettare un quarto d'ora abbondante, finchè non fossimo salite in camera prima che lei mi sussurrò:
-Harry. Si chiama Harold Styles ed è lo stesso che cantava la canzone alla radio.-
Okay, non risposi più. Uno apparentemente carino, con una bella voce e famoso, mi aveva parlato e dato il suo numero. Controllai di avercelo ancora, sì per fortuna. Volevo assolutamente sapere chi era, la sua storia e quella degli altri boyband. Ma il sonno prese il sopravvento e crollai.
  
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