Videogiochi > Kingdom Hearts
Segui la storia  |       
Autore: DA_translations    28/05/2012    1 recensioni
- Ci rivedremo nella prossima vita -
- Sì. Aspetterò -
Due giovani studenti, tormentati dallo stesso sogno fin da quando erano piccoli, si incontreranno. Ma sarà per caso o per destino? Come si comporteranno quando si incontreranno?
Per scoprirlo non vi resta che entrare e leggere.
ATTENZIONE: questa è una traduzione, non è farina del mio sacco. L'autrice è Saharen sul sito deviantART. Per chi volesse leggere la storia in lingua originale ho inserito un link nelle note finali del primo capitolo.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Axel, Roxas
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
ROXAS POV
Io… non sapevo davvero cosa fare. Avevo accettato di uscire con questo ragazzo sconosciuto ma familiare. No, non uscire. Lo faceva sembrare un appuntamento. Mi sforzai di non sorridere mentre entravo nella sua macchina, aggrappandomi alla mia borsa come a un’ancora di salvezza. Sembrava giusto, per qualche ragione, ma non ero molto a mio agio all’idea.
Avrei dovuto davvero godermi così tanto la compagnia di qualcuno appena conosciuto? Sapevo che a mia madre sarebbe preso un colpo una volta trovato quel messaggio. Probabilmente avrebbe chiamato sul cellulare di Axel e gli avrebbe gridato contro per avermi portato via da lei. L’avrebbe definito una cattiva influenza per via dei capelli tinti e dei tatuaggi. Si sarebbe chiesta che problemi avesse coi suoi genitori. Per fortuna non le avevo mai descritto l’Axel dei miei sogni; non le avevo neanche mai detto quel nome. Beh, almeno non mi avrebbe trascinato immediatamente via da lui.
Forse ero rimasto immerso nei miei pensieri troppo a lungo, perché quando alzai lo sguardo notai che la macchina si stava fermando in un parcheggio e Axel stava finendo una frase riguardo a come il cibo avesse abbastanza grasso da bloccare un’arteria nel giro di mezz’ora, ma fosse comunque squisito. Quando mi guardò, sorridendo raggiante, mi sentii rispondere al sorriso e annuire.
 - Non ne ho mai mangiato uno prima, a mamma non è mai piaciuto… -
Non potei fare a meno di ridacchiare quando la sua bocca si spalancò per lo shock. Le sue parole mi fecero ridere ancora di più.
- Non hai mai vissuto, allora! Oh santo yoyo!
- Uno yoyo santo? –
Sembrava quasi scortese ridere di lui in quel modo, ma fu semplicemente esilarante quando annuì allegramente in risposta alla mia domanda. Spinse all’indietro i suoi capelli in un modo che era così femminile e virile al tempo stesso… semplicemente troppo divertente per essere descritto a parole.
- Sì, è uno yoyo toccato da Dio! Got it memorized?
Vidi la sua strizzata d’occhi e notai la frase così familiare per averla sentita tanto spesso nei miei sogni.
L’occhiolino segnalava forse che sapeva che sapevo dove l’avesse presa? O era semplicemente una coincidenza? Sbattei le palpebre, ancora sorridendo come un idiota mentre uscivamo dalla macchina e lui mi guidava all’interno del locale.
Sembrava che Axel fosse molto conosciuto lì dentro, dal modo in cui tutti lo salutarono. Mi sentii un po’ messo da parte, all’inizio, mentre lui agitava le mani e scherzava col personale. Ma fu come se mi avesse letto nel pensiero. Si guardò immediatamente indietro e mi tirò in avanti. Prima che potessi rendermene conto mi stava già presentando a cinque persone, ognuna delle quali mi salutò con calore. In quel modo mi resi conto di quante cose avessi perso, relegato in quella casa.
Mi sentii più felice di quanto riuscissi a ricordare di essere mai stato in vita mia quando ci sedemmo al tavolo. Esaminai il menù e poi gettai un’occhiata ad Axel, seduto di fronte a me. C’era l’imbarazzo della scelta, non sapevo davvero cosa prendere. Mi morsi le labbra quando il cameriere (che sembrava anche lui in rapporti amichevoli con il rosso) venne da noi a prendere le ordinazioni per le bevande. Sollevai lo sguardo e notai una stranissima espressione sul volto di Axel, che non riuscii a riconoscere. Quando il cameriere, ridendo, gli diede una piccola gomitata lui sembrò risvegliarsi.
