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Autore: KayeJ    30/05/2012    2 recensioni
No, no… non ti spaventare. Avvicinati pure.
Non ti preoccupare, non mordiamo, sebbene l’apparenza possa ingannare.
Entra, spettatore.
E lasciati avvolgere dai nostri tendoni rossi.
Il circo ti aspetta.
Genere: Commedia, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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.2.


«Però, ecco, non basta.»
 
Era cominciato tutto così. Il mattino seguente quando era andato a lavarsi il viso nel catino di fronte al tendone principale, quello dove si allenavano gli artisti del primo spettacolo.
 
«Come prego?» aveva chiesto, ancora mezzo intontito dal sonno, mentre lasciava che un rivoletto d’acqua gli scivolasse lungo il mento, impunito.
 
«Buongiorno Lavi! Il sole è alto, e tu sei sveglio, quindi, forza! Un bel sorriso e attiva il cervello! » lo prese allegramente in giro la ragazza, mentre si infilava sistemava delle bende sui piedi e sulle caviglie. Dentro alla tendone filtrava una strana luce, soffusa. Proveniva dal buco sopra il palo centrale, e illuminava fiocamente tutta l’area.
Lavi l’aveva seguita lì dentro ancora a piedi nudi, come quando era uscito dalla sua tenda.
Gli piaceva la sensazione del terreno sotto la pianta dei piedi.
Linalee si era seduta su un gradino delle scalinate del pubblico, e si stava preparando per iniziare ad allenarsi. L’aveva guardato con uno sguardo interrogativo mentre teneva lunghe davanti a lui le bende spesse e resistenti che metteva durante gli spettacoli.
Senza un attimo d’esitazione Lavi le aveva prese e aveva iniziato ad aiutarla, continuando a guardarla interrogativamente, mentre lei si raccoglieva i capelli in una stretta crocchia alta, e mentre cominciava a spalmarsi della magnesite sulle mani.
«E quindi?» si schiarì la voce il rosso, volendo ricordarle che c’era qualcosa che doveva dirgli.
«Ah, sì. –fece la ragazza sorridendo mentre finiva di sistemarsi- beh, dicevo che semplicemente il trucchetto che mi hai fatto vedere ieri però non basta per entrare nello spettacolo come mangiafuoco. Devi dimostrarci di avere un numero degno del primo spettacolo.» sorrise nuovamente, cominciando a spalmarsi la magnesite anche sulla pianta dei piedi che Lavi aveva ormai terminato di fasciarle.
 
«Un numero degno del primo spettacolo, eh?»
«Già » fece lei alzandosi poi in piedi e provando che le bende tenessero.
« Lo devo mostrare a tutti ora?» disse Lavi, senza nessuna particolare inflessione nella voce. Aveva sollevato solamente un angolo delle labbra in un sorriso che non prometteva nulla di buono.
«Se ce l’hai già pronto sì.» replicò Linalee gentilmente smettendo di stirarsi e fermandosi a guardarlo.
«Bene. Allora di’ a tutti di mettere a posto i loro attrezzi. Questa mattina offrirò uno spettacolo solo per voi.» rise il ragazzo.
 
Aveva chiesto a tutti di mettersi sulla fila più alta degli spalti e di tappare il buco in alto.
Il tendone si era oscurato completamente. Avevano lasciato aperta solamente l’entrata principale.
 
«Che. Spaccone.» aveva commentato Kanda, vedendolo levarsi la maglia e rimanere a torso nudo.
Era rimasto però ad osservare con attenzione i movimenti dell’ultimo acquisto della loro compagnia.
Si era tolto la maglia e l’aveva appoggiata a terra. Si era tolto qualsiasi altra cosa gli pendesse addosso, ovvero tutte le collanine che portava al collo e la bandana che gli sollevava il ciuffo quella mattina, facendo quindi ricadere i capelli sul volto.
Aveva arrotolato i pantaloni fino al ginocchio, e infine si era messo a guardare il suo pubblico sugli spalti.
 
«Avrò bisogno di due assistenti» aveva esordito ad alta voce, guardando verso di loro.
«Figurarsi se io vado.» aveva borbottato ironico Kanda affianco alla Mammoletta.
«Io e Kanda ci offriamo!» aveva ribattuto prontamente Allen.
«Oh no! Io non mi offro.» aveva replicato gelido questo.
«E invece sì!»
«E invece no!»
«Oh, ma che gentili a esservi offerti!» aveva tubato Linalee.
«Fantastico.» aveva mormorato tetro Kanda, alzandosi al seguito della Mammoletta.
«Grazie mille!» esclamò il rosso, con un sorriso esagerato, mentre mostrava loro dei catini pieni d’acqua.
«Di nulla.» rispose un Allen sorridente, in perfetta sincronia con Kanda «E cosa dovremmo farci con questi?»
«Beh, diciamo che dovrete usarli solo in caso la situazione degenerasse.» mormorò in un modo che ad Allen non piacque, mentre si allontanava da loro.
 
