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Autore: Miss_Slytherin    29/05/2012    8 recensioni
"Lilian Luna Potter, diversa dagli altri Potter. Fredda, crudele, insensibile, apparentemente senza cuore. Questa è la sua storia, la storia di un Giglio che non è un Giglio, non è puro, non è innocente". Dal primo capitolo: "...vedo ambizione, desiderio di gloria…intelligenza anche…poi…uno spiccato senso di autoconservazione…e se non mi sbaglio quella dovrebbe essere una punta di cattiveria mista ad astuzia…".
Genere: Generale, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lily Luna Potter, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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                                                 CAPITOLO 55

                                                  Forgive me


-Dov'è Lily?-

-Non lo so. Forse è andata in camera di Scorpius-.

Cassiopea fece una smorfia dubbiosa di fronte alla risposta di Glorya. Tornate in stanza avevano notato che Lily non c'era, e che anche se il suo baule era chiuso, in bagno c'erano ancora i suoi prodotti, e sul letto erano sparsi in maniera disordinata i vestiti che avrebbe indossato il giorno dopo.

-Non è da lei sparire così- osservò poi la bionda, leggermente preoccupata.

-In effetti uno se lo aspetterebbe da te, che quando piove non c'è santo che tenga sparisci nel letto di tuo fratello- replicò Glorya senza sarcasmo.

Ancora perplesse, misero le ultime cose in valigia, si prepararono per la notte e s'infilarono a letto. Di Lily ancora nessuna traccia.

-Sono in ansia- affermò Glorya quando l'orologio ebbe battuto la mezza.

-Anch'io...ma dove può essere andata? Solo da mio fratello, credo, a questo punto- replicò Cassiopea, resistendo alla tentazione di mangiarsi un'unghia.

-Possiamo andare a controllare da lui...almeno staremo più tranquille- suggerì Glorya, già scostando le coperte.

-Sempre che non li becchiamo in atteggiamenti compromettenti- commentò la Malfoy infilandosi la vestaglia.

Dieci minuti dopo stavano bussando alla stanza dei ragazzi e solo dopo che ebbero quasi scardinato la porta a suon di pugni riuscirono a svegliarli; venne loro ad aprire un Edward mezzo addormentato, che le insultò prima di averle riconosciute.

-Ragazze...che ci fate qui?- fece poi con la voce impastata dal sonno, mentre si faceva da parte per farle passare.

-Non troviamo Lily. È qui?- chiese Glorya, ma un'occhiata alla camera le fornì la risposta alla domanda.

-Come non la trovate?- domandò Scorpius mettendosi a sedere.

-In camera nostra non c'è e non sappiamo proprio dove possa essere andata! Di certo non è tipa da spuntini di mezzanotte, né da improvvise riunioni di famiglia con i cugini...siamo un po' preoccupate- spiegò Cassiopea, mentre anche Derek si alzava dal letto.

-E se...che ne so...stava venendo qui, ed ha incontrato Ethan Sheldon?- ipotizzò Glorya dopo qualche attimo di meditabondo silenzio, e Scorpius subito si fece pallido.

-Sarebbe strano che stesse venendo da me. Ci siamo visti dopo cena e l'ho aiutata con i bagagli. Se avesse voluto dirmi qualcosa ne avrebbe avuto l'occasione- disse, cercando di cancellare dalla mente l'immagine di quel viscido essere.

-Giusto- commentò Derek, mentre Glorya si sedeva accanto a lui.

-Magari è nel letto di qualcun altro- suggerì Edward malizioso, forse anche per alleggerire la tensione venutasi a creare, e Scorpius gli tirò dietro una scarpa, beccandolo in testa.

-Ahia! Mi hai fatto male!- si lamentò massaggiandosi il punto colpito.

-Così impari a dire cretinate- lo rimbeccò Scorpius guardandolo ancora male.

-Possiamo chiedere ad Albus- disse poi, stupendosi della tranquillità con cui parlava del fratello di Lily.

-Buona idea. Andate tu e Cass, io torno in stanza, magari è ritornata- approvò Glorya, e Cassiopea annuì. Una volta usciti fuori, i due Malfoy si diressero verso la camera di Albus, mentre Glorya imboccò il corridoio che l'avrebbe condotta alla loro stanza.

