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Autore: Broken_88    28/05/2012    1 recensioni
Allison si stava rassegnando, lentamente, ad averlo perduto per sempre. Ma la vita le fa un regalo inaspettato, anche se dovrà combattere per riavere il suo amato Castiel com'era prima... (spoiler 6°-7° stagione)
Genere: Fantasy, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Settima stagione
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Disclaimer: Castiel e i personaggi di Supernatural non ci appartengono, ma Allison decisamente SI' così come le trame che derivano dalla visione del telefilm. Per cui siete pregati di non copiare, le fan fictions si scrivono per liberare la propria fantasia...non quella degli altri. Buona lettura da StillAnotherBrokenDream e Robigna88 (Broken_88)

 


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CAPITOLO 2

 

 

L'Indiana non era mai sembrata tanto distante. Il silenzio e la tensione in auto davano la sensazione che l'abitacolo fosse piccolo piccolo.

Allison pensò che se avessero continuato a stare zitti sarebbe morta di imbarazzo da lì a poco, ma nonostante tutto non riusciva ad aprire bocca. Era troppo sorpresa, disorientata e felice per anche solo pensare a qualcosa da dire. Il suo Cass se ne stava seduto al sedile del passeggero, silenzioso e pensieroso, bello come ricordava, anzi di più, ed era ricomparso nel momento stesso in cui lei aveva perso ogni speranza, in cui aveva deciso di abbandonarsi al suo dolore incurante del fatto che quello stesso dolore avrebbe finito per ucciderla.

Si era trovata, nel corso della sua vita in centinaia di situazioni strane, ma mai nessuna era riuscita a metterla in difficoltà come quella che stava vivendo in quel momento. I primi mesi dopo la scomparsa di Castiel, era stata solita credere che prima o poi l'avrebbe ritrovato. Si, Dio l'avrebbe riportato indietro, avrebbe rimesso insieme i pezzi del suo fedele angelo e lui sarebbe andato stretto nel suo trench alla sua porta, avrebbe bussato e avrebbero ricominciato da capo, solo loro due, lontani dalla caccia, lontani dal soprannaturale, lontani da tutto fuorché il loro amore. E nella sua mente, ogni volta che lui bussava alla sua porta, lei lo salutava stringendolo forte, le loro lacrime si confondevano dentro un bacio e tutto ricominciava sulla soglia della porta.

Col passare del tempo però la speranza era svanita e le lacrime avevano continuato la loro corsa sulle sue guance rosse di disperazione. E proprio quando l'idea di non rivederlo mai più si era fatta largo nella sua mente e nel suo cuore, quando la rassegnazione aveva sostituito le aspettative lui era ricomparso nella sua vita, ma non nel modo che lei aveva immaginato tante volte.

Non si ricordava nulla, né di ciò che era, né di chi lei fosse, né di cosa loro erano stati. Non ricordava il dolore, gli ostacoli, l'amore... Non ricordava la passione, gli abbracci. Non ricordava niente di niente. Era semplicemente l'uomo con delle strambe capacità considerato una sorta di messaggero di Dio con la missione di guarire quante più persone possibili, una moglie straordinariamente ordinaria, una casa con la staccionata ed il portico ed una marea di illusioni davanti a sé. Se solo si fosse ricordato quanto era speciale... Allison sospirò e poggiò il capo sul finestrino senza staccargli gli occhi di dosso. Poteva sembrare inquietante in qualche modo, ma non gliene importava nulla.

«Allora,» esordì Dean schiarendosi la voce «Daphne quindi.. è tua moglie.»

Emanuel/Cass sorrise ed annuì guardandolo per un attimo «Mi ha trovato e si è presa cura di me.»

«Che vuoi dire?» si intromise Allison rimettendosi dritta.

Lui girò poco la testa per guardarla e poi tornò a guardare la strada, fece un grande respiro e abbassò poco il finestrino «Oh è... una strana storia, potrebbe non piacervi.»

«Credimi, ci piacerà.» replicò Allison sporgendosi poco per ascoltare meglio.

Cass sospirò e fece spallucce «Qualche mese fa stava passeggiando sulla riva del fiume e... si è imbattuta in me mentre vagabondavo bagnato, confuso e completamente... nudo.» spiegò «Senza alcun ricordo. Ha detto che Dio voleva che lei mi trovasse.»

Allison e Dean si guardarono per un attimo, poi Dean tornò a guardare la strada davanti a sé. «E chi ti ha dato il nome Emanuel?»

«Nomi-briosi-per-bambini.com» rispose prontamente Cass.

Allison non poté fare a meno di sorridere, e si rese conto che non lo faceva da un sacco di tempo «Beh, ti sta una meraviglia.» gli disse.

Dean roteò gli occhi e sospirò «Dev'essere strano non sapere chi sei.»

Castiel sospirò e piegò gli angoli della bocca in un'espressione riflessiva «È la mia vita. Ed è una vita piacevole.»

«Si, ma se tu fossi una specie di... non so... cattivo?»

«Dean!» lo richiamò Allison.

«È solo una domanda.» replicò lui guardandola per un attimo.

Emanuel/Cass sospirò e richiuse il finestrino «Io non mi sento una persona cattiva.»

Non lo sei... avrebbe voluto urlargli Allison. Ma non lo fece, si spostò indietro sul sedile e poggiò le spalle allo schienale. Gli occhi le facevano male, la testa le faceva male... era stanca e confusa. Continuava a ripetere a se stessa che avrebbe trovato una soluzione per far si che Castiel ricordasse tutto, continuava a ripetersi che ogni cosa sarebbe andata per il meglio e mentre pensava a come aiutarlo la stanchezza prese il sopravvento e chiuse gli occhi respirando il profumo dell'uomo che amava.

Stava per addormentarsi quando il suo cellulare squillò, era un numero che non conosceva ma sapeva per certo che se non avesse risposto avrebbero continuato a chiamare. «Pronto.» disse stancamente «Si, sono io. No, mi dispiace ma non posso aiutarti, no. Sono fuori dai giochi oramai, triste epilogo di una vita ancor più triste direi. Non mi importa, anzi... spargi la voce, io sono fuori da quella vita, probabilmente per sempre.» riattaccò e si massaggiò le tempie chiudendo gli occhi, quando li riaprì Castiel la stava guardando col sorriso stampato sul viso e lei non poté fare a meno di ricambiare. Si guardarono per lunghi secondi e poi lui parlò «Il tuo viso mi sembra così familiare...» le disse «Ci siamo già incontrati?»

