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Autore: Freccia_9    28/05/2012    2 recensioni
Questa storia (la mia prima :3) parla di un ragazzo, Franklin, per tutti (pochi, in realtà) Frank. Frank non si ritrova nella sua vita, non si ritrova nella sua generazione, non si ritrova nella sua cultura. Non si ritrova in sè stesso. Ma chissà che non si ritrovi in qualcosa, o in qualcuno.
Grazie dell'attenzione, e buona lettura **
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Franklin era solo in un enorme salone bianco. Degli specchi spiccavano sulle pareti, sparsi. Passandoci davanti la sua immagine non veniva riflessa.
Una porta si aprì. Entrò un cameriere, di quelli di alta classe, capiamoci, con tanto di cravattino e carrello pieno di piatti coperti. Erano tutti in fila, uno dopo l'altro. E ad uno ad uno il maggiordomo andò a scoprirli.
Il ragazzo si stava preparando ad un bel pranzo, faceva spazio già nel suo stomaco. Eppure, nel primo piatto non trovò del succulento pollo arrosto, ma una chitarra. La sua. Blair, una Telecaster color azzurro evidenziatore. Tralasciò il fatto assurdo che la copertura del piatto era decisamente più piccola della chitarra, quasi come se questa fosse ripiegata su se stessa.
Blair doveva essere in riparazione.
Vi si lanciò, bramoso di musica, ansioso di sfogarsi su quelle sei corde. Il cibo avrebbe potuto aspettare.
C'era vicino, ma si sentì bloccare. Qualcosa lo tirava verso la direzione opposta, con una forza degna del miglior Thor.
Una catena metallica nera era ben saldata alla sua caviglia. Per collegamento, capì che il peso era legato lì.
Si voltò di scatto.
Un neonato. Un neonato teneva in mano l'altro capo. Stringeva con entrambe le mani, ma non sembrava neanche fare troppa fatica. Era rilassato, sorrideva sotto i suoi grandi occhi verdi.
Nel frattempo l'uomo aveva portato via la chitarra, ed aprì il secondo vassoio.
Una palla da basket. Anche in questo caso la dimensione era decisamente eccessiva per stare sotto al coperchio, ma ormai era tutto così assurdo che la cosa passò in secondo piano. La stessa attrazione di pochi istanti prima lo spinse verso il carrello. L'amore verso lo sport lo aveva animato fin da bambino. Ma ancora, si bloccò. Ancora quel poppante. Era irritante oltre ogni cosa perchè stava sorridendo. Pareva soddisfatto.
Frank si dimenò, provò a strisciare, tirò con tutta la sua forza. Desiderava solo liberarsi, fuggire. Era tutto così stupido, così inutile. Urlò,battendo i pugni sul pavimento lucido. La sua voce risuonò vuota nell'enorme stanza.
Corse zoppicando verso l'oggetto del suo tormento. Tentò di prendere in braccio il bimbo, ma pesava come fosse fatto di piombo. In preda all'ira gli sferrò un calcio, ma quello rimase immobile. Rise. I pochi capelli gli rimbalzavano sul capo.
«Dio, cosa succede? Aiutatemi
»
Evidentemente era solo nel raggio di chilometri. Per quello che ne sapeva poteva benissimo essere su Marte.
Intanto anche la terza ed ultima portata gli si mostrò. Ancora, niente cibo. Una foto. Una sua foto, mentre baciava Florence. Gliel'aveva scattata Nick il giorno del loro primo anniversario. In quell'immagine la sua ragazza splendeva di una strana luce, era davvero bella.
Come sopra una fiamma, la carta prese fuoco cominciando ad accartocciarsi. Frank corse, ma fu di nuovo bloccato, cadendo col volto al suolo.
Scoppiò a piangere, disperato. Rimase steso, il corpo nudo rabbrividiva a contatto con le gelide mattonelle.
Sentì il fiato mancare, e la stanza svanì lentamente.

Si stropicciò gli occhi cercando di affondarli nel buio pesante della sua stanza da letto. Sentì il sudore freddo appiccicarsi sulla schiena, lasciandolo boccheggiante in cerca d'aria.
Avvicinò il capo a quello di Florence, stesa accanto a lui.
«Aiuto.
»

 


Hi :'3 Allora, comunicazione di servizio: questo capitolo è piccino perchè rappresenta nella mia mente un flash, un episodio, che dovrebbe servire a far capire un po' l'umore turbato di Frank, ma anche ad avvisarvi che sono vivo u.u
Ci siamo, è la volata finale, scusate se vi faccio aspettare ma davvero non riesco a fare di meglio.
Stay tuned, Freccia_9.

 

  
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