Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: BigEyes    30/05/2012    1 recensioni
Lei si voltò sconcertata e infastidita da quel suo modo di fare.
- Sono un figlio di Dio. Il mio compito è proteggere, non aggredire. Ho una specie di divisa che allontana i demoni. Il nome di Gesù è la mia arma. –
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta
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- Questa storia fa parte della serie 'In The Name of Jesus.'
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-Si si, capisco, ma dico solo che è un peccato che un bell’uomo sia cattivo – continuò Ariel, storcendo le labbra. Il ragazzo la guardò ad occhi sbarrati,incredulo, alzò le braccia, scuotendo più volte il capo, arreso. Poi disse : - il diavolo si traveste da angelo di luce, non ti aspettare un tridente, coda e corna.
- si ma così non è giusto! – rispose la ragazza imbronciata, incrociando le braccia al petto, come una bambina.- così mi potrei innamorare anche di un demone!
Il ragazzo si alzò di scatto, la inchiodò alla spalliera della panchina, stringendo le mani sulle braccia di Ariel, che vedeva i bicipiti tesi e sentiva le sue dita pesanti sulla sua pelle.
- se avessi lo Spirito Santo il solo pensiero ti ripugnerebbe! – esclamò il giovane, guardandola accigliato.
 
Gli occhi grandi di Ariel  si riempirono di lacrime. Abbassò il viso, sentendosi incompleta.
Il ragazzo mollò la presa, si accovacciò di fronte a lei, incrociando le braccia sulle sue gambe,poggiando il mento sulla mano chiusa a pugno, cercando di guardare i suoi occhi marroni. La ragazza alzò gli occhi al cielo, poi si asciugò il viso con il palmo della mano.
– sapevo di esserti inferiore,- disse Ariel guardando fisso negli occhi verdi-  non c’è bisogno di farmi sentire ancor di più il peso-
 il ragazzo avvertì un colpo allo stomaco: forse era stato troppo brusco. Dopo tutto nemmeno lui, l'aveva ricevuto appieno
 
Così si alzò mostrandole il palmo della mano, dicendo – andiamo, questa notte sento che sarà speciale.
 
Judas era arrivato alla riva, guardò la sua mano, fece un ghigno alla luce della luna piena, che illuminava l’acqua cheta del mare. Nella sua mano destra c’era un chip che gli apriva tutte le porte del mondo delle tenebre. In quel congegno era inciso il numero del nome della bestia: il seicentosessantasei. Tesa la mano, un vortice si aprì facendolo entrare nel Regno del pianto e dello stridore di denti.
I ragazzi osservarono il tutto da dietro un cespuglio. Ariel piena di orgoglio per le parole che le aveva rivolto Joshua, corse verso il vortice. Il ragazzo non riuscì a fermarla in tempo, ma un evento particolare la immobilizzò.
 
Una colonna di luce tagliava le nubi nel cielo buio. Sembrava un raggio di sole in pieno mezzogiorno. Il raggio si materializzò pochi metri sopra la testa di Ariel che osservava, tremante, stringendo i pugni, a bocca aperta, ad occhi spalancati.
I due angeli  si avvicinarono ad Ariel, la quale, mettendosi le mani sulle labbra, li guardò inchinarsi alla figura ricoperta di luce, con il pugno della mano destra sul cuore.
 
I messaggeri si riempirono di luce, mostrando la loro vera  natura. Gabriel e Mikael non avevano pupille, ma gli occhi brillavano di quella luce celeste. Avevano una spada fiammeggiante, uno scudo, un elmo, un’armatura d’oro, dei sandali. Mikael aveva, a differenza di Gabriel, capelli castani, ondulati.  
 
Joshua si avvicinò a stento, sentendosi attraversare da un brivido per tutto il corpo ad ogni passo.
Ariel crollò in ginocchio, la luce riempì lo spazio circostante. Il suo cuore fu trafitto da un raggio sfolgorante, sentì l’anima riempirsi di un amore mai provato prima. Voleva riempirsi di quel calore, traboccare di quell’amore.  Le lacrime non poterono essere trattenute, la luce era abbagliante. La ragazza si toccò il cuore e tese il braccio per arrivare a toccare la figura.  Una mano evanescente si avvicinò alla sua. Quando l’indice la toccò, sentì un esplosione nel cuore, una gioia e una pace ineffabile.
Joshua cadde con il viso a terra, in ginocchio, piangendo e sussurrando - Signore…non sono degno della tua presenza, di contemplare il tuo viso…
 
La figura aveva forma umana. Il suo abito era candido come la neve, aveva una cintura in vita, d’oro. Sulla mano destra sette stelle.
L’Amore si avvicinò ad Ariel che singhiozzava e aveva il capo abbassato. Le alzò il viso. I suoi occhi erano come fuoco, il viso come folgore. Poi disse:
-          perché hai posto in me il tuo affetto , io ti libererò e ti leverò in alto al sicuro, perché conosci il mio nome. Tu mi invocherai e io ti risponderò; sarò con te nei momenti difficili..- .( ndr Salmo 91:14 )
Come poter descriverne la voce? Il suono era come il fragore di molte acque, ma aveva la voce dolce come quella di un padre.
Il Re fece cenno di seguirlo e i ragazzi senza indugiare obbedirono. Li condusse al vortice, vi entrò. Gli angeli indicarono la strada ai due.
 
I due si guardarono. Joshua strinse la mano di Ariel, facendole un sorriso e dicendo:
-non hai da temere nulla adesso. Lui è con noi- 
La ragazza annuì, si avvicinò al passaggio  e sentì una forza attrarla all’interno, così saltò ritrovandosi in un luogo buio, dove non si poteva guardare oltre il proprio naso. La luce di Dio poco avanti a lei la rincuorò e al tempo stesso mostrò l’orrore del luogo: sulle pareti e sul pavimento schizzi enormi di sangue. Inchiodate al tetto ombre urlanti aiuto, da cui gocciolava un liquido scuro.
 
La ragazza si sentì mancare, ma Joshua dietro di lei, la prese in tempo. Ariel sentiva il suo tocco delicato, ma non riusciva ad aprire gli occhi per guardare il suo viso, sudava freddo e tremava.
Il Re le si avvicinò. La ragazza sentì un profumo dolce come di sandalo e di vaniglia. Il Re le soffiò sulla fronte, le prese le mani e la rialzò.
 
La ragazza sentì un bruciore, ma un bruciore piacevole. Quel tocco le aveva ristabilito le gambe e le aveva infuocato il cuore di coraggio. Così continuarono il cammino, oltrepassando una galleria la cui entrata era alta e spaziosa; il Re, avendola oltrepassata, ricordò ai ragazzi, con tono autorevole
-  Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa;- ( ndr Matteo 7)
 
Al loro passaggio le ombre smisero di gemere. Usciti dalla galleria apparve un essere gobbo, deformato, minuto, zoppicante con la bava alla bocca. Ariel si ritrasse verso Joshua, tappandosi il naso, con espressione schifata. Il ragazzo le mise le mani sulle spalle dicendo:
-non preoccuparti deve essere un demone di infimo livello, non può farci niente…
- si ma io non mi preoccupo di quel che può farci…sento che potrei vomitare da un momento all’altro.
 
Il demonietto disse:
-          Cosa volete qui? Voi, figli dell’ Altissimo? Non siete i benvenuti…
-          Tu, ci farai passare, essere immondo – replicò Mikael, sguainando la spada.
 
Il Re si rivolse a Joshua, pronunciando parole incomprensibili per Ariel: era la lingua Celeste. Joshua annuì, con sguardo torvo.
 
  
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