NEL CUORE DELLA BUFERA
Sciare è
stupido.
Voglio dire, a cosa diavolo serve?
Per spostarsi no di sicuro, visto che funziona solo nella stagione invernale, se
c’è neve, e che è anche piuttosto scomodo; inoltre io sono un mago e conosco ben
altri modi per spostarmi. Non è neppure un divertimento, perché scendere da un
posto alto ad un posto più basso con due cosi lunghi sotto ai piedi di
divertente non ha proprio niente.
Insomma, sciare è… stupido,
appunto, come ho detto un attimo fa.
E comunque, anche se fosse una
cosa bellissima, utilissima e divertentissima, io non vorrei impararla lo
stesso.
È un po’ come Trasfigurazione, no?
La professoressa McGranitt ed Hermione pensano che sia bellissima e
divertentissima, e che sia utilissima sicuramente non lo può negare nessuno.
Però, se la eliminassero dal piano degli studi, io mica mi lamenterei,
anzi!
E allora cosa diavolo ci faccio qui, in mezzo a tutto
questo bianco e tutti questi babbani entusiasti?
Non lo so, però mi sa tanto che il
motivo per cui sto qui abbia qualcosa a che fare con i miei due migliori amici,
entrambi vissuti tra i babbani ed i loro strani modi di divertirsi fino agli
undici anni, e con mio padre, patito di tutto quello che non si fa nel mondo
magico.
Qualunque sia il motivo per cui
sono qui, fatto sta che sono qui e che non ci vorrei essere. Ho quei cosi ai
piedi, gli sci, Ginny ha detto che si
chiamano, che gliel’ha detto Harry, quindi mi fido; ogni volta che mi muovo di
qualche millimetro sento le gambe che vanno, inesorabilmente, una a destra ed
una a sinistra ed il mio baricentro che viene meno.
Poco lontano dal punto in cui mi
trovo c’è Ginny, che come me non sembra molto stabile, ma accanto a lei Harry si
preoccupa di sorreggerla non appena sembra che stia per cadere, avvolgendola tra
le sue braccia e facendola sorridere.
Ecco, sì, Harry e Ginny stanno
assieme. Si sono messi insieme qualche oretta fa, quando siamo arrivati sulle
piste ed è successo l’inevitabile: mia sorella è caduta, falciando le caviglie
ad Harry, che le è capitombolato addosso. Si sono lanciati un paio di sguardi
talmente incandescenti che mi sono stupito non si sia sciolta tutta la neve e
poi si sono sbaciucchiati allegramente, davanti a tutti.
Mia madre, attaccata al braccio di
mio padre nel tentativo di non fare la stessa fine della figlia, ha lanciato un
dolce sguardo alla suddetta e al ragazzo che le stava mangiando la faccia ed ha
trascinato via tutto il resto della famiglia, pigolando qualcosa a proposito di
intimità.
Naturalmente si è dimenticata di
me, cosa che ultimamente succede spesso ed io sto iniziando a chiedermi se non
sia per il fatto che appena qualche giorno fa mi sono mangiato la torta che
aveva cucinato per l’arrivo di Harry; comunque, dicevo, mia madre si è
dimenticata, volontariamente o meno, di me, mia sorella ha in testa ben altre
cose, ed io non riesco a fare un passo, o una scivolata, o una sciata o
qualsiasi cosa si faccia con gli sci ai piedi.
Ecco, nessuno si ricorda di me,
nessuno mi vuole bene, morirò qua, mi ritroveranno tra venti anni tutto
congelato. Ed io che volevo… non so, fare tutte quelle cose che si fanno, tipo
finire la scuola e non dover più aprire un libro, dormire quando voglio, fare
una carriera, dormire, sposarmi… dormire… insomma, quelle cose
lì.
Morirò qui, lo so, infatti sento
già le dita dei piedi che stanno perdendo sensibilità e poi nemmeno la punta del
naso me la sento più e…
-Ron, scemo, cosa stai facendo
lì?!-
Ecco, ora mi immagino anche
Hermione che mi rivolge delle dolci parole. Sto proprio morendo. Ora la vedo
anche, contornata da un’aurea bianca e splendente… la luce degli angeli, non può
essere altrimenti. L’angelo che mi trasporterà nel Paradiso (spero) dei maghi ha
le sembianze di Hermione, è possibile? E se sì, perché? Qual è il motivo? Non
poteva essere… che ne so, il portiere dei Cannoni di Chudley? Dopotutto lui è il
mio idolo, no? È la persona con cui vorrei passare gli ultimi attimi della mia
vita. Perché vedo Hermione? Non è che…
-Ronald Weasley! La vuoi smettere
di startene lì impalato come un troll?!-
Che angelo antipatico ed
insolente, però. Non pensavo che gli angeli si rivolgessero ai loro protetti in
questo modo e nemmeno che si agitassero come ossessi, come ora sta facendo
lei.
Però, se guardo meglio…
miseriaccia, la luce bianca che pensavo fosse l’aurea dell’angelo-Hermione è
scomparsa, quindi non era una luce paradisiaca o qualcosa del genere, ma… neve. La neve che ha fatto sollevare
quando ha frenato a pochi metri da me su quei suoi sci.
Quindi, continuando per
associazione di idee, se quella non è l’aurea di un angelo lei non è un angelo.
Per fortuna, questo vuol dire che io non sono morto e che non sarà
necessariamente Hermione l’ultima persona che vedrò prima di morire. Grazie a
Merlino, perché la mia carissima
amica Hermione alle volte è proprio antipatica. Come in questo momento: mi
sta guardando talmente male che se i suoi occhi fossero una bacchetta ora sarei
un mucchietto di polvere. Ma che ho fatto di male?
-‘Mione!- borbotto tentando di non
perdere l’equilibrio. –Cosa c’è?-
-Non vedi che il tempo sta
cambiando?- dice lei indicando il cielo spaventosamente plumbeo. -Sono stata su
al rifugio e mi hanno detto che è prevista una bufera di neve, è meglio se
rientriamo e lo facciamo alla svelta.-
-Oh, Hermione, sei venuta a salvarmi!- esclamo portandomi una mano
al petto. –Potevo restare qua, essere travolto dalla bufera, ma tu sei venuta a
salvarmi!-
Lei sbuffa, ma nei suoi occhi vedo
un luccichio divertito. Per fortuna, visto che prima sembrava arrabbiata e
quando è arrabbiata non è molto propensa ad aiutarmi… ed io al momento ho decisamente bisogno di aiuto, visto che
non riesco a muovermi.
-Piantala di dire sciocchezze,
Ronald, e diamoci una mossa.- sbotta sbrigativamente, ma con tono preoccupato
più che seccato.
-Lo farei molto volentieri,
‘Mione, se riuscissi a camminare su questi cosi.-
Lei si avvicina, scuotendo
leggermente i riccioli bruni.
-‘Quei cosi’ sono sci, Ron, con i
quali si scia e non si cammina. Andiamo, su, tieni le gambe leggermente piegate
e porta il busto un po’ in avanti. Non stare rigido, Ron, e ti muoverai da
solo.- spiega con la sua solita aria da maestrina.
Non devo stare rigido? E come si
fa? A me sembra proprio che se non mantengo il corpo rigido le mie gambe
andranno per cavoli loro, facendomi finire con la faccia spiaccicata nella
neve.
-Non ci riesco!- ringhio di
malumore. Sto facendo una figuraccia e ci scommetto che, non appena arriviamo a
casa, lei lo racconterà a tutti. Fred e George mi prenderanno in giro fino alla
mia morte… quella vera.
-Ma sì che ci riesci, dai!- mi
sprona Hermione con uno sguardo incoraggiante. Io la guardo come se fosse uno
dei figli di Aragog. Lei sbuffa, mentre alcuni fiocchi di neve di dimensioni
piuttosto allarmanti cadono sui suoi e sui miei capelli. Dobbiamo muoverci
veramente. Devo muovermi
veramente.
-‘Mione, devi darmi la mano, io
non riesco a fare un passo.- mormoro mordendomi nervosamente il labbro
inferiore.
-Va bene, va bene. Io mi metto di
schiena davanti a te, tu appoggia le mani sulle mie spalle e fai in modo di non
impicciare i tuoi sci nei miei, poi lasciati portare.-
La fisso vagamente dubbioso: farmi
trascinare da lei? Insomma… insomma, sono pur sempre un uomo con un orgoglio,
no? Che dirà Harry? Che dirà mio
padre?
I fiocchi di neve diventano sempre
più grandi e scendono sempre più velocemente. Mi guardo intorno e noto che
praticamente non c’è più nessuno, io ed Hermione siamo gli unici due pazzi che
ancora non si sono ritirati nel calduccio di casa. Al diavolo il mio orgoglio,
devo proprio darmi una mossa.
Annuisco e poggio le mani sulle
sue spalle, lasciandomi trascinare. Lei si muove con una disinvoltura
incredibile ed io penso che posso anche farmi gli affari miei, visto che per il
viaggio non sono di alcuna utilità.
Il mio sguardo vaga sul paesaggio,
del quale si vede ben poco, vista la quantità di neve che volteggia intorno a
noi. Prendo a guardare come muove i piedi, così magari imparo come si fa, e poi,
giuro, senza farlo assolutamente apposta, le guardo anche le gambe e poi,
impossibile non farlo, anche il sedere fasciato dalla tuta da
sci.
Merlino. Miseriaccia, se ha messo su un corpicino
niente male, la nostra Hermione! Chissà se Harry se n’è accorto… io non me n’ero
mica accorto, però è anche vero che non guardo mai queste parti anatomiche di
Hermione. Voglio dire, non sta bene,
no? È la mia migliore amica, guardarle il fondoschiena sarebbe proprio fuori
luogo.
Sì. Ecco. Infatti, dovrei
distogliere lo sguardo. Lo faccio, ma poi, quello, come se decidesse tutto lui,
torna a posarsi lì. Non è colpa mia, lo giuro, non volevo, però… le guardo
ancora il sedere.
Pessima mossa. Non tanto perché
lei se n’è accorta e mi ha tirato uno schiaffo, cosa che avrebbe realmente fatto
se si fosse accorta di quello che stavo guardando, ma perché mi sono
deconcentrato ed un mio sci si è infilato tra i suoi.
Miseriaccia, sta perdendo
l’equilibrio e… pure io! Mi sbilancio in avanti, piombandole praticamente
addosso. Ora sono aggrappato a lei, la quale, grazie al cielo, sembra in grado
di reggerci in piedi entrambi. Devo proprio chiederle se fa palestra e
se…
Okay, anche se fa palestra è stato
tutto inutile, visto che non riesce a sorreggerci più e… cadiamo nella neve, io
sopra di lei, ed iniziamo a rotolare. Immagino che se ora passasse un
elificottero o quel che è sopra di noi vedrebbe una palla di neve dalla quale
spuntano capelli rossi, riccioli bruni, gambe, braccia e
sci.