Il cuore di Allison prese a battere più forte. Era possibile che in qualche modo si ricordasse di lei, anche in piccola parte? Forse il loro amore era più forte di tempo e distanze, più forte di amnesie e strane situazioni, forse loro erano più forte di tutto. «È possibile...» gli sussurrò, e poté vedere lo sguardo severo di Dean riflesso nello specchietto retrovisore. Aveva ragione in fondo, Cass non ricordava nulla e aggiungere confusione a quella che già albergava nella sua mente non era di certo la scelta più saggia. «Ma non credo.» si affrettò ad aggiungere, e la sua voce tremò di incertezza e tristezza.

Lui la guardò ancora per qualche secondo, poi si rimise dritto e si stiracchiò stendendo in alto le braccia «Quindi, tuo fratello...»

«Sam.» precisò Dean.

«Sam,» fece eco Cass «Qual è la diagnosi?»

Dean strinse più forte il volante e si schiarì la voce «Beh, non è esattamente...»

«Medica.» concluse Allison per lui.

Castiel annuì passandosi la lingua sulle labbra «Non sarà un problema. Posso curare malattie di origine spirituale.» li informò.

«Spirituale? Okay.» Dean sospirò e gli rivolse uno sguardo rapido «Vedi, qualcuno gli ha fatto questo. Un tizio ha incasinato la mente di mio fratello.»

«Sei arrabbiato.» constatò Castiel «Questo tizio ti ha tradito, era tuo amico?»

«Si.» rispose Dean dopo averlo guardato a lungo in silenzio, «Ma comunque ora non c'è più.»

«L'hai ucciso?» chiese l'uomo lì accanto «Ho la sensazione che tu uccida un sacco di persone.»

«Non so se sia morto.» replicò il maggiore dei Winchester «So solo che la situazione non potrebbe essere più incasinata. Una volta riuscivo a passare sopra queste cose sai.. magari mi serviva del tempo, ma ci riuscivo. Quello che Cass ha fatto... non ci riesco, non so perchè.»

«Dean piantala!» gli disse Allison dura «Questo non è il momento di parlare di queste cose, dobbiamo rimanere concentrati.»

«Non importa il perchè.» rispose Emanuel/Cass ignorando il rimprovero di Allison.

«Importa eccome invece.» urlò Dean.

«No!» esclamò l'altro «Non sei una macchina Dean. Sei umano.» rimase in silenzio per qualche minuto, poi sorrise nella penombra dell'auto «Il nome del tuo amico era Cass? È uno strano nome.»

Allison e Dean si guardarono attraverso lo specchietto. La donna scosse il capo e si passò una mano sul viso. Su una cosa Dean aveva ragione: la situazione non poteva essere più incasinata.

Il viaggio continuò in silenzio, Allison riuscì a dormire per una ventina di minuti, sul fare del mattino. Quando riaprì gli occhi, stanca e spossata, a dosso aveva una vecchia coperta, la macchina era ferma davanti ad un piccolo negozietto e Dean non c'era.

Emanuel/Cass invece era lì, in silenzio si guardava intorno attraverso il finestrino aperto. Sembrava tranquillo, calmo e aveva tutti i motivi per esserlo. Per quel che sapeva era semplicemente un tizio straordinario che avrebbe aiutato qualcuno per poi tornare alla sua vita normale. Ad Allison piaceva vederlo sereno, anche se inconsapevole. Si schiarì la voce per attirare la sua attenzione e si mise dritta togliendosi di dosso la coperta «Mi sono addormentata.» sussurrò dicendo la prima cosa che le veniva in mente.

«Si.» rispose lui voltandosi per guardarla «Ne avevi bisogno suppongo.»

Allison sorrise e si legò i capelli «Si. Credo di si. Dov'è Dean?»

«È andato a comprare del cibo e qualcosa da bere.»

«Il solito Dean.» commentò lei scendendo dall'auto «Vieni fuori, il viaggio è ancora lungo, devi sgranchirti le gambe o ti si addormenteranno.»

Lui le sorrise gentile e scese dall'auto. Allison fece il giro fino al retro dell'auto. Voleva aprire il portabagagli e prendersi un'aspirina, la testa le faceva ancora male, nonostante fosse riuscita a riposarsi un po'. Poggiò la mano sull'apertura del cofano e la ritirò gemendo di dolore. Quell'auto era un vero catorcio e si era appena tagliata con il ferro vecchio ed appuntito di quello stupido cofano.

Emanuel le fu subito accanto «Ti sei fatta male? Fammi vedere.» le disse.

«È solo un graffio.» rispose lei sorridendo.

«Allora perchè i tuoi occhi sono lucidi?»

Allison scosse il capo. Non avrebbe di certo pianto per un taglietto, ma Cass aveva ragione, i suoi occhi erano lucidi per tutta quella storia e perchè anche se era solo un graffio faceva parecchio male «Perchè fa male anche se è solo un graffio.»

L'uomo annuì sorridendo appena e le prese la mano stringendola tra le sue. Quante volte Allison aveva sentito quella sensazione di calore sfiorarla. Aveva sentito quelle mani su di sé, così come quella bocca, quei capelli tra le sue dita... Chiuse gli occhi cercando di riprendere il controllo e sentì un lieve calore invaderla totalmente. La mano smise di farle male e quando riaprì gli occhi il taglio era guarito, ma la mano di Cass stringeva ancora la sua «Grazie.» gli sussurrò.

Lui sorrise e piegò poco la testa di lato «I tuoi occhi...»

«Cosa?»

«Sono bellissimi.» rispose lui lasciandole la mano.

Lei ricacciò indietro le lacrime, si schiarì la voce riprendendo il controllo e poi guardò in direzione di Dean che stava tornando, e non era da solo.

«Merda!» esclamò.

 

*****
 

Emanuel non si era mai trovato in una situazione strana come quella. Si, di certo si era ritrovato in una marea di situazioni strambe ma mai quanto quella. Cominciava a credere che avrebbe fatto meglio a rimanere a casa con sua moglie Daphne. Se aveva accettato, indipendentemente dal fatto che amava la sensazione che aiutare gli altri gli dava, l'aveva fatto anche perchè gli occhi di quella... Allison, gli mettevano una strana forma di positiva inquietudine. Se l'inquietudine poteva essere positiva. Anche Dean gli dava strane sensazioni, ma diverse da quelle che gli procurava Allison.