Si era messo al centro dell’arena, e aveva chiuso gli occhi.
Si era concentrato, escludendo i borbottii incuriositi degli altri artisti, lo sbuffo infastidito dell’asiatico che  non voleva stare vicino al catino, i mormorii stizziti di Allen che gli imponeva di smetterla.
Sentiva il proprio respiro caldo solleticargli la gola.
Quel numero gli piaceva da impazzire, letteralmente.
Si strofinò le mani energicamente fra loro, come avesse freddo.
Lentamente, una fiammella si venne a creare dal nulla sul palmo delle sue mani.
Finse di non sentire i rumori stupiti provenienti dagli spalti. Così come finse che non gli avessero fatto piacere: Kanda aveva ragione, non era altro che un esibizionista.
Ed esibirsi gli piaceva da impazzire.
Portò le mani a conca davanti al proprio volto, mentre la fiammella tremolava davanti al suo naso, scaldando l’aria lì attorno e rischiarandogli il volto, dove un ghigno sensuale e divertito era ben visibile.
Ci soffiò sopra, con tenerezza: era un drago che riscaldava con il proprio fiato i suoi cuccioli, le sue creature. La sentiva scompigliargli i capelli, tirargli le ciocche del suo stesso colore, dargli buffetti sul naso e lambirgli lascivamente le labbra. Voleva giocare.
 
E la fiamma crebbe.
Crebbe mano a mano che soffiava, fino ad avvolgergli le braccia, come se lo stesse accogliendo nelle sue spire, come se si stesse arrampicando sul suo corpo.
Adorava quella sensazione. Sentirsi avvolto così strettamente eppure non essere realmente circondato da nulla di fisico era meravigliosamente irreale.
Distese le braccia davanti a sé mentre dalle spire fiammeggianti si allargavano le teste di due serpenti che cominciavano a danzare fra loro.
Dagli spalti non proveniva più alcun suono.
 
 
Kanda era rimasto a fissarlo, ostentando meno curiosità possibile, ma ora, non poteva fare altro che guardarlo, ammaliato anche lui dalla fiamma.
Erano come falene attirate dalla luce di quelle fiamme.
E non potevano fare a meno di guardarlo, mentre ormai danzava fra tutte quelle fiamme.
Sembrava il fuoco stesso.
Non era più un ragazzo di carne e sangue, ma una fiamma anche lui.
Lo vedeva ridere, mentre l’aria si faceva torrida, e cominciava a sudare.
Lo vedeva sfidare le fiamme come se stesse giocando con dei cuccioli.
Lo vedeva muoverle con forza, seguendo il guizzare dei muscoli sodi sotto la pelle per lo sforzo.
Eppure non sembrava curarsi dell’altezza che avevano raggiunto. Non sembrava curarsi del fatto che ormai i suoi serpenti di fiamme lambissero pericolosamente il tessuto del tendone.
Così come non se ne preoccupavano gli spettatori, povere falene ammaliate da tutta quella luce, da tutto quel calore.
E così non se ne preoccupava Allen, ammaliato anche lui, il catino lontano qualche passo da lui, appoggiato a terra.
E così non se ne preoccupava Kanda Yuu, perché era troppo impegnato a cercare Lavi fra le fiamme.
 
E quando lo vide, che lo fissava, dritto negli occhi, un sorriso bruciante e enigmatico sul volto,  non potè fare altro che rimanere ammaliato anche lui.
Ma poi Lavi rise.
E Yuu si riebbe.
 
Qualche passo dopo Lavi si ritrovò bagnato come un pulcino.
 Le labbra di Kanda contro l’orecchio.
«Non guardarmi mai più a quel modo.»
Prima di vederlo uscire fieramente dal tendone, mentre le sue fiamme si spegnevano e il pubblico cominciava a mormorare.
 
 
 
«Bravo, complimenti! Ottimo numero! Ti devi allenare a controllarlo meglio, ma se ci riesci entro la prossima settimana allora…»
«Complimenti! Complimenti! Non ho mai visto un numero così particolare ed eccitante!»
«Bravissimo! Ma come hai fatto a creare quelle fiamme dal nulla, me lo spieghi?»
 
 
 
Ma a Lavi tutto questo non interessava.
Tutto quello che voleva era avere di nuovo quegli occhi così profondi e interessati a lui su di sé.
 
 
 
 
Notes:
Ispirata questo pomeriggio da Fireproof dei Pillar, che consigliamo vivamente di ascoltare come sottofondo.
Sempre che piaccia il genere, eh!
Ringraziamo ancora per le recensioni ricevute, per chi ha scelto di seguire, preferire, ricordare, o anche solo leggere!
KayeJ.
 
  
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