Se io non fossi proprio nel bel
mezzo della palla penserei che sarebbe sicuramente divertente vedere una scena
simile.
Continuiamo a rotolare ed io non
capisco più niente. Mi sa che mi sono anche perso Hermione, non sento più i suoi
sci che mi trafiggono le gambe. Merlino, ora rotolo pure da solo… chissà dove
finirò? Forse faccio un primato, pensate: “il ragazzo che ha percorso la
maggiore distanza rotolando in una palla di neve”. Sarebbe una cosa forte, no?
La gente mi riconoscerebbe per strada ed io sarei famoso come Harry. Ah, tanto
per dire, somiglierò comunque un po’ ad Harry, visto che quando mi fermerò, se mi fermerò, sarò pieno di cicatrici…
e dire che la neve sembra così morbida! Boh.
Miseriaccia, proprio non riesco a
fermarmi, continuo a rotolare. Inizio ad avere paura, ti prego, Merlino, fammi
fermare! Ti prego…
Merlino sarà pure un mago
illustre, ma io credo che sia un po’ bastardo dentro. Mi sono appena schiantato
contro un albero ed ora provo compassione per i tizi che ci si scontrano sempre
nelle barzellette: posso assicurare che non è per niente piacevole. Però almeno
mi sono fermato. Sbuffando mi tolgo gli sci, finalmente, restando con gli
scarponi. Mi alzo in piedi e mi spolvero la tuta dalla neve, anche se serve a
ben poco, visto che ad essere fradicio è quello che c’è sotto alla tuta, ossia, in serie: i
jeans e la maglietta, la mia pelle e le mie ossa.
Comunque sia, bagnato ma vivo, mi
va bene anche così.
Ora devo fare solo una cosa:
trovare Hermione. Chissà dov’è finita. Magari è caduta in un crepaccio ed io la
devo salvare. Se la salvassi giurerebbe di prestarmi i compiti fino alla fine
della scuola e di venerarmi per tutto il resto della nostra vita? Prometterebbe
di non contraddirmi più e smettere di riprendermi per tutto quello che faccio?
Forse lo farebbe davvero. Devo muovermi ad andare a cercarla però, altrimenti
finisce che mi muore e mi scordo di poter copiare i compiti. Ah, e naturalmente
mi dispiacerebbe molto anche non sentire più la sua vocina
petulante…
Ho appena deciso da che parte
iniziare le ricerche, quando un fiocco di neve enorme mi prende dritto dritto in
faccia. Alzo gli occhi verso il cielo turbinante di neve ed un altro fiocco mi
prende sulla schiena, facendomi girare di colpo… dietro di me c’è Hermione,
quella che dovevo andare a salvare, che si sbraccia e mi fa dei segni,
guardandomi male.
-‘Mione, stai bene?- le domando
vagamente deluso.
Lei si avvicina arrancando con
qualche difficoltà nella neve.
-Sì, sto bene. Vieni, Ron,
seguimi! Ho trovato una capanna, ci rifugeremo lì fino a che non sarà passata la
bufera.- dice sbrigativamente, prendendomi per un braccio e
trascinandomi.
Camminiamo per qualche metro in
silenzio e poi vedo comparire davanti a noi una costruzione di legno, bruttina e
sbilenca. Arriviamo alla porta ed Hermione mi sospinge dentro, chiudendosela poi
alle spalle.
L’interno è orribile quanto
l’esterno, ma almeno è asciutto.
Mi lascio cadere a sedere sul
pavimento, facendo sollevare una nube di polvere, e guardo
Hermione.
-Sei sicura di stare bene?- chiedo
ancora. Magari se le sto vicino mentre si sente male i compiti me li passa lo
stesso.
Lei mi rivolge un sorriso e mi
sembra di sentire un po’ più di caldo nel petto: forse i miei vestiti stanno
iniziando ad asciugarsi. Speriamo.
-Sì, Ron, sto bene, non
preoccuparti. Tu, piuttosto, sei tutto intero? Hai fatto una bella
discesa!-
Io le lancio uno sguardo
torvo.
-Osa ridere e ti ficco a testa in
giù nella neve.-
Hermione viene a sedersi davanti a
me e mi scoppia a ridere in faccia; vedo che come sempre tutti danno molto peso
alle mie minacce. Poi scrolla le spalle e torna seria.
-Non prendertela Ron, sei stato
fortunato. Con il volo che hai fatto poteva finire che dovevo cercare i tuoi
arti nella neve.-
-Mi sono anche schiantato contro
un albero.- confesso io con voce lamentosa. Magari si addolcisce un po’, se vede
che mi sono fatto male.
Lei mi fissa e poi scoppia a
ridere di nuovo.
-Sei un disastro ambulante, Ron!-
dice allungando una mano per scompigliarmi i capelli. Poi la sua mano si sposta
sulla mia guancia in una breve carezza ed io sento un’altra scarica di calore,
anche se non capisco cosa l’abbia provocata.
-Senti, io l’avevo detto a tutti,
ancora prima di partire, che queste vacanze sulla neve non mi sembravano una
buona idea!- sbotto di malumore. -Non ci so andare sugli sci, non è colpa
mia!-
-La verità è che sei dannatamente
orgoglioso, Ronald, e non vuoi farti aiutare da nessuno. Mi ero offerta di
insegnarti, stamattina, ricordi? Ma tu hai detto di no.-
Il suo tono è brusco, come quando
rifiuto di farmi ripetere la lezione appena tenutasi e poi mi lamento perché non
riesco a fare i compiti assegnati. Inoltre ha usato il mio nome per intero e
questo non è affatto un buon segno.
-Non voglio farmi aiutare da te.-
borbotto. Hermione mi fissa; sembra offesa e quasi quasi mi dispiace di averle
risposto così. Mi schiarisco la voce. –Voglio dire… in realtà volevo che mi
aiutasse Harry, ma lui si è buttato su mia sorella… per quello ti ho risposto
male.- abbasso lo sguardo. –Scusa.-
La vedo assumere un’espressione
strana, a metà tra il perplesso ed il sospettoso, forse per il fatto che non
sono solito chiederle scusa.
Però è carina quando mi guarda
così, forse dovrei scusarmi più spesso.
Scuoto risolutamente la testa: no,
ma cosa diavolo sto dicendo? Forse è il freddo che mi sta facendo
male.
-Non fa niente, Ron.- dice lei
allungando una mano e sfiorando la mia con due dita; in quel preciso istante un
brivido mi percorre la spina dorsale ed io mi chiedo se non sia il caso di
preoccuparsi: mi sa che mi si sta congelando tutto il corpo. –Magari qualche
lezione te la do domani.- continua Hermione sorridendomi. –Cosa ne
dici?-
Io dico che visto quello che è
successo oggi è meglio che non abbia più niente a che fare con lei che indossa
tute e scia davanti a me, quindi devo sviare il discorso al più
presto.
-Mmh.- mugugno scrollando le
spalle. Improvviso un brivido molto violento e le lancio uno sguardo da cucciolo
spaurito; colpisco nel segno, perché lei mi rivolge un’occhiata piuttosto
preoccupata.
-Che c’è, Ron?- mi
domanda.
-Ho tanto freddo.- esalo con un
filo di voce. –Non so come mai, ma all’improvviso… tanto freddo,
‘Mione.-
-Oddio.- mormora lei
inginocchiandosi e avvicinandosi a me. –Hai i vestiti zuppi, non è vero?- mi
tocca la manica della tuta e scuote la testa. –Proprio come pensavo. E’
pericoloso tenere addosso i vestiti bagnati, Ron, potresti prenderti una
polmonite!-
-No, la polmonite no.- sussurro
tirando su con il naso. –Ti prego, Hermione, amica mia,
aiutami.-
Forse sto esagerando un po’ con
questa sceneggiata, ma è così bello quando la gente si prende cura di
te!
-Ma certo, Ron.- dice lei in un
tono dolce che non mi aveva praticamente mai rivolto prima. –Ora bisogna agire
in fretta, però: forza, togliti i vestiti.-
Per la santissima barba di
Merlino, ma cosa sta dicendo?
-Che cosa?- domando con un filo di
voce.
-Devi toglierti subito quei
vestiti bagnati, Ron.- spiega lei in tono spiccio. –Ed è anche il caso che io mi
tolga i miei, visto che sono nella tua stessa situazione. Dopo dobbiamo
assolutamente trovare un modo per scaldare i nostri corpi, altrimenti rischiamo
l’ipotermia.-
Miseriaccia ladra, ma di cosa sta parlando questa pazzoide?
Toglierci i vestiti, scaldare i nostri corpi… che cosa diavolaccio intende questa matta?! Il freddo deve
davvero averle dato alla testa perché… insomma… sta parlando di toglierci i
vestiti!
-Hermione, aspetta un attimo.-
farfuglio, consapevole di avere le orecchie scarlatte e di stare balbettando
come un idiota. –Forse prima dovremmo parlare, dovresti
spiegarmi…
-Dopo ti spiegherò tutto, Ron.- mi
rassicura lei con un sorrisino. –Ora però togliti quella roba, non te lo ripeto
più.- dice facendo un cenno alla mia tuta; poi si gira di spalle ed io sento
chiaramente il rumore della cerniera della sua giacca che viene aperta.
Accidentaccio, sembra stia facendo sul serio. Cosa devo fare? Questa ragazza mi
farà impazzire!
-Hermione… - mormoro ancora, non
sapendo più cosa fare. –Forse è il caso di ragionare un attimo prima
di…
-Oh santo cielo, inizi già a
perdere coscienza!- esclama lei interrompendomi. Torna verso di me, si
inginocchia e mi mette una mano dietro alla testa ed un’altra sulla fronte,
stringendo un po’; lei si è già tolta la tuta ed i vestiti che portava sotto,
rimanendo con una canottiera striminzita che in questo momento mi sta offrendo
un’ottima vista, dei calzoncini che non le coprono nemmeno le cosce ed un paio
di calzettoni. –Accidenti, Ron, scotti! Devi avere la febbre.- mormora scuotendo
il capo.
La febbre? Questa è matta davvero.
Io non ho la febbre, ma come può pretendere che non scotti tutto quanto dopo che
lei insiste così tanto perché noi… insomma… E’ pazza, non c’è altra
spiegazione!
-In realtà ora mi sento meglio.-
dico io, disperato: la situazione è grave. –Non c’è bisogno
che…
-Allora, Ron, te li togli quei
vestiti o devo farli evanescere?- sbotta Hermione a quel punto. –E vedi di
muoverti, che sto congelando.- aggiunge mentre
rabbrividisce.