Era come se li conoscesse ma allo stesso tempo li vedesse per la prima volta. Era bizzarro, non sapeva spiegarlo e forse nemmeno voleva farlo. Gli era venuto, durante il viaggio, lo strano presentimento che quei due sapessero molto di più del suo passato di quanto lui stesso sapesse. C'era qualcosa che non gli stavano dicendo, l'aveva capito dal modo in cui gli parlavano e dal modo in cui si parlavano tra di loro e quando aveva stretto la mano di quella bella donna dagli occhi luminosi aveva... come rivissuto qualcosa.

Scosse il capo scacciando quei pensieri e si voltò in direzione di Dean. Vicino a lui c'era un'altra di quelle strane creature che prima aveva visto sul portico di casa sua rotolare giù per le scale. Dio... aveva il viso orrendo, una specie di buco nero come l'inferno.

Indietreggiò impaurito indicandola con un dito «Lei è...»

«Calmati Emanuel,» gli disse Allison accarezzandogli una spalla «è una di loro ma... è innocua. Anche se non capisco perchè è qui. Dean...» chiese.

«Non l'ho chiamata io, l'ho trovata dentro il negozio.» si giustificò lui.

«Allison...» le disse il demone avvicinandosi a lei «che piacere vederti.» poi si rivolse a Castiel e gli sorrise «Molto piacere, io sono Meg.»

«Emanuel.» rispose lui deglutendo a vuoto.

«Sono qui solo per supporto morale, dopotutto ci conosciamo da una vita.» rispose Meg con tono sensuale.

Allison rise nervosamente e si mise tra di loro «Meg, posso parlarti, in privato? Solo due minuti.»

Meg annuì continuando a fissare Cass e si spostò seguendo Allison poco distante «Cosa vuoi?»

«Stai lontana da lui, non pensarci nemmeno. Non so perchè tu sia qui e non mi piace. Non mi fido si te, ti detesto e onestamente tutto quello a cui riesco a pensare è di ficcarti il pugnale su per la gola brutta puttana che non sei altro. Quindi fai attenzione Meg, o lo farò davvero.» le disse Allison.

Meg annuì appena trattenendo a stento una risata, poi seguì i movimenti di Allison mentre lei si allontanava «Non voglio problemi Allison. Fa freddo fuori ed io ho solo bisogno di amici, per raggiungere i miei scopi. Uccidere Crowley è in cima alla lista.»

«No!» esclamò Allison tornando indietro «Crowley non è un nostro problema e se tu lo metti sulle nostre tracce ti giuro che...»

«Si si.. lo so, mi ucciderai.» rispose lei facendo roteare in aria la mano «Calma tigre, non sono ancora pronta a scontrarmi con Crowley, terrò un profilo basso.»

«Sarà meglio per te.» le rispose Allison. Poi raggiunse Emanuel e Dean e salì in auto sorridendo al suo povero angelo confuso e privo di memoria.


 

*****


 

«Questo silenzio mi mette a... disagio.» esordì Emanuel sospirando. E aveva ragione. Da quando Meg si era unita a loro il silenzio già terribilmente imbarazzante era aumentato ancora di più. Pesava come un fardello sulla testa di ognuno di loro, per ciascuno in modo diverso «C'è qualcosa che dovrei sapere?» chiese ancora.

Meg rise appena facendo una smorfia col viso «Non saprei..» rispose «Dean?»

Allison roteò gli occhi massaggiandosi le tempie con le mani e fece un grosso respiro. Quella stronza di Meg avrebbe rovinato tutto, ne era certa. Perchè Dean non l'aveva uccisa? Certo... i Winchester ed i demoni donna, erano da sempre pappa e ciccia. Per quanto lui sostenesse il contrario, si fidava di quella puttana demoniaca ed Allison proprio non riusciva a capire perchè, dopo tutto quello che avevano passato con Ruby.

«No!» esclamò Dean «Niente di niente. È Meg che fa questo effetto, mette a disagio.»

Emanuel si schiarì la voce guardando per un attimo fuori dal finestrino, poi si voltò poco indietro «Dev'essere dura per te.» le disse.

Meg gli fece l'occhiolino e scosse poco il capo «Quella di Dean era una battuta, Emanuel.»

«Oh...» esclamò lui guardando di nuovo davanti a sé con un lieve sorriso sulle labbra. Sembrava divertito, se fosse stato in sé non avrebbe riso, avrebbe scosso il capo sconsolato di fronte all'idiozia di quella squallida battuta intrisa di doppi sensi. Ma lui non era Cass, non del tutto. «Allison,» le disse girandosi verso di lei «Stai bene? Sei... molto silenziosa.»

«Si Allison... sembri molto silenziosa, parla pure, dì quello che pensi.» la provocò Meg.

Allison rise nervosamente, non poteva ucciderla lì sull'auto, avrebbe turbato Emanuel/Cass e non voleva farlo. «Dean, ferma la macchina.» gli disse.

«Cosa?» chiese lui guardando a tratti lei e a tratti la strada «Allison, ti prego.»

«Ferma questa dannata auto!» urlò lei.

Dean guardò indietro attraverso lo specchietto retrovisore e fermò l'auto a destra della strada su quella che sembrava una specie di piazzola di sosta. Fece un grosso respiro quando Allison scese dall'auto richiudendo lo sportello nervosamente e guardò Meg e Cass «Rimanete qui e Meg, chiudi quella dannata bocca, o ti giuro che se deciderà di ucciderti non la fermerò.»

Raggiunse Allison poco distante dall'auto e si mise le mani in tasca fermandosi a pochi passi da lei «Allison,» le disse «so che è difficile ma..»

«No!» esclamò lei scuotendo il capo «Tu non lo sai okay? Non sai niente. E quella stronza...»

«Mi ha salvato la vita dentro quel negozio Allison, non l'ho chiamata io, me la sono ritrovata lì e...»

«Avevi il tuo coltello perchè non l'hai uccisa?» urlò Allison gesticolando.

«Lei non ci fregherà Allison...» replicò Dean «Non glielo permetterò. Ha bisogno di amici perchè le danno la caccia e noi abbiamo bisogno di aiuto.»

«Si certo...» disse Allison ridendo «Perchè l'ultima volta che un demone ha detto di volerci aiutare è andata alla grande vero? Sei un idiota... voi Winchester e i demoni donna... avete una sorta di strano legame. È inutile negarlo, tu ti fidi di lei.»

