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Autore: Il_Genio_del_Male    31/05/2012    12 recensioni
L'avventura dell'allegra famigliola Watson-Holmes continua.
[Sequel di 'Imprevisti']
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Harriet Watson, John Watson, Lestrade, Mycroft Holmes, Sherlock Holmes
Note: What if? | Avvertimenti: Mpreg
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- Questa storia fa parte della serie ''We're not a couple'. 'Yes you are'.'
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NOTE: Sono in vergognoso ritardo, mea culpa! *si cosparge il capo di ceneri* Tra l’inizio della sessione estiva e un attacco di pigrizia/inedia acuta ho evitato il computer come la peste, ma adesso è ora di dire no al colesterolo e sì a Valsoia (WTF?), anche perché ‘sto capitolo ce l’avevo pronto da settimane. Ehm. Mi scuso ancora per l’attesa: parola di Lupetto, farò in modo che non si ripeta più.

Buona lettura!

 

 

 

 

 

“Chissà perché, ma questa stanza mi è familiare” sussurrò John sottilmente ironico, alludendo al divano Chippendale su cui erano stati invitati ad accomodarsi da un solerte maggiordomo, al caminetto di marmo, ai tappeti e alle stampe che abbellivano il salotto di Villa Holmes. Gli ricordavano in maniera impressionante…

“Buckingham Palace” annuì Sherlock, leggendogli nel pensiero. “A metà dei favolosi anni ‘90 la nostra amata regina si è fatta dare da mia madre l’indirizzo di Moffat & Gatiss, il migliore studio di interior design su piazza, non prima di averle cortesemente chiesto il permesso di copiare pari pari l’arredamento di casa nostra”.

“Non mi avevi detto che la tua famiglia era così intima dei reali d’Inghilterra” borbottò il dottore, un filino piccato.

“L’ho ritenuta un’informazione inutile e di scarso interesse” fu la risposta secca dell’altro.

Boswell, fino a quel momento rimasto in contemplazione della collezione di animaletti di vetro soffiato esposta su un tavolino di epoca vittoriana, si dichiarò soddisfatto e reclamò l’attenzione dei genitori. “Papà” chiamò, sgambettando verso John. “Dov’è la nonna? Ilene e Amiss si annoiano” e indicò la carrozzina alla sue spalle.

Sherlock si sporse per dare un’occhiata e dovette dare ragione al figlio: le boccucce dei gemelli erano corrucciate, gli occhi assottigliati, le manine erano strette a pugno. Minacciavano di scoppiare a piangere da un momento all’altro. “John, passami la rivoltella. Pericolo neonati urlanti e paonazzi a ore dodici” ordinò.

“Col cavolo! Non ti permetterò di brutalizzare della carta da parati il cui costo a metro quadro è pari ad un mio mese di stipendio” si oppose il compagno.

“E va bene” sbuffò il detective. “Vorrà dire che ripiegherò sul violino”.

Non ce ne fu bisogno, giacché il maggiordomo in livrea che poco prima li aveva fatti entrare comparve sulla soglia. “Lady Caroline Margareth Victoria Spencer, vedova Holmes” annunciò con un inchino rispettoso e si scostò per lasciar passare la donna.

John per poco non rimase secco dallo stupore. La versione femminile e attempata di Sherlock, con indosso uno splendido tailleur vintage che ne esaltava la silhouette, eleganti tacchi a spillo e i riccioli scuri venati di grigio perfettamente acconciati fece il suo altero ingresso nella sala. Sentendosi puntati addosso quei glaciali ed imperscrutabili occhi azzurri tanto simili a quelli del suo uomo, il dottore si affrettò ad alzarsi in piedi, trattenendosi dal rivolgerle il saluto militare. Sherlock lo imitò con un certo disagio, con Boswell in braccio.

“John -posso chiamarla per nome, vero?- carissimo, che piacere fare la sua conoscenza” trillò la nobildonna con un gran sorriso stampato in volto, e gli tese la mano.

L’improvvisa (in realtà temuta e prevista dal detective) affabilità della suocera sconcertò non poco il buon John, che si era aspettato di avere a che fare con una virago spocchiosa. Tuttavia, memore delle lezioni di galateo impostegli dalla madre buonanima quando era ancora in vita, riacquistò la piena padronanza di sé e prese la mano che gli veniva offerta per sfiorarla con un bacio leggerissimo.

“Onorato, Lady Caroline. Mi chiami come più le aggrada” mormorò.

“Oh oh oh, lei sì che sa come lusingare una signora” si sdilinquì. “Ma la prego, niente titoli nobiliari: siamo in famiglia! Mi chiami semplicemente Caroline”.