Mi arrendo. Sarà il freddo, sarà
che lei è completamente ammattita, ma se vuole farlo non sarò certo io ad
opporre resistenza, no? Voglio dire, mica sono scemo! Insomma, visto quanto sta
insistendo direi che è convinta di quello che sta per fare, quindi per quale
assurdo motivo un giovane adolescente maschio con gli ormoni in subbuglio come
me dovrebbe tirarsi indietro davanti ad una ragazza carina che insiste per fare…
ecco… quello?
-Va bene, mi spoglio.- dico
ostentando l’aria dell’esperto dongiovanni: per un’occasione del genere bisogna
fare le cose per bene. Mi alzo e prendo a togliermi la giacca della tuta
lentamente, gettandola per terra, dopo faccio la stessa cosa con i pantaloni e
prendo a slacciare il primo bottone dei jeans che portavo sotto, poi il secondo
e tiro giù la cerniera, facendoli scendere sui fianchi e scalciandoli lontani. A
quel punto Hermione mi gira di colpo le spalle, borbottando qualcosa tra sé; io
stavo per togliermi la maglietta, ma mi interrompo un attimo. Forse è
imbarazzata, proprio come lo sono io, e magari ha bisogno di un attimo per
calmarsi. Non c’è problema, posso aspettare.
-Tutto bene, ‘Mione?- le domando
gentilmente. –Vuoi che…
-I vestiti che indossi ora sono
asciutti?- mi interrompe lei, continuando a darmi le
spalle.
-Oh… beh, sì. Vuoi… accertartene
tu?- le chiedo, preparandomi ad esibire un perfetto sorriso da acchiappa-femmine
per quando lei si volterà; purtroppo Hermione non si gira, ma si limita a
scrollare le spalle.
-Ma che dici, Ron?- domanda con
una risatina. –Il freddo deve averti fatto proprio male, mi
sa.-
Eh? C’è qualcosa che non mi
torna.
-Oh.- mormoro passandomi una mano
tra i capelli. –Allora… faccio io?-
-Sì, certo.- mi risponde lei,
prendendo ad armeggiare con la bacchetta; magari sta trasfigurando la sua
biancheria in qualcosa di pizzo: sembra che le ragazze ci tengano a queste cose
e, se devo essere sincero, un bel paio di mutandine non dispiacciono nemmeno a
me. Sorrido, mentre lei continua a parlare, forse per placare il nervosismo.
–Assicurati che ciò che indossi non sia bagnato né umido.- dice. –E poi metti
questi.- aggiunge girandosi e porgendomi un paio di pantaloni pesanti ed un
maglione di lana.
-Devo… mettere questa roba?- le
chiedo, altamente perplesso. –Perché?-
-Perché altrimenti congeli.-
risponde Hermione in tono ragionevole. –Che sciocco che sei, pensavi di poter
resistere a questa temperatura con addosso soltanto un paio di boxer ed una
maglietta?- scuote la testa. –Ho trasfigurato le nostre tute in vestiti asciutti
e quando finirà la bufera li trasfigurerò nuovamente in qualcosa di adatto per
la neve.- mi spiega nel suo solito tono saccente, prendendo ad infilarsi i
pantaloni ed il maglione che teneva in mano.
Oh, miseriaccia! Ma allora tutta
quella storia del togliamoci i vestiti, riscaldiamo i nostri corpi… Non ci
capisco più niente!
-Quindi devo… rivestirmi?- chiedo
ancora come conferma; magari non ci ha ripensato veramente, magari è stato solo
un attimo di insicurezza, magari le è venuto in mente che noi due siamo amici ed
ha avuto paura di rovinare qualcosa, così ora sta
esitando.
-Sì. Vestiti e fallo in fretta,
Ron, non è il caso che tu prenda altro freddo.- dice annuendo. -Forza, veloce!-
aggiunge vedendo che io mi ero immobilizzato.
Mi rivesto di malavoglia,
sospirando. Cosa ho fatto di sbagliato? Voglio dire, prima era tutta uno
“spogliati!” ed ora è tutta un “rivestiti!” e nel mezzo non c’è stato proprio
niente. Sarà per il mio fisico? So di non essere un adone, però non mi sembra di
essere nemmeno da buttare; oggi poi mi sono anche messo gli unici boxer neri che
ho, sono piuttosto eleganti ed un po’ aderenti e, modestamente, mi fanno un
fondoschiena niente male, quindi mi chiedo come diavolo possa non piacerle il
mio corpo.
-Vado bene così?- le chiedo una
volta rivestito, facendo una smorfia. Poi decido di fare un ultimo tentativo.
–Non dovevamo mica riscaldare i nostri corpi?- borbotto guardandola di
sbieco.
-Oh, sì, certo, anche questo è
molto importante.- mi risponde Hermione annuendo convinta. Mi si avvicina
titubando appena e mi posa le mani sulle braccia; io sorrido: ecco, è bastato
poco a farla tornare all’idea di prima. –Devi strofinarti.- mi dice senza
guardarmi negli occhi, prendendo a muovere le sue mani su e giù sulle mie
braccia. –E’ importante per la circolazione.- mi spiega, tenendo ancora gli
occhi bassi. –Continua in questo modo e quando ti sentirai ad una buona
temperatura, bello caldo, infilati sotto questa coperta.- dice tendendomi un
plaid. –Io arrivo subito, voglio vedere se con l’Incanto Vocatus riesco a mettermi in contatto
con qualcuno su alla baita: mi piacerebbe sapere quanto tempo abbiamo da passare
qua dentro.-
-Oh, certo.- mormoro un po’
deluso. Non è che trovi molto bello il fatto di spogliarmi da solo ed aspettarla
sotto la coperta: pensavo che ognuno poteva togliere i vestiti all’altro, così
sarebbe decisamente più eccitante, no? Sospiro, cercando un modo carino e poco
imbarazzante per dirglielo. –Hermione.- la richiamo dolcemente; lei si volta,
guardandomi interrogativamente. –Senti… ecco… vorresti strofinarmi tu?- le
chiedo con un filo di voce.
Lei sgrana un poco gli occhi,
forse non si aspettava una domanda tanto diretta, ma dopo un attimo
annuisce.
-Certo, tanto a quanto pare con
questo tempaccio non c’è verso di poter fare un buon Incanto Vocatus. Comunque me lo chiedi perché…
hai ancora le braccia un po’ intirizzite dal freddo,
vero?-
Non ho la minima idea di cosa stia
parlando, ma se avvicinarci con delle scuse che non servono a niente può essere
utile a farla sciogliere un po’ io sto al gioco senza
problemi.
-Sì, proprio per quello.- dico
regalandole uno dei miei sorrisi migliori. Lei annuisce e mi si avvicina,
prendendo a massaggiarmi ancora le braccia; non è niente male come
massaggiatrice, forse lo fa con un po’ troppa foga, ma questo mi sembra di buon
auspicio per quello che verrà dopo, no?
Decido di darmi da fare anch’io e
le scosto i capelli dietro la schiena.
-Ma… Ron, che fai?- mi domanda lei
con un filo di voce; evidentemente il fatto che l’abbia toccata l’ha fatta
talmente emozionare che non sa più cosa sta succedendo.
-Visto che tu massaggi me, io
massaggio te.- le rispondo con un sorriso e mi sento estremamente soddisfatto
quando la vedo arrossire deliziata. Appoggio le mani sulle sue spalle ed inizio
ad accarezzarla muovendo le dita in circolo, dopo le sposto sulla sua vita,
massaggiandola da sotto le braccia fino ai fianchi; Hermione è decisamente
morbida, mi sembra di avere le mani nel pane appena sfornato ed è una sensazione
magnifica. E’ come un sogno.
-Ron.- mi chiama Hermione dopo un
poco. Io apro gli occhi, li avevo chiusi mentre l’accarezzavo, e rispondo al
sorrisino che lei mi sta rivolgendo. –Credo che così vada bene, Ron, ed è il
caso che ci mettiamo sotto quella coperta, ora che abbiamo raggiunto una
temperatura decente è il caso che la manteniamo fino a che non ci tirano fuori
di qui.-
Annuisco, prendendo la coperta ed
aspettando che si sdrai per terra; lei però si limita a sedersi sul pavimento
polveroso della catapecchia, così la imito e stendo la coperta su di noi,
coprendo entrambi. A questo punto non so bene cosa fare, quindi mi muovo un po’,
leggermente a disagio, pregando che sia lei a fare la prima
mossa.
-Mi spiace essere riuscita a
trasfigurare soltanto una coperta.- mormora Hermione con un mezzo sorriso sulle
labbra. –E’ che non c’erano abbastanza cose da trasfigurarne un’altra. Spero
che… non ti dia fastidio.-
Penso che questo sia un basso
tentativo per farsi dire che mi fa piacere stare così vicino a lei; in effetti
non le ho ancora detto che l’idea di noi due mi piace, quindi è comprensibile
che sia un po’ insicura.
-Non preoccuparti.- le dico
dolcemente. –Non mi dispiace affatto questa vicinanza.-
Lei arrossisce, distogliendo
immediatamente lo sguardo dai miei occhi; insomma, però, la ragazza deve
decidere se fare quella sicura di sé o se fare quella
timida!
Anzi no, non mi importa, tanto è
carina in qualsiasi caso.
-Allora – esordisco in tono
discorsivo. –siamo qui… insieme.-
-Oh… già.- Hermione si guarda
ostinatamente le unghie, ma il sorriso che ha sul volto mi dice che sto andando
bene.
-Oggi è successo un po’ un casino,
- continuo. –ma in fin dei conti è bello che siamo capitati qua io e te, da
soli, no?-
Lei annuisce, questa volta
guardandomi in faccia.
-Lo pensi davvero, Ron? Voglio
dire, ho idea che dovremo stare qui un bel po’ ed io sono proprio una schiappa a
giocare a Sparaschiocco, quindi non so come potremo passare il
tempo.-
Non credevo che Hermione potesse
essere tanto volubile: prima seduttrice, poi timidona ed ora fa la finta tonta.
Questa ragazza mi farà impazzire, ma al momento credo che non darò peso alla
cosa; se vuole che sia io a fare la prima mossa, vuol dire che
l’accontenterò.
-Io invece credo che tu lo sappia
benissimo.- mormoro con voce roca, passandole un braccio sulle spalle ed
attirandola a me; lei sembra vagamente perplessa, ma non le do il tempo di dire
nulla: appoggio le labbra sulle sue, cercando di recuperare la sua lingua per
coinvolgerla in un bacio appassionato. All’inizio Hermione sembra opporre
resistenza, ma dopo un attimo schiude le labbra e ricambia il mio bacio,
appoggiando addirittura la testa sulla mia spalla per darmi maggiore
accessibilità alla sua bocca.
