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Autore: Nuke    31/05/2012    1 recensioni
“Sono Alexi Hamalainen, e sono morto”
Alexi Theme: This is Halloween-Marilyn Manson
Nevermore Theme: The Raven-Doomraiser
Genere: Azione, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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15 Giugno 2017
“Ok, questo NON è l’Inferno” Pensò Alexi sollevandosi e mettendosi una mano sulla fronte, sentiva un male terribile alla testa, e il fatto di ricordarsi a malapena cosa fosse accaduto il giorno prima non aiutava, tutto ciò che gli veniva in mente era un grande botto.
-Dove diavolo sono finito?- si guardò intorno spaesato, vedendo solo delle casse di metallo e una specie di forno.
Alexi trasalì quando sentì aprirsi la porta; si distese e chiuse gli occhi.
-Bleah, un altro da bruciare- disse fra sé e sé una inserviente vestito con un camice e aprendo il forno, poi cominciò a spingere il lettino di Alexi verso di esso.
Ci vollero alcuni secondi prima che il ragazzo si rese conto della gravità della situazione.
“Forno, bruciare, grande botto, camice, io che vado verso delle fiamme…”
-Vacca boia!- urlò muovendosi di scatto e rovesciando il lettino, che cadde con un fragore assordante sul pavimento.
L’inserviente urlò di terrore, vedendo Alexi rialzandosi da terra e guardare verso di lei.
-Oh mio Dio…- la donna indietreggiò, inciampando sul lettino e battendo la nuca sul bordo in marmo del forno.
Alexi si avvicinò all’inserviente e le toccò il collo: non c’erano pulsazioni.
Il ragazzo si alzò in piedi, -Forse è il caso di levarsi di torno…-, si disse, poi uscì dalla stanza del forno crematorio e camminò lentamente verso quella che sperava fosse l’uscita.
Riprendendo i suoi vestiti, Alexi fece cadere una cintura appartenuta a qualche altra persona, che in quel momento il ragazzo non sapeva se reputare più o meno fortunata di lui, che tintinnò sulle piastrelle.
-Chi è là?- una grassa guardia estrasse la pistola e accese la torcia, avvicinandosi lentamente al corridoio.
-Io!- Disse Alexi sbucando all’improvviso dall’ombra, contento di aver trovato una persona che non avrebbe gridato vedendolo.
-Aaaaaaaah!- urlò il guardiano sparando due colpi, che fischiarono vicino alle orecchie del ragazzo.
-Come non detto…-
La guardia girò i tacchi e corse a perdifiato fuori dall’edificio, chiudendo la porta a chiave dall’esterno.
-Hei! No!- Alexi picchiò sulla porta in acciaio, ma non ricevette risposta.
 
 
Rimasi molto tempo da solo, nell’obitorio.
Ero confuso e spaventato, tutti quelli che avevo incontrato erano scappati e uno aveva cercato di spararmi.
Poi sentii le sirene della polizia.
 
Alexi sentì delle sirene e il rumore di almeno una decina di auto che si fermavano nel cortile davanti all’obitorio.
Appoggiò l’orecchio alla porta e tese l’orecchio.
“Ku-klunk”
-Merda.-
La porta esplose, scaraventando il povero ragazzo contro la parete opposta.
Entrarono una dozzina di membri del Jaeger Regiment irruppero nello stabile e puntarono le armi contro di lui.
-Mani in alto e bene in vista!- gridò un soldato.
-Sergente! E’ uno di loro?-
-“Uno di loro”?- disse confuso Alexi.
-Silenzio! Metti le mani in alto e bene in vista! Non ci sarà un terzo avvertimento.- gridò di nuovo un soldato.
“Sì certo, così mi sparate” pensò il ragazzo, poi si rivolse verso quello che avevano chiamato sergente, -Sentite, io non ho fatto niente, non so nemmeno perché io sia q…-
L’intero squadrone del Jaeger Regiment aprì il fuoco, smettendo di sparare solo a caricatore finito.
L’intero muro retrostante Alexi venne completamente butterato dai colpi, alzando una grande nuvola di polvere nella stanza.
Quando la polvere si diradò, il ragazzo era ancora in piedi, pieno di buchi, e con una faccia tra il confuso e il terrorizzato.
I soldati, stranamente, non erano sorpresi della cosa, infatti il sergente si rivolse ad un suo sottoposto, con un tono tranquillo: -E’ confermato, il soggetto è uno zombie, fate entrare la squadra di epurazione-
-Sì signore-
-Hei, fermi un attimo, io ne so meno di voi!- sbottò Alexi confuso, ma si accorse di quanto le sue parole fossero inutili quando vide entrare cinque uomini armati di grossi fucili a pompa.
-Fantastico!- urlò verso il cielo, disperato, poi corse verso una finestra e saltò fuori, evitando di poco una rosata di pallettoni.
-Il bersaglio sta scappando!- la squadra d’epurazione si mise al suo inseguimento, mentre il resto delle forze speciali rimase in zona dell’obitorio, per dare spiegazioni ai media, accorsi per il frastuono.
-Un pericoloso criminale si è introdotto nella struttura per recuperare alcuni effetti personali di un suo complice deceduto, ma grazie al nostro intervento è stato catturato.-
 
