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Autore: topilu98    27/05/2012    2 recensioni
Allinson, per tutti Allie, è una ragazza semplice, normale, senza pensieri. Il suo unico, grande problema, è l'insicurezza che l'attanaglia anche nella sua più grande passione, la Break-dance. Si è trasferita a Londra da Milano, e lì incomincia la sua nuova vita, piena di sorprese. Una di queste sorprese è la sua scuola: non la solita scuola noiosa, ma una scuola speciale, dove dovrà impegnarsi molto per ottenere ottimi risultati; ed è proprio a scuola che Allie conosce un ragazzo che, al contrario di lei, non riesce a dimenticare il suo passato......
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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1. Una scuola speciale                              
La sveglia suonò impertinente e mi sembrò un rumore nuovo nella mia nuova vita. Mi ero trasferita da Milano a Londra da tre mesi e in tutto questo lasso di tempo non ero andata a scuola: mia madre non ne trovava una che secondo lei andasse bene per me.
Poi, un giorno, era rientrata a casa dicendomi che il lunedì successivo sarei andata a scuola.
Subito ho sbuffato, perché in quei tre mesi nulla facenti mi ero infiacchita. Ma parliamo dell’intelletto. Il fisico era sempre in movimento. Facevo break-dance da quando ero piccola e adoravo quella danza che tutt’ora praticavo.
Avevo sbuffato perché pensavo di rimanere seduta e chinata su di un banco per il resto dell’anno invece di camminare per le meravigliose vie londinesi come avevo fatto in quei tre mesi.
-mamma, ma perché non hai cercato qualcuno che venisse a casa?- le avevo chiesto.
-Perché questa non è una scuola come le altre-
E mi aveva lasciato sulle spine per tre interminabili giorni. E oggi sarei andata alla mia nuova “scuola speciale”, come l’ aveva soprannominata mamma.
Mi alzai controvoglia dal letto, spegnendo l’allarme che era la mia sveglia e indossai la prima cosa capitata sotto mano. Che si sappia, a me piace lo shopping ma non bado molto a ciò che mi metto, però devo dire che avevo preso le cose migliori del mio armadio: una canotta blu, i jeans e le mie all star. Nonostante a Londra il clima era piuttosto vario, non volevo coprirmi con una felpa, che mi ricordava troppo l’Italia.
Scesi le scale del nostro appartamento a due piani in Kensington Garden e mi diressi in cucina per fare colazione. La mia nuova casa era grande, con un salone enorme appena entrati con la televisione e dei divani. C’era una porta in fondo che dava su di un lungo corridoio, dove si aprivano alcune porte, alcune erano degli armadi, ma una era la cucina e l’altra la camera di mia madre. In fondo al corridoio c’erano delle scale che portavano alla mia stanza e al mio minuscolo bagno. Poi c’erano altre stanze che usavamo se avevamo degli ospiti.
In cucina c’era mia madre che stava leggendo il giornale sul suo tablet, mentre beveva il caffè.
-‘Giorno- le dissi stirando le mie labbra in un sorriso.
-Ciao tesoro, allora sei emozionata?-
- Naa, non ne ho la minima voglia di studiare- le risposi mentre prendevo i cereali e il latte, il tutto dentro una ciotola grigia.
Lei sorrise misteriosa. Mia madre era fatta così: tutta sorrisi e mistero. Tutti dicevano che io le assomigliavo, ma secondo me non era vero. Io ero più alta di lei di qualche centimetro, ma io non avevo la sua compostezza, non avevo i capelli belli e lisci come i suoi, io avevo una massa impossibile da pettinare che sembrava una nuvola. Lei era magra, io potevo dirmi nel normale ma spesso esageravo col cibo. E poi la cosa che lei ha e io no.
La sicurezza.
Mia madre sa sempre cosa fare, quando e dove. Sa ciò in cui eccelle e ciò che non sa fare. Non ha paura di niente. Io invece mi sento sempre un pesce fuor d’acqua anche quando devo prendere una decisione banalissima. Ho paura. Tutti mi dicono che sono brava in ciò che faccio ma io penso sempre che lo facciano apposta. In parole povere sono insicura.
Spazzolai la colazione e risalii in camera mia per finire di prepararmi. Mi pettinai la mia massa di capelli mossi e poi li legai in una semplice coda bassa, un po’ di trucco ma leggero, neanche si vedeva, ed ero pronta.
Quando dovemmo uscire per andare a scuola, feci per prendere la mia borsa ma mia madre mi fermò e la prese lei, dicendo che l’aveva preparata personalmente e aveva visto quanti mattoni da due tonnellate c’erano, e non voleva che mi facessi del male alla schiena.
