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Autore: showard92    30/05/2012    2 recensioni
"Sai quale emozioni si provano quando si ama?" chiesi.
"Ti senti fra le nuvole, quando parli con lei ti sudano le mani, la velocità del cuore aumenta senza fermarsi, hai un solo pensiero fisso nella mente, quella di attirarla a te e farla tua, sussurrandole che la ami, e che senza di lei non sapresti vivere, e quando lo farai ti sentirai felice, perchè amare consiste anche ad essere felice. Non sempre potrà andare rose e fiori, ma se il vostro amore è vero, allora continuerà, incondizionatamente da quello che la vita potrà fare per dividervi. Ecco cosa si prova quando si è innamorati"
"Si prova questo? Beh.. allora le mie supposizioni sono giuste, ti amo"
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Spazio autrice, Showard:
 
Hola :3
Scusate il tremendo ritardo, ieri non ho potuto postare il terzo capitolo, non funzionava internet.
Ma ora sono qui, beh, buona lettura!
 
Spazio autrice, Lola:
 
Ciaao carissimi.
Mi scuso anch'io per il ritardo, ma in attesa che internet si facesse vivo, abbiamo fatto altri capitoli, tra cui questo, che sarà pieno di sorprese, e bello lungo.
Ci vediamo giù, baci.
 
 
 
Sono nella camera di Charlotte.
Da quando l'ho conosciuta, cioè da ieri, siamo diventate grandi amiche. Ho scoperto che ama danzare, e che da grande vorrebbe fare l'insegnante di danza. Dice che non ha molti amici, e che io sono l'unica che non è scappata dal suo parlare in continuazione.
Beh, onestamente è chiaccherona, ma oltre a questo piccolo e insignificante difetto, è un'amica eccezionale.
 
"Bella, tra poco dovremmo andare a lezione."
 
"Si, che lezione hai Charl?"
 
"Mmh.." ci pensò su, mentre controllava nel foglio.
 
"Français" dice imitando l'accento francese, con scarso risultato.
 
"Eh ti servirebbe, quell'accento era schifoso"
 
"Grazie mille Bella" dice fingendosi offesa. Ma quanto può essere dolce questa ragazza?
 
"Avanti scherzo!" dico raggiungendola e abbracciandola. "Tu inizia ad andare in classe, io vengo tra poco"
 
"Vabièn" scuoto la testa sorridendo, pensando che una ragazza così non l'ho mai incontrata.
Lei è l'unica, e sottolineo l'unica, che mi accetta per quello che sono. Le ho raccontato che non sono ricca, ma bensì discretamente povera, ma lei si limitò ad annuire.
Le dissi che i miei genitori erano morti, e che vivevo sola con mia nonna, lei, inaspettatamente mi abbracciò, senza proferire parola. Da questi piccoli gesti, che potrebbero essere insignificanti alla faccia degli altri, ma per me importa tanto.
Ho ancora molta paura ad affezionarmi alle persone, ma non ci posso fare niente, il terrore di voler bene a qualcuno, ma poi perderla è troppa. Lei, forse e dico forse, riuscirà a farmi uscire da quest'incubo. Oltre tutto mia nonna quando.. Aspetta, mia nonna! Mi sono totalmente scordata di chiamarla.
Afferrai il cellulare di fretta e furia, digitai il numero e attesi una risposta.
 
"Bella, oh tesoro!"
 
"Nonna, mi dispiace ho incontrato una ragazza che mi sono dimenticata di.."
 
"Amore, tranquilla" dice con quella sua voce dolce e calma, tanto calma da farmi tranquillizzare.
 
"Sono qui con Amanda, lei sta guardando la tv, te la passo?"
 
"No, nonna. Devo andare a lezione, ho chiamato per dirti che qui è tutto meravigliosa" a parte che mi sento fuori posto, avrei voluto dirle. "Salutami Amanda, ora scappo. Ti voglio bene"
 
"Anch'io tesoro, tanto, ciao." e attaccai.
 
Presi la borsa, infilandoci i libri, e proprio in quel momento una voce familiare, avvisò che le lezioni sarebbero iniziate tra 5 minuti. Dopo aver sceso di fretta le scale, inciampando su una, arrivai in classe, vidi Charlotte parlare con una ragazza.
La raggiunsi, curiosa di conoscere questa misteriosa e bella ragazza.
 
