Sobbalzo nel letto, madido di sudore, i gonfi occhi spalancati irrorati di sangue, e quell'urlo che ancora mi rimbomba nella testa.
Ma lei ora dorme tranquilla. La fioca luce dalla finestra illumina il suo volto rilassato. Ormai sembra tutto un vago ricordo, una sensazione, e mentre mi si calma il respiro appoggio la testa sul cuscino. Chiudo gli occhi, inspiro profondamente e mente ascolto i battiti impazziti del mio cuore tento di riprendere sonno.
Camminavo in un bosco. Sentivo la sua mano stringersi attorno alla mia. La brezza leggera accompagnava i nostri passi e ci guardavamo in silenzio.
Pioveva. Le fresche gocce bagnavano con leggerezza i nostri volti. Ci baciammo.
L'urlo mi riporta alla realtà. Una lacrima mi scivola lungo la guancia e solo allora mi accorgo di star piangendo e tremando. L'urlo riecheggia e si fissa nella mia mente, unendosi alle ultime immagini del sogno.
Lei ora dorme. Non urla più.
Ma io lo sento sempre, vivido e acuto, come se fosse reale. E forse lo è, come i fantasmi che ogni notte accompagna da me.
Riesco a sentire il suo respiro e ancora una volta chiudo gli occhi alla silenziosa oscurità.