«Non è vero. Io la detesto e tu lo sai...» si difese lui «Senti Allison facciamo quello che dobbiamo per aiutare Sam e poi...» abbassò la voce e le si avvicinò ancora un po' «poi potrai anche ucciderla se vuoi.»

Allison aprì la bocca per rispondere qualcosa, ma la richiuse senza proferire parola guardando Emanuel/Cass raggiungerli piano «Meg ti sta infastidendo?» gli chiese avanzando verso di lui.

«No. Voglio solo... solo sapere che succede. Tu sei turbata e siete tutti nervosi. Ditemi che succede, per favore.»

«Emanuel...» sussurrò Dean.

«Hai ragione.» si intromise Allison «Vuoi sapere la verità? Te la dirò. Io ho perso qualcuno nell'ultimo anno. Una persona che mi era... molto cara. E mi manca da morire.» lasciò cadere qualche lacrima e si morse il labbro per trattenere i singhiozzi «E ogni sera quando mi metto a letto io penso «Oh Dio, ti prego non farmi aprire gli occhi domattina» ma puntualmente mi risveglio e quel dolore mi strazia il cuore.»

«Questa persona era un uomo? Tu... tu lo amavi?» chiese Emanuel/Cass.

«Come tu non immagini nemmeno. E fa male e mi sento in colpa perchè ho passato anni ad aiutare gente che non conosco neppure e l'unica che avrei voluto salvare non c'è più ed io non ho saputa aiutarlo.»

Cass si avvicinò a lei e prese le mani tra le sue «Quest'uomo ti amava?»

«Io non...»

«Si la amava!» esclamò Dean «Avrebbe dato la vita per lei.» ed in quel momento realizzò che il dolore di Allison era più grande di quello che lui aveva immaginato. Si sentì in colpa e si sentì triste.

Castiel annuì e si inumidì le labbra «Allora devi svegliarti ogni mattina Allison, perchè lui ti amava e non vorrebbe vederti così. Devi vivere per entrambi ed essere certa che lui ti guarda, dovunque sia.»

Allison sorrise, lasciò le sue mani e si asciugò il viso. Si avvicinò e gli baciò piano la guancia «Grazie.» gli sussurrò «Ma è più difficile di così. Sarà meglio andare adesso, l'Indiana è ancora lontana.» Tornò in auto allontanandosi da quelle mani che le facevano bene ma le facevano anche male. Si passò la mano sul viso asciugando le lacrime ed ignorò Meg chiudendo gli occhi quando ripartirono in silenzio.


 

*****


 

Finalmente arrivarono a destinazione. Quel viaggio surreale e doloroso sembrava dovesse durare per sempre, con Cass che ignorava chi era e Meg che sogghignava e lanciava occhiatacce ad una Allison stanca e triste.

Il suo Castiel non ricordava nulla del suo passato, anzi del loro passato, che era la cosa peggiore. Se solo si fosse ricordato di lei. Anzi, magari si fosse ricordato «solo» di lei! Sarebbe stato perfetto, se ne sarebbero andati via insieme più lontano che potevano, lasciandosi alle spalle tutto e tutti, per vivere finalmente la loro vita.

«Che bello sarebbe se si ricordasse solo di me» pensò Allison guardandolo, mentre Dean fermava la macchina e scendeva per primo dall'auto.

Lo seguì Cass e contemporaneamente uscirono anche le due donne.

Si erano fermati su una specie di collinetta che sovrastava la clinica psichiatrica, un modo meno cruento di definire un manicomio.

Tutti guardarono in direzione dell'edificio, ma il primo a parlare fu Emanuel/Cass. «Oh Cielo!» esclamò quasi fosse un'imprecazione, corrugando la fronte. Gli fece eco l'odiata Meg. «Dannazione, demoni!»

Dean guardò attraverso il binocolo e fece una domanda un po' stupida.

«Tutti quanti?»

Allison sollevò un sopracciglio. Non era forse ovvio che lo fossero tutti? Dalla costernazione sia di Cass che di Meg, decisamente sì. Dubitava che avrebbero lasciato degli umani liberi senza impossessarsi di loro. O senza ucciderli. Ma probabilmente il povero Dean sperava di non dover avere a che fare con decine di puzzolenti demoni.

«Non ti sfugge nulle, eh?» commentò Meg acidamente.

«Chiudi il becco, stronza.» non potè fare a meno di dirle Allison.

Meg invece di offendersi la guardò con un sorriso. «Come siamo permalose. Non dicevo certo a te, Allison cara. Oh dimenticavo che tu e Dean ve la siete spassata per qualche anno. Lo sapevi Emanuel? Dean e Allison se la intendevano. Poi è arrivato un tizio e la coppia è scoppiata!»

Allison strinse i pugni, imponendosi di stare calma. Quella troia faceva di tutto per farla innervosire, per scatenare una sua reazione. Perchè? Voleva morire o voleva ucciderla? «Meg, chiudi il becco.» intervenne Dean, più interessato a guardare la frotta di demoni davanti all'entrata piuttosto che alle chiacchiere di Meg sulla sua storia con Allison.

Emanuel/Cass sembrò far finta non aver sentito niente e parlò di tutt'altro.

«Quanti di quei coltelli hai?» domandò rivolgendosi a Dean.

«Solo quello.» rispose per lui Allison con un sospiro.

Cass la guardò allarmato. «Scusate, ma allora come facciamo?»

«Già Dean, come facciamo a friggerli tutti quanti?» domandò cantilenando Meg, sempre pronta a mettere zizzania, lasciando intendere che c'era dell'altro sotto.

«Non lo so, magari ti diamo in pasto ai tuoi fratellini demoniaci e noi entriamo, che dici?» rispose prontamente Allison.

Meg come al solito, sogghignò. Adorava scatenare la sua rabbia, era furiosa non tanto per la sua presenza quanto per il fatto che il buon Castiel non si ricordava di lei. Povera piccola Allison. La compativa e la capiva in fondo, lei quel bell'angioletto se l'era scopato per anni e ora la guardava come un'estranea.

«Oh povera Ally, è molto dura per te vero? Vedere e non toccare, sapere e non dire...» cantilenò il demone.

A quel punto Allison scattò verso di lei e l'afferrò per un braccio. «Ascolta stronza, ti conviene tapparti quella bocca solforosa o te ne apro un'altra sotto il mento!» la minacciò mortalmente seria.

Emanuel/Cass assistette alla scena scioccato. «Credevo foste amici.» commentò. «Invece mi sembra di percepire molto rancore tra di voi.»