Ci stacchiamo dopo un poco,
entrambi respirando forte. Hermione bacia davvero bene e non vedo l’ora di
ripetere l’esperienza; prendo fiato e torno a curvarmi verso il suo volto,
quando lei posa le mani sul mio petto, allontanandomi da
sé.
-Aspetta, Ron.- dice con un filo
voce, scuotendo appena la stessa. –Che cosa stiamo facendo?- domanda,
l’espressione vagamente spaventata.
Solo due parole: è pazza. Prima mi
ordina di spogliarmi, mi provoca con
quella storiella dei corpi da riscaldare e quella dello strofinarci a vicenda,
poi, quando finalmente abbiamo finito con le scenette e ci stiamo dando da fare
sul serio, lei mi chiede cosa stiamo facendo?! E’ pazza.
-Andiamo, Hermione.- mormoro con
un sorriso, iniziando a sentirmi a disagio. –Cosa c’è che non
va?-
-C’è che… forse dovremmo parlarne,
Ron, non so se è il caso di… insomma, noi due siamo amici ed
io…
-Pensavo fosse quello che
volessi.- la interrompo, forse un po’ più bruscamente di quanto avessi voluto.
–Insomma, finora non hai fatto che incoraggiarmi ed io ho
pensato…
Lei scatta in piedi, il viso rosso
come non mai, e si dirige verso la parete opposta della catapecchia, borbottando
ininterrottamente e stringendosi strettamente le braccia contro il petto, poi
torna davanti a me, fulminandomi con un’occhiata.
-Cosa diavolo vuol dire che non ho
fatto altro che incoraggiarti? Di cosa stai parlando, Ronald Weasley?!-
ringhia furiosamente; è proprio arrabbiata, mi sa che questa volta ho combinato
un guaio.
-Io… - sospiro, scrollando le
spalle. –Tu hai detto… tu ti sei spogliata davanti a me ed hai insistito così
tanto perché mi spogliassi anch’io, poi hai detto che dovevamo trovare un modo
per riscaldare i nostri corpi, dopo quella storia di una coperta sola… eravamo
tutti intenti a massaggiarci a vicenda appena due minuti fa!- esclamo, tentando
di difendermi. Possibile che lei non avesse mai inteso niente di quello che io
sto pensando da ormai una buona mezz’oretta?
-Ma… cosa c’entra?- domanda
Hermione, passandosi ripetutamente le mani sul viso. –Ogni sciatore sa che non
bisogna mai tenere addosso vestiti
bagnati, altrimenti si rischia di prendersi qualcosa di veramente brutto, per
questo ti ho chiesto di spogliarti ed ho insistito quando vedevo che non
accennavi a farlo; stessa cosa per quel che ho detto del mantenere alta la
temperatura corporea: il corpo ha bisogno di calore per far circolare il sangue,
è una cosa importantissima! E strofinarci serviva appunto per la circolazione
sanguigna, non c’era alcun secondo fine!- sbotta con voce disperata. –Io non
posso credere… - scuote la testa, picchiando un pugno contro la parete, poco
sopra la mia testa. –E tu che per tutto questo tempo hai fatto il galante! “Mi
piace questa vicinanza”, “Sono contento di essere qui con te”… io pensavo che tu
fossi gentile, mentre invece lo stavi facendo solo perché pensavi che dopo io ti
avrei permesso di… ah, sei una persona orribile, Ronald!-
***
Hermione non mi parla da
esattamente ventidue minuti e trentacinque secondi. Io ho fatto di tutto, ma lei
non ha voluto sentire ragioni: le ho chiesto scusa e mi ha detto di stare zitto
o che ci avrebbe pensato lei a farmi stare zitto per l’eternità, ho tentato di
abbracciarla ed ha minacciato di schiantarmi ed impastoiarmi, le ho proposto di
prendere lei la coperta, se non voleva stare vicino a me, ma ha minacciato di
ridurla in cenere se solo avessi osato poggiarla sul suo corpo; a quel punto non
ho più saputo cosa fare, così mi sono seduto con il mio bel plaid addosso e me
ne sono stato al calduccio a guardarla mentre, seduta contro la parete opposta
alla mia, fissava ostinatamente il pavimento polveroso o il soffitto ricoperto
di ragnatele, naturalmente senza mai guardare verso di me.
Tra l’altro, da quanto posso
vedere grazie all’unica, minuscola finestrella che c’è in questa catapecchia, il
tempo fuori non accenna a voler migliorare e non abbiamo ricevuto notizie da
nessuno.
Sbuffo pesantemente ed alquanto
sonoramente, ma Hermione mi ignora; non ce la faccio più, la situazione sta
diventando insostenibile.
Se lei non mi vuole parlare, che
faccia pure, ma io voglio parlare con lei e mi dovrà ascoltare per forza: qui
non c’è il dormitorio femminile o la stanza di Ginny dove Hermione fugge quando
qualcuno le dice qualcosa che lei non vuole sentire.
-Mi dispiace.- esordisco con un
sospiro. Lei rimane immobile, come se non avesse sentito, ma a questo punto che
stia ascoltando o meno non mi importa. –Ho frainteso totalmente – continuo. –e
di questo mi dispiaccio e mi vergogno, perché in conclusione la figuraccia l’ho
fatta io.- borbotto contrariato: quella è la verità, ma per ovvie ragioni
ammetterlo non mi fa piacere. - Inoltre mi dispiace anche per il mio
comportamento, perché se io avessi pensato che tu volevi fare quello e fossi stato un gentiluomo, ti
avrei detto chiaramente di fermarti e rifletterci; purtroppo io sono un maschio
con degli ormoni e non appena ho pensato che tu volessi farlo con me ho pensato
anche che ero un idiota a lasciarmi sfuggire un’occasione del genere;- sospiro,
stringendomi nelle spalle. -il fatto è che quando non sei niente di speciale, ma
soltanto un ragazzo di aspetto mediocre, un mediocre portiere di Quidditch, un
mediocre studente, se capita che una ragazza carina vuole venire a letto con te
non è che la mandi via, visto che probabilmente quella sarà l’unica tua
occasione prima del matrimonio.- concludo in tono leggermente
ferito.
Dopo non dico più niente,
semplicemente mi stringo di più la coperta addosso, perché ora, dopo aver detto
ad alta voce quello che avevo in testa, sento freddo e vuoto nello
stomaco.
Alzo gli occhi e noto con sorpresa
che adesso Hermione mi sta guardando, anche se l’espressione è ancora
indecifrabile.
-Tu non sei mediocre, Ron.- dice
dopo qualche ulteriore attimo di silenzio. –E comunque pensare di essere
mediocre non è una buona scusa per fare l’amore con una ragazza non appena se ne
presenta l’occasione. E’ sbagliato nei confronti della ragazza ed anche nei
tuoi.-
-Lo so, hai ragione.- rispondo io
velocemente; in realtà sulla sua affermazione ci sarebbe da discutere, ma non ho
intenzione di contraddirla per nulla al mondo.
Restiamo in silenzio ancora per
qualche minuto, poi decido di fare un altro tentativo.
-‘Mione… vieni qui, dai.- lei non
risponde, si limita soltanto a scuotere la testa, ma non sembra molto convinta.
–Fa freddo – continuo. –e la coperta l’hai trasfigurata tu, io nemmeno ci avrei
pensato, non è giusto che tu non ti scaldi. Forza, vieni qui al calduccio.- le
dico alzando un lembo del plaid.
Hermione esita, poi però si alza e
si sistema accanto a me, rifugiandosi nel caldo della
coperta.
-Mi dispiace davvero.- mi scuso
per l’ennesima volta.
-Non importa, Ron.- mormora lei
scrollando le spalle. –E’ stato un equivoco, soltanto un equivoco. Quello che mi
dispiace, però, è che tu abbia potuto pensare che io fossi quel genere di
ragazza.-
-Io… - m’interrompo e sospiro, non
so cosa dire; ho proprio pensato che lei fosse quel genere di ragazza e, se devo
essere sincero, la cosa non mi dava affatto fastidio. Però al momento mi
conviene dirle quello che lei vuole sentire, altrimenti mi sa che rischio di
beccarmi una qualche fattura. -Lo so che non avresti mai fatto una cosa del
genere, Hermione.- le assicuro con un sorriso. –Lo so che non sei il genere di
persona che rischia tutto per una cosa di una volta e che non faresti mai una
cosa così ribelle. E, sai, appena prima di baciarti ho pensato che non saresti
mai arrivata fino in fondo.-
Lei si volta verso di me e mi
fissa con un sopracciglio inarcato; sembra che le mie parole non le abbiano
fatto per niente piacere. Adesso cosa ho detto di male?
-Tu credi che se io avessi voluto
davvero fare quello che tu pensavi non sarei arrivata fino in fondo?- mi domanda
in tono piuttosto duro, incrociando le braccia al petto.
-Io… beh, non lo so, ma spesso ti
sei mostrata titubante, quindi ho pensato…
-Ero titubante perché, se
permetti, il tuo comportamento mi sembrava un po’ strano. Di solito, Ron, non
succede che tu mi baci a quel modo.- borbotta. –Ma ti posso garantire che se
avessi voluto sarei arrivata fino in fondo.- continua in tono deciso. –Ma forse
tu non saresti mai arrivato alla
conclusione.- insinua, fissandomi con un’espressione derisoria altamente
offensiva.
Io scoppio a ridere, scuotendo la
testa.
-Ti sbagli, Hermione. Ti sbagli di
gran lunga: non sprecherei mai
un’occasione del genere. Soprattutto… non con te.- mormoro con un filo di
voce.
Hermione rimane in silenzio per un
attimo, finalmente senza parole. Poi mi regala una delle sue occhiate
velenose.
-Non hai mai sprecato occasioni
con me, Ron?- domanda. –Ne se proprio sicuro? Perché a me vengono in mente un
paio di volte: il Ballo del Ceppo, ad esempio, oppure…
-E questo cosa c’entra?- sbotto
contrariato: è proprio di cattivo gusto tirare fuori quella storia in questa
situazione. –Non mi pare che tu sia stata così male, quando te ne stavi a
sbaciucchiarti con Vicky.- concludo quasi sputando l’ultima
parola.
Hermione scatta in piedi,
prendendo a fare avanti e indietro dinanzi a me, le braccia strettamente serrate
al petto.
