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Autore: Pwhore    29/05/2012    2 recensioni
Jack e Alex partono per una vacanza in una vecchia casa della famiglia Gaskarth e pian piano diventano sempre più affiatati, finché un vecchio ricordo non salta fuori dal cassetto e comincia a cambiare le carte in tavola per tutti.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Hallelujah, non ce la facevo più lì dentro!" esclamò Barakat appena girammo l'angolo.
"C'era un'aria che non si respirava" convenni io, respirando a fondo.
"Chissà come fa il commesso a passarci tutto quel tempo dentro, io ne morirei"
"Stessa cosa. Bho, avrà degli anticorpi speciali o qualcosa del genere" buttai lì.
"Già, probabile. Comunque non è il caso di chiederglielo, però forse è un alieno mangiapolvere"
"Ssì Jack, proprio come io sono la regina Elisabetta. Andiamo, hai bisogno di qualcosa da mettere sotto i denti che mi stai diventando più scemo del normale e la cosa è preoccupante" lo sfottei, prendendolo per il braccio.
"Oh, brutto cazzone, cosa vorresti insinuare?"
"Niente niente, figurati"
"Guarda che così offendi la mia anima pura e pia!"
"Chiedo venia" commentai, alzando le mani.
"Perdono accordato, ma che sia l'ultima volta. E stasera cucini tu" decise.
"Non possiamo ordinare una pizza?" brontolai.
"Nah, ci metto ore a decidere quale prendere e poi non sono mai soddisfatto"
"Comincia a pensarci da ora, no?"
"Famo che decidi tu per me e se non mi va bene lavi i piatti"
"Ma Jack, a te non va mai bene niente!"
"Non è vero. Dai dai dai, facciamo così"
"Va bene," mi arresi.
"Però domani ci pensi tu al pranzo, ok?"
"Va bene una trattoria random nella città vicina?"
"Mi sembra perfetto"
"Allora ci sto"
Aprii la porta con una spallata ed entrammo tranquillamente, dirigendoci ognuno per i cazzi suoi. Avevamo attaccato la villetta una settimana fa circa, all'inizio delle vacanze, visto che la mia famiglia aveva smesso di andarci da un pezzo e noi avevamo bisogno di un posto fuori mano lontano da fan, stress e routine, dove avremmo potuto rilassarci e condurre una vita normale per un po' di giorni, prima di tornare alla caoticità delle metropoli. Per ora le cose stavano andando bene, la casa non era il porcile che pensavo sarebbe diventata, i vicini non si erano ancora lamentati troppo, la pila dei piatti da lavare non raggiungeva il soffitto, non avevamo rotto niente e non ci eravamo ancora portati a letto nessuno di sbagliato. Il che, tutto sommato, era più che ammirevole e potevo ben dire di essere fiero di noi e del nostro comportamento, visto che per una volta ci stavamo comportando da persone civili ed educate e non da classici adolescenti fuori di testa. E poi il mio rapporto con Jack stava migliorando decisamente, stavamo diventando davvero affiatati e mi sentivo come se le sue battute colmassero alla grande il vuoto che sentivo nel cuore da quando avevo rotto con la mia ultima fidanzata, poche settimane prima. Era stato anche quello a spingermi a cercare una via di fuga dalla mia vita, avevo bisogno di ritrovare me stesso e ricominciare da capo, ripartendo dalle mie radici. E quale città migliore se non la mia città d'origine, dove avevo vissuto per i primi cinque anni della mia vita e che avevo lasciato per ragioni puramente economiche? Ora che i soldi non mi mancavano, tornarci era stato un piacere ed era stato ancora più bello portarsi dietro una persona allegra come Jack, capace di farti sorridere in ogni situazione e circostanza, qualunque sia il tuo problema. Insomma, direi che non avrei potuto organizzare questo viaggio in modo migliore, senza ombra di dubbio, e che speravo vivamente che il mio amico non si sarebbe stufato troppo presto.

"Alex. Ehi Aaaaleeeex" mi chiamò per l'ennesima volta.
"Che cosa c'è ora, Jack?" gli urlai.
"Ho trovato un film che potrebbe interessarci" mi gridò dal salotto.
"Ah sì? Di che parla?" domandai, senza aver voglia di andare fin lì a controllare.
"Bhe, c'è questa prostituta che-" cominciò.
"Dio, Jack, non è un altro porno, vero?"
"Sì, sì lo è" rispose lui, come se fosse la cosa più normale del mondo.
"Mettilo via e abbi un po' di tatto" ribattei, levandomi la maglietta.