Fui a dir poco sollevato quando il mio nuovo amico ordinò da bere anche per me: qualcosa di meno di cui preoccuparmi. Per qualche strana ragione non volevo sembrare stupido davanti a lui, volevo che mi vedesse tranquillo e disinvolto, anche se sapevo che ciò era fuori questione: ero stato tenuto fuori dal mondo per troppo tempo.
- Questo è quello che mangeremo –
Per l’ennesima volta fui strappato via dalle mie fantasticherie. Dovevo davvero darci un taglio…
Sentii le mie guance farsi bollenti e lui rise del mio imbarazzo. Sentii i miei battiti accelerare vertiginosamente mentre lui si avvicinava a me e quasi andai incontro alla sua mano. Volevo davvero che mi toccasse? Non ne ero proprio sicuro, ma mi sentii piuttosto deluso quando lui si limitò ad aprire il mio menù su una pagina piena zeppa di diversi tipi di hamburger.
- Sono la specialità della casa. Ci sono quelli normali, quelli vegetali, quelli con pancetta, pollo… Hanno davvero di tutto e vengono serviti con un’enorme porzione di patatine fritte. Uno qualsiasi di questi alza i livelli di colesterolo nel corpo in maniera allarmante. Beh, eccetto quello con le verdure, ma non ho idea di come facciano i vegetariani –
Il suo viso si fece pensieroso e tornò a sedersi normalmente con una piccola scrollata di spalle.
- Uhm… Penso che prenderò un semplice hamburger –
- Sì? Niente dentro? Che so… pomodoro, cipolla, lattuga? – quando scossi la testa annuì e comunicò le nostre ordinazioni al cameriere con rapidità ed efficienza, quando questi ritornò con le nostre bibite.
Fui contento che se ne occupasse lui, sembrò venirgli naturale; io ero troppo timido per questo. Assaggiai allegramente il misterioso liquido scuro, che si rivelò essere una bevanda dolce e  frizzante.
- Comunque… perché non mi parli un po’ di te? Non sembravi molto loquace a scuola. Ora che sai che non mordo… non forte, in ogni caso… perché non mi dici come mai ti sei iscritto solo ora? –
Battei rapidamente le palpebre. Aveva mica detto che mi avrebbe morso? O l’avevo solo preso troppo alla lettera? Scelsi di ignorare momentaneamente quella parte della conversazione.
- Beh… i miei dottori hanno detto a mia madre che le interazioni sociali mi avrebbero fatto bene –
Tenni lo sguardo sul tavolo mentre dicevo quelle cose. Sapevo che le parole “i miei dottori” l’avrebbero molto probabilmente spaventato. Invece udii una risata e sollevai lo sguardo per osservare la sua espressione divertita.
- Sì, mi ricordo quando mia madre quasi voleva tenermi alla larga dai ragazzi della scuola. Pensava che mi avrebbero influenzato negativamente. Probabilmente si è arresa, visto che i dottori continuavano a ripeterle che le persone avrebbero portato a un miglioramento del mio disturbo. Ora mi lascia andare ovunque… -
- Disturbo? – lo interruppi. Anche lui aveva un disturbo?
- Sì. Ricordi quando prima ti ho chiamato Roxas? Beh, ho delle allucinazioni. Possiamo chiamarli dei sogni, se vuoi, nei quali faccio una promessa a qualcuno con quel nome. Ti assomiglia un sacco. Gli dico che ci incontreremo di nuovo nella prossima vita. Questo compromette la mia capacità di stringere relazioni sociali. Io l’ho… sempre aspettato, sai? –
Quelle parole erano come un messaggio in codice e giuro che in quel momento il mio cuore saltò un battito.
Coincidenza? Le coincidenze non esistono.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Kingdom Hearts / Vai alla pagina dell'autore: DA_translations