“Cazzo, cazzo, cazzo e ancora ca…” sopra la testa di Alexi passò una rosata di pallettoni, che lo mancò veramente di poco.
-E se ci fermassimo e ne parlassimo da persone civili?-
Un'altra rosata.
-No eh?-
Questa volta un soldato rispose.
-E’ per il bene tuo e della comunità, devi essere eliminato e il tuo corpo dev’essere bruciato-
-E io son fesso, vero?-
-No. Sei solo un potenziale infettatore, se morderai qualcuno, lo infetterai e potrebbe perdere il controllo-
Alexi si ritrovò in fondo ad un vicolo cieco, e la squadra di epurazione si fermò dietro di lui, puntandogli addosso i fucili.
-Mirate alla testa, dovette staccarla definitivamente dal corpo- ordinò uno dei soldati.
-Sentite, io non ho intenzione di mordere nessuno…- evitò la prima salva di colpi saltando di lato.
-Né…- aprì un tombino.
-Di…- cominciò ad infilarcisi dentro, abbassando la testa per ripararsi da altri colpi.
-Perdere la…- si staccò dalla scaletta e precipitò nelle fogne.
-Testaaaaaaaaaah!-
Nel piazzale rimasero solo i cinque soldati.
-Dobbiamo seguirlo?- domandò uno di loro.
-No, è pieno di infetti, là sotto…- il caposquadra fece una pausa, -Torniamo in caserma, devo farmi una doccia-
 
Le fogne non erano troppo male, dico, rispetto all’essere inseguito da cinque pazzoidi armati fino ai denti.
Feci mente locale, riuscii a ricordare il fuoco d’artificio e l’urlo disperato dell’Olandese che lo stava cercando di vendere.
Tsk, Olandesi…
 
-C’è nessuno?- urlò il ragazzo, ma la sola risposta che ricevette fu quella del suo eco, che si disperse nelle ampie gallerie delle fogne.
Non se le era mai immaginate in quel modo, pensava che fossero come le fanno vedere nei film, con un grande fiume al centro; invece quello che si trovò davanti du un tunnel sporco e incrostato, con un rigagnolo di acqua nera bloccato a tratti da pezzi di materiale della cui composizione non si fermò a indagare.
“Quell’agente ha detto che sono uno zombie… figo! Cioè… cazzo! Pensavo che fosse qualche vaccata inventata dai registi per far cagare sotto i bambini. E come ho fatto a diventare uno di quei cosi? Non mi ha morso niente in questi giorni… A parte lo schifosissimo cane della signora Korhonen che… Porca Eva! Lo sapevo che era malato, quel mostriciattolo…”
I suoi pensieri vennero interrotti quando il ragazzo andò a sbattere contro un uomo molto più alto di lui.
-Grwolll…-  gorgogliò il tizio, mentre una bava appiccicaticcia gli scendeva dalla bocca. La sua pelle era pallida, con parti di pelle aperta sulla carne e alcuni vermi che si facevano strada tra di essa.
Alexi alzò lo sguardo e piegò la bocca in un sorriso forzato, -Lo penso anche io, sa?-
Lo zombie chiuse le braccia a tenaglia, ma il ragazzo si abbassò, saltando indietro e nascondendosi dietro una colonna portante della galleria.
-Ok… brutta storia…- mormorò guardandosi attorno, cercando un’arma per difendersi. Tutto ciò che vide fu un tubo di piombo arrugginito.
-Mio!- il ragazzo saltò verso l’arma improvvisata, impugnandola e mettendosi di fronte all’infetto.
-Grawll- l’uomo si avvicinò, le gambe marcescenti che lo rallentavano.
-A cuccia!- gridò Alexi picchiandogli il tubo in testa.
Lo zombie barcollò, poi, riacquistato l’equilibrio, continuò ad avvicinarsi. –Grawll…-
-Ooooh! Fottiti!-
Alexi si guardò intorno disperato, c’erano solo pezzi di legno marcio, carrelli della spesa abbandonati, un paio di frullatori e qualche rifiuto vario. Poi scorse una custodia nera di legno, infilata in un mucchio ci legname marcescente.
Il ragazzo corse verso di essa, rischiando d’inciampare in un tubo di ferro arrugginito, e raccolse la custodia, da cui estrasse una vecchia katana malridotta, ma ancora affilata.
Non si chiese cosa ci facesse una katana nelle fogne di Helsinki, dopotutto era resuscitato da morte dopo aver preso un razzetto di capodanno in un occhio, e a Giugno, per giunta. Si limitò a menare un fendente orizzontale sul collo del disgustoso essere dietro di lui, che lo aveva quasi raggiunto.
Il mostro, senza testa, gorgogliò e si accasciò a terra.
-Adesso sei morto?- chiese ironico Alexi, poi diede un calcio allo zombie che, dopo qualche rantolio, si fermò.
Il ragazzo si fermò per qualche secondo a riposare, poi sospirò e si incamminò nelle gallerie.
“Sarà meglio uscire da qui, poi andrò da un medico, sperando che sia una buona idea…”
  
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