"Oh, andiamo, sono passate due settimane!"
"Mettilo via lo stesso"
"Va beene, vuol dire che me lo vedrò da solo"
"Come ti pare, comunque io sono in doccia, non venire a cercarmi"
"Ma-" balbettò.
"Non venire a cercarmi" ripetei.
"Ok, ok, morirò di fame mentre tu te la spasserai sotto l'acqua. Spero ti senta in colpa!"
"Decisamente. Buon porno Jack"
"Buona doccia, stronzo"
Mi chiusi la porta alle spalle e buttai i vestiti in un angolo, posando quelli puliti sul lavandino e aprendo l'acqua della doccia. Mi passai una mano tra i capelli e raccolsi l'asciugamano del chitarrista, buttato per terra da ormai due giorni, e lo infilai nel cesto della roba da lavare, mettendoci poi anche i miei vestiti usati. Finii di svestirmi e mi posizionai sotto il getto d'acqua calda, bagnandomi corpo e capelli. Presi lo shampoo e feci un primo giro, poi un secondo e un terzo, visto che volevo prendermela comoda e godermi un attimo di tranquillità. Misi su il balsamo e chiusi l'acqua, aspettai tre minuti e poi la riaprii per sciacquarmi. M'insaponai il corpo e mi lavai pure quello, quindi agguantai un asciugamano e me lo avvolsi attorno alla vita prima di uscire e scontrarmi con l'aria fredda. Rabbrividii leggermente, mi asciugai velocemente i capelli con un altro asciugamano e rimasi immobile qualche minuto per abituarmi alla temperatura ambiente, poi finii di asciugarmi e mi cambiai. Aprii una finestra per far cambiare aria e appesi la roba bagnata sulla parte alta della doccia, raccolsi tutto quello che c'era a terra e uscii alla ricerca di Jack, sperando che il suo porno fosse finito. Stranamente, lui non era sul divano e la custodia del dvd era intatta, segno che non l'aveva neanche aperto. Sorrisi. L'aveva lasciato lì in bella vista per farmi capire che gl'importava della mia opinione e che non l'aveva scartato per rispettare me e la mia specie di lutto. Presi il film e lo rimisi a posto, poi uscii in balcone e trovai il chitarrista spaparanzato sulla sdraio, a fissare il tramonto.
"Che c'è, ti sei addolcito?" domandai, sedendomi per terra accanto a lui.
"Ma bho, è che quando sto qui mi sento diverso" buttò lì lui, girandosi a guardarmi.
"E' che questo è un posto magico. Sai, da bambino venivo sempre qui e guardavo tutto, immaginandomi che un giorno sarei stato qui a guardarlo con la ragazza che mi piaceva allora, Gwen, e ogni volta mi sentivo come se ci fosse qualcosa che mi trascinava sempre più lontano, dentro quei paesaggi dorati e selvaggi, fino alla fine del mondo. E poi da lì mi sarei svegliato, sarei andato a fare un giro e avrei trovato la felicità eterna" mormorai.
"Wow. Certo che eri tocco pure da bambino" commentò Jack, facendo una smorfia divertita.
"Deficiente" risi, dandogli un buffetto sulla spalla.
"Per una volta che sono serio"
"Scusa, è stato più forte di me. E sogni ancora di portarci qualcuno, qui?" domandò.
"Bhe.. sarebbe bello" ammisi, dopo un attimo di silenzio.
"Voglio dire, la mia infanzia l'ho passata a desiderare d'incontrare qualcuno di così importante da entrare a far parte di me, e ogni volta che pensavo di averla trovata, quella persona si rivelava una fregatura. Ho pensato tante volte di portarci qualche ragazza, ogni volta che ero fidanzato, ma nessuna mi è mai sembrata all'altezza di questo posto"
"Capisco.. Allora non dovrei stare qui" mormorò Jack, annuendo.
"Avanti, entriamo che comincia a fare freddo" esclamò subito dopo, alzandosi in piedi e porgendomi la mano.
"Comunque se hai un altro di questi momenti.. dove vuoi parlarmi di te e del tuo passato.. bhe, sappi che io ci sono e sono disposto ad ascoltarti per tutto il tempo che vorrai" sorrise.
"Grazie" mormorai, sorridendo. Entrai dentro con la sua mano sulla spalla e mi sentii sciogliere il cuore per tutto il tempo che lui mi sorrise. Non lasciava vedere spesso quanto fosse profondo o dolce, ma quando lo faceva mi lasciava completamente senza parole, e quella volta non feci eccezione.
   
 
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