-Potevo essere con chiunque altro,
Ron. Potevo essere con te, ma tu non c’eri perché hai semplicemente pensato che
fosse troppo difficile pensare a me
come ad una ragazza.- ringhia lei in tono piuttosto arrabbiato. –Ed io credo che
la stessa cosa sarebbe successa oggi: alla fine ti saresti tirato indietro,
dicendomi che non puoi farlo con me
per una qualche stupidissima ragione che ti saresti inventato sul
momento.-
Adesso mi alzo in piedi anch’io,
fronteggiandola.
-Tu sei completamente andata.- le
rispondo scuotendo la testa. –Tu non sai di cosa stai parlando, Hermione. Sbagli
quando dici che non riesco a vederti come una ragazza, perché io ti ci vedo ed
anche troppo, e sbagli soprattutto pensando che io non sia un maschio, perché lo sono molto più di
quanto immagini.-
-Oh, ecco Mister Virilità.-
sghignazza lei in modo alquanto malevolo, facendo un gesto con la mano e
indicando tutta la mia figura, come se mi stesse presentando ad un qualche
concorso. –Dici così soltanto perché non puoi dimostrarmi il
contrario.-
-Tu dici così soltanto perché non puoi
dimostrarmi il contrario!- ribatto io con veemenza. –Dopotutto sei tu quella che
si è tirata indietro, se non sbaglio. Io stavo andando avanti e ci stavo andando
anche piuttosto spedito.-
-Io mi sono tirata indietro perché
non mi ero mai fatta avanti e tu ti stavi comportando come se io invece mi ci
fossi fatta; però, se ci tieni, ora mi faccio avanti e, ti assicuro, arrivo fino
in fondo!- esclama con rabbia, lanciandomi un’occhiata di
sfida.
Io ci metto un attimo a capire
quello che ha detto, ma quando comprendo la guardo altamente
perplesso.
-Cosa intendi dire?- le domando
inarcando un sopracciglio. –Che hai intenzione di farlo per dimostrarmi che ci
riesci?- scuoto la testa. –Tu sei bacata in testa, Hermione. Mi dispiace
dirtelo, ma il freddo ha congelato il tuo eccelso
cervello.-
-Lo vedi?- dice lei in tono
vittorioso. –Ti stai tirando indietro ancora prima di
cominciare.-
-Non mi sto tirando indietro, ti
sto semplicemente pregando di tornare a ragionare. Non puoi fare l’amore con me
per sfidarmi.-
-Ma se tu avresti fatto l’amore
con me perché credi di essere mediocre!- esclama Hermione, guardandomi come se
fossi decisamente pazzo, quando in realtà la matta è lei. –Sei un codardo ed
anche un ipocrita, Ron.- conclude con stizza. –Tutte quelle balle che mi hai
rifilato prima sul fatto di non poter perdere un’occasione del genere con me,
che sei un maschio con degli ormoni eccetera eccetera, che fine hanno
fatto?-
Se l’è voluta lei; io sono un uomo
e non posso permettere che il mio orgoglio venga insultato in questo modo,
inoltre ho cercato di dirle di pensarci, ma non ne vuole sapere. Mi sta sfidando
e provocando e non sono certo una persona che si fa mettere i piedi in testa da
lei, quindi si dovrà prendere le conseguenze di quello che vuole che io faccia,
perché lo farò.
Senza dire più nulla l’agguanto
per i fianchi e la spingo contro la parete, prendendo a baciarla; mi aspettavo
che mi allontanasse, invece mi sorprende rispondendo al mio bacio con estrema
foga. Mi passa le braccia dietro al collo, attirandomi maggiormente contro il
suo corpo, alza una gamba per appoggiarla contro il mio fianco ed io le passo
una mano sulla coscia per sorreggerla e non farle perdere l’equilibrio, ma anche
per saggiarne la morbidezza.
A quanto pare sta facendo sul
serio ed io so benissimo che se continua così non sarò davvero più in grado di
fermarmi, quindi mi stacco da lei, seppur controvoglia, ed appoggio la testa
contro la parete alle sue spalle.
-Dimmi di fermarmi ed io lo
faccio.- le dico all’orecchio con voce roca. –Se però mi dici di andare avanti,
io non mi fermo più, Hermione.- l’avviso con estrema sincerità. –Anche perché
non credo che ce la farei.-
Lei mi poggia una mano sulla
guancia e mi costringe a spostare il volto e guardarla negli
occhi.
-Non ti farò vincere anche questa
volta, Ron.- mi dice seriamente. –Quindi vai avanti e non
fermarti.-
Dopo quest’ultima conferma
annuisco e riprendo a baciarla, passando dalle sue labbra al collo, ed intrufolo
una mano sotto al suo maglione e sotto alla canottiera, accarezzandole piano il
seno, passando il pollice sull’estremità e giocandoci; la sento gemere contro il
mio collo mentre la sto dolcemente torturando ed allora la spingo a stendersi
per terra e mi sdraio per metà su di lei, facendo attenzione a non
schiacciarla.
Copro entrambi con la coperta e mi
ficco sotto di essa, prendendo a baciarle la pancia con la testa sotto al suo
maglione; sto quasi soffocando, ma Hermione non fa che ridacchiare e passare le
mani tra i miei capelli, quindi ho idea di stare andando
bene.
Riemergo dopo qualche attimo e le
bacio via dalle labbra il delizioso sorriso che mi sta
rivolgendo.
-Spero che tu non abbia troppo
freddo senza questo maglioncino.- le dico tirando verso l’alto l’orlo del
maglione. –Giuro che farò del mio meglio per riscaldarti.- aggiungo serio ed
Hermione mi sorride di nuovo.
-Sarà meglio per te, Ron.- dice
lei alzando le braccia per facilitarmi il compito. –O lo spieghi tu ai miei
perché sono morta congelata e nuda.
-Mi inventerò qualcosa.- le
rispondo sghignazzando, mente spedisco verso il fondo della stanza anche la
canottiera che indossa. Armeggio per un poco con la chiusura del reggiseno, una
cosa strana fatta di gancetti e roba simile. –Come miseriaccia si apre questo
coso?- borbotto infastidito; lei non dice nulla, semplicemente mi fissa con il
solito sguardo di sfida, così mi vedo costretto a girarla di schiena e a
sopportarla mentre ridacchia senza sosta, aspettando che riesca a toglierle
quella gabbia di indumento.
-Trentadue secondi è un tempo
piuttosto scarso per aprire un reggiseno, Ron.- mi dice con un sorrisino
impertinente quando la rigiro tra le mie braccia e poso le labbra sul suo seno,
prendendo a baciarlo; la morsico lievemente, poi mi tiro su e torno a
fronteggiarla, mentre prendo una sua mano tra le mie e la spingo verso la
cintura dei miei pantaloni.
-Vediamo quanto ci metti tu con
questa, allora.- la provoco con un sorriso; lei raccoglie la sfida e mi fa
stendere di schiena, sovrastandomi.
-Scommettiamo che ce la faccio in
meno di te anche senza guardare?- mi dice prendendo a baciarmi sulla bocca e sul
collo; annuisco soltanto, perché al momento penso di non essere in grado di
poter formulare alcun pensiero di senso compiuto.
Hermione mi bacia incessantemente,
forse tentando di distrarmi, ma io riesco comunque a percepire dai bruschi
movimenti delle sue mani che sta avendo qualche problema con la
cintura.
-Vorresti una mano?- sussurro
sulle sue labbra.
-Neanche per sogno.- mi risponde
piano, mentre dà uno strattone alla fibbia, che con un rumore di schiocco si
rompe e le rimane in mano.
Io apro la bocca, tirandomi su
quanto mi è possibile per esaminare il danno; giro gli occhi su Hermione, che mi
sta guardando con espressione stupita e dispiaciuta
insieme.
-Accidenti… - mormora, poi mi
guarda ancora e dopo un attimo scoppia a ridere; mi unisco alla sua risata,
perché sinceramente al momento della cintura proprio non me ne frega niente, e
l’attiro ancora contro di me.
-Se mi baci ancora e poi finisci
di spogliarmi giuro che non mi arrabbio.- le dico
sghignazzando.
Si avventa ancora sulla mia bocca,
come le ho chiesto, poi mi toglie maglione e maglietta e prende a baciarmi il
torace, passando la lingua dal collo all’ombelico senza mai smettere di
guardarmi negli occhi.
E’ estremamente eccitante quello
che sta facendo e decido di farlo notare anche a lei: le appoggio entrambe le
mani sul sedere e la attiro contro il mio bacino; Hermione perde l’equilibrio e
mi cade addosso, sbattendo con la testa contro il mio
mento.
-Oddio, scusa Ron.- dice ridendo.
–Ora mi faccio perdonare.- continua, mentre il suo sorriso si fa più sensuale e
malizioso ed inizia a muovere i fianchi strusciandoli contro i miei, lentamente,
guardandomi in modo alquanto lascivo.
-Oh, sì, ti perdono tutto quanto.-
riesco soltanto a mormorare, mentre mi rendo conto che se continua così non
riuscirò per davvero ad arrivare fino in fondo senza fare il danno prima. Mi tiro su con un gomito e la
faccio scivolare sotto di me, tornando a comandare il
gioco.
Tiro giù la cerniera dei suoi
pantaloni, senza smettere di baciarla, ed intrufolo una mano entro quei confini
inesplorati; c’è talmente poco spazio per muovere anche soltanto le dita che
vorrei averla prima spogliata tutta, ma lei ha stretto le cosce attorno alla mia
mano ed anche se io proprio non so cosa sto toccando o se lo sto facendo nel
modo giusto sembra che a lei piaccia, quindi non ho alcuna intenzione di
smettere adesso.
Non riesco a scostare la
biancheria, cerco in tutti i modi di sorpassarla per non avere barriere e
toccare finalmente la pelle di Hermione, ma sembra che lei al momento stia
indossando una cintura di castità; alla fine opto per le maniere forti perché,
insomma, sono un uomo io, così tiro piuttosto brutalmente l’elastico delle sue
mutandine e, proprio quando penso di essere riuscito a toccarla senza fare
danni, sento il rumore di qualcosa che si lacera.
Hermione mi scosta fulmineamente
la mano, indicando poi con un dito il buco nella
biancheria.
-Le hai rotte!- esclama scuotendo
la testa. –Ron, le hai rotte!-
-Tu mi hai rotto la cintura.- le
ricordo tornando a baciarla. –Ora siamo pari. E comunque, se non vuoi che
combini altri guai, ti conviene spogliarti del tutto. Prometto che al tuo
corpicino nudo non farò alcun male.-
-D’accordo.- mi sussurra
all’orecchio prima di alzare i fianchi per togliersi i pantaloni e poi le
mutandine, esattamente come faccio io con i miei boxer.
