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Autore: mahidevran    28/05/2012    3 recensioni
❝ If we could be reborn in our next life,
then please play with me again. ❞
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Len Kagamine, Rin Kagamine | Coppie: Len/Rin
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest
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« È ora di andare a letto.»
L’annuncio, anche se non differiva da quello solito nella forma, quella sera suonò ben più spaventoso e innaturale per entrambi. Non vi era severità nella voce, visto che la donna lo aveva pronunciato solo con la convinzione che non avrebbero disobbedito. Rin salì per prima le scale che portavano alla loro stanza ma da basso riuscì comunque ad udire un’altra raccomandazione da parte di sua madre. Sfortunatamente non rivolta a lei, poiché avrebbe di certo trovato il modo di contraddirla, ma a Len, che stava per seguirla.
« Non dimenticare quello che abbiamo deciso. »
non le riuscì di sentire la risposta del fratello, probabilmente non aveva neanche aperto bocca ma si era limitato ad annuire obbediente come faceva sempre in quegli ultimi tempi di restrizione e distacco. La ragazza aveva, perciò, avuto modo di odiare quella sua abitudine di accondiscendere in continuazione al volere dei genitori, ma più di ogni altra cosa non sopportava il modo in cui riusciva a farlo mettendo da parte i propri sentimenti con un autocontrollo quasi inumano. Non aspettò oltre e si affrettò ad entrare nella camera che fino ad allora avevano condiviso, e sebbene avesse chiuso la porta dietro di lei, rimase in ascolto, sperando di udire i passi del gemello lungo il corridoio. Dopo poco egli aprì lentamente la porta e fu colto da un sussulto quasi involontario, causato da Rin che stava in piedi davanti alla porta, mentre lui si aspettava di trovarla già addormentata, o quanto meno l’avrebbe preferito. Non era facile come probabilmente credeva lei, anzi, vedere quegli occhi tristi e agognanti allo stesso tempo gli recava un gran torto. Si sforzò di sorriderle affettuosamente ma senza aspettarsi di ottenere grandi risultati poiché sapeva bene che con lei non c’erano sorrisi e moine che tenevano quando era scontenta.
« Penso sia davvero ora di dormire. » fece, indicando il letto alla sorella ma senza raggiungerlo a sua volta. Riportando lo sguardo sul visino di Rin ogni speranza di concludere il tutto senza capricci lo abbandonò, insieme ad un debole ma eloquente sospiro.
« Non voglio senza di te! » e così dicendo si aggrappò al suo braccio. Len sentiva ogni freddo proposito scivolare via dal cuore, mentre inevitabilmente una forza invisibile lo attirava verso la ragazza, che tuttavia non stava applicando alcuna forza per tirarlo verso di sé. Ma aveva bisogno di resistere ancora un po’, sarebbe bastato poco e ce l’avrebbe fatta. Scosse la testa con più fermezza possibile e distolse le dita sottili della sorella dal suo braccio, lasciando che cadessero senza più forza lungo il corpo. Fu allora che le lacrime, che Rin nascondeva già da un po’ dietro le pupille azzurre, uscirono tutte insieme rendendo i suoi occhi cristallini e luccicanti come il vetro.
Le sue armi erano tante e potenti contro il giovane e indifeso cavaliere, che assunse un’espressione di profonda mestizia, ma non scoppiò in lacrime come la sorella. Si sforzava ancora di essere forte. « Non essere infantile, non sei più una bambina. » la rimproverò a voce alta, mentre lei si portava le mani al volto come un bambino a cui viene negato il giocattolo più bello e agognato. « E inoltre … sapevamo che questo sarebbe successo prima o poi. » aggiunse, recuperando un po’ della dolcezza con cui si era sempre rivolto a lei, ma sembrava essere troppo tardi per ristabilire la situazione. Soggiunse un profondo silenzio dove perfino i singhiozzi di Rin cessarono e i due riuscirono a sentire i battiti del cuore