-Come fai a sapere qual è la camera di Albus?- chiese Cassiopea al fratello mentre lo seguiva a passo spedito.

-Quando Lily era in coma ci davamo il cambio, e qualche volta sono salito a chiamarlo- spiegò Scorpius, e quando furono davanti alla porta giusta iniziò a bussare. Continuò per dieci minuti, ma nessuno venne ad aprire.

-Non c'è- osservò Cassiopea con ovvietà; Scorpius la guardò impietosito.

-Eh no, direi di no!- sottolineò poi.

-È davvero tutto molto strano- commentò Cassiopea, mentre ritornavano alla camera dei ragazzi. Non appena furono entrati, videro che c'era un ospite: Rose Weasley sedeva sul letto di Derek, e sembrava parecchio sconvolta; aveva gli occhi arrossati e non si era neanche messa la vestaglia sopra il pigiama. Derek cercava di consolarla, mentre Edward sembrava parecchio in imbarazzo.

-Che succede?- domandò Scorpius all'amico.

-Rose ha appena ricevuto un gufo prioritario da sua madre. Sembra che Harry Potter sia stato ferito durante una missione Auror...e, insomma, sia piuttosto grave- rispose Derek esitante, e a Rose

sfuggì un singhiozzo. Lo zio Harry era il suo preferito, anche se questa poteva sembrare una scelta banale. Ricordava (o per lo meno lo facevano le foto per lei) dei giochi con lui, che la faceva saltare sulle ginocchia mentre lei rideva felice. O di lui che faceva scomparire di nascosto dai loro piatti il pessimo cibo preparato da sua madre, mentre lei non guardava. O delle sue storie di Natale, che tutti i nipoti aspettavano con impazienza, e che lui sapeva raccontare così bene tanto da spaventarli. Anche se Rose, che era sempre stata molto sveglia e intelligente, ogni tanto scorgeva un'ombra scura negli occhi verdi dello zio. Una lacrima le scese lungo la guancia quando le tornò in mente il ricordo della grande caccia al tesoro che una volta zio Harry e zio George avevano organizzato nel giardino della Tana, con tanto di scherzi magici a sorpresa e prelibatezze culinarie di nonna Molly ad ogni tappa. James si era bruciato entrambe le sopracciglia con uno strano intruglio, e sembrava che Harry fosse più divertito che preoccupato. Rose ricordava le tante risate di quel giorno, e ricordava soprattutto di aver visto lo zio Harry tanto felice per quel semplice gioco, come se da bambino non avesse mai giocato a niente. Ricordava poi di aver visto zia Ginny e zio Harry baciarsi di nascosto nella vecchia camera della zia, e di aver pensato che erano gli zii migliori del mondo.

La voce sorpresa di Cassiopea la strappò ai ricordi, riportandola alla realtà.

-Ecco perché sono spariti sia Lily che Albus! Devono essere tornati di gran fretta a casa!- esclamò Cassiopea, sollevata e ansiosa allo stesso tempo.

-Dev'essere così- commentò Scorpius, preoccupato per Lily.

-Io...vado dagli altri. Devono sapere, prima di...- disse Rose con voce tremante, alzandosi. Derek le fu immediatamente accanto.

-Vengo con te- disse, prendendole la mano. Lei si limitò ad annuire, e poco dopo nella stanza rimasero solo Cassiopea, Scorpius e Edward.

-Torno da Glorya, così le spiego la situazione e possiamo organizzarci per stare vicine a Lily durante le vacanze- disse Cassiopea, e dopo aver augurato la buonanotte ai ragazzi, lasciò a sua volta la camera.

Scorpius si rimise a letto, pensieroso. La spiacevole sensazione che provava alla bocca dello stomaco era nuova per lui, e non riusciva a decifrarla bene: era preoccupazione, ansia...ma nella sua vita non c'era nulla che non andasse, non ora che aveva Lily. Lily...era lei a stare male, ora. Era lei che era preoccupata, che stava soffrendo. E Scorpius, in quell'istante, capì cosa volesse dire sopportare un dolore che non era il suo. Ma se Lily non stava bene, come avrebbe potuto lui non stare male insieme a lei?