"Ehi, Bella, lei è Leah" dice indicandola. "Leah, lei è Bella" questa volta spostando il suo piccolo indice verso di me.
 
"Piacere" mi allungò la mano, la quale io strinsi calorosamente.
 
Era una ragazza della mia stessa altezza, era snella, con le forme giuste. Il suo viso era a cuore, aveva gli occhi a forma di mandorla, proprio come Charlotte ma al contrario di quest'ultima, Leah li aveva di colore marrone.
I suoi capelli erano abbastanza corti, le arrivavano all'estremità del collo, ed erano di un nero talmente scuro che mi sembrava una parrucca. Il suo naso era all'insù, e piccolino. La bocca che circondava il mento, era rosea grazie al lucidalabbra, e così anche le guance. Indossava una t-shirt verde a maniche corte, dei jeans stretti scuri e delle ballerine nere, che mettevano a risalto i suoi voluminosi e corti capelli.
 
Ci sedemmo nei rispettivi posti, e come da copione, il professore entrò.
 
 
Ero fuori dalla classe, accanto a Charlotte e Leah, la lezione di francese era andata piuttosto bene. Il professore si è presentato, dicendo il suo nome e cognome, come da curriculum. Dopo un quarto d'ora mi fece una domanda, a cui io risposi eccellentemente, con tanto di complimenti.
Non potevo dire di non essere brava, ma neanche potevo dirlo di esserlo. Ci vuole impegno, soprattutto ora che sono al college, qui devo sudare per ottenere ciò che voglio.
Vorrei diventare dottoressa, infermiera, pediatra. Qualunque cosa che centri con la medicina, perchè è questo il mio sogno.
Ho sempre pensato di non potermelo permettere, calcolando che sono una specie di povera, e che con quei pochissimi soldi che mi restano devo comprarci da mangiare per vivere, credevo che il mio sogno non si sarebbe realizzato.
Ma credo di avere più speranze, adesso.
 
"Leah, vieni con noi a pranzo?"
 
"Certo, sapete non conosco tante persone qua"
 
"Oh, neanche noi" dico sorridendole.
 
Ci stavamo incamminando verso il prato, oggi era una giornata bellissima, un sole che splendeva, gli uccellini che cantavano, la pallonata in testa che mi arrivò di nuovo.
 
"Ahi!" dico massaggiandomi la testa, ma che cazzo hanno da tirarmi pallonate in testa? Che sono un giocattolo? Leah e Charl si avvicinarono a me.
 
"Bella stai bene? Se trovo chi è che l'ha tirata" dice Charl, mettendosi la mano sopra gli occhi come da militare, per coprirsi dal sole, e cercare la persona che mi tirò questa stupida palla. Dopo un pò vidi un ragazzo avvicinarsi a noi, il più bel ragazzo che abbia mai visto.
Aveva il viso sudato, per via del sole, i capelli sbarazzini, bagnati e gocciolanti, per di più alla luce del sole erano un contrasto tra il castano e il biondo. I suoi occhi mi imprigionarono in uno stato di trans, erano verdi. Ma non verdi come quelli di Amanda, un verde mischiato con l'azzurro, la più bella combinazione che esista.
Indossava una t-shirt bianca, che valorizzavano i suoi muscoli mediocri, dei jeans leggermente larghi e scuri, dopo di chè, delle converse nere. Il mio sguardo si posizionò subito nelle sue labbra, carnose e rosee, non che fossi una pervertita, ma andiamo.. con un dio davanti chi non potrebbe concentrarsi su quelle? Distolsi lo sguardo imbarazzata, e mi alzai di scatto pronta a dirgliene quattro, ma a questo ci pensò Charlotte.
 
"Ma ti rendi conto che questa è la seconda volta che gliela tiri in faccia? Ma chi ti credi di essere? Te la ficco in culo quella palla se non la smetti." sapevo perfettamente, che tipo di dialogo assumeva con le persone che facevano qualunque tipo di male, ai suoi familiari o amici, e le sono grata per questo.
 
"Calmati ragazzina, quella palla non pesa niente, non ho capito dove si è fatta male quella, secondo me finge" bel ragazzo con un brutto carattere però.
 
"Emh.. 'quella' avrebbe un nome, cioè Bella, e la palla che tu dici che non pesa niente, sarebbe una palla da professionisti, e sai quanto pesa la palla da professionisti? Meno del tuo cervello di sicuro."
 