dell’altro chiaramente. Ciascuno aveva un ritmo ben definito e batteva distintamente. Quella constatazione spaventò l’una e innervosì l’altro, che, al limite della sua pazienza, la prese di peso in braccio e la distese sul letto, voltando le spalle subito dopo; voleva guardarla il meno possibile in quell’occasione. Avvicinò la mano alla lanterna per spegnerla ma di nuovo fu fermato da qualcosa, e stavolta la forza che lo tratteneva proveniva dall’esterno certamente. Rin teneva il braccio di Len premuto contro il petto, che a sua volta era stato costretto a sedersi sul bordo del letto, mentre gli occhi imploranti della fanciulla rappresentavano per lui l’ultima grande prova.
« Ho paura … »
Più invitante che mai, la voce aveva trovato la forza di uscire dalla gola, seppur tremante e bassa. Subito dopo Len portò entrambe le ginocchia sul letto, stando a cavalcioni sul corpicino inerme e incredulo della gemella. Avrebbe dovuto sapere che c’era qualcosa di più terribile del buio da temere, ma quella realtà spaventava persino lui. Scrutando nelle profonde e lucide pupille di Rin si accorse che lei, contrariamente a quanto aveva pensato, non mostrava il minimo segno di timore. Lo guardava, anzi, languidamente e con pericolosa lentezza alzava una mano verso il suo viso, lasciando che attraversasse anche i biondi capelli di lui. A quel punto gli sorse il dubbio che fosse tutto una sua trovata per spingerlo a tanto; il buio, le lacrime, la paura. Quegli istanti sembrarono durare secoli, ma più lui esitava e più le dita sottili e calde di Rin si addensavano sul viso e tra i capelli. Tutto era cambiato fra di loro, non erano più gli stessi ma per qualche motivo la gemella sembrava accettarlo meglio di lui, o forse ne era consapevole da più a lungo. Senza risentimento la abbracciò – un abbraccio che non aveva nulla di fraterno – sentendo subito dopo, il petto della ragazza premere contro il proprio. Il fatto che durante il loro ultimo abbraccio non ci fosse, fu solo una delle prove più eclatanti che condannavano un crimine commesso senza che nessuno dei due se ne accorgesse, da un colpevole silenzioso e invisibile che li aveva cambiati entrambi. La mente di Len prese a vagare e a concentrarsi intorno ad intenzioni disdicevoli per due persone legate da un legame di sangue. Ma ormai quel legame era l’unico rimasto tra loro; i loro cuori avevano battiti diversi, i respiri mancavano di sintonia e persino le loro menti non riuscivano più a percepire i pensieri dell’altro. Era davvero, quindi, un peccato così grave amarsi? Se non avesse fatto qualcosa subito l’avrebbe di certo persa, poiché sentiva il filo del destino allentarsi sul proprio mignolo. Il tempo si fermò, rinchiudendoli in una dimensione accessibile solo a loro due per le ore seguenti. I due condividevano solo il loro calore adesso, che rimaneva invariato e intrappolato nel loro abbraccio. Tuttavia, quando Rin si addormentò, Len dovette rinunciare anche a quello, difatti la distese nuovamente sul letto candido e uscì dalla stanza senza ulteriori intoppi. Avrebbe dovuto sentirsi fiero di se per non aver ceduto, eppure l’unica sensazione che riusciva ad avvertire era un buco proprio all’altezza del petto, accompagnata da leggeri brividi di freddo. Il filo rosso che li legava si strappò del tutto quella notte, e finalmente la consapevolezza che Rin aveva già acquisito da molto, si fece strada anche in Len, provocandogli un acuto sgomento. Si rialzò, poi, dal pavimento dove si era concesso qualche momento di tregua da quel tormento e si avviò verso la camera che era stata destinata a lui, come un vero cavaliere.


 



/Note dell'autrice/
Ultima shot della serie dedicata ai Kagamine. òvò
Ringrazio tutti quelli che l'hanno seguita e recensita,
spero che anche questa vi piaccia! nwn
{ Tornerò presto  con altre ff sui Vocaloid... Sicuramente. 8D }

   
 
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