                                                  ******


-Prendilo- disse una voce gentile, ed una mano pallida apparve nel campo visivo di Lily. Lei sollevò gli occhi, e si trovò davanti Teddy Lupin.

Le ore di attesa si stavano susseguendo senza notizie, e tutta la famiglia stava raggiungendo livelli di insofferenza e di ansia inimmaginabili: sua madre non aveva più aperto bocca, Ron ed Hermione sedevano vicini, stringendosi convulsamente una mano nel tentativo di farsi forza; James e Albus stavano in piedi l'uno affianco all'altro, senza sapere cosa dirsi.

Teddy stava porgendo a Lily un bicchiere di plastica pieno di un liquido fumante, che lei scrutò con diffidenza.

-È solamente tè. So che ti piace, e poi sei gelata- disse ancora Teddy e solo in quel momento Lily si accorse dei brividi che la stavano scuotendo. Era arrivata in Inghilterra così di fretta e così preoccupata da non curarsi di prendere neanche un mantello o una giacca.

Fece una smorfia, che voleva essere un sorriso.

-Grazie- replicò, afferrando la bevanda. Le bastò toccarla perché un piacevole calore le si diffondesse in tutto il corpo, e la situazione migliorò quando Teddy le avvolse il proprio mantello sulle spalle.

-Grazie- ripeté come un'automa. Si sforzò di osservare meglio Teddy: quel giorno aveva i capelli neri e gli occhi verdi, e non ci volle grande impegno per capire il motivo di quella trasformazione. Ma sotto gli occhi chiari ed i capelli scuri, c'era un Teddy preoccupato, un Teddy che soffriva, un Teddy che stava vedendo morire l'unica persona che potesse definire padre.

Come se le avesse letto nel pensiero, Teddy disse:

-Harry è...non lo so. C'è sempre stato, sempre. C'è stato quando ho chiesto perché i miei genitori fossero morti, c'è stato quando dovevo partire per Hogwarts, ha asciugato le mie lacrime e gioito dei miei sorrisi...è stato il primo a cui ho detto che amavo Victoire e lui mi ha semplicemente detto “é una ragazza meravigliosa...ma anche tu non sei niente male, Teddy”. Non...non posso perdere anche lui, Lily, non dopo aver perso mio padre e mia madre- concluse con voce tremante.

Lily sospirò. Tutti erano lì per Harry. Ron ed Hermione, la prima famiglia che suo padre avesse mai avuto. I nonni Molly ed Arthur, che avevano cercato di crescerlo come se fosse figlio loro, l'avevano nutrito ed accudito quando ne aveva avuto bisogno, l'avevano accolto e nascosto quando Lord Voldermort gli dava la caccia.

E gli zii, dal primo all'ultimo, dovevano a lui la serenità e la pace in cui avevano potuto crescere i propri figli.

E poi c'era sua madre, che l'aveva atteso sin da quando aveva undici anni, che l'aveva aspettato forse non sempre pazientemente fino a che lui non si era accorto della ragazza meravigliosa che aveva di fronte.

Come sarebbero potuti andare avanti senza di lui?

-Vedrai, ce la farà- disse solamente Lily con un filo di voce e lo sguardo spento.

-Ce la deve fare, perché gli devo dire che gli voglio bene, anche se non sono stata la figlia che voleva, non una perfetta ed intrepida Grifondoro ma una fredda Serpeverde, non un maschiaccio con le ginocchia sbucciate ma una ragazzina dalle unghie smaltate...lo so, che sono stata una delusione, per lui, per loro. So che li ho feriti, che non sono stata all'altezza delle loro aspettative, che mi avrebbero voluto diversa. Ma non ci posso fare nulla. Sono fatta così- aggiunse poi, prendendo atto solo in quel momento della veridicità delle proprie parole.

-Oh, Lily...non credo tu li abbia delusi. Certo, magari all'inizio sono rimasti sbalorditi di fronte al tuo cambiamento, non capivano che fine avesse fatto la bambina che eri da piccola...- disse Teddy, comprensivo.

-Era qui, dentro di me. Ma accanto a quella bambina ce n'era un'altra, più determinata, più aggressiva, più predominante. C'era la vera me- rispose Lily. Fra di loro cadde un silenzio non teso ed imbarazzante, ma rilassato.