Rimaniamo nudi ed entrambi
guardiamo sotto la coperta per vedere il corpo dell’altro, ma quando ci
accorgiamo che lo stiamo facendo distogliamo immediatamente lo sguardo,
imbarazzati.
-Sei bella.- le dico arrossendo
appena, dandole un piccolo bacio dietro all’orecchio che la fa
sorridere.
-Anche tu lo sei, Ron.- mi dice;
poi prende a sghignazzare. –Non credevo che fossi così… così…
insomma…
-Ben fornito?- le suggerisco
ostentando uno sguardo carico di puro orgoglio maschile.
-Qualcosa del genere.- mi risponde
continuando a ridacchiare; dopo mi bacia e muove i fianchi contro i miei in un
gesto allusivo. –Ron… - sussurra soltanto, ma io capisco lo stesso: ora o mai
più.
Adesso viene decisamente la parte
difficile: capire esattamente dove devo andare.
Non è facile fare l’amore con un
ragazza e me ne rendo conto quando mi ritrovo a spingere nei posti più
impensati, senza finire da nessuna parte, con Hermione che alle volte chiude gli
occhi perché le sto facendo male, alle volte sghignazza e dice “non è lì,
Ron”.
-Aiutami.- la prego con un
sussurro, nascondendo il volto nell’incavo del suo collo; lei alza i fianchi,
cercando la posizione giusta, poi passa le braccia dietro il mio collo e mi
bacia lentamente la mandibola, arrivando al mio orecchio.
-Spingi adesso.- mi dice ed io
ubbidisco e con mio sommo stupore scivolo dentro di lei senza alcuna
fatica.
Hermione è morbida, è calda, è
accogliente e questa è la sensazione più bella che io abbia mai provato in vita
mia.
Spingo dentro di lei e poi torno
indietro, piano e lentamente perché non voglio farle male, e quando lei chiude
gli occhi e sussurra il mio nome e mi bacia, poi di nuovo sussurra il mio nome e
mi bacia ancora, io mi sento vivo come non mai, uomo come non lo sono mai stato,
ed inizio anch’io a sussurrare il suo nome, perché non voglio dimenticarmi
nemmeno per un secondo che è proprio Hermione che mi sta facendo provare tutte
queste cose.
Lei allaccia le gambe attorno alla
mia vita, permettendomi di affondare ancora di più in lei, ed iniziamo a
prendere il ritmo insieme, ci muoviamo in sintonia senza nemmeno esserci detti
come fare ed in questo momento mi ritrovo a pensare che io ed Hermione ci
intendiamo alla perfezione, quando sono anni che mi ostino a sostenere il
contrario. Forse, sono questi i miracoli del sesso.
Ad un certo punto la sento gemere
in un modo diverso da prima, getta indietro la testa ed inarca la schiena,
stringendosi a me e sussurrando un’altra volta il mio nome con una voce di gola,
roca e, a mio parere, estremamente sexy, e questa credo sia proprio la goccia
che farà presto, molto presto, traboccare il vaso.
-Hermione… per favore… - dico
soltanto, ma lei capisce lo stesso ed annuisce, accarezzandomi una
guancia.
Io le sorrido e spingo un’ultima
volta, abbandonandomi poi su di lei, fronte contro fronte. Mi prendo qualche
secondo per tornare a respirare normalmente, poiché al momento il cuore mi sta
battendo all’impazzata e mi sento tutta la testa girare e sono decisamente
accaldato, come se avessi appena bevuto una quindicina di bicchieri di Whisky
Incendiario tutto d’un fiato.
Quando mi sento più calmo rotolo
su un fianco, in modo da non pesare più sul corpo di Hermione, e resto steso
accanto a lei a contemplare il soffitto.
Non so cosa dire, è davvero strano
starsene qui in silenzio dopo tutto quello che è successo. Sto fremendo per
chiederle come è stato, se sono andato bene, ma ho sentito dire che domandare
una cosa del genere ad una ragazza subito dopo averlo fatto è un errore
madornale, che ghiaccia l’atmosfera e ti fa fare la figura dell’imbecille
insicuro.
-Hai freddo?- le chiedo invece;
recupero la coperta e la stendo su entrambi, coprendoci per
bene.
Lei gira il volto verso di me e mi
sorride; con il naso mi sfiora appena la spalla e poi mi ci deposita un piccolo
bacio.
-In realtà credo di non essermi
mai sentita tanto accaldata.- mi risponde con un filo di
voce.
-Anche io mi sento così.- le
confesso. –Come se avessi fatto una scalata o fossi stato un’ora in apnea o… non
lo so, come se avessi fatto una cosa estrema.- cerco la sua mano e la stringo
forte tra la mia. –Ho l’adrenalina a mille.-
Lei non dice nulla, ma
improvvisamente scoppia a ridere, ride di gusto come alla fine di una
barzelletta particolarmente divertente ed io mi chiedo cosa abbia detto per
scatenarle questo sfogo d’ilarità.
Forse in un’altra occasione mi
sarei offeso, pensando che mi stesse prendendo in giro, ma questa volta capisco
all’istante che non è così e mi unisco alla sua risata
contagiosa.
-Ma perché ridiamo?- riesco a
chiederle dopo essermi calmato un minimo.
-Mi hai rotto le mutandine.-
risponde lei e ride ancora più forte, tutto il suo corpo che sussulta. –Ed io ho
rotta la tua cintura e poi non lo so, il fatto che siamo qua, nudi, con fuori
dieci gradi sotto zero ed una distesa di neve e non abbiamo neanche freddo e… e
dalla finestra vedo avvicinarsi i nostri genitori e tutti gli altri.- conclude
stringendosi al mio fianco e ridendo come una matta. –Ci troveranno
nudi!-
-Sarebbe un bel casino se fosse
vero.- dico io senza riuscire a fermare le risate. –Pensa alle loro facce…
pensa… - scuoto la testa e getto uno sguardo fuori dalla finestrella della
nostra catapecchia per accertarmi che non sia così, anche se so che Hermione ha
voluto semplicemente fare una battuta; all’improvviso spalanco la bocca perché,
miseriaccia, quello che ha detto è l’assoluta verità: a qualche metro da noi una
comitiva di persone, capitanata da mio padre e dal suo, stanno arrancando nella
neve muniti di torce e cani.
Scatto in piedi, tentando di
tirare su anche Hermione, che ancora sta ridendo e pare proprio non aver
compreso la gravità della situazione, e di ritrovare al tempo stesso i vestiti
di entrambi; mi infilo un paio di pantaloni e mi esce un’imprecazione
irripetibile quando mi accorgo che sono quelli di
Hermione.
-Miseriaccia, ‘Mione, vistiti!- le
dico sottovoce, gettando disperato un’altra occhiata fuori dalla finestra. –Sono
praticamente alla porta.-
Lei prende a vestirsi, senza però
smettere di ridacchiare; riusciamo a renderci appena presentabili, quando
qualcuno bussa pesantemente alla porta.
-Ron, Hermione, siete qua dentro?-
domanda la voce preoccupata di mia madre. –Siete qui?-
Hermione si affretta a rispondere
e ad aprire la porta, mentre io controllo freneticamente in giro con gli occhi
per vedere se c’è qualcosa che potrebbe ricondurre a ciò che abbiamo fatto, ma
sembra tutto a posto; per terra è rimasta soltanto la coperta, ma non mi sembra
una cosa compromettente.
-Ron, tesoro mio, stai bene?-
chiede mia madre cogliendomi di sorpresa ed avvolgendomi in un abbraccio
stritolante. –Sono stata così preoccupata! Anche per te, Hermione
cara.-
-Stiamo bene, mamma.- tento di
dire io. –Va tutto bene, ci siamo rifugiati qua e non è successo nulla.- dico
convinto; Hermione mi lancia un’occhiata di sbieco che sta a significare che non
è andata esattamente così ed io le sorrido complice. E’ strano sapere di
condividere un segreto del genere con lei, ma è anche piuttosto
piacevole.
-Molto bene.- dice suo padre in
tono spiccio. –Se state bene ci conviene andare subito: hanno detto che
probabilmente ricomincerà a nevicare tra poco. Siamo
pronti?-
Annuisco, poi con la coda
dell’occhio mi accorgo che Harry ha notato la coperta e si sta chinando per
raccoglierla.
-Faccio io.- lo precedo e recupero
fulmineamente il plaid, rigirandomelo tra le mani; estraggo la bacchetta e sto
per farlo evanescere, quando una cosa che prima non avevo notato mi salta
all’occhio: proprio nel mezzo della coperta, di un tenue grigino, c’è una
piccola macchiolina rossa che, come realizzo improvvisamente, non può che essere
del sangue, il sangue di Hermione.
Faccio per chiederle cosa
significhi, ma lei estrae la bacchetta e fa evanescere la coperta prima che io
possa dire qualsiasi cosa.
-Ora andiamo.- borbotta
infilandosi il cappotto che le sta tendendo sua madre ed uscendo dalla
catapecchia senza nemmeno degnarmi di un’occhiata.
***
Stasera non sono andato a cena.
Non ne avevo proprio voglia e poi non sento nemmeno un filo di fame: il mio
stomaco è ancora pieno d’emozione e altre cose che assomigliano fin troppo a
delle farfalle o a qualcosa che si muove velocemente, scombussolandomi
tutto.
Al momento sono steso sul mio
letto e sto ripercorrendo con la mente tutto ciò che è successo oggi; in realtà
sto cercando di ricostruire una chiara immagine di Hermione nuda e di noi due
insieme. Accidenti, però, che forza che è stato.
Io e lei e quando
abbiamo…
-A che stai pensando?- domanda
qualcuno, facendomi prendere un colpo; è Harry, è appena entrato ed io non me ne
sono nemmeno accorto.
-A niente.- balbetto, arrossendo
penosamente. Ovviamente mi sono appena smascherato e mi chiedo perché diavolo
non sia in grado di dire le bugie quando serve.
Lui però fa finta di niente e si
va a sdraiare sul suo letto, appoggiandosi su un gomito e fissandomi
ostinatamente.
-C’è qualcosa che vorresti dirmi,
amico?- mi chiede con il suo tono da vecchio saggio. –Magari potresti
raccontarmi perché non sei venuto a cena e perché non ci è venuta nemmeno
Hermione.-
-Hermione non è venuta a cena?-
domando a mia volta con un sorrisetto compiaciuto; evidentemente anche lei
preferiva starsene da sola a pensare a noi due.
-Scommetto che avete litigato.-
borbotta Harry in tono sconsolato. –Possibile che non vi si possa lasciare da
soli senza che prendiate ad urlarvi addosso?-
-Non ci siamo urlati addosso.-
confesso io gongolando anche un po’, ad essere sincero. –Cioè, prima ci siamo
urlati addosso, - mi correggo. –ma poi non ci siamo più urlati
addosso.-
Harry inarca un sopracciglio e mi
fissa perplesso attraverso le lenti tonde.