Quando sbucammo dall’uscita della metropolitana, ci ritrovammo davanti ad un edificio enorme, decorato con tante statue e colonne. Era grigio e sull’architrave c’era un simbolo che non riuscivo a vedere bene.
- E questa è la mia scuola? Sembra un convento per suore!
- Vedrai, è molto meglio del convento di suore- rise mia madre.
A quelle parole la mia immaginazione cominciò a lavorare. Magari era una scuola che preparava ad essere bravi scrittori. Era una disciplina che mi piaceva ma mi aspettavo di meglio. Forse era scuola di sole ragazze, di quelle tutte uguali, con il grembiule e la treccia, tutte con una faccia seria e triste al tempo stesso.
No, mia madre non era così sadica da rinchiudermi in una scuola-riformatorio. Non avevo fatto niente di male in quei tre mesi.
‘Non ci pensare stupida’.
Ma ormai il chiodo era piantato e il martello continuava a martellarmi in testa questi pensieri che mi rovinavano la giornata.
Ci avvicinammo all’edificio ed entrammo nell’atrio spazioso e luminoso.
Aveva tante finestre che portavano luce e varie porte si aprivano nel muro.
-E adesso?- chiesi impaziente.
-Adesso dobbiamo attendere.
Guardai a terra e notai un grande mosaico che componeva uno stemma a forma di scudo, suddiviso in quattro riquadri: in alto a destra c’era un ballerino, a sinistra delle note musicali, in basso un teatro e nell’ultimo riquadro c’era un ballerino di … no non era danza classica perché era rappresentata nel primo riquadro.
Quando capii che ballo era abbracciai mia madre fortissimo.
-Grazie! Grazie, grazie, grazie! Mamma come hai fatto che volevo proprio questo?
-Sono tua madre, ti conosco troppo bene.
Altro che scuola-riformatorio!
Mia madre mi aveva inscritto nella scuola più bella che ci poteva essere a Londra: una scuola di talenti. Danza classica, teatro, canto e break-dance, la mia specialità, lo sport che adoravo più di tutti i miei libri.
Qui potevo far vedere chi ero, secondo mia madre e anche far capire al mio cervello cocciuto, come diceva mamma, che io ero veramente brava.
Dopo un po’ arrivò una signora, vestita di scuro e con un severo chignon sulla nuca, la segretaria del preside, che ci portò da lui.
Rimanemmo nell’ufficio del preside per i soliti convenevoli, poi mia madre se ne andò, augurandomi buona fortuna e alla fine rimasi da sola col preside. Mi diede qualche dritta e il mio orario di lezione. Vedendolo ringraziai mia madre mentalmente. Solo ore di break- dance tranne due di classico.
Il preside mi fece fare un giro della scuola: era abominevole, c’erano tantissime sale da ballo con specchi, sbarre, sterei o lettori cd, il pavimento di parquet, sale da prova, due sale mensa e quattro teatri. Mi portò davanti allo spogliatoio della mia classe e lì mi lasciò, augurandomi buona permanenza.
Entrai nello spogliatoio, non c’era nessuno, tutti erano in classe, ma le lezioni iniziavano solo alle 9.30 anche se bisognava essere lì per le 8.30.
Indossai i pantaloni e la maglia per la lezione e intanto pensai a come potevano essere gli altri allievi. Simpatici e amichevoli? Oppure erano vanitosi e antipatici?
All’improvviso mi prese l’ansia e ebbi paura di uscire dallo spogliatoio. La mia solita insicurezza mi avvolse e io non riuscii a calmare il respiro.
-Sei una fifona, Allinson.- mi dissi, usando il mio nome per intero. Questo mi diede coraggio e uscii.
Davanti alla porta della sala da ballo presi un respiro profondo.
- Allie, è il tuo sogno. Vedrai, tutto andrà per il meglio.- Bisbigliai tra me e me. Non ero sicura al cento per cento quello che mi aspettava oltre quella porta a vetri ma mi calmai pensando alla fortuna di essere in quella scuola e non chinata su di un banco a studiare i Promessi Sposi come stavano sicuramente facendo in quel preciso istante le mie migliori amiche.
Pensai a loro e questo mi aiutò a riprendere fiato e a cercare un po’ di coraggio.
Quando lo trovai sospirai di sollievo.
Aprii la porta e ufficialmente iniziava la mia avventura nella High School of Arts.
 
Angolino me.
Ciao a tutti!!!!!! Questa è la mia prima FF,spero che vi sia piaciuto come inizio, nei prossimi capitoli farò entrare qualche altro personaggio, però intanto mi recensite? Anche una piccola recensione va benissimo. Grazie mille in anticipo a chi lo farà!
Bacio, Topilu98
 
   
 
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