Allison lasciò il braccio di Meg e tornò accanto a lui. «Non tutto è come appare, Emanuel.» sussurrò guardandolo negli occhi.

«Ha ragione, l'apparenza spesso inganna, Emanuel.» le fece eco Meg, con quella sua solita espressione strafottente.

Dean sbuffò spazientito e guardò entrambe le donne. «Okay signore, ora basta.» le ammonì, poi guardò Emanuel/Cass. «Scusaci un attimo, dobbiamo parlare. Allison, Meg.»

Si allontanarono insieme, lasciando il guaritore da solo, ad osservare i visi orribili dei demoni giù a valle.

«Dovete piantarla...» disse loro Dean in un sussurro «In questo momento Cass è una specie di bomba ad orologeria. Potrebbe sparire, volare via o chissà cos'altro. Quindi piantatela di metterlo a disagio.»

Allison scosse il capo dando un'occhiata ad Emanuel/Cass poco distante «Non sono stata io ad iniziare, sembra che Meg voglia farsi uccidere oggi.» disse abbassando la voce e guardando il demone.

Quest'ultimo rise e annuì gesticolando in aria «Certo, come se uccidermi fosse così facile, ti sopravvaluti troppo Allison...» le disse sprezzante. Poi guardò Dean facendo un passo verso di lui «Lui può sconfiggerli schioccando le dita, dovremmo dirgli la verità.»

«No!» esclamò Dean «Lui non è in sé... Il suo nome l'hanno trovato un sito di nomi per bambini... andiamo Meg, non sei così stupida, lui non può aiutarci.»

«Non lo so...» rispose Meg sospirando e guardando in direzione di Cass «Io ho fiducia nel piccolo angioletto.»

«Quante munizioni ed acqua Santa hai Dean?» si intromise Allison «Perchè forse potremmo provare a combattere e tenerlo fuori.»

«È un suicidio!» ribattè Meg «Abbiamo una potentissima arma a forma di angelo e dobbiamo usarla, Emanuel deve sapere.»

«Sapere cosa?» chiese lui guardandoli.

Allison e Dean si voltarono in sua direzione e scossero il capo lanciando occhiate fulminee a Meg. Quella stronza... avrebbero fatto bene ad ucciderla subito.

«Mi sembra di capire che voi mi conosciate... Ditemi la verità,» disse loro Emanuel/Cass «posso gestirla.»

«No non puoi!» esclamò Dean facendo un segno con la mano.

«Noi...» Emanuel/Cass sospirò e guardò Allison «eravamo amici?»

«Emanuel...» biascicò la donna.

«Più che amici.» rispose Meg e per un attimo ad Allison venne voglia di conficcarle il pugnale dritto nel cuore, senza esitare «Quasi una famiglia.»

Emanuel/Cass guardò in direzione dei demoni e poi tornò a guardare i suoi strani compagni di viaggio «Sono... Io sono Cass?» e davanti al silenzio eloquente di tutti sospirò annuendo «Mi dispiace Dean, non lo sapevo. Io non... non mi ricordo di voi.»

«Non è importante.» disse Dean «Ma tu puoi sconfiggere quei demoni laggiù solo toccandoli.»

«Dean, non è una buona idea.» gli disse Allison passandosi la mano sui capelli.

«È l'unica scelta che abbiamo.» le disse lui guardandola dritto negli occhi.

«Io non... non ricordo come si fa.» fece sapere loro Emanuel/Cass.

«Oh...» piagnucolò Meg raggiungendolo «È lì dentro da qualche parte, come andare in bicicletta.»

«Non so fare nemmeno quello.» rispose lui abbassando gli occhi «Ma... ci proverò.»

«No!» esclamò Allison raggiungendolo «Non devi se non vuoi.»

«Tu sei un angelo del Signore!» esclamò Meg dandogli una pacca sulla spalla «Sei come una potentissima arma nucleare, puoi farlo.» continuò, tenendo ancora la mano sulla spalla dell'uomo.

Allison era sul punto di saltarle alla gola, per Meg ogni scusa era buona per stargli accanto, guardarlo, toccarlo. La odiava, voleva vederla morta, e oltretutto spingeva Cass ad affrontare quei demoni, quando si vedeva bene che lui non voleva, che ne era spaventato. Per la miseria, era convinto di essere solo un uomo con un dono particolare! Invece quella stronza e anche Dean volevano per forza mandarlo in battaglia.

«Non ascoltarla.» intervenne Allison mettendosi tra lui e Meg. «Per te è già difficile prendere in considerazione quello che ti è appena stato detto, non puoi affrontare anche questo.»

L'uomo la guardò intensamente negli occhi e lei si sentì sciogliere e allo stesso tempo avvampare. Castiel era di fronte a lei, era lì! Un moto di felicità e insieme di paura la fecero tremare. «Dico davvero, non andare.»

«Allison, è la nostra unica speranza di salvare Sam.» le ricordò Dean.

E la risposta di Allison fu uno sguardo pieno di risentimento. «Ma sì, mandiamolo in mezzo ai lupi senza che sappia come difendersi! Tanto è sempre così, no Dean? Chissenefrega se Castiel muore!»

Il cacciatore alzò gli occhi al cielo. «Allison per favore possiamo evitare queste discussioni? Cass è l'unico che può aiutarci e non gli succederà nulla, sono solo quattro demoni di bassa lega!»

«Allora vai ad ucciderli da solo, visto che sono solo quattro demoni di bassa lega.» lo sfidò lei.

Dean la guardò a bocca aperta, stava difendendo Cass con tutta se stessa, non voleva che andasse contro quei demoni. Aveva scordato quanto era forte Cass? Per lui quelli erano davvero mosche insignificanti!

«Molto commovente» commentò Meg sarcastica «ma ti ricordo che il tempo stringe e prima o poi si accorgeranno di noi, quindi sarebbe il caso che la smettessi di fare la mamma apprensiva e lo lasciassi fare il suo lavoro.»

Allison si girò completamente verso di lei e le puntò il dito contro. «Tu chiudi quella fottuta bocca infernale, stronza!» inveì con acredine. «Puoi prendere per il culo Dean, ma non me! Ti odio e vorrei vederti morta quindi non osare intrometterti in cose che non ti riguardano, hai capito?»

Meg scoppiò a ridere. «Oh-oh, che leonessa! Allora spiegami come faremo ad entrare lì dentro con tutti quei demoni di guardia.»

«Non lo so e non mi interessa.» rispose sincera.