Teddy stava per dire qualcosa, quando un giovane medimago con la tradizionale divisa verde acido venne verso di loro.

-La famiglia Potter?- chiese, stupito di fronte all'enorme quantità di persone.

-Sì- rispose Ginny, balzando in piedi. Immediatamente James ed Albus l'affiancarono, ed anche Lily si allontanò da Teddy per avvicinarsi a loro.

-Il signor Potter è fuori pericolo. Ha rischiato molto, ma ora sta bene- disse il giovane con un sorriso ed immediatamente tutti tirarono un enorme sospiro di sollievo. E poi fu la gioia: c'era chi si abbracciava felice, chi crollava a sedere per la troppa tensione, chi invece ringraziava silenziosamente non si sapeva bene chi.

Lily cercò lo sguardo di sua madre, che, fedele alla propria natura, non stava piangendo. Istintivamente le afferrò una mano e disse:

-È andato tutto bene, hai visto?-

-Sì. Sì, è andato tutto bene- rispose Ginny con voce tremante. Poi si rivolse al medimago, che era rimasto lì a guardare lo spettacolo di una famiglia che festeggiava.

-Possiamo vederlo?- gli chiese, speranzosa.

-È ancora molto debole...- iniziò a dire titubante, ma di fronte all'occhiata di fuoco che Ginny gli lanciò aggiunse:-...ma due per volta potete entrare-.

-Bene, ci faccia strada- gli intimò Ginny e istintivamente Lily si fece da parte.

-Andate tu e James...io lo vedrò dopo- disse, di fronte allo sguardo perplesso di sua madre.

-Non dire sciocchezze. Andremo io e te, loro possono aspettare- la contraddisse Ginny, che capiva tutto sempre e comunque, senza bisogno di parole. Capiva che doveva essere Lily la prima a vedere Harry, perché era lei ad aver bisogno del suo perdono, ad aver bisogno di chiedergli scusa, perchè era lei che più degli altri aveva temuto di perderlo senza avergli mai detto quello che sentiva.

James ed Albus annuirono, forse perchè anche loro avevano intuito quello che c'era dietro le parole di sua madre.

Così Lily si limitò ad annuire, e a seguire il medimago insieme a sua madre. Era un'altra Lily, quella che stava percorrendo i corridoi del San Mungo in silenzio, una Lily che non sarebbe mai riuscita ad esternare i propri sentimenti, che si sarebbe uccisa piuttosto che versare una lacrima, che avrebbe continuato ad amare i vestiti firmati e le arie da prima donna, una Lily che però, a modo suo, sapeva amare ed aveva bisogno di essere amata per quella che era realmente.

Poco dopo il medimago le condusse davanti alla porta di Harry, che divideva la stanza con un addormentato mago anziano ed una bambina piccola che giocherellava con delle figurine delle Cioccorane.

Harry aveva gli occhi chiusi, ma quando Ginny gli toccò con delicatezza un braccio, li aprì lentamente. Sul suo volto c'erano dei tagli freschi, mentre il resto del corpo era coperto da un candido lenzuolo.

-Harry. Come stai?- chiese semplicemente Ginny, e dietro quelle tre parole c'era un amore infinito.

-Si stava meglio prima- rispose debolmente lui, e riuscì persino a fare un piccolo sorriso. Lily lo guardava, e non parlava.

-Perdonami- disse di punto in bianco.

-Ehm...non capisco- ammise Harry guardando la moglie in cerca di spiegazioni, ma lei si limitò ad annuire e a sorridere.

-Perdonami se...non sono quella che volevi. Però...ti voglio bene, ecco. L'ho detto. E non provare mai più a tentare di morire!- lo minacciò, estremamente seria.

-Farò del mio meglio- rispose Harry, ridacchiando nonostante la debolezza.

-E comunque...sei perfetta così, Lily. E ti voglio bene anch'io- aggiunse, con un certo imbarazzo; in fondo anche Harry non era mai stato un granché nell'esprimere i propri sentimenti e Lily aveva preso questo lato del carattere da lui.

-Ci sono anche Albus e James che vogliono vederti- intervenne Ginny per toglierli dall'imbarazzo, provando tuttavia un estremo orgoglio per entrambi.