-Non credo di aver capito. Cos’è
successo?-
Mi passo nervosamente una mano tra
i capelli, non sapendo bene come dirglielo; dopotutto io ed Hermione siamo i
suoi migliori amici e non so quanto gli potrebbe far piacere sapere che alla
prima occasione in cui rimaniamo da soli succede che ci mettiamo a fare l’amore.
Però, miseriaccia, se io sono il suo migliore amico lui è il mio, quindi è un
suo dovere ascoltarmi e non arrabbiarsi, no?
-Harry, - esordisco in tono calmo
e sicuro. –c’è una cosa di cui ti devo parlare.- traggo un profondo sospiro,
decidendo che è meglio essere diretti. –Oggi, in quella catapecchia, tra me ed
Hermione è successo qualcosa; una cosa che non ha nulla a che fare con i litigi,
piuttosto l’esatto contrario.- concludo in tono compito. –Spero che ciò non ti
crei alcun problema, amico.-
Harry mi fissa per qualche attimo
con espressione stranita, come se non avesse capito assolutamente niente di
quello che ho detto, ma dopo un attimo il barlume della comprensione si fa
strada sul suo volto; mi sorride con aria complice ed
ammicca.
-Vi siete messi assieme, vero?-
domanda con un sorrisone. –Complice la neve ed una casetta
abbandonata…
-Non esattamente.- lo interrompo
prima che inizi a farmi il filmino di quello che è successo, che tra l’altro,
conoscendo la pudica fantasia di Harry, non potrà mai essere la verità. –Di
stare assieme non ne abbiamo ancora parlato, però… ecco, Harry, è successo
che…
-Vi siete baciati!- esclama lui
tirandosi di scatto a sedere sul letto. –Accidenti, Ron, vi siete baciati, e
così?-
-Nemmeno questo.- gli rispondo,
consapevole del fatto che le mie orecchie stanno iniziando a tingersi di rosso.
–Cioè, non solo.- prendo fiato. –Io ed Hermione… tra noi è successo
che…
-Vi siete baciati e poi avete
litigato.- butta lì Harry annuendo convinto. –Sì, dev’essere senz’altro così
perché voi…
-No!- sbotto bruscamente. Perché
diavolo non mi lascia finire di parlare?! –Io ed Hermione abbiamo fatto
l’amore!- esplodo alla fine, esasperato.
Ecco, l’ho detto. Pensavo sarebbe
stato più difficile, ma mi è uscito tutto dalla bocca senza il minimo
sforzo.
Però non capisco come l’abbia
presa Harry; al momento mi sta fissando con la bocca spalancata e l’espressione
alquanto vacua.
-Harry… hai capito quello che ho
detto?- gli domando titubante; sembra che sia caduto in coma e questo non mi
pare un buon segno. –Spero che tu non sia arrabbiato con me, ora.- aggiungo
stringendomi nelle spalle.
Lui non dice ancora nulla, ma
molto lentamente si alza dal suo letto e si viene a sedere sul bordo del mio,
fissandomi esterrefatto.
-Ma… accidenti, Ron! Non sapevo
nemmeno che voi due… insomma, pensavo che Hermione adorasse programmare le cose
e poi così, due ore che state da soli e… cavoli.- conclude scuotendo la testa.
–Com’è successo?-
Gli racconto dell’equivoco e poi
della sfida che mi ha lanciato Hermione, tentando di non guardare la sua
mandibola che si spalanca di più ad ogni mia parola e che ora manca poco tocchi
il pavimento.
-E’ andata così.- dico dopo aver
concluso il racconto e spero ardentemente che Harry la smetta di guardarmi come
di solito tutti guardano lui. Ora mi
rendo conto che può essere fastidioso essere ammirato.
-Accidenti, Ron.- commenta con un
filo di voce. –Che roba! Ma… com’è? Voglio dire, com’è
stato?-
La prima cosa che mi viene in
mente di rispondere è “bello”, ma così sminuirei decisamente ciò che è stato;
inoltre Harry a quanto ne so è vergine - e considerato che sta con mia sorella
mi auguro che rimanga tale per almeno altri dieci anni - ed è difficile tentare
di spiegare com’è fare l’amore ad una persona che non l’ha mai
fatto.
-E’ stato eccitante.- dico e non
riesco ad impedirmi di sorridere come un idiota. –Emozionante, fortissimo. E
divertente.- concludo ripensando a quello che è successo.
-Divertente?- domanda Harry
inarcando un sopracciglio. –In che senso?-
-Abbiamo riso tantissimo.- spiego.
–Per tante cose… io le ho rotto le mutandine.- confesso, le mie orecchie che
diventano scarlatte all’istante e la bocca di Harry che si spalanca per
l’ennesima volta. Forse questo particolare avrei dovuto risparmiarlo. –E lei mi
ha rotto la cintura.- aggiungo velocemente. –Per questo è stato divertente, sai,
non c’era l’imbarazzo che immaginavo ci sarebbe stato. Ed Hermione… è stato come
conoscere un’altra lei; era allegra, era audace e non l’ho mai vista divertirsi
così.- mi stringo nelle spalle, non riuscendo a spiegarmi meglio. –Penso che
anche lei sia stata molto bene, insomma. Ha detto…
-Pessima faccenda, Ron, pessima!- ruggisce la voce di qualcuno;
all’improvviso si spalanca la porta e mia sorella fa irruzione con lo stesso
impeto di una Banshee inferocita. –Sei un idiota!-
-Che ho fatto?- domando con una
vocina piccola piccola: Ginny diventa sempre più simile a mia madre e da vedersi
è decisamente una cosa spaventosa.
Lei si posiziona davanti a me, le
braccia piantate sui fianchi, e mi guarda come se fossi un essere
ripugnante.
-Sono due ore che Hermione è in
camera a piangere, mentre tu stai qui
a chiacchierare con il tuo amichetto.- sputa mia sorella in tono velenoso. –Una
cosa come questa non me la sarei mai aspettata da te, Ron. Non avrei mai pensato
che potessi essere così viscido con una persona a cui credevo volessi
bene.-
Ma che miseriaccia sta dicendo
questa qua? Hermione in camera a piangere da due ore, io che sono viscido… non è
vero niente! Perché mai Hermione
dovrebbe stare piangendo?
-Ma cos’è successo?- chiedo
flebilmente, senza capire più nulla.
-Hai anche il coraggio di
chiedermelo?!- ruggisce mia sorella, puntandomi un dito contro al petto. –Sei un
porco!-
Che cosa?!
Non mi sogno nemmeno di ribattere
qualcosa, tanto so benissimo che sarebbe inutile; invece mi alzo con più dignità
possibile, scanso mia sorella, che mi fulmina con un’occhiata, evito lo sguardo
confuso di Harry ed esco impettito dalla stanza, precipitandomi verso quella di
Ginny ed Hermione: merito decisamente delle spiegazioni.
Spalanco la porta senza nemmeno
bussare, al momento non ho intenzione di preoccuparmi di quisquiglie del genere,
e faccio per urlare in faccia ad Hermione di ritirare tutto quello che ha detto
a Ginny, perché io non sono un porco e quelle che le ha raccontato sono tutte
sciocchezze; quando vedo in che stato è Hermione, però, le parole mi muoiono in
gola: è seduta sul letto, sul cuscino che tiene appoggiato sulle ginocchia giace
una distesa di fazzolettini usati ed ha gli occhi talmente gonfi che sembra un
panda o qualcosa del genere.
-‘Mione.- la chiamo piano,
restando immobile sulla porta, come paralizzato. –Che
succede?-
Lei alza su di me uno sguardo
sgomento, come se fossi l’ultima persona che si aspettava di vedersi davanti, e
si asciuga velocemente le lacrime col dorso della mano… come se potesse servire
a qualcosa, vista la faccia stravolta che si ritrova.
-Ron.- mormora con una vocina
bassa e spezzata. –Accidenti… cosa ci fai qui?-
Sono tentato di raccontarle la
performance appena effettuata da mia sorella, ma forse è meglio non dirle di
quello, altrimenti probabilmente inizierebbe a blaterare scuse per Ginny e non
mi spiegherebbe niente del motivo per cui sta piangendo.
-Non sei venuta a cena.- dico
invece, avvicinandomi e sedendomi timoroso sul bordo del suo letto. –Ero
preoccupato… ma mi vuoi dire perché stai piangendo?-
Lei scuote il capo, tirando su
violentemente col naso.
-Sono una stupida!- esclama
riprendendo a piangere.
Di donne non ci capisco proprio
niente ed immagino che sarà così per sempre; se ci fossimo trovati in un’altra
situazione probabilmente avrei lasciato perdere, me ne sarei andato e avrei
lasciato che le passasse la pazzia, ma sono sicuro che sta piangendo per quello
che è successo oggi ed io vorrei veramente sapere perché, visto che io sono stato
benissimo con lei.
-E’ per quello che abbiamo fatto,
vero?- domando con un sospiro, tirandomi su sul letto fino ad appoggiare la
schiena contro il muro, accanto ad Hermione.
Lei alza lo sguardo su di me,
fissandomi per qualche istante come se fosse dispiaciuta di dovermelo dire, ma
alla fine annuisce.
-Non… non ti è piaciuto?- le
chiedo con un filo di voce; al diavolo chi dice che è da insicuri chiedere una
cosa del genere: la persona con cui l’ho fatto si sta disperando perché l’ha
fatto con me, quindi vorrei almeno sapere se questa cosa è dovuta alla bassa
qualità delle mie arti amatorie.
-Oh, Ron!- esclama lei piangendo
più forte. –Non è questo. E’ stato bello, però… - scuote la testa. –Tu sei un
maschio, non puoi capire!-
Per un breve, terribile istante
penso che sia per quello che ho fatto alle sue mutandine, so che le ragazze ci
tengono particolarmente alla biancheria intima e forse si è offesa perché quelle
erano le sue preferite o gliele aveva regalate una zia che viene della Scozia o
qualcosa del genere; poi però mi viene in mente un altro particolare e qualcosa
inizia a diventarmi più chiaro.
Estraggo la bacchetta dalla tasca
posteriore dei jeans ed evoco la coperta che quella mattina Hermione aveva fatto
evanescere tanto di fretta. La spiego e cerco la macchiolina di sangue che c’è
nel mezzo e la tendo ad Hermione, mostrandogliela.
