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Autore: Pwhore    29/05/2012    3 recensioni
Jack e Alex partono per una vacanza in una vecchia casa della famiglia Gaskarth e pian piano diventano sempre più affiatati, finché un vecchio ricordo non salta fuori dal cassetto e comincia a cambiare le carte in tavola per tutti.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Alex, Alex!", la sua voce ruppe il silenzio che avevo cercato con tanta fatica.
"Sì Jack, che cosa vuoi?" sospirai, chiudendo il libro con aria rassegnata.
"Guarda che ho trovato!" urlò ancora, avvicinandosi e lasciandosi cadere rumorosamente sul pavimento accanto a me, cercando di farsi passare il fiatone. Mi tolsi gli occhiali e lanciai uno sguardo all'involucro che teneva tra le mani.
"Embè? Che cosa sarebbe?" domandai stancamente, mentre lui si faceva avanti e me lo passava freneticamente. Me lo rigirai tra le mani e lo scossi per vedere se conteneva dei soldi o qualche biglia, ma non sentii alcun rumore, quindi guardai nuovamente il mio amico e alzai le sopracciglia in una smorfia confusa.
"Avanti, aprilo" m'incitò lui, dandomi una botterella sulla spalla. Sospirai e mi arresi, srotolando lentamente il tessuto in tulle che ricopriva la scatola, poggiandolo sul bracciolo della sedia e stando attento a non rompere l'oggetto. Sentivo lo sguardo di Barakat premuto contro la schiena e cercai di sbrigarmi, in modo da far andar via quella sensazione il più presto possibile. Quel ragazzo sa metterti addosso un'ansia della madonna quando vuole.
"Oh, wow" esclamai, dopo averla aperta e ammirata qualche secondo.
"Che cos'è con esattezza?" chiesi nuovamente, aggrottando le sopracciglia. Jack scosse le spalle con un sorriso.
"Ah bho, avevo pensato che avresti potuto dirmelo tu," gongolò, scrocchiandosi l'osso del collo.
"Oh," ribattei. "Capisco. Però io non ho idea di che cosa sia, mi dispiace"
Jack si tirò a sedere e mi guardò da più vicino, mentre accarezzavo col dito l'oggettino.
"Ne sei proprio sicuro, amico? Perché a me sembra che anche a te ricordi qualcosa"
"Che significa 'anche a te', Jack?"
"Proprio quello che ho detto, che ho la sensazione di averlo già visto prima"
Scrutai l'astuccio per un po' di tempo, dubbioso, poi lo ammisi.
"Sì, in effetti anche a me ricorda qualcosa"
"Per esempio?"
"Er, tipo bho?"
"Sei proprio utile"
"Sono pur sempre amico tuo"
Jack non rispose alla provocazione e si sporse verso di me, prendendomi le mani.
"No, serio, secondo te che cos'è?" chiese di nuovo. Scrollai le spalle.
"Ad occhio e croce sembrerebbe un diario, ma non so di chi possa essere. Nessuno della mia famiglia aveva un diario -non che io sapessi-, e comunque manca la chiave per aprirlo e controllare," osservai.
"Potrebbe benissimo essere un block notes o un'agenda, non saprei davvero"
"Oh. Oddio che cosa figa, dobbiamo assolutamente trovare la chiave!" esclamò Barakat.
"Ma che scherzi? Non possiamo"
"E perché no? Se l'ha lasciato qui ormai è nostro"
"Jack, si chiama privacy"
"Ma non c'entra, se l'ha dimenticato significa che per lui o per lei non era importante, e che quindi posso benissimo darci un'occhiata, non credi? Cioè, non c'è mica scritto 'fatevi i cazzi vostri, questo non vi riguarda', no?"
"Bhe, no, ma.."
"Allora siamo d'accordo, prendo le chiavi e andiamo a cercare un ferramenta"
Si alzò con un sorriso prima che potessi replicare in qualche modo e sparì dal salotto, alla ricerca del portafoglio. Sospirai e raccattai il diarietto da terra, ficcandomelo in tesca. Sperai che il proprietario non se la sarebbe presa e mi preparai ad accompagnare il mio amico in un'altra delle sue insensate avventure, come al solito.
"Alex, oi Alex" lo sentii chiamarmi dalla cucina.
"Arrivo Jack, tre secondi" sospirai, raggiungendolo.
"Cosa c'è ora?"
"Avevo mica lasciato le chiavi sul tavolo?"
"Mi pare di sì" mi accigliai.
"Allora perché non ci sono più?"
"Non lo so, magari sono cadute"
"Ho già controllato e non sono da nessuna parte"
"Che vuoi che ti dica Jack, magari le hai perse o ci sbagliamo tutti e due. Le cercheremo dopo con più calma, ok? Ora c'è il rischio che il ferramenta chiuda e che mandi all'aria pure la cosa del diario, puoi aspettare un po'?"
"Oh, già, il ferramenta, l'avevo quasi dimenticato"
"Allora andiamo, smemoratone" sorrisi.
"Sono sicuro che le avrai lasciate in qualche tasca, non preoccuparti"
"Già, hai ragione, per ora prenderemo le tue" annuì, rilassandosi.
"Hai un ferramenta preferito?" domandai, mentre ci avviavamo verso la porta.
"No, non credo. Perché, tu?"
"Neanche. Vuol dire che ci rivolgeremo al più vicino"
"Okay, ma deve avere il mio appoggio"
"Naturalmente" acconsentii alzando gli occhi al cielo.
"Ora faccia strada, mr Barakat, aspettiamo solo lei"
"Agli ordini, Gask" ribatté, allontanandosi e lasciandomi indietro ad armeggiare con le chiavi.