Il suo sguardo si posò sulla figura del figlio e gli occhi le si accesero di una luce calda, liquida. Commossa. “Sherly, tesoro!” esclamò, muovendo qualche passo verso di lui. Gli circondò il volto con le mani -erano quasi alla stessa altezza- e gli scoccò un bacio in fronte. “Quanto mi sei mancato, bricconcello!”

Bricconcello. John soffocò giusto in tempo una risata incredula.

“Mamma, per favore”.

“Per favore cosa, eh? Sono dieci anni che ti vedo solo in fotografia, che non ricevo una tua telefonata, che non ti sottopongo ad un terzo gra- cioè, che non chiacchieriamo come si deve e tu fai i capricci perché non sopporti le smancerie di tua madre?” si adombrò lei, dandogli dei buffetti sulle guance. “Ti perdono solo perché hai un compagno adorabile e tre frugoletti che muoio dalla voglia di conoscere, mascalzoncello che non sei altro”.

Il dottore, a quel punto, tossicchiò discretamente, evitando d’incrociare lo sguardo di Sherlock.

Caroline liberò (smise di martoriare) il viso del figliol profigo per concentrarsi sul bimbo che gli stava aggrappato addosso come un cucciolo di koala. “E chi è questo bellissimo micino?” tubò, chinandosi verso di lui.

“Bossuell, nonna” rispose lui, compito. “Acche tu sei bbella!” cinguettò, incantato dalla somiglianza tra lei e il babbo.

“Awww, che amore! E come si esprime bene” osservò lei, con gli occhi a cuoricino. “E’ identico a te, Sherly, ma ha ereditato la tua dolcezza, John caro, nonché un certo savoir-faire con le donne” ammiccò. “Dimmi, Bosie, vuoi venire in braccio alla nonna?” si rivolse al nipote.

Visto l’entusiasmo con cui il bambino accettò la proposta, Sherlock lo accontentò.

“Buonno il tuo poffumo, nonna” affermò il piccolo, strofinando il nasino contro il collo sottile della donna.

“Mi stupirebbe il contrario, tesoruccio: è Amouage, la fragranza più preziosa al mondo, creata dal Sultano Qabus dell’Oman come regalo di nozze per la sua incantevole e amatissima sposa”.

“Niente di meno” commentò Sherlock a mezza voce.

John e la madre gli rivolsero occhiate di rimprovero, e Boswell se ne accorse. “Babbo, fai il bbavo” pigolò con la franchezza dei suoi quasi diciassette mesi di vita.

“Sagge parole, figliolo” approvò il dottore. “Ascolta nostro figlio, tesoro, non fare l’antipatico”.

“Uffa” protestò lui.

“Sai, John caro, si comportava così anche da bambino” ridacchiò Caroline. Si avvicinò alla carrozzina. “Posso vedere i gemelli?” chiese, quasi timorosa. “Non vorrei svegliarli”.

“Come no” le venne in aiuto il genero, scostando la copertina per prendere in braccio Irene. “Principessa di papà, di’ ciao alla nonna”.

“Oh” si illuminò la donna mentre cullava al contempo Boswell. “Che bella testolina bionda abbiamo qui”.

La nipotina diede mostra di aver gradito il complimento sbavando tutta contenta sulla sua tutina.

“Sherlock, mi dai una mano con-” non fece in tempo a chiedere John che il compagno era già accanto a lui, intento a tirare fuori dalla carrozzina Hamish, che si ciucciava il pollice di gran lena.

“Ti somiglia tantissimo, John caro” esclamò Caroline. “La stessa bocca, il colore dei capelli, persino le orecchie! Ma ha il naso e gli occhi di Sherly, come Irene”.

“E io che volevo un mini John in tutto e per tutto” mugugnò il detective.

“A me non dispiace affatto, anzi. Tu e tua madre avete degli occhi così belli, di un taglio e di un colore talmente particolari; sarebbe stato un peccato se i bambini non li avessero ereditati” sorrise il dottore, orgoglioso.

Sherlock arrossì, e un pochino anche Caroline.

 

 

 

 

Nota di alcuna rilevanza, ma siccome sono pignola inside vi tocca sopportare; io di cavolate ne invento davvero tante, però la storia di Amouage è vera. Esiste, guardate qui! (http://it.wikipedia.org/wiki/Amouage) Certo, come noterete ho mischiato un pochino le informazioni e la storia del regalo di nozze è farina del mio sacco, ma un tocco di real life ci sta sempre bene. Tra l’altro un’amica di famiglia ne è un’affezionata cliente, e lo usa sempre: ha un profumo magnifico, ve lo garantisco.

Questa, se vi interessa, è la mia pagina autore su Facebook, per seguire in diretta i miei scleri (http://www.facebook.com/pages/Il-Genio-del-Male-EFP/152349598213950).

Buon weekend a tutti, miei cari! Un bacio.

   
 
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