"Va bene, mi dispiace." dice avvicinandosi pericolosamente a me. Solo ora capii che questo ragazzo era lo stesso del giorno prima, infatti non capii la frase di Charlotte. 'Ma ti rendi conto che questa è la seconda volta che gliela tiri in faccia?' Seconda.. quindi è lui. "E' che quando gioco a calcio non guardo in faccia a nessuno, spero che non ti sia fatta male." ormai eravamo a un centimetro di distanza dal viso, lui alzò la mano e mi accarezzò il punto dove mi colpì. Ho capito.. sta cercando di farmi cadere ai suoi piedi, ma non ci riuscirà.
 
"Stai bene?" mi sussurrò a pochi millimetri di distanza. 
 
"Si.." dico sussurrando. Presi coscienza, e lo spinsi un pò più indietro. "Ma stavo meglio prima della pallonata, ciao." lui mi sorrise, quel sorriso che adoro, ma su di lui è ancora meglio che su quei stupidi attori in tv.
 
Mi sedetti con Charlotte e Leah nei tavolini di legno.
Continuavo a guardare quel ragazzo, che, come non fosse successo niente, continuò a giocare con un suo amico.
 
"Bella, sta bene, sicura?" mi chiede Leah, aprendo bocca solo adesso.
 
"Come? Ah, si, tranquilla Leah" dico sorridendole, lei ricambiò calorosamente.
 
"Beh, vado a prendere da mangiare, voi che volete?" chiesi.
 
"Mmh.. Hot Dog io" propose Charlotte.
 
"Io pasta, vedi la specialità di oggi" dice sogghignando.
 
"Sicuramente la specialità di oggi sarà pasta con cervello del professore, tanto per farci diventare intelligenti." dico ridendo, e alla mia risata si unirono anche loro.
 
Andai al bar e ordinai, elencando ciò che volevano le mie amiche.
 
"Emh, un hot dog e pasta per le mie amiche, per me un panino con carne e patatine fritte può bastare"
 
"Pasta come signorina?"
 
"Specialità di oggi?"
 
"Ravioli ai funghi"
 
"Andrà più che bene." dico sorpresa che oggi hanno messo una pasta decente.
In attesa che cucinasse, mi girai guardando il panorama.
 
"Un panino con prosciutto, grazie" una voce alla mia destra mi fece girare. Oh.. meglio che non mi giravo. E' quel ragazzo di poco fa, e adesso mi sta guardando sorridendo, che faccio?
 
"Tutto bene con la testa?"
 
"Si" dissi stizzita.
Lui si avvicinò a me per controllare, ma era troppo vicino, tanto da sentire il suo caldo respiro sopra i miei occhi.
 
"L'hai gonfio"
 
"Che ti importa? Non ti sei fatto problemi a tirarmi la palla in faccia, no? Perchè te li fai adesso?" dico improvvisamente senza balbettare, e l'imbarazzo? si è andato a fare un giro.
 
Lui non mi ascoltò e parlò con il ragazzo dietro il bancone che prendeva le ordinazioni.
 
"Ha il ghiaccio?"
 
"Si." rispose confuso.
 
"Bene, lo avvolga in qualunque cosa, anche merda, e poi me lo dia" dice ridendo.
 
"Grandioso, ora mi spiccichi la merda in faccia?"
 
"Credi davvero che me lo avvolgerà nella merda?"
 
"No." sbuffai, dopo un pò il signore gli dette questa busta col ghiaccio, lui mi girò lentamente, e me lo appoggiò in testa.
Eravamo vicini, ancor più vicini di prima, e lui non smetteva di avvicinarsi, mi guardava dritto negli occhi, come se fosse ipnotizzato, ma qui io dovrei esserlo.
 
"Ti fa male?" disse improvvisamente dispiaciuto.
io scossi la testa, incapace di proferire parola.
Avevo perso il controllo di me stessa, il suo avvicinarsi senza neppure fermarsi era come una droga.
Cosa faccio adesso?
 


 
Spazio autrici:
 
Cosa farà adesso la povera Bella? Beh, proprio povera no, si trova davanti il più bel ragazzo del college. u.u
Allora, non so se postiamo il quarto oggi, per farci perdonare del ritardo di questo capitolo, spero di avere del tempo.
Un bacio, da Showard e Lola, che vi ringraziano per il vostro seguirci.
  
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