"Buongiorno"
"Buongiorno ragazzi. In cosa posso aiutarvi?"
Il negozio era asciutto e soleggiato, e la prima cosa che ricordo fu il forte odore di polvere che ci avvolse appena mettemmo piede lì dentro, una buona mezzora prima della sua chiusura.
"Avremmo bisogno di un calco per aprire questo coso" spiegò Jack.
"Certo, capisco.. Ma scusate, che ci fate voi con un diario da ragazza? Non è che volete leggerlo di nascosto e poi sputtanarla in giro? Perché in quel caso non vi aiuterei per niente, sappiatelo"
"Nono, stia tranquillo, è che la mia sorellina ha perso le chiavi e ora sta succedendo il finimondo a casa, quindi gliele faccio rifare e ci faccio la figura del fratello esemplare" si scusò Barakat con semplicità.
Che cazzo di faccia di bronzo, pensai tra me e me in una risata, curiosando un po' tra gli scaffali stracolmi.
"Va bene, in questo caso sono ben disponibile ad aiutarvi. Domattina alle dieci circa saranno pronte, quando contate di passare in negozio a prenderle?" domandò ancora.
"Alle dieci. Prima le prendo e meglio è, seriamente" rispose l'altro, ricevendo in cambio un'occhiata comprensiva.
"Bhe, vedo se riesco a far prima allora. In ogni caso ho bisogno di un recapito a cui poter chiamare per avvertirvi se ci sono novità e roba del genere, e anche di uno dei vostri nomi, per favore"
"Aspetti, le scrivo tutto su un foglietto di carta" sorrise Jack.
"Okay, perfetto, grazie mille. Spero di non perdere anche questo" commentò lui.
"Cosa intende con 'anche questo'? Ha perso qualcos'altro?" domandai.
"Sì, è un dannato continuo! Continua a sparire roba -chiavi e libri di piccole dimensioni perlopiù- ma non solo qui, per tutto il paese! Chissà chi è lo scemo che si diverte con questi furtarelli.. Per un lavoro come il mio è una cosa decisamente stressante, spero che tutto finisca presto e tanti saluti oppure ci uscirò matto"
"Immagino. Anche noi non troviamo più le chiavi di casa" raccontò Jack.
"Anche se probabilmente le abbiamo perse da soli" aggiunsi io.
"Mmh, capisco.. In ogni caso, sapete a chi rivolgervi" ci strizzò l'occhio il negoziante.
"Il buon vecchio Arth è sempre a vostra disposizione, ragazzi"
"Grazie mille, credo che ne approfitteremo" rispose il mio amico, abbozzando un sorriso.
"Allora ci vediamo domani, statemi bene"
"Lo faremo, grazie"
"Piuttosto, scusate la fretta, ma la sera chiudo prima per evitare i ladri"
"Non c'è problema, tanto dovevamo andare comunque"
"Ah, perfetto. A domani allora!"
"Sì, non ce lo dimenticheremo. Arrivederci" lo salutammo chiudendoci la porta alle spalle.

Angolo dell'autrice
Allora, in realtà il primo capitolo non è solo questo, ma a pubblicarlo tutto insieme veniva fuori una cosa lunga e pesante, così ho preferito far sì che questa sia la prima parte e che il prossimo 'capitolo' sia la seconda. Proprio per questo motivo non lascio niente in sospeso -anche perché non ci riuscirei- e niente, mi spiace solo che questa parte sia un po' più noiosa e che quindi non se la cagheranno in molti, però va bene, perché alla fine Pingu sarà costretta a leggere tutto comunque perché è troppo buona e ci tiene a farmi felice. (Scusa Pengua, poi migliora, giuro :c)


   
 
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