Ecco, l'aveva detto. Non le interessava andare a salvare Sam, proprio per nulla. Le interessa già poco prima di ritrovare il suo amore, ora era fuori discussione mettere di nuovo la sua vita a repentaglio per salvare Sam Winchester. Poteva arrivare Crowley in qualunque momento, o chissà chi altro. Magari quei fottuti leviatani. No, Cass lì non ci andava.

«Allison, devo andare.»

Le mani di Emanuel/Cass si poggiarono sulle spalle di Allison e lei si voltò verso di lui con gli occhi pieni di lacrime.

«No, per favore no. Non sappiamo chi o cosa c'è lì dentro. Magari Sam non è più lì. Ti prego...»

Era terrorizzata all'idea di perderlo di nuovo. Non le importava che stesse con quella donna o che non ricordasse nulla, l'importante era che fosse vivo e stesse bene. A Dean e Meg non importava nulla di lui, ma per lei era tutta la vita. Vederlo morire di nuovo l'avrebbe uccisa sul serio questa volta.

«Io non so chi sono o cosa sono, ma se posso aiutare quel ragazzo lì dentro, devo farlo. Dicono che io posso ucciderli e mi sembrano molto seri, forse posso davvero darvi una mano.»

Ma Allison scosse il capo mentre alcune lacrime scendevano rapide dai suoi occhi. «A loro non importa se vivi o muori» disse con amarezza. «A me sì e anche tanto e...non puoi andare lì, non sai cosa fare e loro se ne accorgeranno e ti prenderanno. Non aspettano altro!» poi allungò una mano e gli accarezzò la fronte con la punta delle dita spostandogli un piccolo ciuffo di capelli. «Ti prego, non andare.»

Emanuel/Castiel sentiva l'anima di quella donna vibrare di paura e amore, perchè le importava così tanto di lui? Cosa significava per lei? Era lui l'uomo che lei amava e che aveva detto essere morto?

L'angelo senza memoria le sorrise e accarezzandole una guancia ne asciugò una lacrima. «Io aiuto le persone» le ricordò. «Non so se diciate il vero o se mi state solo prendendo in giro, ma se fossi davvero...un angelo, a maggior ragione dovrei farlo. Non sono le creature più buone per antonomasia?»

Allison stava per rispondere, quando Meg si intromise nuovamente. «Oh non sempre, ci sono stati dei veri stronzi nella tua specie, e presumo ce ne siano ancora. Anche tu sei stato molto stronzo, in certe occasioni... ma quando ti torneranno i ricordi lo vedrai tu stesso.» commentò ridacchiando.

Questo era davvero troppo per Allison che con uno scatto le tirò un pugno in pieno viso. Il demone indietreggiò sorpresa mentre perdeva sangue dal naso.

«Ti avevo avvertita stronza, ora hai davvero superato ogni limite.» le disse Allison a denti stretti, restando coi pugni a mezz'aria. Meg guardò Dean che scrollò le spalle, disinteressato a quel litigio tra donne. Aveva altro a cui pensare e se prendere a pugni Meg fosse servito a calmarla, beh poteva usarla come punch ball tutta la notte.

«Basta violenza Allison!» l'ammonì Emanuel/Cass. «Sento molta rabbia dentro di te e immagino che uccidere questa creatura non sarebbe un problema per te, ma la rabbia ti consuma dentro, non lasciarglielo fare.»

I due si guardarono per un lungo istante, poi Allison abbassò le braccia e l'uomo riprese a parlare. «Se nel passato mi sono comportato in modo scorretto o se ho fatto del male a qualcuno, voglio saperlo. E se per saperlo devo affrontare quelle creature orribili...lo farò. Voi lo fate quotidianamente, vero? Eppure siete essere umani. Se sono un angelo, non mi succederà nulla.»

Allison capì che non avrebbe cambiato idea. Era tipico di Cass in fondo, quando decideva una cosa era quella, punto. Ma non lo avrebbe lasciato andare da solo.

«Allora verrò con te.» gli disse risoluta.

«Allison...» si fece subito avanti Dean, ma lei lo bloccò alzando una mano.

«Dean, non sono affari tuoi. Ho deciso di andarci e lo farò, non intrometterti.» lo mise in guardia lanciandogli un'unica occhiata severa.

«Ti farai ammazzare Ally, perchè sei così testarda?» la rimbrottò lui innervosito.

La donna fece un mezzo sorriso. «Tu non puoi capire Dean, non hai mai capito e forse non capirai mai. Io vado con lui.»

Dean non poteva capire perchè non aveva mai amato davvero, nemmeno lei. Allison non aveva mai smesso di amare Castiel, anche quando lo credeva morto e ora che lo aveva ritrovato non era nemmeno da prendere in considerazione l'idea di mandarlo da solo in battaglia. Se doveva morire, l'avrebbe fatto accanto a lui.

«Forse non sarò in grado di proteggerti,» disse l'angelo, incerto. «fino a questa mattina pensavo di essere solo un uomo.»

L'espressione sul suo viso ricordò ad Allison il vecchio Castiel; quel misto di apprensione e dolcezza che le faceva battere il cuore. Sorrise prendendogli una mano. «Mi difenderò da sola» poi guardò Dean «e col tuo pugnale.» disse al cacciatore tendendo una mano verso di lui.

L'interessato sbuffò ma dopo alcuni secondi infilò la mano nella giacca e ne estrasse il pugnale di Ruby. «Tieni, e non perderlo.»

Allison annuì facendo un grosso respiro e insieme a Castiel si avviò verso l'ospedale psichiatrico scendendo dalla collinetta sulla quale si erano fermati.

L'angelo si sentiva disorientato, confuso, probabilmente stava andando incontro a morte certa, ma sapere che quella donna bella e forte gli era accanto, gli dava forza e conforto. Si sentiva in colpa verso Daphne, era stata lei a prendersi cura di lui in quei mesi, a non farlo sentire solo un povero pazzo senza passato né futuro, ma in fondo all'anima sentiva di avere un legame con Allison, e non solo per le reazioni della giovane, ma per qualcosa che sentiva ogni volta che la guardava o che sentiva la sua voce. «Allison» la fermò prendendola dolcemente per un polso e quando lei lo guardò il suo sguardo fiero e dolce gli fece battere il cuore più forte. «Prima di affrontare quei mostri, devo farti domanda.»

Lei annuì. «Certo, dimmi.»

