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Autore: topilu98    31/05/2012    2 recensioni
Allinson, per tutti Allie, è una ragazza semplice, normale, senza pensieri. Il suo unico, grande problema, è l'insicurezza che l'attanaglia anche nella sua più grande passione, la Break-dance. Si è trasferita a Londra da Milano, e lì incomincia la sua nuova vita, piena di sorprese. Una di queste sorprese è la sua scuola: non la solita scuola noiosa, ma una scuola speciale, dove dovrà impegnarsi molto per ottenere ottimi risultati; ed è proprio a scuola che Allie conosce un ragazzo che, al contrario di lei, non riesce a dimenticare il suo passato......
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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2. Break-dance

Harry’s pov
Ero in classe, perso nei miei pensieri, con lo sguardo rivolto verso la porta della sala. Fu allora che la vidi per la prima volta: una massa ribelle di capelli marroni con dei colpi di sole naturali mossi, legati con un codino che però non riusciva a trattenere la nuvola e così piccoli ciuffi si arricciavano sul suo capo come pensieri fastidiosi, occhi scuri, due pozzi senza fondo che scrutavano tutto. Nient’altro di particolare o, se c’era, era nascosto da una maglia larga e da pantaloni da break-dancer. Era minuta e magra, troppo piccola per essere davvero brava. Una scintilla si accese dentro di me ma io la soffocai subito. Non potevo lasciarmi andare ai ricordi e ai sentimenti, però un tremito mi scosse profondamente. Guardai la ragazza appena entrata e di nuovo i ricordi s’impossessarono di me. Poi pensai che la ragazzina era un’altra  delle tante ragazze per me sfigate, che non avevano  nulla di importante.
Si avvicinò all’insegnante e le diede qualcosa, poi la lezione iniziò. La musica si diffuse nell’aria e venne chiamata la nuova.  Lei non aveva uno sguardo molto convinto quando l’insegnante le chiese di esibirsi, ma dopo pochi attimi iniziò a danzare. Il suo corpo volteggiava, saltava, a tempo e con passi che nemmeno io sapevo fare. Una break-dancer nata. Ci sapeva fare, anche se era piccola e insicura di sé. Mi piaceva.
Incominciai a ricredermi su quella ballerina.
 
 
Allie’s pov
Quando l’insegnante mi chiamò capii che quella era la mia disfatta. Neanche 5 minuti e già facevo una figuraccia ballando davanti a tutti quei ragazzi. Quando la musica partì raccolsi un po’ di coraggio e ascoltandola capii che era una delle mie canzoni preferite, ‘Beggin’ dei Madcon. Avevo fatto anche un balletto con la mia scuola di danza, in Italia, con quella canzone e in un primo momento decisi di fare quello. Poi pensai che quello che stavo per fare era barare e così decisi di improvvisare. Iniziai a ballare. Tutti i passi combaciavano con il tempo e la musica. Ma sentivo di andare male. Guardai verso la classe. Avevano tutti la bocca aperta, scioccati. Eppure non avevo fatto niente di speciale, non mi ero neanche impegnata a fare i passi più difficili. Era inutile che mi guardassero in quel modo.
Feci un gran finale: corsi verso il muro e appoggiando i piedi su di esso, mi diedi la spinta e feci un salto mortale.
Mi fermai, ansimante.
La classe applaudì e io arrossii, imbarazzata.
-Credo di avere trovato un pezzo forte per il concorso, potremmo vincere se ci impegnamo.
Scossi la testa a quelle parole. Io non ero brava. Tutti mi dicevano il contrario ma io non ci credevo.
Pensavo che me lo dicessero solo perché dovevano dare un giudizio positivo. L’insegnante mi fece vedere l’inizio del balletto che stavano preparando per il concorso che si svolgeva ogni anno scolastico, ed era come una battaglia tra scuole di ballo. La migliore vinceva 20.000 sterline e delle borse di studio per i migliori ballerini che erano all’ultimo anno. Il problema non era tanto vincere la finale, prima dovevi vincere contro le altre classi nella tua scuola. Bisognava essere bravi,  con dei balletti brillanti, ritmici. Era difficile, molto.
Alla fine della lezione andai a mangiare, da sola. Stavo sperando che qualcuno si sedesse vicino a me e iniziasse a parlare.
Avevo iniziato a mangiare con la faccia rivolta verso il piatto e quando qualcuno mi diede un colpetto su di una spalla quasi non me ne accorsi.
Sollevai lo sguardo e mi persi in un paio di occhi azzurri bellissimi. Erano talmente azzurri e belli che l’azzurro del cielo a confronto era nulla.
 All’inizio mi chiesi cosa volesse quel tizio, non conoscevo nessuno, poi guardai meglio il viso, i tratti da bambino, il sorriso metallico dell’apparecchio, i capelli biondi, quasi bianchi alla luce del sole, e all’inizio non credetti a quello che vidi, perché era impossibile, lui viveva a Londra ma era impossibile che fosse proprio in quella scuola.
Poi lui mi fece l’occhiolino  e letteralmente gli saltai addosso.
-Niall!
-Ehi, ciao Allie! Che ci fai qui?
-Mi sono trasferita. Dio che bello vederti! Mi sei mancato tantissimo, da quant’è che non ci vediamo?
-Esattamente un anno.
Lo riabbracciai. Niall Horan era il mio migliore amico, che era venuto a vivere in Italia per qualche anno, poi era ritornato a Londra, la sua città. Io e lui eravamo due persone completamente differenti, lui quello che si buttava all’istante, io quella che ci pensava su, sempre pensando alle conseguenze.
Lui era quello che faceva morire dal ridere e io ero quella più diligente però con lui non valeva perché con il suo sorriso otteneva tutto. Riusciva anche a non farmi studiare, io che ero la ragazza che per una verifica rimaneva chiusa in casa a studiare come una pazza.
Quando se ne era andato avevo pianto tantissimo perché con lui avevo passato giorni indimenticabili, chiacchierando del più  e del meno invece di studiare. Me li ricordo ancora non solo per le bellissime esperienze, ma anche per il calo dei voti, ma non poi di così tanto, solo qualche decimale.
Finalmente potei raccontare a qualcuno ciò che sentivo dentro. Le mie paure, la mia nuova classe …
Chiacchierai con lui tantissimo, tanto che per arrivare in tempo alla lezione successiva dovetti correre.
Ma perché succedeva sempre  a me? Riuscivo ad arrivare in ritardo dappertutto, anche quando mi preparavo in anticipo.
E dovevo correre solo perché Niall non voleva lasciarmi andare in classe.
‘ Io un giorno quel ragazzo lo strozzo’ pensai tra me e me mentre mi avvicinavo affannata alla porta dell’aula.
 
Angolino me:
 salve a tutti!!!!!!!
Lo so che come secondo capitolo è un po’ scarno, però riuscite a capirci qualcosa? Harry l’ho fatto diventare un ballerino che alla vista della protagonista si ricorda di qualcosa non troppo piacevole…. Non vi racconto altro, leggete i prossimi capitoli e poi ditemi!

   
 
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