-Andiamo, allora- disse subito Lily, e dopo averlo salutato lasciarono la stanza.

-Forse è meglio se vai a casa, sei pallidissima, dovresti riposare- suggerì Lily a Ginny mentre tornavano dal resto del parentado.

Lily annuì, e si decise che lei e i nonni sarebbero ritornati alla Tana: Molly ed Arthur non avevano più il fisico per una nottata del genere ed avevano bisogno anche loro di una bella dormita; così, come avevano fatto per l'andata, Lily si mise in mezzo a loro e si smateliarizzarono un attimo dopo.

Arrivati alla Tana, nonna Weasley preparò una stanza per Lily con due veloci colpi di bacchetta, ma la ragazza, prima di andare a dormire, volle passare a salutare Meredith e Brian. I due fratellini dormivano, controllati da Fleur che, seduta su una vecchia sedia a dondolo nella stanza che era stata di Ginny, leggeva una rivista.

-Come sta Arrì?- chiese in un sussurro quando vide entrare Lily.

-Sta bene, è fuori pericolo- rispose lei, avvicinandosi alle due culle.

Meredith si era scoperta nel sonno, ed aveva tutte le copertine aggrovigliate ai piedi; Lily gliele sistemò con delicatezza, poi si avvicinò a Brian. Quest'ultimo dormiva con un pollice infilato fra le piccole labbra e Lily, sapendo che non era una buona abitudine, glielo sfilò piano.

Sfinita, salutò zia Fleur e tornò nella sua stanza; si buttò sul letto senza neanche svestirsi, ed un attimo dopo stava già cadendo fra le braccia di Morfeo.


Spazio Autrice:


Ehm, sì. So che non sembra vero, ma ci sono. So anche che l'ultima volta che ho aggiornato questa storia andavamo in giro con i maglioni e per strada avevamo i pinguini.

Perdonatemi per questo colossale ritardo, ma davvero, sono completamente senza ispirazione e questo capitolo è stato un vero parto. Non ne sono neanche soddisfatta, ma alla fine ho deciso di pubblicarlo, perché tanto peggio di così non poteva venire.

Spero che ci sia ancora qualcuno che si ricordi di me -anche se onestamente ne dubito- e che questo capitolo non vi faccia poi così schifo. Tra l'altro, è di nuovo periodo di esami, e fra lo studio, il lavoro, una specie di vita sociale e quant'altro oltre al non avere ispirazione (ovvero stare a fissare lo schermo come un ebete senza sapere minimamente cosa scrivere) non avevo neanche tempo.

Non mi aspetto recensioni, ma bensì tanti begli insulti conditi con pomodori marci e uova andate a male. Venghino signori venghino! Miss_Slytherin è qui per essere picchiata :D

Comunque, scherzi a parte, chiedo ancora scusa e cercherò di essere più veloce la prossima volta, anche se non posso davvero promettere nulla.


Venendo al capitolo...bah, non c'è molto da dire. Volevo in qualche modo far vedere che Lily sta crescendo, che dopo la fase ribelle che più o meno tutti gli adolescenti passano sta finalmente cominciando a maturare. Non cambierà il lato più profondo del suo carattere, ma non è neanche più quella di prima.

Spero che non faccia poi così pena :/


Io invece faccio pena e sono da pestare perchè non ho ancora risposto alle recensioni, ma giuro che fra oggi e domani (fra l'altro ho un esame domattina e non dovrei assolutamente essere qui) risponderò a tutti personalmente. Intanto urlo un GRAZIE GIGANTESCO a tutti quelli che hanno recensito, perché anche se non me lo merito qualcuno c'è ed io ne sono immensamente felice.


Ringrazio anche chi preferisce/segue/ricorda questa storia (anche se mi aspetto che prima o poi questi numeri si azzerino di colpo) e scusandomi ancora una volta per il mio essere così pessima vi saluto con tanto affetto, perché se qualcuno è arrivato a leggere queste note senza aver chiuso il capitolo va ringraziato con tanto tanto amore.


Bene, per oggi è tutto. Ci vediamo al prossimo capitolo, che dovrebbe arrivare vita natural durante.


Sempre vostra,


Miss Slytherin


  
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