-E’ per questo, giusto?- domando
sospirando. –E’… per il sangue? Se ti ho fatto male mi scuso, ero talmente preso
da me che non me ne sono neanche accorto…
-Ron… - sussurra lei, allungando
una mano per farmi una breve carezza sulla guancia; io ho l’istinto di girare il
volto e baciarle quella bella manina, ma data la situazione non mi sembra il
caso, così resto immobile. –E’ normale che sia uscito del sangue.- mi spiega lei
prendendo a guardarsi le unghie. –La prima volta può succedere che esca del
sangue.-
La prima volta. Oh, cavolo. Giuro
che non ci avevo proprio pensato che potesse essere la sua prima volta; cioè,
prima avevo sempre pensato che Hermione non l’avesse mai fatto con nessuno e
penso che inconsciamente ne sono stato consapevole anche mentre noi due lo
stavamo facendo, però credevo che le ragazze non volessero una prima volta del
genere, quindi mi ero convinto che quella non fosse la sua prima
volta.
Devo averla terrorizzata, deve
essere stato terribile per lei!
-Hermione, mi dispiace tanto.-
mormoro; mi esce un tono più disperato di quanto avessi voluto ed Hermione si
gira verso di me, mordendosi il labbro inferiore.
-Non è colpa tua, Ron.- dice
scuotendo la testa. –E’ che io sono stata una stupida, dovevo pensarci prima,
dovevo… Ah, sono stata una stupida!- sbotta ancora. Adesso non sembra più
triste, piuttosto arrabbiata con se stessa; al momento ad essere triste sono io
e non so nemmeno per quale motivo. O forse invece lo so
benissimo.
-Ti senti stupida perché era la
tua prima volta e l’hai sprecata con me?- domando con una punta di durezza nella
voce.
Lei sospira e lentamente allunga
una mano e prende la mia, stringendola un po’. Un calore improvviso mi scalda
tutto il petto, mozzandomi la protesta che stavo per
emettere.
-No.- sussurra Hermione con un
sorriso, guardando le nostre dita intrecciate. –Con qualcun altro non sarebbe
mai potuto succedere, non avrei mai fatto… - sospira. –Mi sento stupida perché è
successo tutto perché ti ho sfidato, Ron. Era la mia prima volta ed è avvenuta
per una sfida!-
-Era anche la mia prima volta.- le
confesso, evitando di guardare le nostre mani ancora unite che mi bloccano le
parole in gola. –Però… accidenti, Hermione, siamo… - mi si stringe la bocca
dello stomaco, ma voglio andare avanti. - …siamo io e te, non può essere stata
solo una sfida.- mormoro arrossendo fino all’inverosimile.
-No?- chiede lei con un filo di
voce.
-No!- ribatto con veemenza. –Cioè,
è stata una sfida, però… non importa, no? Voglio dire, io volevo farlo con te. Io… dentro l’ho
sempre voluto.- confesso, e quando mi rendo conto di cosa ho sento un altro
flusso di sangue ammassarsi sulle mie orecchie. –Intendo dire, - tento di
salvarmi. –tu sei molto carina e sei la ragazza che mi è sempre stata accanto e
credo di avere sempre pensato che tu fossi, insomma, una delle persone con cui
mi sarebbe piaciuto farlo.-
Hermione mi fissa per qualche
attimo, tirando su con il naso ancora un paio di volte; poi sorride,
stringendosi nelle spalle.
-Una delle persone?- domanda
inarcando un sopracciglio.
-Oh, beh, sai… - mi mordicchio
leggermente un labbro. –eri in buona compagnia, esattamente tra Madama Rosmerta
e Fleur. Però non preoccuparti, quelle due mi sono visto costretto ad
eliminarle: la prima è troppo vecchia, la seconda sta con mio fratello. Se
tiriamo le somme, rimani solo tu.- dico in tono leggero, sorridendole. Lei per
un attimo sembra rabbuiarsi, ma alla fine ricambia il
sorriso.
-Dunque… non è stato solo perché
ti ho sfidato, Ron?- chiede evitando il mio sguardo.
-Non lo è stato.- le assicuro. –È
stato perché sei bella, perché, anche se io ho creduto il contrario, non volevi
saltarmi addosso ma semplicemente non farmi ammalare, perché… - prendo un
respiro profondo, rendendomi conto che se non dico ora quello che voglio dire
non lo dirò mai più. - … perché mi hai detto che quella sera, al Ballo del
Ceppo, c’era Krum perché io non mi ero ancora accorto di quanto tu fossi donna e
non volevo che questo accadesse un’altra volta.-
Hermione annuisce ed un sorriso le
si apre sul volto.
-Ron… - sussurra prima di
guardarmi intensamente negli occhi ed io non resisto, mi sporgo verso di lei e
la bacio con lo stesso ardore di quella mattina, cercando di confermarle con i
fatti quello che le ho appena detto.
Lei risponde al bacio, legandomi
strettamente le braccia al collo e attirandomi contro il suo corpo; perdiamo
l’equilibrio e finiamo sdraiati sul letto, io su di lei.
Le mie mani subito volano ai
bottoni della giacca del suo pigiama, ma improvvisamente mi tiro indietro,
imbarazzato.
-Scusa.- le dico imbarazzato,
appoggiando la fronte contro la sua spalla. –Non volevo…
-Va bene, Ron.- mi rassicura
accarezzandomi una guancia; si gira su un fianco e mi dà un bacio sulla fronte.
–Se desideri rifarlo, significa che non è stata una cosa da… una botta e via,
insomma.-
Scuoto la testa e nel farlo il mio
naso sfiora il suo e lei ridacchia. Dice che ci siamo appena baciati come gli
eschimesi ed anche io inizio a sghignazzare; poi però mi ricordo di quello che
volevo dire e torno serio.
-Non è stata una botta e via,
Hermione. Ma non è per questo che mi sono fermato, è che… la tua prima volta si
è consumata in una catapecchia tra polvere e ragnatele, inoltre ti ho rotto le
mutandine ed il “dopo” è stata una frenetica corsa al rivestimento con tanto di
rischio di essere beccati dai nostri genitori più un’altra decina di persone.
Volevo, ecco, chiederti come in realtà tu desideravi fosse la tua prima volta
per, sai, riscattarmi.-
Hermione si spalanca in un
sorrisone e fa per dire qualcosa; sembra non riuscirci ed allora si sporge in
avanti e mi bacia sulle labbra, dolcemente, a lungo. Quando si stacca mi passa
un braccio attorno alla vita e resta così, con la testa appoggiata contro il mio
petto e gli occhi chiusi.
-Quando pensavo alla mia prima
volta immaginavo una cosa molto romantica, sai, prima invito a cena e poi una
camera piena di candele e con dei petali di rosa sparsi sulla coperta. La musica
lenta di sottofondo, io con indosso un’elegante camicia da notte di seta e… non
lo so, un ragazzo che prendesse in mano la situazione, mi spogliasse, mi
guardasse e mi ammirasse, dicendomi quanto fossi bella. Quelle cose lì,
insomma.- confessa; io non riesco a vederla in faccia, poiché ha lo sguardo
piantato su un punto indefinito della mia maglietta, ma so che è arrossita:
probabilmente pensa che sia strano collegare lei, la saccente e pignola
Hermione, a delle cose così frivole, eppure a me non importa, voglio soltanto
darle quello che desidera.
Estraggo la bacchetta, pronto a
far comparire candele ed una cascata di petali di rosa, ma lei mi blocca la
mano.
-Adesso ho cambiato idea, Ron.- mi
dice spostando il suo sguardo nel mio. –Oggi mi hai fatto ridere, mi sono
divertita, e ho deciso che non mi importa. Non voglio rose e non voglio candele
e nemmeno un uomo esperto e dongiovanni, voglio te che non riesci ad aprirmi il
reggiseno, che mi rompi le mutande ed io che rimango con la fibbia della tua
cintura in mano. – ridacchia ed io con lei. –Ed ora che mi hai assicurato che
non è stato solo per la sfida che lo hai fatto con me, la mia prima volta non mi
sembra sia stata poi tanto male.-
Annuisco lentamente, ravviandole
una ciocca di capelli dietro all’orecchio; lei segue la mia mano con la testa e
poggia un lieve bacio sul dorso.
-Però, - continua con un
sorrisetto. – nonostante stamattina non sia stato affatto male, mi sono accorta
che quel pavimento non ha fatto molto bene alla mia schiena ed ora questo comodo
letto sembra così invitante che…
Non la lascio nemmeno finire e mi
avvento sulla sua bocca, strappandole un mezzo gemito divertito. Mi stacco
sorridendole ed inizio a sbottonarle la giacca del pigiama, ma ancora una volta
mi blocco.
-Inoltre, - aggiungo con
espressione fintamente seria. – questo bel pigiama mi sembra che abbia un
aspetto decisamente troppo… come posso dire?
-Intatto?- suggerisce Hermione
iniziando a ridacchiare.
-Precisamente.- rispondo e dopo
faccio una cosa che penso ricorderò con vergogna e stupore per tutta la mia
vita: le strappo di dosso la giacca del pigiama, facendo saltare tutti i
bottoni. Hermione mi fissa con un’espressione buffissima, credo sia fortemente
indecisa se indignarsi e prendere ad urlarmi addosso oppure scoppiare a ridere.
Grazie al cielo opta per la seconda ipotesi e ride, proprio come quella mattina,
talmente di gusto da non riuscire quasi a fermarsi.
Continua a ridere ed è nel bel
mezzo di quello sfoggio d’ilarità che si aggrappa al mio collo, tanto serramente
che sono costretto a chinarmi maggiormente su di lei, ed accosta la bocca al mio
orecchio e sussurra, sempre ridacchiando: -Ti amo, Ron.-
Oddio. Mi sento improvvisamente
tutto caldo e mi sembra di stare per sciogliermi. Ho la gola secca e non so se
sarò in grado di risponderle; sono così agitato, miseriaccia, ma era proprio
necessario che dicesse una cosa del genere così all’improvviso?! Ora vorrà
sentirsi rispondere qualcosa, immagino.
Eppure lei non si accorge di
niente e continua a ridere e sembra proprio che non le interessi nemmeno avere
una risposta, che non me l’abbia detto soltanto per ricevere la stessa conferma
in cambio, ma che semplicemente le è venuto in mente e l’ha detto, esattamente
come a me è venuto in mente di strapparle la giacca del
pigiama.
-Anche io ti amo, Hermione.- le
dico allora con leggerezza, come se fosse la cosa più naturale del mondo, come
se non avessimo passato anni a litigare per delle sciocchezze ma fossimo sempre
stati insieme, così, a sghignazzare come due idioti. Ancora un volta mi ritrovo
a pensare quanto possano essere meravigliosi e sorprendenti i miracoli del
sesso; o forse, sono semplicemente i miracoli di Hermione o forse ancora i
miracoli che io e lei riusciamo a fare insieme.