L'uomo inspirò a fondo prima di parlare di nuovo. «Sono io l'uomo a cui eri legata? L'uomo che amavi e che è...morto? Anzi, a questo punto che credevi morto?» le chiese quasi in un sussurro, fissandola negli occhi.

Allison trattenne a stento un singhiozzo e annuì, col mento che le tremava.

«Sì.» ammise con voce tremante. «Sì sei tu l'uomo che amavo e che credevo di aver perduto per sempre. Invece sei vivo e...ho paura che possa accaderti di nuovo qualcosa.»

Lui chiuse un attimo gli occhi e sospirò. «Mi dispiace, io non mi ricordo di te» le disse tristemente, guardandola negli occhi. «Ma sento il tuo amore e vorrei tanto, tanto ricordare.»

Allison iniziò a piangere lentamente, si avvicinò di più a Cass e gli prese la mano stringendogliela. «Non importa, non è colpa tua. Io vorrei solo andare via da qui insieme a te e ricominciare a vivere. Io ti amo e non mi importa se non ricordi di me, mi farei conoscere di nuovo da te e... magari mi ameresti di nuovo e finalmente potremmo riprendere da dove ci hanno interrotti e...»

Ma non riuscì a finire quello che voleva dire, perchè lui si liberò dalla sua stretta, e prendendola per le braccia la attirò a sé e poggiò la bocca sulla sua.

Il corpo di Allison si irrigidì di stupore. Quelle labbra... quel sapore dolce e quella morbidezza la riportarono indietro nel tempo a quando quei baci non erano mai abbastanza, a quando a baciarla era il Cass pieno dei ricordi di loro. Un brivido la percorse da capo a piedi e si strinse a lui accarezzandogli le labbra con la punta della lingua.

Non le importava davvero di niente che non fosse lui e l'avrebbe amato disperatamente per tutta la vita, anche senza memoria e con quell'aspetto ingenuo di chi sa poche cose di se stesso. Perchè era il suo Cass, ed era tutto quello che voleva.

Castiel la strinse ancora di più, chiuso in emozioni che non ricordava, ma che lo rendevano felice. Serrò ancora di più gli occhi e qualcosa passò nella sua mente come un flash, costringendolo a staccarsi da lei.

«Cosa c'è?» gli chiese lei accarezzandogli una guancia, con le labbra ancora arrossate, gli occhi umidi di lacrime e il cuore che batteva all'impazzata.

«Niente...» rispose lui «Sarà meglio andare.»

Allison annuì allontanandosi poco da lui, diede una rapida occhiata alla cima della collina e potè vedere il lieve sorriso di Dean contrapporsi all'espressione scocciata di Meg. Prima o poi l'avrebbe uccisa quella stronza demoniaca, ne era certa. Solo non in quel momento.

Seguì Castiel lungo il tratto di strada che li separava dai demoni e afferrò il pugnale sistemandosi in posizione d'attacco.

«Tu...» borbottò uno di loro guardando Castiel «Tu sei morto.»

«Si!» esclamò lui guardandolo disorientato «L'ho sentito.» gli poggiò una mano sulla fronte e mentre una luce abbagliante si sprigionava dal corpo del demone, i ricordi si fecero vivi nella sua mente. Il suo arrivo sulla terra, l'incontro con in Winchester, l'incontro con Allison. La rivide vestita di rosso, come la prima volta che l'aveva vista. Bella e proibita.

Ad ogni demone che uccideva i ricordi aumentavano e mentre Allison si batteva dietro di lui potè vedere anche i suoi sbagli, i loro errori. Sentì il dolore dei loro addii, la gioia del loro ritrovarsi, il calore della sua pelle sotto le mani, le loro lingue unite mai sazie l'una dell'altra. E poi il momento in cui se ne era andato. Il momento in cui aveva chiesto fiducia e tutti, persino lei gli avevano voltato le spalle.

La porta aperta sul purgatorio dopo aver fatto crollare il muro nella mente di Sam, Balthazar ucciso dal suo pugnale, le lacrime di Allison e la sua rabbia quando i leviatani avevano preso il sopravvento. L'aveva inseguito fino a quel lago, sentiva la sua voce chiamarlo.... e poi più niente.

Uccise l'ultimo demone e si fermò. Si voltò verso di lei. Era viva e non aveva un graffio, ma era affaticata e in attesa. Piegò poco il capo e poi guardò Dean e Meg raggiungerli.

«Cass...» sussurrò Allison.

«Io mi ricordo di voi.» rispose lui «Mi ricordo tutto quanto.» si voltò e si allontanò da loro.


 

*****


 

«Cass! Fermati.» Allison e Dean gli andarono dietro. Risalirono la collina e si fermarono davanti all'auto in cima.

«Io e te...» disse lui guardandola «Io e voi non ci siamo lasciati nel migliore dei modi.»

«Cass ti prego...» sussurrò Allison avvicinandosi.

«No!» esclamò lui «Tutto questo è colpa mia. Lo capisci o no? Ho fatto delle pazzie e nessuno di voi è stato in grado di fermarmi. E quando vi avevo chiesto aiuto, mi avete voltato le spalle.»

«Noi abbiamo provato a fermarti.» si intromise Dean «Ma come diavolo avremmo dovuto fare eh? Sei un angelo ed eri posseduto da creature talmente potenti che neppure tu stesso riuscivi a controllare. Cosa cazzo avremmo dovuto fare?»

Castiel si portò le mani ai capelli «Tutto questo è colpa mia... Perchè anche tu mi hai voltato le spalle Allison? Se almeno tu mi avessi dato fiducia fin dall'inizio, io non avrei... fatto tutto quello che ho fatto. L'ho fatto perchè mi sono sentito solo e abbandonato.» le disse «Tu, fra tutti... mi hai voltato le spalle.»

«Piantala!» gli urlò Dean «Lei non ha fatto niente. Non riversare le tue colpe su di lei.»

«Voglio che tu te ne vada...» disse lui ad Allison ignorando Dean «Io non voglio vederti, tu mi fai provare rabbia. Aiuterò Sam e dopo non voglio avere più niente a che fare con voi, sopratutto con te.» le disse ancora.

«Cosa?» chiese Allison in un sussurro «Cass ti prego.» lasciò scorrere le lacrime copiose sul suo viso e sospirò scuotendo il capo. Si avvicinò poco e provò ad accarezzargli la guancia, ma lui si scansò guardando altrove «Cass... io ti amo.»

«Vattene!» esclamò lui con la voce spezzata dal pianto.

«Castiel!» lo rimproverò Dean «Ma che diavolo ti prende? Non puoi parlare sul serio.»

«Non importa...» sussurrò Allison indietreggiando «Se lui non mi vuole qui io me ne andrò.» singhiozzò aprendo lo sportello dell'auto e afferrò qualcosa dentro il suo borsone. Lo raggiunse e tese le mani verso di lui «Mi basta sapere che stai bene. Fai attenzione ti prego... e perdonami se puoi.»

Castiel guardò il trench logoro stretto tra le piccole mani della donna. La amava... Dio quanto la amava e vederla tremare scossa dai singhiozzi gli faceva male come nient'altro. Prese il trench senza guardarla negli occhi e la sentì piangere più forte mentre si allontanava afferrando il suo borsone dentro l'auto.

Solo quando fu sicuro che lei non potesse più sentirlo alzò gli occhi e guardò la sua sagoma in lontananza. Non la incolpava così tanto come aveva detto, ma farle credere che la odiasse era l'unico modo per mandarla via, per saperla al sicuro.

«Cass... perchè l'hai fatto? Te ne pentirai.» gli sussurrò Dean guardandolo.

«Io e lei non siamo fatti per stare insieme, è meglio così Dean.» si rimise il suo trench e senza guardarlo raggiunse l'ospedale.

Davanti alla porta concordarono un piano tanto veloce quanto semplice. Cass, ora di nuovo in possesso della sua memoria e del controllo di tutti i suoi poteri sarebbe entrato dentro, avrebbe preso Sam e avrebbe ricostruito il muro dentro la sua testa... Dean e Meg lo avrebbero aspettato in una camera così da rimanere nascosti.

Castiel percorse un lungo corridoio guardandosi intorno. Il trench era sporco dentro quel tessuto si sentiva a suo agio. Ripensò ad Allison, a quelle mani piccole che lo tenevano stretto scosse dai singhiozzi, a quanto avrebbe voluto dirle che la amava e invece l'aveva mandata via. Chissà... magari dopo aver aiutato Sam avrebbe potuto raggiungerla e stare con lei, per sempre. Non aveva mai voluto altro da quando la conosceva. Lei era tutta la sua vita e sarebbe stato felice se lo fosse stato per sempre. La sua bella e proibita tentazione, dalla quale non aveva mai saputo stare lontano.

Trovò Sam in una stanza in fondo, aveva un bavaglio a coprirgli la bocca ed un demone lo torturava con l'elettroshock... Cosa gli aveva fatto? Prese il demone per i capelli e lo uccise poggiandogli la mano sulla bocca così da impedire che volasse via in una nube di fumo nero come la pece. Poi lasciò cadere il corpo in terra e spense quel maledetto attrezzo che ancora torturava Sam.

Gli tolse il bavaglio dalla bocca e ogni elettrodo dal corpo, dal viso «Sam... Mi dispiace per quello che ti ho fatto.» gli sussurrò «Adesso rimetterò le cose a posto.» gli poggiò due dita sulla fronte per rimettere insieme i pezzi e solo allora si accorse che non c'era nulla da rimettere insieme. Il muro si era sgretolato, il caos regnava sovrano e non c'era niente che lui potesse fare.

Il giovane Winchester lo guardò spaventato mugugnando qualcosa di incomprensibile, poi si lasciò andare sul cuscino esausto.

Castiel volò con lui fino alla stanza dove trovò solo Dean ad aspettarli. Poggiò il corpo di Sam sul letto e il maggiore dei Winchester raggiunse il fratello con occhi carichi di speranza. «Allora?» chiese.

Castiel sospirò e raggiunse la parete vicino alla porta. Vi si poggiò contro e scosse il capo «Non c'è niente che io possa fare per lui. Il muro si è sgretolato.»

«Che vuol dire?» chiese Dean raggiungendolo.

«Il cervello di Sam è andato, in milioni di piccoli pezzetto. Non è un problema che posso aggiustare, mi dispiace.» rispose lui guardando Sam. Poi i suoi occhi si spalancarono come in seguito ad un'illuminazione «Ma forse posso deviarlo.»

«Deviarlo?» chiese Dean guardandolo mentre si avvicinava a Sam.

Cass si mise a sedere sul letto e si alzò la manica destra del trench «Si, deviarlo. È meglio così, starò bene. Devi prenderti cura di Allison, lei non deve essere sola.»

«Cosa?» chiese Dean «Cass, cosa vuoi fare?»

«Me la caverò.» e così dicendo poggiò la mano sulla fronte di Sam. Venature rosse si irradiarono dal capo di Sam e percorsero il braccio di Cass per intero, poi il viso ed i suoi occhi diventarono rosso sangue. Sam aprì gli occhi con un urlò soffocato e si mise a sedere sul letto.

«Sam!» urlò Dean raggiungendolo.

«Dean...» rispose lui confuso, poi guardò Castiel che si alzava ed indietreggiava «Castiel... Sei proprio tu?»

Ma Castiel non rispose, si appiattì al muro e tutto quello che riuscì a vedere fu il viso di Lucifero, suo fratello, trasformato da una risata malvagia. Ed il pianto di Allison gli riecheggiò nelle orecchie.


 

*****


 

«Mi dica signorina Masters, perchè vuole lavorare qui?» chiese il dottore.

«Voglio aiutare la gente dottore, voglio fare sentire queste persone normali.» rispose lei «Credo che il mio curriculum sia ottimo.»

«Lo è...» rispose il dottore sorridendo. Poi tese la mano fino a stringere quella della donna e annuì «Benvenuta tra di noi.»

Meg rise e poi lasciò l'ufficio del dottore e raggiunse la stanza di Castiel. Lui se ne stava seduto sul letto, fissava un punto vuoto della stanza, disorientato e piccolo come non era mai apparso.

«Non preoccuparti angioletto, veglierò su di te.» gli disse prendendo una sedia e sedendosi di fronte a lui.

Lui scosse impercettibilmente il capo e chiuse gli occhi. Lucifero non faceva che prenderlo in giro, ricordargli i suoi errori, promettergli che quello era solo l'inizio. Non avrebbe resistito a lungo, sarebbe impazzito davvero o si sarebbe ucciso. Si era amaramente pentito di averla mandata via.

«Allison, dove sei? Aiutami ti prego.» sussurrò triste.

Meg corrugò la fronte e sospirò scuotendo il capo «Mi dispiace Clarence... dovrai accontentarti di me.»

   
 
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